Giuseppina

Giuseppina

Mi chiamo Giuseppina e ho sessantaquattro anni, ho un figlio sposato da qualche tempo, che si chiama Alex. Sono una donna che ancora adesso, nonostante l’età, riesce ad irretire uomini che hanno la metà dei suoi anni. Forse sarà la faccia da troia che mi porto dietro, o forse il fatto che ho ancora una carica di libidine tale che traspare e trasuda dal mio modo di essere e che attira i maschi come le api sul miele!! Devo dire che i cazzi non mi mancano ed a volte mi diverto anche con qualche bella figa tutta da leccare.
Ma i fatti che di cui vi voglio fare partecipi, risalgono a molto tempo fa, di quando di anni ne avevo solo tredici:
Ero una ragazzina minuta ma carina e soprattutto, molto sveglia. La mia era una famiglia povera.
Mio padre Anselmo, che aveva quarantadue anni, lavorava, da molti anni, in una vecchia fabbrica che costruiva attrezzature agricole. Per una questione di competenze e di età prendeva una discreta paga, ma aveva da mantenere tre figli, tra l’altro da solo, visto che mia madre era morta in un incidente stradale, già da dieci anni. Quindi tra il mutuo della casa e le spese di mantenimento della famiglia, rimaneva poco o niente da mettere da parte.
Giorgio, il mio fratello più grande, diciotto anni compiuti, trovò lavoro, come garzone, in una macelleria del paese, ma era solo una vaga promessa del titolare del negozio, e prima di cominciare a lavorare passò molto tempo.
Comunque nessuno di noi si lamentava. Tra l’altro nostro padre era una persona che ci lasciava parecchia libertà, con poche imposizioni. Da quando era mancata mamma non aveva più frequentato un’altra donna, anche perché tra il lavoro e la famiglia non gli rimaneva molto tempo.
Io frequentavo la terza media ed ero già una discreta troietta! Mi piacevano i maschietti ed avevo avuto qualche piacevole esperienza con qualcuno di loro. Niente di serio: Qualche palpatina sotto alle mutandine, che tra l’altro, per una questione economica, non sempre portavo, avevo visto e preso in mano qualche cazzetto ed una volta ne avevo baciato uno che tra l’altro mi aveva fatto bagnare per il suo odore di pipì, sudore ed altri aromi che ancora non sapevo decifrare.
I cazzetti dei miei amici erano decisamente differenti da quello di mio papà, che avevo visto nella sua camera, una mattina mentre dormiva scoperto: Un cazzo grosso e scuro con un sacco di pelo, bellissimo anche a riposo…Quanto avrei voluto annusarlo!
Avevo avuto modo di vedere anche le verghe dei miei due fratelli, avevano dei bei cazzi, ma niente in confronto quello di papà!
La mia fissa era quella di diventare l’amante del mio genitore!
Provavo spesso a farmi vedere in mutandine, magari piegata a mostragli il culo, una volta uscii senza mutandine dal bagno, ma non c’era niente da fare! Mio papà era irreprensibile!….Sbirciava di soppiatto ma non si sbilanciava.
Nel frattempo mi accontentavo di irretire i miei coetanei: Mi ricordo di un giorno in particolare. Indossavo una gonnellina decisamente corta e larga, quasi un cencio a dire il vero, sotto come spesso succedeva, niente mutandine! Stavo giocando su un muretto che delimitava il terrapieno del sagrato della chiesa del nostro piccolo paese, era alto circa un metro sopra al livello della strada, mi tenevo con una mano ad un palo dell’illuminazione e ci giravo attorno. Sotto di me, sul marciapiedi, c’era una panchina, dov’erano seduti dei ragazzini che conoscevo, tra cui anche una mia amica. Praticamente volteggiavo sopra alle loro teste, stavo offrendo loro un interessante e lussurioso panorama! Sicuramente vedevano la mia fighetta, dove già stavano spuntando i primi peletti. Avevano gli occhi fuori dalla testa, non staccavano gli occhi da sotto la mia gonna, e ridacchiavano tra di loro, io facevo finta di non accorgermi della mia troiesca esibizione. La mia amica, lucia, gelosa delle mie performance, non volle essere da meno: Saltò sul muretto e si unì a me, in quella lubrica giostra.
I ragazzini si toccavano i pantaloni, in corrispondenza dei loro giovani attributi, io e Lucia ridavamo lusingate da tanta eccitata attenzione!
I nostri spettatori iniziarono ad allontanarsi uno ad uno, probabilmente andavano a cercare un luogo appartato dove sfogare il loro turbamento con una bella sega dedicata alle nostre fighette, immaginando chissà quali porcate fatte con noi due!
Soltanto Simone, un ragazzo diciassettenne, rimase. Salì sul terrapieno con noi, ci guardava allupato giocare tra di noi. Ci propose una passeggiata, acconsentimmo con piacere, eravamo lusingate che un ragazzo più grande fosse interessato a noi.
Ci dirigemmo verso una zona adiacente al sagrato dove erano stati piantati dei bei cespugli colorati a formare una sorta di giardinetto, percorremmo per qualche minuto i sentieri del piccolo parco.
Il nostro accompagnatore disse che aveva bisogno di fare la pipì. Simone si girò di spalle, rivolto contro il muretto di recinzione della zona verde, in breve io e Luisa sentimmo il liquido rumore della sua pisciata mentre parlava con noi, poi con finta indifferenza si girò continuando a chiacchierare.
Luisa guardava tutta rossa il cazzo del nostro amico, io ero estasiata a vedere il biondo liquido sgorgare da quella fontanella, mi avvicinai, lui mi disse:- “Se volete potete guardarlo da vicino” Io mi avvicinai ulteriormente, lo guardai negli occhi e gli chiesi:-“Posso toccarlo?” Lui mi sorrise:-“Certo….Tocca finché ti fa piacere!” Lo presi in mano, lo sentii inturgidirsi tra le dita, era una sensazione stupenda, sentii la mia vagina modificare la sua fisiologia mentre veniva irrorata dal sangue, mi sentii invasa da un senso di calore e pienezza, mi sentii sciogliere. Mi inginocchiai davanti a lui, travolta da un senso di intensa libidine, con le ginocchia sul suo piscio e la faccia a pochi centimetri da quel cazzo, che odorava forte di quel liquido salato che era appena fluito dal suo meato, e da un intenso e dolce odore di sperma che permeava da tutto il suo sesso, era un odore che ancora non conoscevo, ma mi piaceva: Gli odori sono statati importantissimi nella mia vita sessuale, già da piccola l’odore di tutti i fluidi corporei, di qualsiasi tipo, mi attraevano irresistibilmente.
Mi resi conto che, il suo, era un cazzo più maschio di quello dei miei giovani coetanei, più peloso, più grosso e lungo! Tirai fuori la lingua e quasi in adorazione, con la punta, toccai il suo glande non ancora del tutto scappellato, andai a cercare le gocce di urina che ancora bagnavano la punta della sua verga, le portai alle mie papille gustative per assaporare a pieno quell’aromatico liquido salato: Il suo sapore, che assaggiavo per la prima volta, mi estasiava, ingoiai piano tutto il suo cazzo che faticava ad entrare nella mia giovane bocca. Lo succhiai lentamente, assaporando tutte quelle sensazioni che quel gesto mi trasmetteva, tutte sensazioni nuove e travolgenti.
Mi ripresi da quel momento di intensa estasi. Girai la testa, vidi Lucia guardarmi schifata, sinceramente non me ne fregava niente, risi isterica del suo sguardo.
Tornai ad imboccare il cazzo, Simone mi aiutò a fare quello che non sapevo ancora fare prendendomi gentilmente, ma con fermezza, per i capelli e dettandomi il ritmo, lo sentii sospirare e spingere forte il cazzo nella mia bocca, la mia gola venne inondata da intensi fiotti di un dolce liquido che ingoiai con bramosia, sapevo vagamente cos’era, ma mi piaceva e mi eccitava aver potato all’orgasmo un’uomo per la prima volta, avevo fatto il mio primo pompino! Il primo di una lunghissima serie!
Mi alzai, Simone mi guardava incredulo, stupito dalla troiaggine di una ragazzina della mia età, mi baciò con enfasi, infilandomi le mani sotto alla gonna, la mia figa aspettava solo quello, ero già al limite per i cazzi miei! Venni subito, appena sentii il suo dito toccarmi la clitoride, mi abbassai un pochino allargando le gambe e venni aggrappata a lui per non cadere.
Luisa mi guardava curiosa ed estasiata, vedendo il piacere che provavo si era eccitata.
Simone se ne andò quasi immediatamente perché era in ritardo per delle cose sue.
La mia amica si avvicinò e mi fece un mare di domande:-“Che sapore aveva il suo coso?…..Com’era quel liquido che hai ingoiato?…..Non ti faceva schifo?….Cosa si prova?…..Ti è piaciuto molto?” La guardai sorridendo, le dissi: “Ti faccio provare!” La abbracciai e la baciai sulle labbra infilandole le mani dentro le sue mutandine zuppe dei suoi umori, le cercai il bottoncino che a me provocava tanto piacere, lei cercò di divincolarsi, ma quando iniziai a strofinarle la clitoride, iniziò a dimenarsi in maniera incontrollata lasciandosi fare. Aprì la bocca in un muto urlo di piacere, approfittai per infilarle la lingua in bocca a cercare la sua, non era la prima volta che la baciavo, l’avevamo fatto altre volte per capire cosa si provava. Mi strinse forte muovendo il bacino e allargando le gambe, rispose al mio bacio assaporando, volente o nolente, il sapore di sborra che ancora lordava la mia bocca!
La sentii tremare tra le mie braccia, Le sfregai in maniera più decisa la piccola clitoride, la pizzicai tra le dita, come piaceva a mè. La sentii venire, scossa dai brividi di piacere che provava, mentre la baciavo mi sentii succhiare la lingua. Ci prendemmo qualche attimo per riprenderci. Luisa mi disse:-“Siamo due troie”. Prima di uscire dal giardinetto ci baciammo di nuovo con bramosia.
Ritornammo alla panchina e stemmo li sedute a ridacchiare e a parlare delle nostre reciproche sensazioni, io cercai di spiegarle e descrivergli la sensazione che avevo provato a fare il pompino a Simone, ci sentivamo delle donne vissute!
Dopo molti anni ci incontrammo di nuovo: Era sposata e aveva due figli, ma mi rivelò che era diventata una gran troia che ne faceva di tutti i colori, a volte anche con la complicità del marito. Era una vacca quasi come mè!
In quell’occasione ci facemmo una lesbicata da urlo!
Ritornando al mio rapporto con papà:
Passarono gli anni. Avevo avuto varie esperienze sessuali, con un discreto numero di maschi di varie età, la mia giovane fighetta era già bella aperta ed anche il mio culo aveva avuto notevole visite! i pompini non si contavano, al liceo mi conoscevano come la pompinara. La mia passione era l’odore del sesso in tutte le sue varianti, ero una assatanata degli aromi dei genitali e loro fluidi!
Anche il mio corpo era cambiato: Il pelo sulla mia figa era folto e lungo, le piccole labbra si erano ingrossate e sporgevano abbondantemente dalle grandi labbra. Il seno era cresciuto in maniera incredibile per la mia età, si trattava di una quarta abbondante, i capezzoli erano belli pronunciati, incastonati su delle larghe aureole scure: Praticamente avevo le forme di una donna adulta!
Una sera d’estate, quando avevo circa sedici anni, durante le vacanze estive, ricordo che eravamo in casa solo io e lui, seduti sul divano a guardare la televisione. Lui aveva bevuto, era alticcio quella sera. Io ero seduta distesa sul divano, con le gambe raccolte tenute leggermente larghe, le mie mutandine bianche, da ragazzina, erano arrotolate tra le labbra della mia giovane fighetta, dotata da una folta peluria castana, già completamente sviluppata. La mia corta gonnellina era raccolta all’altezza della mia vita.
Mio padre ogni tanto guardava tra le mie gambe, distogliendo subito lo sguardo imbarazzato, intanto sorseggiava il suo bicchiere di vino scadente.
I suoi sguardi si soffermavano sempre più spesso e più a lungo sulle mie intimità, che io mi premuravo di esporre sempre con maggiore evidenza.
Mi guardò negli occhi e mi disse:-“Una volta avevi un neo…. Li sotto….Tra le gambe.” Lo guardai interrogativamente, Lui continuò:-“ Bisogna tenerli d’occhio i nei…..Non ti vergogni farti vedere dal tuo papà, vero?” Non mi sembrava vero! Con la voce più da bambina che potevo gli dissi:-“No…. Perché devo vergognarmi…Tu sei il mio paparino!” Mi tolsi le mutandine bianche che nel mezzo avevano la sgommatura lasciata dalla mia figa e dal mio culo, quel giorno non mi ero ancora lavata…. forse neanche il giorno prima, non ricordavo bene. Le diedi in mano a papi, allargai le gambe per farmi guardare bene, lui si piegò sul mio sesso, con la faccia a pochi centimetri dalla mia figa, l’odore doveva essere forte, sentivo il suo alito sulla passera, stava annusando. Si riprese, portò le mani sulla mia figa come se stesse cercando qualcosa, mi scostava il pelo, allargava le piccole labbra e ci passava le dita in mezzo, non riuscivo a non muovermi, mi stavo bagnando e sicuramente lui se ne accorgeva.
Con la voce tremolante per l’eccitazione gli chiesi:-“ Ti piace la mia farfallina papà?” L’avevo chiamata come la chiamava lui.
Mio papà si riprese dal suo attimo di debolezza, era paonazzo, mi disse:-“Va tutto bene….Non hai niente.” Si alzò, tenendo le mie mutande in mano e disse:-“Vado a dormire, buonanotte” Si alzò barcollando, vidi che era eccitato, i suoi pantaloni erano sformati sul davanti, ma lui era troppo ubriaco per accorgersene.
Mi masturbai sul divano, senza preoccuparmi dei miei gemiti, mi portai le dita al naso, odoravano intensamente di urina e di figa, un odore che mi eccitava molto, mi succedeva spesso di toccarmi solo per sentire il mio afrore di troia! Mi succhiai e finii di masturbarmi raggiungendo in breve un orgasmo, che però non riuscì a placare la mia voglia.
Mi alzai ed andai in bagno a fare i miei bisogni, mi pulii e mi diressi verso la mia cameretta,
Passai davanti alla stanza di mio padre, era semi aperta, la aprii del tutto ed entrai. Lui era steso con i pantaloni aperti, il cazzo fuori dai pantaloni, sporco di sborra fresca, ai lato del viso, in una mano, teneva le mie mutandine: Si era masturbato annusandole!
Mi avvicinai, stava russando leggermente, mi sedetti piano sul letto e mi abbassai sul suo cazzo, finalmente potevo annusarlo, aspirai a lungo l’afrore di quell’uccello che evidentemente conosceva poco l’igiene, odorava di urina e sborra rappresa, quel forte odore invece di schifarmi mi inebriava, chiusi gli occhi e mi strofinai piano la faccia e le labbra sul suo cazzo, spalmandomi la sborra che lo lordava, su tutta la faccia.
Lo imboccai piano, il sapore salato e dolciastro, leggermente acido, invase la mia bocca, gli passai la lingua sul glande viscido, lo ripulii per bene. In pochi istanti divenne durissimo, difficile da tenere in bocca!
Ad un certo punto sentii una mano sulla testa che mi spingeva contro il cazzo, papà si era svegliato! Non mi scomposi e continuai ad occuparmi del suo cazzo:-“ Brava di papà….Succhiami…..Brava bambina ciuccia bene il biberon.” Lo sentii fremere e spingermi il suo grosso cazzo in bocca:- “Doveva andare così…..Sei una piccola troietta!”
Allargò le gambe e mi spinse il viso sulle sue palle, era un odore che conoscevo bene, simile al sudore, ma più dolce, leccai a lungo il suo scroto, mi spinsi più in basso, verso il perineo, mio padre mi fermò:-“Lì no!…Nn sono pulito!” L’odore che si sprigionava in effetti era forte, ma questo non mi scoraggiò, proseguii infilando la lingua nel buco del culo di papà. Il sapore era amaro, ma quel forte odore mi eccitava moltissimo, ero veramente una piccola troiona anche da ragazza.
Mio padre mugolava dal piacere e questo mi spingeva a leccare con maggiore enfasi.
Ritornai ad occuparmi del cazzo, lo ingoiai di nuovo poppandolo con rinnovato vigore, anelavo il suo succo!
Sentii le sue mani cercare la mia figa, introdusse le dita nella passera allagata, chissà da quanto non ne toccava una! Questo mi pensiero mi faceva impazzire: La prima patonza che toccava dopo tanto tempo era quello di sua figlia!!
Lo sentii impennarsi, gli infilai un dito nel culo, non c’è n’era più per nessuno, questo lo fece capitolare: Mi scaricò in bocca una quantità enorme di sborra, non riuscivo ad ingoiarla tutta!
Lui ansimava e inveiva contro di me:-“Troia!……Maiala!……Succhia tutta la mia sborra!….Ti piace vero troia……Sei una vacca incestuosa!” Cazzo se mi piacevano gli epiteti con cui mi chiamava!!
Continuai a succhiare piano, fino a che il cazzo si ammosciò.
Non feci in tempo a gustarmi bene la sua sborra che mi sentii rigirare su me stessa, Mio padre si fiondò tra le mie gambe a mangiarmi la figa, lo sentii mugolare dal piacere che le dava quel fare:-“Cazzo…..Come è buona….Non mi ricordavo più l’odore!” Mi lappava come un forsennato, tenendomi le cosce aperte, mi prese sotto alle ginocchia con le mani e mi alzò verso l’alto, infilò la faccia tra le mie chiappe andando ad infilare la lingua, a fondo, nel mio buco del culo, mi faceva impazzire, ero appena stata in bagno e non oso pensare all’odore, ma lui sembrava non curarsene. Mi lappava dal buco del culo alla clitoride con lunghe pennellate di lingua: Fantastico! Sublime!
Gli presi la testa e me la premetti contro la passera e assecondai le sue leccate con convulsi movimenti del bacino, che non dipendevano più da me ma dal piacere che provavo. le sue mani salirono a cercarmi i seni e a strizzarmi i miei giovani capezzoli. Sentii l’orgasmo arrivare piano ma inesorabile, come un’onda di piena, mi travolse, urlai il mio piacere impennando il bacino verso l’alto, sentii sfuggirmi dei fiotti di urina dall’uretra che colpirono il mio incestuoso amante in faccia, lui non fece niente per sottrarsi ma anzi, andò a cercare i residui di quei dorati zampilli tra miei castani e folti peli odorosi. Mi lascai cullare dalle onde di piacere che stavano scemando piano, piano. Mi rilassai mentre sentivo il mio genitore leccare piano e annusare lentamente il mio sesso per fissarsi bene in mente quel femmineo e lussurioso odore, rinnovando l’ormai lontano ricordo di lascivi tempi trascorsi.
Mio padre mi venne sopra e mi spinse il suo cazzo, di nuovo inturgidito dai forti aromi e sapori della mia giovane ma vissuta figa, dentro la vagina!
Avvolsi le mie gambe attorno al suo bacino, incrociando i miei piedi sulla sua schiena, assecondando le sue forti e decise spinte. Ia libidine si rimpadronì di me portandomi a toccare nuovamente le più alte vette del piacere!
Mi baciò violando la mia bocca in cerca della mia lingua, sentivo forte il sapore e l’odore del mio culo e della mia figa, lussuriosamente aumentai la foga, stimolata da quegli aromi.
Graffiavo la schiena di mio padre, mi sentivo squarciare dal suo maschio ed enorme cazzo! Gemevo farfugliando parole senza senso, urlando forte il mio piacere:-“Ti piace spaccare la figa di tua figlia, vero maiale?……Sei un papparino pervertito che si monta la vacca di sua figlia!…..Sei un porco incestuoso!……Come mi piace il tuo cazzo, papà!” E così via!
Ero sconvolta: Quell’incestuoso amplesso, a lungo anelato, mi faceva impazzire.
Mi affondò un dito nel culo, subito seguito da un secondo, ovviamente si accorse di quanto ero spanata:-“Sei una Troia…..Hai il culo che sembra una caverna……Hai preso tutto da quella vacca di tua madre che mi manca tanto.” Continuò:-“Ma adesso ci sei tu che prenderai il suo posto…..Sarai tu a svuotarmi le palle, visto che hai voluto il mio cazzo a tutti i costi! Troia!!”
Sentire le sue parole….le parole di un padre! Che dette con tanta libidinosa enfasi, mi fecero montare un nuovo orgasmo! Non riuscivo a stare ferma, m contorcevo come una pazza contro il suo cazzo. Lo sentii venire a sua volta, stimolato dai miei convulsi spasmi.
Sentii il suo abbondante seme caldo invadere il mio ventre.
Mio padre, spossato dall’orgasmo appena avuto, scivolo di lato per non schiacciarmi con il suo peso, sentii il suo cazzo uscire dalla mia figa, avrei voluto tenerlo dentro ancora per un po.
Mio padre mi abbracciò, con l’amore di un genitore, mi coprì il viso di teneri baci, mi accarezzava i capelli, io nascosi la faccia sul suo petto peloso e sudato, mi impadronii di un capezzolo e lo succhiai piano, sentii mio padre:-“Sei una piccola troia vogliosa!!” Si allungò verso il mio basso ventre e
mise la faccia il mezzo alle mie gambe, sentii la sua lingua leccare lo sperma che avvertivo colare dalla mia figa, mi ripulì per bene.
Mi riabbraccio e così come eravamo ci addormentammo felici ed appagati!
Durante la notte, nel dormiveglia, sentii dei rumori provocato dal rientro dei miei due fratelli, la porta della camera era aperta e noi due eravamo abbracciati completamente nudi, ma sinceramente non me ne fregava niente, potevano pensare quello che volevano!
Li sentii passare davanti alla nostra stanza per raggiungere la loro camera, li sentii fermarsi davanti alla porta e bisbigliare, capii solamente: Puttana!
Tra di me sorrisi della loro costernazione e dei loro giudizi.
Mi riaddormentai a breve.
Il mattino mi svegliai in camera da sola, al suono della sveglia del telefonino, erano le otto e quarantacinque. Mio padre era già andato al lavoro. Mi alzai nuda per recarmi in bagno.
Sentii dei rumori provenire dalla camera dei miei fratelli, Giorgio e Stefano. Sapevo che quel giorno Giorgio era di riposo dal lavoro in macelleria, I rumori che sentivo sembravano dei gemiti. Mi insospettii e mi avvicinai alla porta della stanza, e cercando di fare meno rumore possibile, abbassai la maniglia, lentamente, spinsi l’uscio. Mi si parò davanti uno spettacolo stravolgente: Stefano era inginocchiato sul bordo del letto, con la testa appoggiata sulle lenzuola, praticamente piegato a novanta gradi. Giorgio era dietro di lui, inginocchiato a terra, con la faccia tra le chiappe del fratello, gli stava leccando il culo e le palle, lo vidi impadronirsi del suo cazzo turgido e piegarlo all’indietro, passare in mezzo alle sue gambe e prendergli in bocca la verga, in una posizione tremendamente oscena! Poppandogli il cazzo da sotto!
Stefano stava gemendo soffocando i gemiti con la faccia affondata nelle lenzuola! Si prese in mano il cazzo spingendolo più indietro per agevolare Giorgio nel suo fare! Nel frattempo scuoteva il bacino in cerca di un maggiore piacere.
Avevo sempre sospettato che tra loro ci fosse qualcosa di morboso, infatti un giorno avevo anche potuto vedere Stefano che toccava ed accarezzava Giorgio da sopra i pantaloni, avevo scambiato quel gesto come un comportamento goliardico. Evidentemente non era così!
Avevano tutti e due la ragazza, ma probabilmente quelle due santarelline ipocrite e represse, non erano abbastanza troie per i miei fratelli.
Stefano girò la testa a guardare Giorgio, e mi vide nuda davanti alla porta, sorpreso, sobbalzò e si girò su se stesso togliendo di bocca il cazzo a Giorgio, che alzandosi a sua volta, sorpreso, seguendo lo sguardo del fratello, mi vide. Per niente scomposto, ridendo di gusto, mi disse:-“Oh….. la troietta si è svegliata…..Buongiorno sorellina…..Che bella che sei tutta nuda!…..Beh tu ti sei divertita stanotte con papà, noi ci stiamo divertendo oggi!…..Dai Stefano facciamo vedere alla nostra sorellina quanto sono porci! i suoi fratelloni…..Poi magari la facciamo partecipare!”
Giorgio prese di nuovo in mano il cazzo del fratello e lo tirò verso di sé, si stese al suo fianco, nella posizione del 69. Appoggiò la sua coscia sulla sua spalla, dandogli accesso in quella maniera, sia al culo che al cazzo!
Stefano preferì il cazzo che imboccò con ingordigia, mentre mi guardava, tra le gambe del fratello, intrigato ed eccitato dalla mia presenza.
Mi piaceva un sacco vedere quei due porci finocchi che si sponpinavano a vicenda!
Giorgio, che prima era stato interrotto dalla mia presenza, spinse la faccia tra le chiappe di Stefano per riprendere a leccargli il buco del culo, Lo lubrificò con la propria saliva prima di infilargli due dita nell’ano. Stefano gradì l’intrusione dimenando il culo convulsamente, succhiando il cazzo del fratello con rinnovato fervore, e per meglio assaporarlo, allacciò il bacino di Giorgio con le proprie braccia e portando le mani sulle sue chiappe lo spinse verso di se per non lasciarselo sfuggire dalla bocca.
Giorgio sentendosi allacciare i fianchi e stimolato dal fatto di sentirsi succhiare il cazzo con quella voracità, urlò il suo piacere, muovendo convulsamente il bacino, scopando il fratello in bocca!
Tremendamente eccitata da quello spettacolo tra fratelli froci ed incestuosi, mi portai le dita sulla figa, che sentivo abbondantemente allagata dai miei umori, i quali mi scendevano, copiosi, lungo le cosce. Mi stuzzicai la clitoride, provocandomi delle intense stilettate di piacere per la troppa eccitazione.
Mi abbassai un pochino sulle gambe allargandole, mi infilai tre dita nella figa, le estrassi bagnate dalle abbondanti secrezioni e me le portai sui seni, mi massaggiai con dei movimenti concentrici le aureole, spalmandoli con il sugo della mia passera, senza toccare i capezzoli, che stimolai solo dopo qualche istante di sensuale attesa, allora me li pizzicai con delle piccole torsioni provocandomi intense fitte di piacere.
Mi presi una tetta tra le mani e mi portai il capezzolo alla bocca, tirai fuori la lingua ed abbassai la testa per succhiare il capezzolo impregnato dell’umore della mia passera! Era terribilmete lussurioso, era una cosa che facevo spesso, e mi piaceva da morire.
Mio fratello Stefano, che dalla sua posizione poteva vedermi, mi stava guardando, stranito, mentre succhiava il cazzo di Giorgio, osservava con sguardo libidinoso i miei solitari giochi erotici.
Io, stimolata dalla sua voglia di me che leggevo nei suoi occhi, allargai le gambe, mi abbassai leggermente sulle ginocchia, sporsi in avanti il bacino e mi aprii la figa con le mani, mostrandomi a lui in maniera oscena. Stefano, stimolato dalle mie porcate venne in bocca a suo fratello, che mugolava dal piacere di ricevere in gola lo sperma di Stefano, il quale, mentre sborrava, aveva smesso di succhiare il cazzo di Giorgio, e lo stava segando davanti alla propria faccia tenendo la bocca aperta e la lingua fuori, in attesa della copiosa sborrata del fratello maggiore, che non tardò ad arrivare: Una parte gli finì sulla lingua ed una parte in faccia, trasformandolo in una maschera.
Giorgio, che si era ripreso dall’orgasmo, si spostò accanto al fratello, gli sorrise, tirò fuori la lingua e con lunghe lappate, pulì la faccia del fratello dalla sua stessa sborra. Stefano cercò la bocca del fratello unendosi a lui in un osceno bacio, con le lingue rese scivolose dalle loro reciproche sborrate!
Io continuavo a sgrillettarmi la figa, cercando di non venire, mi tenevo sempre al limite dell’orgasmo: Non volevo venire in quella maniera!
Stefano prese un cuscino, se lo mise sotto alla pancia e disse a Giorgio:-“Inculami bastardo finocchio…..Spaccami il culo!!” Giorgio non aspettava altro, senza nessuna fatica, penetrò il fratello ed iniziò a pistonarlo subito con vigore, senza che Stefano facesse una piega! Ciò mi fece intendere che erano avvezzi da tempo a simili incestuosi rapporti!
Mi avvicinai, senza essere invitata, ed infilai la mano sotto alla pancia di Stefano, prendendogli in mano il cazzo duro:-“Brava Giuseppina…Aiuta il tuo Fratellino….Strizzami le palle troia che non sei altro!….Hai fatto pratica questa notte con il nostro vecchio! Vero maialona?” Sorrisi lubrica a mio fratello e mi sporsi per baciarlo in bocca, l’odore di sborra sulla sua faccia era ancora molto forte e inebriante. Mentre gli palpavo il cazzo, gli sussurrai:-“Beh….se ho fatto pratica va tutto a tuo vantaggio, porco finocchio!” Lo smanettai ancora un po, gratificata dai suoi versi di piacere.
Cambiai posizione, mi misi con la faccia a pochi centimetri dal Cazzo di Giorgio che stava inculando Stefano. Sentivo l’odore del suo culo, Il cazzo che lo penetrava era ricoperto da una patina oscenamente giallina. Giorgio estrasse il cazzo dal culo di Stefano per darmelo in bocca: Aveva capito quello che stavo aspettando. L’odore era molto forte, ma proprio per questo tremendamente libidinoso, lo presi in bocca completamente, spingendomelo fino in gola e facendolo uscire lentamente per ripulirlo dai residui del culo di Stefano. Giorgio, dopo aver gioito della mia certosina e goduriosa opera di pulizia orale, ritornò a penetrare suo fratello, mi guardò negli occhi sorridendomi grato e meravigliato, io mi alzai sulle ginocchia e gli presi la testa tra le mani, gli infilai in bocca la lingua, riversandogli in gola la mia saliva aromatizzata dal culo di Stefano! Giorgio, con la voce resa tremante dalla lussuria, mi disse:- “ Non pensavo che tu fossi così estremamente mignotta….. Sei lussuriosamente troia fino nel tuo intimo più profondo…..quanto vorrei che la mia morosa fosse così disinibita!” Gli sorrisi felice dei suoi complimenti:- “Tutte le volte che avete bisogno di una puttana per svuotarvi le palle io sono qua per soddisfarvi” Lo baciai di nuovo.
Lo vidi cambiare espressione, Spalancò gli occhi, lo vidi spingere come un forsennato contro il culo di Stefano, Gli stava sborrando nell’intestino!
Stefano stava ansimando sentendosi riempire di quel caldo liquido denso.
Giorgio uscì dal culo di Stefano stendendosi al suo fianco. Il suo cazzo era sporco di sborra e dei resti dell’inculata con suo fratello, non mi feci certo sfuggire un così ghiotto ed osceno assaggio! Mi precipitai sul suo uccello pulendolo per bene, smettendo solo quando lo sentii insapore, lavato dalla mia saliva!
Nel frattempo Stefano aveva messo il culo in faccia a Giorgio e si faceva pulire il buco dallo sperma che colava!
Ci rilassammo. Avevamo bisogno di un buon caffè, andammo in cucina nudi come ci trovavamo, loro si sedettero a tavola mentre io riempivo la moka.
Mi sedetti anch’io con loro, mentre attendevo che la caffettiera filtrasse il caffè. Quel porco di giorgio stava palpando Stefano, mentre chiacchieravamo del più e del meno, lo smanettava piano.
Stefano, visibilmente eccitato dalle manovre di suo fratello, disse rivolto a me:-“Adesso ci occupiamo di tè bella troietta!” Giorgio, mentre continuava a segare Stefano, rispose:-“Certo!….Sono sicuro che altrimenti ce lo avrebbe chiesto lei!”
Sorridendo chiesi ironica:-“Scusate ma sembro così troia?” Mi risposero all’unisono”Di più!!” Scoppiai a ridere.
Bevemmo il caffè e ritornammo in camera.
Stefano mi chiese:-“Cosa vuoi che ti facciamo?” Gli sorrisi sorniona:-“Siete in due….Doppia penetrazione?” Giorgio disse:-“Speravo che ce lo chiedessi.!” Era una cosa che ancora non avevo provato.
Giorgio si stese sul letto, con le gambe a penzoloni fuori dal materasso, mi fece il gesto di salirgli sopra indicandosi il cazzo bello in tiro, mi sedetti sopra di lui, con la verga infilata nella figa e le gambe piegate al ginocchio, appoggiate sul letto.
Simone mi fece piegare leggermente la schiena in avanti, si abbassò dietro di me, leccandomi il buco del culo, per lubrificarlo per benino con la saliva.
Io nel frattempo mi muovevo languida sopra a Giorgio che accompagnava il mio movimento prendendomi per il bacino. Già eccitata da prima, venni con la lingua di Stefano sul culo e il cazzo di Giorgio nella figa! Urlai forte il mio piacere mentre mio fratello mi strizzava le tette!!
Mentre spossata dall’orgasmo stavo per riprendermi, sentii il cazzo di Stefano spingere sul buco del culo, mi penetrò a fondo, andando scontrarsi con il cazzo di Giorgio, I loro due membri erano divisi solo da una sottile parete intestinale. Non avevo mai provato niente del genere: Mi sentivo piena, prigioniera di quei due cazzi che si scontravano nella mia pancia. Non capivo più niente, il piacere era impossibile da contenere, urlavo e mi agitavo come un’ossessa, Giorgio doveva tenermi piantata nel suo cazzo perché altrimenti me lo sarei fatto uscire con i miei sussulti.
Mi stesi su Giorgio, lo abbracciai piantandogli le unghie nella schiena. Quasi perdevo i sensi dal troppo piacere, venni urlando come un’ossessa. Loro non mi lasciarono riprendere, avrei voluto che uscissero da me e nello stesso tempo non volevo che finissero più di fottermi!
Continuai a sborrare a ripetizione, mi scoparono in culo e in figa per quasi un’ora.
Finalmente sentii Stefano riempirmi il culo, sembrava una colata lavica nell’intestino. Giorgio mi innondò la figa subito dopo, ero stremata ma trovai la forza di chiedergli di non uscire subito, ma di lasciare che i loro cazzi si afflosciassero dentro di me: Soddisfarono il mio desiderio.
Sfilarono i loro cazzi mosci, mi sentivo svuotata e spossata.
Mi baciarono dolcemente e mi accarezzarono come non era mai successo prima, Avrei potuto essere la loro ragazza o semplicemente ero la loro sorellina! Mi subissarono di parole dolci ed amorevoli, asciugarono il sudore dal mio corpo.
Io mi avvicinai a Stefano, affondai la faccia tra le sue cosce, gli annusai a lungo il cazzo che mi aveva inculato e le palle sudate: Cazzo se mi piaceva quell’intenso odore, di cazzo, di palle e di culo! Fantastico, sublime!
Lo riempii di baci e slinguatine.
Giorgio, da dietro infilò la testa tra le mie gambe e si occupò della pulizia della mia figa e del buco del culo dolorante, pulendoli dai vari umori che stavano uscendo.
Rimettemmo in sesto la camera, andai in bagno per pisciare, loro due mi seguirono e rimasero a guardarmi la figa mentre il biondo liquido, che usciva dalla mia passera si riversava rumorosamente sulla tazza. Si menavano il cazzo, Giorgio mi chiese:-“posso asciugartela?” Risposi:-“Che domande!….Certo che puoi!” Avevo capito benissimo che non avrebbe usato la carta igienica: Si inchinò tra le mie gambe, io mi sporsi in avanti sulla tazza, mi lappò la figa come fa un cane sulla ciotola dell’acqua, sentivo che aspirava i rimasugli di piscio tra le mie labbra, me la pulì bene, bene!
Quando si rialzò, Stefano, che stava palpando Giorgio da dietro, mentre era inchinato davanti a me, gli prese la faccia tra le mani baciandolo in bocca per assaporare la lingua di suo fratello impregnata del mio piscio!
Loro si fecero la doccia, io che ero più allergica all’acqua, andai in camera a vestirmi, indossando un paio di pantaloncini molto corti e sgambati con la parte sopra coperta da una canottiera molto scollata, naturalmente senza nessun intimo! Ero già bagnata al pensiero che dopo pranzo sarei uscita in quella maniera indecente! Avrei dovuto stare attenta ad allargare le gambe altrimenti si sarebbe visto tutto!
Aspettando che i mie fratelloni finissero di lavarsi, preparai qualcosa per il pranzo, visto che era quasi ora.
Mangiammo uniti come non mai, scherzando e ridendo spensierati come da tempo non succedeva. Loro mi coccolarono per tutto il tempo, era una bella sensazione.
Da quel giorno, per molto tempo, fui il giocattolo sessuale di tutti i maschi di casa. Non che mi dispiacesse: Mi trattavano come una piccola principessa amata da tutti.
Beh…. i maschi non che non si divertissero anche tra di loro: Ricordo di un giorno, che aprendo la porta di casa mi trovai davanti uno spettacolo libidinosamente osceno! Mio padre a novanta si faceva inculare da Giorgio e si faceva succhiare il cazzo da Stefano che si stava segando! Che maiali!!
Beh… ecco questi sono una parte dei miei ricordi: Anche da giovane ero una gran troiona.
Adesso sono qua in casa ad attendere la mia amica Dolores che accompagnata da suo figlio Marco ha detto che mi viene a trovare, ormai siamo tutte e due vecchie, mia ancora tremendamente vogliose!

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4 thoughts on “Giuseppina

  1. unazia

    meno male che esistono blog dove raccontare le proprie smanie sessuali, sono una zia di 64 anni ho un nipote di 17 anni che quando sta in mia compagnia lo ha sempre in erezione, dice che è colpa mia, insomma mi sento parzialmente in colpa e capisco anche la giovane età ma sinceramente non mi sconvolgeva anzi mi stuzzicava l’eros si di donna matura come nave scuola e così l’ho imbarcato a mio vantaggio e suo godimento.

  2. unazia

    dimenticavo, ho unito l’utile al dilettevole cioè perché non approfittare di un giovane maschio prima di invecchiare del tutto, ho colto l’occasione di fare del bene a mio nipote che gradisce molta la mia femminilità, beata gioventù gli ho detto di non sprecarla da solo, che per rispetto a sua zia doveva condividerla con me, ed io lo avrei ricambiato con tutta me stessa, pare incredibile ma tutto funziona bene abbiamo trovato una buona intesa anche per i preliminari e spesso gli orgasmi arrivano all’unisono. Il giovane fringuello fa il suo dovere di maschio, lo adoro.

  3. kentuky

    ho scopato mia zia ritrosa non voleva mi diede due schiaffi, effettivamente mi sentivo un stronzo mi scusai quasi in ginocchio, ma poi il giorno dopo fu le a telefonarmi per rivedermi, che follia scoparsi la zia, ma che goduria infinita, bella donna di 54 anni, divorziata ma che non voleva altre storie d’amore, però la vedevo triste e inacidita, era la mia fissazione da sempre fin da ragazzino di 12 anni, così mi feci coraggio e avendo necessità di me per fare diversi lavori in casa ho colto il momento propizio per abbracciarla e baciarla dicendole quanto le volevo bene da vergognarmi, lei sentì la mia eccitazione nei pantaloni ma non mi spinse via, così continuai ad accarezzarla e palparla baciandola, mi disse di smettere ma non si scostava da me, le toccavo il cuolo il seno e accarezzavo il pelo tra le cosce, mi diceva dai basta così ma l’eccitazione era incontenibile la presi in braccio e la portai sul divano li le allargai le gambe ma non voleva ma la mia forza era maggiore della sua, gliela bacia e poi mi infilai tra le sue cosce, mugugna va cose strane, ma riuscii a penetrarla, le piaceva e godeva insieme a me, due o quattro botte e le vengo dentro rantolando, cerco di uscire da lei ma mi tiene con le braccia, poi ecco due schiaffi dicendomi a brutto muso stronzo! Mi scusai davanti a lei cercai di baciarle una mano, mi disse vattene, me ne andai schifato di me stesso, ma poi ecco la telefonata della vita, deliziosa creatura a cui debbo moltissimo, ancora oggi non posso sottrarmi al mio dovere di farla godere come piace a lei.

  4. zietta

    sono una zia anch’io, ho 56 anni e mio nipote già sposato ne ha 32, da quando ho divorziato mi ha dimostrato affetto inusitato, capivo e così trovai il coraggio di farlo parlare, insomma ero cotto di me, pazzo come un ragazzino di 16 anni di fronte alla prima farfalla disponibile, non sapevo più come dissuaderlo, ha una moglie giovane e molto bella una bambina, dicevo ma come posso piacerti io? E lui mi confessò che la prima erezione da ragazzino 14enne l’ebbe a causa mia osservandomi culo tette e l’inaspettata fortuna di spiarmi mentre facevo pipì in bagno! Rimasi scioccata ma entusiasta per aver meravigliato mio nipote con la mia bellezza di allora, oggi lui ancora vede la bellezza di allora io mi guardo e non lo sono, ma lui insite e mi desidera al punto di inginocchiarsi e baciarmi i piedi come fossi una Dea, insomma mi ha stregata non sono stata più razionale e ho acconsentito a relazionarmi con lui come trombanipote! Si come dice lui trombanipote a mio disposizione per rendermi la vita sana e godereccia, la cosa funziona e anche abbastanza bene, mi dispiace per la moglie ma in fin dei conti non facciamo nulla di illegale, lui ama lei non me, io sono solo sua zia a cui regalare virilità per confermarmi di volermi bene.

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