Glory Hole d’ufficio

Glory Hole d’ufficio

“Sai, credo che dovremmo trovare una soluzione diversa” Emma rimette a posto la piastrella nel muro del bagno delle donne. La piastrella cela un’apertura di circa dieci centimetri per cinque che collega al bagno degli uomini. L’incontro clandestino avviene due volte al giorno negli uffici della Digital Spa. Ambrogio le manda un messaggio “Pausa bagno”. Emma risponde con l’emoji di un gattino che manda cuoricini. Sul telefono di Ambrogio, non compare il nome di Emma. Viceversa a quello della ragazza. Mantengono l’anonimato da sei mesi ormai. Un gioco che va’ avanti da un po’
“Devo andare in bagno” dice al collega “Mi servono quindici minuti” il collega annuisce
Durante i lavori di ristrutturazione di sei mesi prima, un amico di Ambrogio aveva fatto in modo di lasciare una finestrella di comunicazione tra il cubicolo uomini e donne. Una cosa da spia, più che di azienda commerciale
Emma se l’era fatto fare per spiare i colleghi maschi. Timida ma, con una natura da ninfomane, con questo espediente si era vista un sacco di uccelli, di ogni tipo e dimensione. Aveva iniziato con un minuscolo foro nel muro. Lei arrivava, si acquattava e sbirciava. Non aveva idea di chi fossero, chi andava a svuotare l’uccello.
Lei, timida e impacciata, sempre sobria nel vestire, non veniva mai presa in considerazione. “Una Pina qualunque” si era sentita apostrofare una volta. La Pina, la moglie brutta di Fantozzi. Ma chi, la Vukotich o la Bosisio? Poco importava: alle sue collega, da lei, la bellezza non era di casa da un po’. Crocchia di capelli neri legati sulla nuca, occhiali cerchiati in metallo, qualche lentiggine sulla faccia, vestiti sempre lunghi e ampi e, sì, non quel tipo di bellezza cui un uomo attribuirebbe l’appellativo di gran fica.
Poi, un giorno che era in bagno, srotolando la carta igienica, stacca il supporto “Ma, cavolicchio” aveva esclamato. E, nel tentativo di rimettere a posto, si era accorta del buco che passava da parte a parte il muro. Aveva trattenuto il fiato, intravedendo dall’altra parte, il pisello di un uomo, un po’ flaccido e raggrinzito. Si era ritirata imbarazzata ma, poi, si era appostata allo spioncino e aveva guardato ancora quando aveva sentito che un altro entrava in bagno. E vedeva un uccello magnifico, tonico, che veniva estratto dalla patta e lasciava un getto dorato nell’orinatoio “Bello” si lasciò sfuggire tappandosi poi la bocca
“Chi c’è?” aveva sentito chiedere
Lei, vergognosa, rimise a posto il supporto della carta igienica e corse via, quasi urtando una sua collega

Il giorno dopo, quasi con timore misto a desiderio, entrò in bagno, nel cubicolo occupato precedentemente e si dispose ad osservare ancora una volta. Non appena tolse uno dei supporti, qualcosa cadde a terra: un foglietto spiegazzato, scritto con una grafia elegante “Chiunque tu sia, se ti piace il birdwatching, potrei essere interessato. Anche io lo sono e mi piace osservare un certo tipo di volatile. Questo è un numero di cellulare di fortuna”
Lei, imbarazzatissima, aveva preso il foglietto e se n’era tornata alla sua postazione. Chi era il misterioso individuo? Non le restava che provare ad inviare un SMS al numero scritto sul foglietto “Ciao, scusa ma, l’altra volta è stato un incidente. Almeno dal principio. Poi, ho sentito come uno stimolo e mi è venuta voglia di guardare..”
“Ciao, come ti devo chiamare?”
Emma ci pensò su un attimo, non poteva dargli il vero nome, così optò per un M94 “E tu?”
“Beh, visto che non ti vuoi rivelare, allora ti dico che il mio nome è Hiroshi90”
“Quindi, cosa vuoi fare?”
“Sono curioso”
“Su di me?”
“Sul fatto che ti piace sbirciare l’uccello altrui”
Pausa di dieci secondi “La cosa è nata in modo casuale. Te l’ho detto”
“Sì, allora, l’idea di essere osservato mi stuzzica”
“Ma vuoi osservare anche tu, vero?”
“Domani mattina alle dieci”
“Ok”

Era fatta. Con ansia e trepidazione, Emma, alias M94, aveva passato la notte insonne, era arrivata al lavoro con occhiaie stile valigia e si era messa nel suo cubicolo a lavorare, sbirciando di continuo l’orologio. Alle 9,55 le arriva il messaggio “Ci sei?”
Gattino che manda i cuori
Seduta, appostata,con l’occhio all’improvvisato Glory hole. Eccolo, vicino allo spioncino, già scapellato, con la punta appoggiata al foro “Peccato non sia più largo questo foro” commentò Hiroshi 88. Si discostò e cominciò a masturbarsi freneticamente. Emma lo fissava affascinato e rimase lì fino a che non eiaculò, colpendo il muro dove lei stava sbirciando. Inaspettatamente, il liquido la colpì e le scivolò lungo la guancia “Ti ho colpito?” chiese lui dall’altra parte
“No” mentì lei. Ma lasciò che la goccia le scivolasse sulla guancia fino alle labbra dove lei, lo assaggiò con la punta della lingua “Sono una peccatrice” si alzò in fretta e si sciacquò il viso. Poi corse fuori e tornò alla sua postazione cercando di recuperare un po’ di autocontrollo.
Lui le inviò diversi SMS ma lei non rispose più. La reazione di quell’atto, il piacere che aveva provato quando lo sperma le era colato sulla faccia e poi il sapore sulla lingua… Ma cosa stava diventando?
“Ho mentito” gli scrisse parecchie ore dopo “Mi hai colpita e io l’ho assaggiato”
“Ah, maialina perversa”
“Rifacciamola”
“Lo farò ma, devi ancora farmi vedere la tua fica”
“Tutto quello che vuoi”

E la cosa si ripetè così per diverse settimane. Lei si presentava puntuale, le mostrava la fica, aveva imparato anche a masturbarsi. Poi aspettava che lui si masturbasse ed eiaculasse contro il muro. Lei aspettava il getto, anelava il liquido. Comunque sì, quel buco era troppo piccolo e lei voleva di più.
E l’occasione si presentò con i lavori di ristrutturazione di tutto il piano, bagni compresi. L’amico di Ambrogio, uno dei muratori che partecipava ai lavori, fece la modifica che Ambrogio gli aveva suggerito.
Poi, Ambrogio aveva mandato un SMS ad Emma e le aveva spiegato del glory hole. Emma si dimostrò entusiasta

Il cazzo di Ambrogio entrava alla perfezione. Emma, dapprima intimorita da quella sbarra di carne che sporgeva dal muro, ne fu subito attratta e lo ingoiò come una vera professionista del pompino. Che strano, sapeva di amaretto e cannella.
Lo succhiò fino a che non le venne in gola e lei lo assorbì tutto. Poi, lui aveva infilato le dita nella fessura ed Emma si era fatta fistare la fica.
Quell’incontro clandestino andò avanti per mesi. Emma sapeva che era solo questione di tempo prima di perdere interesse in quel sesso clandestino.
Una mattina, mentre si apprestava a spedire l’ennesimo SMS, si sentì apostrofare con un “Ciao, M94” Un uomo di bell’aspetto, si lasciò cadere su una sedia vicino a lei e la fissò con aria divertita
“Come?” finse di cadere dalle nuvole guardandosi rapidamente intorno
“Sai che non c’è nessuna donna su questo piano che abbia un M come nome o cognome. Allora ho pensato M, potrebbe essere un’assonanza con Emma? Boh, proviamo. Ci metti cinque minuti ad arrivare. Ti chiedi perché sono qui? Beh, Emma, dopo mesi che ti ravano la fica e mi succhi l’uccello, mi sembrava giusto osare e vederti in faccia. Non credo tu voglia passare il resto dei tuoi anni a spiare dal glory hole. Che ne dici di un vero appuntamento?”
Lei, ancora colta di sorpresa da quella pensata, annuì e fissò Hiroshi negli occhi “Come ti devo chiamare?”
“Ambrogio” sorride e tende la mano
Lei gliela stringe “Hai ragione. Desideravo vedere il volto dietro l’uccello”
“Allora, si và di ristorante stasera. Passo a prenderti per le 20?”
“Sì”
“Allora, a stasera”

E quello che accadde dopo, è un’altra storia.

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