Tagli al personale

Tagli al personale

Mi chiamo Marco, ho 37 anni e lavoro nel settore vendite di una società di ricambi per auto. Sono sposato da ventidue anni con Claudia, una splendida 40enne che ho conosciuto ai tempi dell’ università. Claudia è mora, lunghi capelli ricci neri, alta 1,75 e con un corpo da favola. Faceva la barista in un locale vicino all’università che frequentavo spesso. Già allora, quando ci mettemmo insieme al quarto anno, ero invidiato da tutti i miei compagni di corso per quanto era bella. Io ero lo studente migliore del corso di ingegneria gestionale, mi impegnavo molto, ottenendo risultati eccellenti. Claudia era rimasta affascinata da questo tratto di personalità, dalla mia ingenuità e dal mio amore per lei. Io speravo di trovare un lavoro prestigioso e ben pagato e di poterle dare una vita agiata.
Quando finii gli studi ci sposammo.
Nonostante mi fossi laureato con il massimo dei voti, per colpa della mia timidezza non riuscii a decollare nel mondo del lavoro e rimasi relegato in un impiego che non mi dava soddisfazione, con uno stipendio modesto. Claudia rimase comunque con me, mi voleva bene ed era soddisfatta della nostra vita. Io invece volevo di più.
Lo scorso ottobre la società in cui lavoro venne acquisita dalla Toyota. Inizialmente sembrò una grande notizia, salvo poi che la direzione generale annunciò la necessità di fare dei tagli al personale.
Il mio capo Luca, il direttore vendite, è un quarantacinquenne single e affamato di carriera e di sesso. Nel suo tempo libero, si occupa solo di scopare il più possibile in giro nei locali e su app di incontri. Moro, alto, fisico atletico e asciutto, in ambito lavorativo cerca sempre modi di prendersi il merito dei successi altrui.
Alle vendite siamo in due. L’altro venditore mio pari livello si chiama Carmine. Ha 43 anni ed è del Sud, non molto alto, con un corpo tozzo e molto muscoloso e tatuato, capelli rasati a zero. Il mio opposto. Da ragazzo doveva essere una testa calda perché si fece qualche tempo in carcere per aggressione, ma poi mise la testa a posto. Ora è un tipo molto deciso e un ottimo venditore. Sicuramente molto migliore di me.

Il mio capo due giorni fa mi chiamò nel suo ufficio e chiuse la porta. Mi fece accomodare sulla poltrona di fronte a lui e disse: “Marco, devo darti una brutta notizia… come sai stanno facendo tagli al personale e a me hanno chiesto di scegliere tra te e Carmine… Ora, non ci girerò intorno, Carmine fa il triplo delle tue vendite, quindi capisci che dovrò scegliere di tenere lui… mi spiace…”.
Io risposi: “Ma capo, come posso fare. Mi dia almeno qualche mese per cercare un nuovo lavoro. Ci deve essere un’altra soluzione…”
Luca rispose: “Purtroppo non posso darti il tempo che chiedi, mi hanno chiesto di decidere e dare il nome in un paio di giorni. Certo, potrei proporre il licenziamento di Carmine e farti tenere il posto, ma Carmine lavora molto meglio di te e lo sai anche tu, sarei in una posizione difficile a giustificare questa scelta con la direzione…dovrei averne qualcosa in cambio…”.
Rimasi un po’ in silenzio a pensare, non capivo il senso della sua ultima frase. Oggettivamente, dati alla mano, come avrebbe potuto giustificare di tenere me anziché Carmine?
Luca mi guardò con un sorrisetto e continuò “Ho una proposta da farti Marco. Ho visto tua moglie alla cena di Natale ed è davvero una bella figa. Mi piacerebbe molto, diciamo, “conoscerla meglio”. Tu me la lasci per una notte, e se mi farà divertire potrei decidere di salvarti il culo e licenziare Carmine. Cosa ne dici?”.
Che maledetto bastardo, pensai con rabbia. Gli risposi di getto sdegnato: “Non se ne parla”. “Va bene, me l’aspettavo, in ogni caso hai tempo fino a domani, devo presentare il nome tra due giorni. Se cambi idea chiamami…” rispose lui. “Non succederà” e me ne andai sbattendo la porta.
La sera a cena raccontai a Claudia della questione del licenziamento e della proposta del capo. Lei si infuriò e disse che era un bastardo a fare una proposta del genere, che avrei potuto denunciarlo. “E poi?” risposi, “rimarrei comunque senza lavoro. Per uno che ha denunciato il proprio capo non è facile trovarne un altro…”. Lei mi disse rassicurante “Per un po’ possiamo andare avanti con il mio stipendio, finché non troverai un altro lavoro. Dovremo stare un po’ attenti alle spese ma ce la faremo…”. Io continuavo a chiedermi come avremmo fatto con pochi soldi. Avrei dovuto rinunciare a troppe cose, inclusa la nuova Audi che mi ero appena comprato e stavamo pagando a rate. Gli oggetti di lusso erano una rivalsa per la vita che non avevo potuto avere a causa del mio carattere debole. Quindi risposi calmo “Tesoro, dovremmo rinunciare quasi a tutto, anche all’auto nuova, e sai quanto ci tengo. Non mi sembra possibile, non voglio dover essere così tirato coi soldi. Mi spiace molto tesoro, ma per quanto mi dispiaccia per noi e per te non vedo altra scelta… devo dirgli che accettiamo”. Claudia mi guardò allibita, “Non puoi farmi questo”. “Non vedo altra strada amore mi spiace. Allora… lo farai per me?” Claudia aveva gli occhi pieni di lacrime: “Lo sai che ti amo e che farei qualunque cosa per te”. “Ok amore, grazie”.
La mattina dopo andai nell’ufficio del mio capo, e gli dissi che accettavamo. La lussuria si accese nei suoi occhi. Disse che era felice che avessimo cambiato idea e di andare a casa sua quella sera alle 21.
Il pomeriggio stesso, il capo chiamò Carmine nel suo ufficio per dirgli del licenziamento. Io vedevo la scena dai vetri del suo ufficio ma non sentivo cosa si stavano dicendo. Vidi Carmine andare su tutte le furie e piantarsi con entrambi i pugni sulla scrivania del capo. Poi Luca gli parlò e Carmine sgranò gli occhi. Infine fu la volta di Carmine di parlare, stava ridendo e la tensione era scesa. Infine si strinsero la mano e Carmine uscì. Carmine passando accanto alla mia scrivania mi guardò di sottecchi, divertito.
Quella sera in macchina, mentre andavamo all’appuntamento, mi rodevo dalla gelosia. Tra non molto quel porco di Luca si sarebbe goduto il corpo di mia moglie. Dissi a Claudia “Sono pazzamente geloso di questa situazione, ma non vedo altre vie di uscita. Ti accompagno e vado via, non voglio certo stare a guardare. E ricordati di fargli mettere i preservativi che hai nella borsetta, non voglio ritrovarmi con un figlio suo”.
“Certo amore che mi ricordo, ma mi spiace che vuoi andare, ho paura a stare da sola con lui.” disse Claudia.
Arrivammo davanti alla villa di Luca alle 21. Suonammo alla porta e Luca ci venne ad aprire. Sembrava appena uscito dalla doccia e indossava solo pantaloncini e infradito.
Lo salutammo, entrammo nell’atrio e Claudia si sfilò il cappotto rivelando la mise che avevo scelto per lei. Canottierina bianca molto scollata, minigonna azzurra, autoreggenti color carne con bordo di pizza malcelato dalla mini e sandali azzurri aperti tacco 12.
I suoi occhi verdi erano messi in risalto dall’highliner e dall’ombretto chiaro. Un bel rossetto carminio le accendeva la bocca.
Luca Spogliò Claudia con gli occhi, poi si avvicinò a lei, le baciò la mano e le disse: “alla cena aziendale eri molto bella, ma stasera sei uno schianto.”
Claudia gli sorrise imbarazzata e lo ringraziò, era tesissima.
“Posso offrirvi dello champagne?” Disse Luca porgendoci due calici. “Volentieri, credo che avrò bisogno di un po’ di alcool stasera” risposi, sorridendo nervoso e prendendo il bicchiere.
Luca rise. “Sì, credo anch’io che ne avrai bisogno” ribatté. Poi prese Claudia per mano e disse “Venite, accomodiamoci in salotto”.
La casa era molto grande e moderna, arredata con un gusto da uomo single. Attraversammo un lungo corridoio con tappeti e luci soffuse. Poi, passando sotto un arco in fondo a destra, entrammo nel salotto.
La stanza era in penombra e aveva pareti di vetro su due lati, che affacciavano sul giardino. Al centro c’era un caminetto di design con il fuoco acceso. Era l’unica sorgente di luce nella stanza eccetto una piccola lampada su una consolle. L’ambiente ostentava lusso in ogni dettaglio.
Sul lungo divano a penisola in fondo alla stanza era seduto qualcuno. Avvicinandoci distinguetti Carmine. Mi sorrideva e sorseggiava champagne da un calice che teneva in mano.
“Cosa ci fa lui qui?” chiesi stupito al mio capo.
“Oggi pomeriggio come sai gli ho detto che sarebbe stato licenziato, e siccome non riusciva a capirne il motivo gli ho dovuto dire del nostro accordo. Mi ha detto che se proprio deve perdere il posto allora vuole scoparsi anche lui tua moglie. Gli ho risposto che mi sembrava una richiesta ragionevole. Quindi l’ho aggiunto al nostro accordo e gli ho detto di venire qui stasera che ne avremmo parlato con voi”. Carmine si mangiò con gli occhi mia moglie, mi sorrise in maniera sfacciata e bevve un altro sorso.
L’idea che quello stronzo si potesse scopare mia moglie insieme al mio capo mi faceva impazzire di gelosia. Il capo disse: “Allora Marco, ti devo chiedere di includere anche Carmine nell’accordo che abbiamo. Siamo intesi?”.
Mi parlò senza neanche guardarmi. Entrambi gli uomini erano già totalmente concentrati su Claudia e passavano gli sguardi avidi di desiderio dal suo corpo al suo viso, come due lupi affamati. Claudia mi prese la mano e mi tirò verso la porta dicendo: “Marco, ti prego, andiamo via, non voglio più”.
Io le lasciai la mano e mi fermai. “E poi come faremo senza soldi” le dissi sottovoce con tono secco. “Dovremo rinunciare a tutto quello che abbiamo…”. Claudia ripeté “Ti prego…”. Mi fissava implorante, supplicandomi con gli occhi di lasciare perdere e andare via.
Mi voltai verso i due, che la fissavano seduti sul divano, sorseggiando champagne. Ero geloso e interdetto, non mi aspettavo questa svolta. Sospirai, in fondo era solo una volta, sarebbe finita presto e avrei avuto quello che volevo. Dissi: “Ok accettiamo…”. Claudia mi fissava a bocca aperta, non si aspettava che avrei venduto il suo corpo a quelle condizioni. “Ottimo… Vieni a sederti qui tra noi bellezza, che comincia la festa” disse Luca con un ghigno, facendole cenno di sedersi in mezzo a loro.
Io da codardo non volevo vedere oltre. Dissi “Ok, allora io vado. Amore chiamami quando devo passare a prenderti”.
Claudia continuava a implorarmi con lo sguardo di restare, aveva paura di essere alla mercé di quei due porci.
Luca mi apostrofò “Dove credi di andare Marco? Tu devi stare qui a guardarci mentre ci fottiamo la tua mogliettina, è una parte del divertimento. Senza questa l’accordo salta.”
Deglutii amaro e risposi “Ma…”. “Niente ma” disse il capo, secco, “siediti su quella poltrona lì davanti, tirati giù i pantaloni, rilassati e fatti una bella sega mentre noi ce la spassiamo con lei”.
Feci come aveva detto il capo, mi sedetti e abbassai i pantaloni denudandomi. Carmine mi guardava e rideva.
Luca ruppe gli indugi e fece sedere a forza Claudia sul divano fra lui e Carmine, tirandola per un braccio. Poi si voltò verso di lei, le accarezzò la guancia, avvicinò la bocca a quella di Claudia e cominciò un profondo bacio con la lingua. Claudia tenne la bocca chiusa. Lui le disse secco “Ricordati che devi farci divertire, troia, se no tuo marito perde il posto”. Le afferrò la nuca e la tirò a sé. Claudia dischiuse lentamente le labbra e lui le infilò la lingua in bocca, cominciando a limonarla.
Quel porco di Carmine intanto aveva cominciato ad accarezzare la coscia di mia moglie dal ginocchio verso l’inguine, e fremeva dall’anticipazione, toccandosi il pacco attraverso i pantaloni.
Poi le fece allargare le gambe spostando la gamba destra a cavallo della sua. La gonna di Claudia risalì fino ai fianchi rivelando completamente il pizzo delle autoreggenti. Non si era messa le mutande e si era depilata completamente la figa, proprio come le avevo chiesto.
Carmine fece un fischio di apprezzamento e mi guardò con un ghigno animalesco e arrapato. Poi si lecco le dita, appoggiò la mano sulla vagina di Claudia e cominciò a masturbarle il clitoride.
Intanto Luca continuava a baciare Claudia alternando delicati baci sulle labbra, sul collo e sulle orecchie a baci in bocca profondi e passionali. Lei si era sottomessa e ricambiava.
Dopo qualche minuto Carmine si alzò e fece reclinare Claudia sul grembo di Luca. Le tolse camicetta, gonna e sandali lasciandola completamente nuda se non per le autoreggenti.
I capezzoli di Claudia svettavano duri come chiodi. I suoi seni piccoli, ma gonfi e sodi, ondeggiavano veloci per l’eccitazione del respiro. Essere l’oggetto sessuale di quei due sconosciuti la stava facendo eccitare.
A me il cazzo era già venuto durissimo e nonostante la gelosia avevo involontariamente cominciato a farmi una sega.
Luca disse a Claudia “tirami fuori il cazzo, puttana”.
Claudia abbassò i pantaloncini di Luca e tirò fuori un cazzo enorme e già quasi duro. Sgranò gli occhi, arrossendo. “26 centimetri, bellezza, tutti per te” disse Luca tronfio.
Il cazzo di Luca era quasi dieci centimetri più del mio, il mio stomaco si contrasse dalla gelosia.
Carmine, ancora in piedi, si tolse la camicia ridendo per l’espressione sorpresa che avevamo fatto io e Claudia, poi si inginocchiò a terra, la afferrò per le chiappe e tuffò la testa tra le sue gambe, leccandole la figa.
Claudia cominciò a gemere sommessamente, sotto i colpi di lingua di Carmine. Carmine mi disse “Che buon sapore ha la tua donna, frocetto” guardandomi con scherno e ricominciò a leccare e succhiare con ancora più passione. Claudia invontariamente inarcava la schiena per agevolargli il compito.
A un certo punto Claudia, gemendo per i colpi di lingua di Carmine, spalancò la bocca e la calò sulla grossa cappella violacea di Luca, che chiuse gli occhi e rovesciò la testa all’indietro appoggiandosi allo schienale del divano.
Carmine leccava con foga e succhiava il clitoride di mia moglie, lei aveva tirato fuori la lingua e la passava su e giù sul cazzone duro e sulle palle di Luca, fermandosi ogni tanto a titillargli il frenulo.
Luca le afferrò i capelli e le calò la bocca sul suo cazzo, grugnendo e dicendo “succhia troia, fai vedere a tuo marito come ti scopi il suo capo”. Nonostante l’impegno, Claudia riusciva a prendere in bocca solo la metà di quella mazza.
Continuarono così per un bel po’, poi Carmine si staccò e si spogliò fino a rimanere completamente nudo. Il suo cazzo, già duro, passava i 20 cm e soprattutto aveva un diametro impressionante, come una lattina di coca.
Carmine si mise a sedere sul divano a gambe larghe e ostentava il cazzo in bella vista davanti a me, con un sorriso da bastardo, per farmi vedere quanto era più grande del mio.
Luca fece alzare Claudia e la girò, posizionandola a pecora col viso davanti al cazzo di Carmine. Claudia passava lo sguardo dagli occhi al cazzo di Carmine, intimorita dal diametro di quel membro taurino. Carmine la afferrò per i capelli e le disse: “Dopo stasera vorrai tornare da noi per godere, il cazzetto di tuo marito non lo sentirai neanche più”, poi la attirò a sé e le infilò la lingua in bocca. Claudia intrecciò la lingua con la sua in un lungo bacio, poi Carmine, sempre tenendola per i capelli, le calò vioentemente la bocca sul suo cazzo e Claudia cominciò a fargli un pompino. Riusciva a prendere in bocca poco più che la cappella, perché la circonferenza era davvero enorme. La saliva colava sull’asta fino a scivolare sulle grosse palle, e Carmine grugniva di piacere.
Intanto il mio capo si era posizionato fra le cosce di mia moglie, in ginocchio sul divano, e aveva allineato il suo cazzo enorme, duro e dritto come un missile, alla figa di Claudia che era fradicia di umori e della saliva di Carmine.
Quando Claudia sentì la cappella appoggiarsi all’ingresso della sua vagina, con un fremito si staccò dal cazzo di Carmine e mi disse: “Amore, prendi i preservativi”.

Il mio capo scoppiò a ridere e disse: “Macché preservativi zoccola, quelle come te il cazzo lo devono sentire a pelle. Stasera esci di qui con l’utero pieno del mio sperma.” Claudia mi guardò implorandomi di intervenire.
Dissi a Luca, in tono calmo per non farlo incazzare “Ma capo, mia moglie non prende anticoncezionali…”. Carmine mi interruppe ridendo “E allora vuol dire che te la ingravidiamo… Forza capo, sfonda questa troia, falle sentire come è essere posseduta da un vero uomo”.
Luca rise insieme a Carmine e mi ordinò “torna a sederti”, poi si prese il cazzo in mano e strofinò la cappella su e giù un po’ di volte sulle grandi labbra e sul clitoride di Claudia, che sebbene fosse terrorizzata all’idea di rimanere incinta, erano fradici dall’eccitazione. Claudia mugugnò di piacere senza levarsi di bocca il cazzo di Carmine. Il suo odore di femmina saturava l’aria. Poi Luca la afferrò per i fianchi e cominciò a scivolarle lentamente dentro. Da dove ero seduto vedevo le labbra della figa dilatarsi per accogliere quel cazzone. Luca proseguì fino a che le sue grosse palle non si appoggiarono alla figa di mia moglie, entrò in lei molto più di quanto io ero mai entrato. Quando la cappella arrivò alla cervice, Claudia staccò la bocca dal cazzo che stava succhiando, e con gli occhi chiusi emise un lungo gemito di godimento.
Carmine le afferrò i capelli ridendo e le spinse di nuovo la bocca sul suo cazzo dicendole “Brava, godi zoccola, ma non smettere di succhiare che dopo ti fotto anche io, alla faccia di quel cornuto di tuo marito”. Claudia ricominciò a succhiare con foga mentre il mio capo, aggrappato ai suoi fianchi, le stantuffava la figa con affondi lunghi e lenti, tirando il bacino di Claudia contro il suo.
Mentre i due maschi si scopavano di gusto mia moglie, ansimando e grugnendo come animali, io continuavo a segarmi sulla poltrona.
Dopo quasi dieci minuti di affondi da parte di Luca, Claudia alzò la testa con un lungo gemito. Appoggiò la testa sulla pancia tatuata di Carmine, il suo cazzone stretto nella mano sinistra, e le sue gambe, avvolte nelle autoreggenti, cominciarono a tremare. Luca proseguiva implacabile gli affondi, ansimando. Il suo cazzo era lucido degli umori della figa di Claudia. Mia moglie stava per venire. Luca mi guardò con un ghigno sfrontato poi disse a Claudia: “Ti piace zoccola, eh? Adesso facciamo vedere a tuo marito come vieni sul mio cazzo mentre io ti riempio di sborra.” Claudia era ancora appoggiata sulla pancia di Carmine, che le teneva i capelli ridendo e le passava il cazzo sulla faccia; guardava nel vuoto con gli occhi persi nel piacere, poi cominciò a gemere con la voce spezzata e tutto il suo corpo fremette negli spasmi dell’orgasmo. Luca urlò “ti riempio, troia!”, poi la afferrò per le cosce e spingendo il cazzo dentro fino alle palle sborrò nella figa di mia moglie. Grugniva di gusto e le grosse palle si contraevano ad ogni schizzo. Ne contai sette o otto prima che si placasse.
Mentre lui si svuotava le palle nell’utero di mia moglie, io venni sulla mia mano.
Quando Luca uscì da lei, rivoli di sperma denso e bianco colarono sul costoso divano di pelle bordò.
Luca fece girare Claudia a pancia in su e senza troppi complimenti le infilò il cazzo ancora gocciolante di sperma in bocca dicendo “Forza, pulisci”. Mentre Claudia glielo puliva obbediente a colpi di lingua, Carmine disse eccitato e impaziente “Adesso tocca a me fotterti, troia”.
L’uomo si sistemò tra le gambe si Claudia e cominciò a strofinare l’enorme cazzo sulla fessura, già dilatata e arrossata dal trattamento di Luca. Fissando Claudia negli occhi disse “guarda che cazzo che ho, adesso ti sfondo”.
“Carmine”, disse Luca ironico “fai vedere al nostro Marco se sei più bravo solo a vendere parti di ricambio o anche a scopargli la moglie…”.
Carmine si fece una risata, mi fissò e disse “Adesso lo scoprirà questa bella troietta…”. Poi la afferrò per le cosce e cominciò a penetrarla. Quel cazzo enorme slargava la figa di mia moglie ad ogni centimetro. Nonostante Claudia fosse già molto bagnata e lubrificata dallo sperma di Luca, il cazzo di Carmine faceva fatica a entrare.
Lei gemeva in un misto di piacere e dolore, mordendosi il labbro inferiore e mugulando.
Dopo un po’ Carmine riuscì a infilarlo tutto dentro. Dalla mia postazione vedevo le grandi labbra di Claudia serrate intorno a quell’enorme palo duro e venoso.
Poi Carmine cominciò a muoversi avanti e indietro. Claudia gemette, si aggrappò alla sua schiena ed ebbe quasi subito un secondo orgasmo. Carmine vide l’espressione di estasi sul viso di mia moglie e mi guardò con un ghigno soddisfatto.
Poi si abbassò su di lei e le succhiò i seni, senza smettere di pompare con affondi potenti. Andarono avanti una decina di minuti, la fighetta di Claudia fradicia e completamente slargata dal grosso membro. Carmine le disse Allora, ti scopo meglio di tuo marito?”. Claudia continuò a gemere, imbarazzata e rossa in volto, senza rispondere. Carmine le schiaffeggiò il seno e disse “quando ti parlo mi devi rispondere troia!.” Poi aumentò il ritmo delle pompate. Le gambe di Claudia, esili rispetto alla massiccia corporatura di Carmine, tremavano ad ogni affondo. Sembrava volesse aprirla in due. “Forza vacca, dillo!” Le ordinò. Claudia con la voce spezzata disse: “Siii, sei più bravo tu…non fermarti, ti prego, sto venendo ancora…”. Poi vidi le gambe di Claudia tremare a mezz’aria in preda ad un altro orgasmo squassante, mentre abbracciava Carmine e lo baciava appassionatamente. Carmine cominciò a gemere e grugnire, la tirò contro di sé afferrandole il culo e svuotò le grosse palle dentro di lei, mentre lei gli cingeva la schiena con le gambe. Poi si rialzo, tutto sudato, e mi guardò soddisfatto.
Il
Claudia era rimasta sdraiata sul divano, rossa in viso e ansimante, gli occhi chiusi, le gambe leggermente divaricate. Dalla vagina le gocciolava lo sperma dei due uomini, che aveva sporcato tutto il divano.

Carmine fece un cenno nella mia direzione e disse rivolto a Luca: “Guarda quel coglione, si è venuto in mano mentre ci scopavano sua moglie. Si vede che gli piace guardare quando altri uomini gli fottono la sua donna.” Mentre diceva così, si era versato un altro bicchiere di champagne.
Claudia intanto si era rimessa a sedere. Era bellissima solo con le autoreggenti, i capelli scarmigliati e il trucco sbavato. Alzò gli occhi ma quando incontrò i miei abbassò lo sguardo imbarazzata per quel che era successo.
Allungò la mano per raccogliere la camicetta ma il mio capo le disse: “Dove credi di andare? Abbiamo appena cominciato con te …”.

Lui e Carmine bevvero un ultimo sorso, poi si alzarono e tornarono verso il divano, nudi e coi cazzi già in ripresa. “Forse a tuo marito basta una volta, ma a noi di certo no” disse Carmine fissandola. Si avvicinarono a lei e cominciarono a palparla dappertutto, ridendo. Claudia cercava di coprirsi con le braccia come poteva, senza molto successo. Era distrutta dalla stanchezza.
Il cazzo di Luca era diventato nuovamente duro. Si sedette sul divano accanto a lei con il cazzo dritto verso l’alto e disse a Claudia: “vieni che adesso tocca al tuo bel culetto…”. Claudia disse impaurita “no, vi prego, non l’ho mai fatto”. Carmine chiese “Sei vergine nel culo?”. “Sì, vi prego lasciatemi andare”. Luca disse “scordatelo di andare, io il culo stasera te lo faccio in ogni caso, e se so che sei vergine mi diverto ancora di più”. Claudia aveva le lacrime agli occhi. Si alzò di scatto e corse verso di me con la voce rotta dal pianto dicendo “Marco andiamo, non voglio più, ti prego”. Ma Carmine la intercettò afferrandola per i fianchi e tirandola contro di sé e le disse ghignando: “Non esiste che lasci il mio capo a metà, troia. Se lui vuole scoparti il culo, tu gli dai il culo, capito? Adesso vai da lui e succhiagli bene il cazzo, la tua saliva è l’unico lubrificante che avrai…” Claudia mi guardò implorandomi con gli occhi di intervenire. Luca la vide e mi disse: “Tu Marco sei d’accordo, vero, che io e Carmine ci scopiamo tua moglie nel culo? Chiaramente fa parte del nostro accordo, altrimenti salta tutto e sarebbe un vero peccato…”. Io non volevo rispondere, sapevo che con quei cazzi enormi le avrebbero slargato il culo definitivamente e che sarebbe stato molto doloroso per lei. Ma non volevo assolutamente perdere il lavoro… “Ok” dissi di getto. “Solo ok?” Disse Carmine sornione. “In fondo ci stiamo sacrificando entrambi perché tu possa tenerti il lavoro, quindi ci meritiamo di più. Devi chiedercelo per favore.” Claudia mi fissava allibita. Abbassai lo sguardo, poi lo rialzai e incrociai i suoi occhi che mi supplicavano di non farlo. Poi mi rivolsi ai due uomini e dissi “Capo, Carmine, per favore, vi scopereste il culo vergine di mia moglie?”. I due scoppiarono a ridere e Luca disse “Marco, se me lo chiedi così gentilmente, ti accontentiamo volentieri…” Carmine trattenne Claudia per le braccia. Lei si divincolava e urlava “nooo, ti prego, non vogliooo”. Le tirò le braccia verso il divano fino a farla posizionare a pecora sulla seduta. Claudia non potendo più muovere le braccia, immobilizzate da Carmine, cominciò a scalciare, urlando. Luca evitò i calci e appena Claudia rallentò, esausta, si posizionò fra le sue cosce. Poi si sputò sulla grossa cappella per lubrificarla, mi lanciò uno sguardo divertito, si prese in mano il membro e lo puntò sull’ano di Claudia. Vedere quel buchino strettissimo e quel cazzo enorme vicini faceva una certa impressione. Quando sentì il contatto, Claudia ricominciò a urlare e divincolarsi. I due uomini ridevano. Luca disse “brava bella puledra, scalcia, sarà ancora più divertente domarti, è dalla prima volta che ti ho visto che desidero farlo”. Poi sputò sull’ano di Claudia e cominciò a spingere. Spingeva forte tirandola a sé per i fianchi, mentre Claudia sembrava imbizzarrita. Anche Carmine faceva quasi fatica a tenerla. Urlava “Stronzi, porci, lasciatemi!”.
Il buchino dell’ano cedeva lentamente. Poi Luca cominciò a tirarla verso di sé ancora più forte. Vidi l’ano di Claudia allargarsi sempre più velocemente e poi cedere di schianto. La cappella entrò completamente e Claudia lanciò un urlo. Smise di colpo di divincolarsi, probabilmente muoversi a quel punto le faceva ancora più male. Cominciò a piangere e a gridare. Luca, con gli occhi socchiusi dal godimento e un’espressione divertita, continuò a tirarla a sé lentamente fino a che le palle toccarono il culo di Claudia. “Ti avevo detto che ti avrei domata, zoccola” disse, e le schiaffeggiò il culo con forza. Poi cominciò a pompare avanti e indietro, con affondi lenti, lunghi e potenti. L’asta era macchiata di sangue, doveva essere stato molto doloroso per Claudia.
Claudia aveva il viso contratto in un’espressione di dolore. Le lacrime nere di mascara le rigavano le guance. Quel porco del mio capo le teneva le natiche allargate con le mani e osservava compiaciuto il suo cazzo che entrava e usciva dal culo di mia moglie.
Involontariamente ricominciai a toccarmi.
Claudia aveva smesso di piangere, adesso si mordeva il labbro inferiore. Carmine ne approfittò per rimetterle il cazzo in bocca. Lei fece resistenza voltandosi dall’altra parte, ma lui la afferrò per i capelli e disse “ti consiglio di succhiarmelo bene e di metterci tanta tanta saliva, nel tuo interesse, perché tra poco tocca a me farti il culo”. Claudia fece una smorfia di terrore, poi spalancò la bocca e accolse il grosso cazzo cominciando a pomparlo selvaggiamente. Ogni tanto si fermava, ci sputava sopra la saliva e la spalmava con la lingua sulla grossa cappella e sull’asta.
Io abbassai gli occhi. Carmine scoppiò a ridere.

Carmine mi disse: “Allora cornuto, com’ è vedere la tua splendida mogliettina che mi fa uno pompino con così tanto impegno dopo che è venuta due volte sul mio cazzo? Ti rosica, eh?”

Dopo qualche minuto Luca disse a Carmine, “Dai, vieni a darmi il cambio”. Carmine si sfregò le mani e disse “Non vedevo l’ora”. A sentire queste parole Claudia fece una smorfia di paura e cominciò a sputare saliva e leccare il cazzo di Carmine con ancora più foga, sperando di lubrificarlo al meglio. Carmine fece un gemito e mi disse “Uau, guarda come ci dà dentro tua moglie, le piace proprio il mio cazzo.” Poi la allontanò tirandola per i capelli. Intanto Luca si era sfilato dal culo di Claudia, lasciandole l’ano tutto rosso e slargato. “E’ stato un piacere sverginare il culo di tua moglie”, mi disse, “grazie di avermelo chiesto”. Poi Luca si sedette al posto di Carmine, afferrò Claudia per i capelli e disse “Adesso puliscimi bene il cazzo, che è stato nel tuo culo”. Così dicendo le calò la bocca sull’asta. Claudia ricominciò a leccare, sottomessa, piangendo in silenzio mentre Carmine lentamente si stava posizionando dietro di lei.
Carmine le allargò le chiappe con le mani, osservò il buco rosso e slargato e disse ridendo “Complimenti capo, bel lavoro”. Se già il cazzo di Luca era grosso in diametro, quello di Carmine era almeno una volta e mezzo. Carmine sputò sull’enorme cappella violacea, comunque già fradicia della saliva di Claudia e la appoggiò all’ano. Claudia fece un guaito di paura. Luca le disse sottovoce ridacchiando “vedrai troietta, con quel palo che Carmine si ritrova in mezzo alle gambe, sarà come essere sverginata un’altra volta.” A quelle parole Claudia scoppiò a piangere. Luca le afferrò i capelli e le rituffò la testa sul suo cazzo dicendo “chi ti ha detto che puoi smettere di succhiare, puttana?”. Intanto Carmine la afferrò per i fianchi e cominciò a tirarla verso di sé con le sue braccia muscolose. L’ano di Claudia si stava dilatando oltre misura. Lei sollevò la testa piangendo e urlando: “Basta, mi sfondi il culo, ti prego”. Carmine disse: “L’intenzione è proprio quella”. Poi diede un colpo di reni e la cappella entrò. Claudia lanciò un grido. Carmine finí di inserire il resto dell’asta e poi cominciò a scoparsela.
Claudia continuava a succhiare il cazzo di Luca, in lacrime. Poi Carmine le disse: “Forza che il peggio è passato, adesso facciamo divertire un po’ anche te”. Le passò un braccio intorno ai fianchi, la sollevò di peso da terra senza uscire da lei, si sedette e la fece sdraiare a pancia in su sopra di sé. Poi con una mano le afferrò un seno mentre con l’altra le infilò tre dita nella figa e cominciò a masturbarla. Intanto continuava a spingerglielo nel culo muovendo il bacino. Luca si gustava lo spettacolo masturbandosi e fissandomi divertito. Dopo un paio di minuti di quel trattamento Claudia smise di piangere e cominciò a gemere. Carmine le disse: “Forza, baciami”. Claudia girò la testa di lato, guardò Carmine, poi aprì la bocca e le loro lingue si intrecciarono.
“Sembra proprio che Carmine sappia come far divertire tua moglie” mi disse Luca. Claudia aveva cominciato a ondeggiare il bacino a tempo per favorire la penetrazione di Carmine nel suo culo.
“Vieni capo, la troia sta godendo, è un lago, scopiamocela in doppia”. Così dicendo scivolò meglio sul divano e con le mani allargò le cosce di mia moglie, esponendo la sua fighetta depilata e fradicia di lussuria. Subito sotto, il suo grosso cazzo entrava e usciva dal culo. Claudia gemette, credo dal desiderio, a sentire quelle parole. Luca si avvicinò, le puntò il cazzo tra le grandi labbra e le scivolò dentro. I due maschi rimasero per qualche istante piantati dentro di lei fino alle palle, poi cominciarono a muoversi alternati, grugnendo dal piacere come maiali. Claudia era sconvolta dal godimento, gemeva e ansimava.
Luca si appoggiò su di lei e le infilò la lingua in bocca, senza smettere di spingere. Continuarono per una decina di minuti, poi Carmine disse “mi sa che sto per venire, adesso le riempio il culo” e Luca “anch’io non ce la faccio più, riempiamo la troia”. Claudia era in estasi e mugolava, poi avvinghiò le gambe intorno ai fianchi di Luca, lanciò un grido di piacere e la sua figa cominciò a pulsare in preda all’orgasmo sul grosso cazzo del mio capo. Lui, sconvolto dal piacere, urlò “ti ingravido, troia!” e le scaricò un’altra dose di sperma nell’ utero. Carmine da sotto la strinse contro di sé tenendola per i seni e grugnendo come un porco si svuotò le palle nel suo culo.

Carmine e Luca uscirono da lei lasciandola stremata e gocciolante di sperma. L’ano di Claudia, che aveva ospitato il cazzo di Carmine, era una voragine.
I due uomini si versarono ancora da bere e si ripresero un poco. Dopo un po’ Carmine disse: “Capo io voglio farmi ancora un giro con la moglie di Marco”. “Accomodati è tutta tua” disse Luca. “Tra poco ti raggiungo”.
Carmine andò verso di lei, con il cazzo già in tiro. Claudia era distesa sul divano a pancia in su, stremata, le gambe leggermente dischiuse e le autoreggenti lacerate in più punti. Carmine le allargò le gambe senza troppi complimenti, le infilò il cazzo nella figa, si appoggiò i piedi di Claudia sulle spalle e cominciò a fotterla selvaggiamente con potenti colpi di reni. Dopo un po’ arrivo Luca a dargli il cambio. Si alternarono così per circa venti minuti. Claudia era sfinita, immobile sul divano alla mercé dei due animali, come in trance. L’ultimo turno toccò a Luca. Quando fu vicino a venire glielo estrasse dalla figa, la trascinò in ginocchio a terra afferrandola per i capelli, le mise il cazzo durissimo in bocca e disse: “Adesso ingoi fino all’ultima goccia troia, o tuo marito perde il lavoro.” Poi grugnì e le venne in bocca. Claudia inghiottì tutto come Luca le aveva ordinato. Poi fu il turno di Carmine, che avvicinò il cazzo enorme al viso di mia moglie, e mi disse “Guarda frocetto come vengo sulla tua donna”. Partirono quattro, cinque, sei schizzi abbondanti di sperma che raggiunsero Claudia in pieno volto, sugli occhi, sulle guance, sulla bocca.
I due uomini si andarono a sedere sul divano, sfiancati. Claudia si ripuliva con le dita gli schizzi di Carmine dagli occhi.
“Bravo Marco, ti sei tenuto il posto. Adesso riportati la troia a casa e dalle una ripulita, riportamela qui sabato sera alle otto. Ci vediamo domani in ufficio.”
“Ma come capo”, dissi perplesso e impaurito, “mi avevi detto che se avessi potuto scopare mia moglie il posto sarebbe stato mio, credevo che adesso l’accordo fosse chiuso”. “Non ho mai detto che me la sarei scopata solo una volta… Perché l’accordo continui a essere valido e continui a tenerti il lavoro tua moglie deve essere sessualmente disponibile tutte le volte che ne ho voglia. Hai problemi?”
Guardai Claudia, intimorita da questa richiesta, poi guardai Luca e dissi: “Nessun problema capo.” “Bene” disse lui. Claudia intanto si era alzata da terra, aveva raccolto i vestiti stropicciati e se li stava reinfilando. Quasi non si reggeva sulle gambe. Le autoreggenti lacere erano incrostate di sperma, che era colato sull’interno coscia quasi fino alle ginocchia. Le cinsi la vita con le mani per aiutarla a reggersi e ci voltammo per andare. Poi Carmine esclamò “Credo che tua moglie dovrebbe ringraziare il capo per averti tenuto il posto, e dirgli se si è divertita”. Io lo fissai con odio, poi accarezzai i capelli di Claudia e le dissi “forza cara, fai quello che ti ha chiesto”. Claudia mi guardò con le lacrime agli occhi, poi disse “Luca mi sono divertita molto con voi stasera, grazie di tenere il posto di mio marito”.
La abbracciai in vita per sostenerla e andammo via tra le risate dei due.

La mattina dopo in ufficio il capo mi convocò nella sua stanza. Chiuse la porta e mi disse: “Cavolo, il sesso con tua moglie è stato davvero fantastico. Come ti dicevo, vi aspetto sabato sera a casa mia, mi raccomando, puntuali che avrò ospiti. “Che tipo di ospiti?” dissi preoccupato. Ci sarà il direttore belle vendite per l’Europa, sta facendo il giro delle filiali. Voglio accaparrarmi più budget, e se tua moglie sarà molto disponibile ci potrebbe scappare un sostanzioso aumento per te, un aumento a quattro cifre. Io chiesi ingenuamente “Ma cosa intendi con mia moglie che deve essere disponibile?”. “Intendo che si deve fare fottere dal mio capo, naturalmente”. Io ero sbalordito, Luca aveva preso a considerare mia moglie al pari di una escort. Ma ero anche ingolosito dall’aumento, quei soldi mi avrebbero permesso di togliermi diversi sfizi .
Quando tornai a casa dissi tutto a mia moglie: “No Marco, non voglio più fare una cosa del genere” disse lei. ” Ti prego” le risposi “l’hai già fatto. E non dire che non ti è piaciuto.” “Piaciuto?” disse lei allibita. “Quei due porci mi hanno violentato per quasi tre ore, come puoi volere che ricapiti”. “Voglio quell’aumento. E poi in alcuni momenti non mi sembrava ti lamentassi, forse sei davvero una troia come dicono Carmine e il mio capo… Comunque ho deciso, sabato sera andiamo”.
Il giorno dopo era venerdì. Andai dal mio capo a confermare la nostra presenza per sabato e lui mi consegnò un pacco. “Fai indossare questo a tua moglie”.
Il pomeriggio seguente consegnai il pacco a Claudia e le ordinai di indossarne il contenuto. Lei obbedì rassegnata. Quando terminò era uno schianto. L’abito consisteva in un top e una minigonna dorati ridottissimi. Il top era una fascia che le copriva a stento il seno. La minigonna le lasciava mezzo culo scoperto e lasciava completamente scoperto il bordo di pizzo delle autoreggenti più un po’ di cosce. Ai piedi scarpe dorate con il tacco a spillo. Sembrava una escort.

Verso le sette e mezza uscimmo di casa, Claudia aveva uno sguardo triste e rassegnato e mi dispiaceva, ma io volevo quei soldi.
Arrivammo qualche minuto prima delle otto.
Ci venne ad aprire Luca che salutò mia moglie con un bacio sulla bocca.

Poi ci condusse nel salotto della prima volta. Questa volta ad attenderci c’erano il direttore, che era un uomo piacente di una sessantina di anni, e un ragazzo fisicato di una trentina d’anni che era il suo autista. Il direttore era seduto su uno dei divani, Luca si sedette accanto a lui, io e mia moglie ci sedemmo sull’altro.
Luca ruppe il ghiaccio. “Direttore questo è Marco, un nostro dipendente, e sua moglie Claudia. Marco vorrebbe un aumento ma non ho budget, dovrebbe essere lei ad allocare altri soldi alla mia filiale. Così ho chiesto a Marco di venire qui stasera per parlarle e cercare di convincerla. O magari, se non Marco, ci riuscirà sua moglie…”. Poi guardò Claudia e le disse “sai, il direttore è un amante delle belle donne come te…”. Il direttore fissò Claudia con un sorrisetto, lei incrociò il suo sguardo e abbassò gli occhi. Poi senza smettere di fissarla cominciò a slacciarsi la cerniera dei pantaloni, infilò una mano dentro la patta e tirò fuori un cazzo di discrete dimensioni, già semiduro.
Luca disse “però direttore, le piace proprio la moglie di Marco”. “Mi piace eccome” rispose, “ma questo è anche merito di una pillolina blu. Voglio divertirmi a lungo e far divertire lei.”
Poi disse rivolto a Claudia: “vieni cara”. Mia moglie si alzò riluttante, gli occhi sempre bassi, e andò a inginocchiarsi tra le sue gambe. Lui le accarezzò delicatamente i capelli, poi le tirò leggermente la nuca per avvicinare la bocca al suo cazzo. Claudia lo guardò un istante, poi aprì la bocca e la calò sull’asta. Il direttore chiuse gli occhi e con sorriso si rilassò lasciandosi andare sullo schienale del divano. Claudia gli teneva il cazzo con una mano e intanto succhiava e leccava lentamente l’asta e la cappella. Il direttore era in estasi.
Mentre mia moglie continuava il pompino, il direttore mi chiese: “Allora Marco… ti trovi bene da noi?”. “Sì signor direttore, molto”. “Bene, bravo. C’è molto spazio di crescita in azienda per chi è disposto come te a qualche sacrificio per i suoi capi”.
Dopo qualche minuto il direttore fece alzare Claudia e le disse di spogliarsi. Si spogliò anche lui rimanendo completamente nudo.
Era leggermente sovrappeso ma tutto sommato era un bell’uomo per la sua età.
Disse a Claudia di sdraiarsi sul divano che toccava a lui farla godere. Claudia obbedì perplessa, era un trattamento ben diverso da quello che aveva avuto la sera prima. Lui le allargò le cosce e cominciò a leccarle le grandi labbra e a succhiarle delicatamente il clitoride. Claudia per un po’ finse indifferenza ma poi cominciò a gemere sommessamente. Il direttore continuò a leccarla per diversi minuti. Claudia aveva chiuso gli occhi e si stava godendo il momento. Poi il direttore si alzò, appoggiò il cazzo alla sua fighetta depilata e la penetrò lentamente. Non fece nessuna fatica perché evidentemente Claudia era molto bagnata. Il direttore cominciò a scoparla lentamente, mentre con le mani le accarezzava i seni e i fianchi. Era deciso e delicato allo stesso tempo. Claudia sembrava apprezzare. Quando le sue mani ebbero ispezionato tutto il corpo di mia moglie, si abbassò su di lei e la baciò. Claudia aprì la bocca per lasciarlo entrare e ricambiò il suo bacio appassionatamente. Anche lei stava godendo, vista l’esperienza precedente non si aspettava di trovare un uomo che cercasse il piacere di entrambi.
Claudia interruppe il bacio e cominciò a gemere più forte. Poi avvinghiò le cosce ai fianchi dell’uomo e lo afferrò per le braccia, ondeggiando il bacino al tempo delle spinte del maschio per favorire la penetrazione. Il direttore aumentò la velocità degli affondi. Quando Claudia cominciò a gemere più forte per le contrazioni dell’orgasmo, il direttore le afferrò i seni, la penetrò fino in fondo e scaricò il suo sperma dentro di lei. Poi la guardò negli occhi e disse “ti è piaciuto mia cara?”. “Moltissimo” disse lei, e sembrava sincera. “”Moltissimo anche a me” rispose il direttore. “Ora se volete scusarmi vado a riposare”. Luca si alzò e disse “buonanotte direttore, a domani”. Il direttore fece il baciamano a Claudia, ci saluto tutti e si congedò. L’autista, che era rimasto tutto il tempo in piedi vicino al divano con le mani in tasca a toccarsi il pacco da dentro le tasche, fissava sfrontatamente il corpo nudo di Claudia. Lei se ne accorse e con disagio cominciò a rivestirsi. Luca fissava la scena divertito, poi disse “aspetta, cosa fai? Ti sei divertita molto con il direttore, vero?
Ho visto come godevi…Il direttore è stato molto contento, ma il povero Franco mi sembra teso…” disse indicando l’autista. Gli occhi di Franco luccicarono di anticipazione capendo quello che stava per succedere. “Adesso che ti sei divertita devi fare divertire anche lui, se no dov’è il sacrificio… Sono certo che Franco non avrà lo stesso riguardo del direttore… Vero Franco?”. ” No di certo” rispose l’autista fissando Claudia con un ghigno arrapato. “Allora cosa aspetti Franco, sfogati, è tutta tua…”. Franco si spogliò con calma denudandosi completamente. Era muscoloso, e pieno di tatuaggi. Tra le gambe aveva un cazzone duro lungo sopra i 20 cm e molto largo. Si avvicinò a Claudia che si rannicchiò impaurita nell’angolo del divano e fece una smorfia di paura. Franco la guardava e sorrideva. Luca le si avvicinò e disse: “mi raccomando troia, non voglio sentire un fiato perché se il direttore dovesse sentirti domani caccio tuo marito”. Impaurito dalla minaccia aggiunsi “ti prego cara, fa come ti dice”. Franco mi guardò ridendo, capendo che Luca teneva in pugno me e mia moglie. Poi si gettò su Claudia, terrorizzata. La afferrò per i capelli e la fece mettere a pecora sul divano. Poi si posizionò dietro di lei, si sputò sulla cappella, gliela appoggiò sull’ano e afferrandole i fianchi con un colpo deciso le fu dentro. Claudia cacciò un grido silenzioso e si mise a piangere in silenzio. Franco cominciò a sculacciarla con forza mentre la scopava, dicendo “è così che vanno trattate le troie come te, vero maritino?” Io abbassai gli occhi. Dopo qualche minuto di affondi, la fece sollevare tirandola contro il suo petto. Mentre le toccava i seni la limonava, senza interrompere il movimento di bacino. Claudia aveva smesso di piangere e sembrava cominciare a mostrare una certa partecipazione, apparentemente ricambiando i baci con la lingua intrecciata a quella dell’uomo. Dopo un paio di minuti Claudia gemette ed ebbe un orgasmo. Franco mi disse “maritino, tua moglie ha appena avuto un orgasmo anale sul mio cazzo. È veramente una troia…”. Poi si sfilò dal suo culo, le girò intorno, infilò il cazzone duro in bocca, tirò la testa di Claudia quasi contro il suo ventre e le venne copiosamente in gola dicendo ” Non farne uscire neanche una goccia, zoccola”. Luca guardava la scena divertito menandosi il grosso cazzo.
Claudia contava di aver finito e si lasciò andare esausta sul divano, invece il cazzo di Franco rimase duro anche dopo essere venuto. L’uomo le montò sopra, l’afferrò per i fianchi e cominciò a scoparsela in figa con impeto.
“Non è certo delicato come il direttore il nostro Franco, non trovi Marco?” Disse Luca. “Proprio no…” risposi.
Franco continuando a spingere disse a Claudia: “allora mogliettina, vuoi che ti metta incinta o vuoi che ti venga in faccia?” Guarda che solo una risposta è giusta per salvare il posto al maritino..”. Luca scoppiò a ridere.
Claudia capì cosa l’uomo voleva sentirsi dire, abbassò gli occhi e rispose “mettimi incinta”. Franco mi guardò divertito e disse “. Maritino hai sentito? Vuole che la metta incinta . Ti sei sposato proprio una gran troia, scusami ma mi tocca accontentarla”. Poi chiuse gli occhi e con un grugnito svuotò le grosse palle nell’utero di mia moglie. Quando tirò fuori il cazzo un rivolo di sperma colò fuori dalla vagina di Claudia. Luca intanto le si avvicinò la afferrò per i capelli e le venne in faccia. Poi entrambi le fecero pulire i cazzi con la lingua.
Quando ebbero finito, Luca mi guardò e disse “adesso riportati a casa la tua troia”. Raccolsi i vestiti di Claudia e l’aiutai a vestirsi, mentre lei si puliva il viso, per quanto possibile, con le mani.
Ci avviammo alla porta e andammo a casa.
La mattina del lunedì il capo mi chiamò nel suo ufficio. Credevo che volesse annunciarmi l’aumento, come d’accordo. Invece mi disse “Sai Marco, il direttore mi ha dato molto più di quanto sperassi come extra budget, duecentomila euro. Evidentemente tua moglie deve essergli piaciuta davvero molto… È una cifra così importante che devo rivedere i miei piani. Invece di darti l’aumento, ho deciso di tenere sia te che Carmine, e ci scappano anche i soldi per togliermi qualche sfizio personale. D’ora in poi inoltre Carmine sarà il tuo diretto responsabile, quindi se lui mi riferirà di non essere contento del tuo lavoro le cose si metteranno male per te.”
Uscii dall’ufficio disperato, il sacrificio di Claudia del sabato precedente non era servito a niente. Trovai Carmine che mi fissava sorridente appoggiato ad una colonna. Evidentemente doveva già essere stato informato di tutto. “Marco, sembra che da oggi io sia il tuo nuovo capo, e che dovrai avere la mia approvazione. Ti dico subito che lavorare al massimo è la base, ma non basterà. Per soddisfarmi dovrai farmi scopare tua moglie almeno una volta a settimana e anche di più quando ne ho voglia. Sono stato chiaro?” “Sì Carmine”, risposi intimidito. “Niente Carmine, chiamami capo d’ora in poi e dille di prepararsi che venerdì sarò a cena da voi e magari mi porto anche un amico”. “Sì capo” risposi con gli occhi bassi.
Da allora le cose si misero sempre peggio. Il venerdì Luca si portò un amico di calcetto, un grezzone di nome Diego, che si rivolgeva a mia moglie come se fosse la sua serva. Arrivarono sudati e sporchi dalla partita. Dopo cena mi ordinarono di sparecchiare. Loro intanto vollero farsi una doccia e portarono Claudia nuda nella doccia con loro, si fecero insaponare e lavare completamente e poi se la scoparono a turno e in doppia per tre ore sul nostro letto matrimoniale, costringendomi a guardare.
Una volta Carmine portò addirittura tre amici e Claudia dovette soddisfare tutti e quattro. Venni a sapere poi che Carmine si faceva pagare dai suoi amici duecento euro ciascuno per concedere loro mia moglie.
Di fatto, oltre a Carmine che era un appuntamento fisso e qualche volta Luca, mia moglie si scopava almeno un uomo diverso a settimana.
Le cose andarono avanti così per circa un anno.
Sei mesi fa finalmente presi la decisione di cambiare lavoro, trovai in un’altra città e ci trasferimmo. Mia moglie dovette rinunciare al suo. Non ce la facevo più a sopportare la situazione che si era creata, era l’unico modo di togliere Carmine dalla nostra vita. Speravo anche di riprendermi Claudia. Da quando era iniziato tutto non avevamo più fatto sesso, era sempre troppo stanca.
Anche nel nuovo lavoro però non seppi impormi, e anche lì il capo cominciò a essere impertinente. Le cose non andavano bene. Poi un pomeriggio tornai a casa verso le cinque, prima del solito, perché non mi sentivo bene. Quando entrai sentii dei rumori che venivano dalla camera da letto. Aprii la porta e vidi Claudia sdraiata sul letto a gambe larghe e un uomo sulla cinquantina che se la stava scopando tenendola per le caviglie. Entrambi mi videro ma non smisero quello che stavano facendo. Poi l’uomo grugnì rumorosamente e le venne in figa. I due rimasero lì qualche istante, poi l’uomo cominciò a rivestirsi, diede duecento euro a Claudia, le diede un bacio e disse “Ci vediamo settimana prossima”.
Quando uscì dissi “Ma Claudia… chi era quello?”. Lei rispose “Marco, da quello che mi dici al lavoro non vanno bene le cose, e prima di trovarci in una situazione come quella in cui ci siamo già trovati, ho deciso di fare la escort, tanto ormai il sesso con sconosciuti non mi spaventa più visto che mi hai fatto scopare da quei porci dei tuoi capi e dai loro amici. Questi mi pagano, e faccio circa duemila euro a settimana. Ce n’è uno con cui sono diventata più intima che mi ha detto che vorrebbe sottomettere anche te scopandoti nel culo e facendosi leccare le palle mentre mi scopa, mi pagherebbe duecento euro extra. Quindi preparati, stavolta tocca a te fare un sacrificio per la coppia. Ha fissato per questo sabato.”

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