Mia cognata Eliana

Mia cognata Eliana

Cari lettori, il racconto non è frutto di fantasia, si riferisce ad eventi realmente accaduti solo un tantino enfatizzati, vista l’entità dei fatti non descriverò e non farò riferimento a luoghi e ai nomi dei personaggi, fatta eccezione per mia cognata
Mi auguro che il racconto sia di vostro gradimento e che mia cognata possa diventare anche vostro oggetto di desiderio.
Buona lettura.

Quel giorno decisi di fare due passi al centro commerciale, volevo approfittare del Black Friday per valutare l’acquisto di un nuovo tablet, era Luglio e faceva un caldo anomalo, la mia ragazza decise di rimanere a casa sua sotto il climatizzatore, pertanto andai da solo.
Erano circa le dieci, dopo aver posteggiato l’auto, mi dirigevo verso le scale mobili, già cominciavo ad avvertire il refrigerio della climatizzazione, un vero sollievo.
Durante il percorso in scala mobile verso il secondo piano intravidi in una rientranza della galleria commerciale mia cognata Eliana, ogni tanto si affacciava voltandosi a destra e sinistra come se stesse aspettando qualcuno poi un paio di passi indietro come a nascondersi all’interno della stessa rientranza.
Pochi istanti dopo, un tizio la raggiunse, si avvicinò a lei e afferrandola poco sotto i fianchi la avvicinò a se baciandola sulle labbra, lei reagì infastidita da quel gesto e tirandolo per il braccio si diresse di tutta fretta all’interno dei bagni attigui.
Che stava succedendo? mia cognata per caso aveva una tresca? e chi era quel tizio? non avevo avuto modo di vederlo bene, la curiosità di sapere cosa stessero facendo dentro i bagni non era indifferente.
Attesi qualche minuto, ma i due non accennavano ad uscire, non credevo ai miei occhi, ormai per mera curiosità attesi qualche altro minuto, presi il mio smartphone con l’intenzione di immortalare quella stronzetta, ed ecco, dopo circa un quarto d’ora prima uscì lui e dopo qualche secondo mia cognata, lui si accostò all’interno della stessa rientranza in cui si erano incontrati, lei lo raggiunse, lui le accarezzò la guancia e la baciò sulle labbra, io riuscii a fare un paio di scatti, i due di tutta fretta presero percorsi differenti e si allontanarono.
Ero incuriosito quindi raggiunsi i bagni, entrai in quelli degli uomini, erano tutti liberi, dieti una rapida occhiata e all’interno dell’ultimo notai a terra sotto il water uno slip da donna nero in pizzo Ralph Lauren, cosa ci faceva nel bagno degli uomini uno slip da donna? Secondo me appartenevano a mia cognata e il solo pensiero che quelle mutandine in pizzo appartenessero a lei mi fece andare su di giri.
Lo raccolsi e constatai che profumava di pulito ma era lacerato, come se fosse stato strappato da dosso, la cosa mi stava eccitando tantissimo, l’idea che sotto quell’aspetto da santarellina si nascondeva un gran puttanone mi fece eccitare all’inverosimile, non so il perché ma decisi di raccoglierlo e conservarlo all’interno del mio zaino.
Mia cognata Eliana, la sorella maggiore della mia ragazza, è una donna di cinquanta anni appena compiuti, è sposata con B. da ventidue anni con un figlio quasi diciottenne.
Lei, una donna sempre ben curata, ben vestita, carnagione chiara, capelli neri con taglio a caschetto, occhi verdi, labbra sottili, alta poco più di 1,60 m con trucco sempre leggero e atteggiamento da donna sofisticata, perfettina e innocente.
In quasi dieci anni ho avuto modo di vederla solo un paio di volte in costume da bagno, e devo ammettere che da subito ho apprezzato il suo culo, non perfetto, ma ponderatamente pronunciato e decisamente allettante, e poi un seno non prosperoso ma sodo che a me attirava tantissimo.
Non ho nutrito mai particolare simpatia per lei e suo marito, forse per la loro esagerata ostentazione materiale, infatti, durante le rare riunioni di famiglia non perdevano tempo a mostrare i loro ultimi acquisti anche quando a nessuno poteva fregarne più di tanto, sempre a sfoggiare abiti costosi, gioielli, orologi, anche in riunioni intime di famiglia, insomma in circostanze totalmente fuori luogo.
Suo marito, un vero minchione, dei due probabilmente era il peggiore, anche una semplice magliettina doveva essere griffata, questo loro atteggiamento è sempre stata la causa del mio comportamento un pò schivo nei loro confronti, infatti, evitavo di frequentarli più del dovuto.
Ricordo che per i 50 anni di mia cognata, fu organizzato un pranzo in un locale al centro, ricordo gli abiti che indossarono per quell’occasione, probabilmente non li avrei indossati neanche se ad invitarmi fosse stata la famiglia reale a Buckingham Palace.
Dopo aver fatto un giro abbastanza veloce ed essermi reso conto che non c’erano offerte convenienti decido di tornare a casa, durante la strada di ritorno mi chiedevo se era il caso di raccontare alla mia ragazza della vicenda, decido che forse non era il momento, visto che a breve sarebbe stato il suo compleanno.
Infatti festeggiammo il 21 Luglio i suoi 28 anni e decidemmo di farlo nel suo chalet di famiglia in montagna e invitammo amici e parenti, quelli più stretti, quella sera mia cognata Eliana e suo marito erano tra gli invitati, passammo una piacevole serata e dopo aver cenato, ci recammo in giardino per bere un liquore godendoci lo splendido cielo stellato che caratterizzava la zona lontana dai centri abitati.
Si fece l’una e gli unici a restare furono i miei cognati con i quali restammo a parlare del più e del meno, su quello che sarebbero stati i loro progetti per le vicine ferie estive, osservavo Eliana, seduta accanto suo marito, con un’aria al quanto rilassata, e constatavo che mi eccitava tantissimo sapere che sotto quell’aspetto da moglie perfettina si nascondesse una donna capace di farsi scopare da un altro uomo dentro i bagni di un centro commerciale.
Anche se non indossava nulla di scollato e scosciato lei mi attraeva tantissimo, il pensare a quanto accaduto fece balenare in testa strane fantasie, avvertii il mio cazzo prendere vigore e pulsare a tal punto da dover distoglierle lo sguardo, con la scusa di dover andare in bagno mi allontanai per recarmi in cucina a bere un sorso d’acqua con la speranza che si placasse quel senso di eccitazione che mi galoppava dentro.

Stavo per versare dell’acqua nel bicchiere quando vedo spuntare mia cognata, aveva le gote un tantino rosse forse per un Jack Daniels di troppo e mi chiese:

<>.
<> risposi <> .

Aprii un cassetto e recuperai una compressa che le porsi assieme ad un bicchiere d’acqua, in quel momento sentii nuovamente un’eccitazione tale addosso da desiderare di sbatterla sul tavolo e prenderla da dietro, le fantasie ricominciavano ad avere il sopravvento.

Mentre buttava giù la compressa le chiesi:

<>.
Lei alla domanda quasi soffocò, e con un tono tra sospettoso e preoccupato mi rispose:
<< Si, perché? Mi hai per caso vista?>>
<> risposi <>
<> replico lei <> mantenendo la sua solita calma.

Pensavo tra me e me, quanto fosse troia, riusciva a girare la frittata e negare l’evidenza dei fatti, e tutto con quella naturalezza e sicurezza, questo mi fece andare in bestia, dovevo fargliela pagare, volevo vederla supplicare pietà per non raccontare l’accaduto e farla pervadere nel più profondo panico.
Allora senza dire niente mi avvicinai al mio zaino, lo aprii e dalla tasca interna estrassi gli slip, osservandola in faccia con senso di sfida li appoggiai d’avanti al suo bicchiere.

In un istante diventò rossa in viso e balbettando esclamò:
<> le sue mani cominciarono a tremare e cercando di non alzare troppo il tono della voce, esclamò, <>, afferrò gli slip e li mise di fretta in tasca.

Io osservandola negli occhi accennai un sorriso, proprio in quel momento mio cognato e la mia ragazza entrarono in cucina.
Lui: <>
Io: <> risposi sorridendo.
Mia cognata Eliana come se niente fosse accaduto si alza e rivolgendosi al marito <> prese per la mano suo marito e con un cenno di saluto ci augurarono buona notte, li accompagnammo all’ingresso, presero i loro cappotti e andarono via.

Che soddisfazione, vedere quella stronzetta in difficoltà, la vicenda mi aveva eccitato un sacco, la porcellina meritava una punizione esemplare e in mente cominciava a frullarmi qualche idea.

L’indomani mi alzai di buon ora per recarmi a lavoro, già alle 7.00 imboccavo la tangenziale per dirigermi in Azienda quando il telefono squillò, era lei, accostai e risposi:
<>
Lei con tono freddo: <>

<> risposi con tono divertito <> e in quel preciso istante le inviai su Whatsapp uno degli scatti che la beccavano in flagrante.
Lei, osservò la foto, e rimase in silenzio.
<> le dissi.
Lei con tono irritato e a bassa voce imprecò <>.
Io con tono divertito, quasi a ridicolizzarla, risposi <>
Lei <> disse con tono più pacato << questo pomeriggio B. e mio figlio escono e rientreranno a casa dopo le 23.00, discuteremo con calma, d’accordo?>> aggiunse << organizzerò tutto io, avviso mia sorella che avvicini a casa mia per cercare di risolvere un problema al PC>>
<> risposi <>
La mia giornata di lavoro volgeva al termine, non avevo fatto altro che pensare a ciò che sarebbe potuto accadere quel pomeriggio a casa di mia cognata, che intenzioni aveva? La situazione mi piaceva, mi eccitava.
Alle 17.00 mi trovavo già sotto casa sua, trovo il portone aperto, raggiungo il quarto piano in ascensore, ed eccomi d’avanti la sua porta d’ingresso, non ho il tempo di suonare il campanello che la mia cognata Eliana apre la porta.
<> mi fece entrare a casa, chiuse la porta e ci dirigemmo verso il salotto, ci accomodammo sul divano e senza perdere ulteriore tempo mi disse:
<>
<> risposi <> replicai.
<> rispose lei <> prese il telefono e aprì l’app della sua banca e facendomi vedere la schermata dello smartphone disse, <>.
Ammetto che era allettante la sua offerta, ma altrettanto allettante era l’irripetibile occasione che mi si stava presentando, mi misi comodo e osservandola negli occhi le dissi:
<> lei annui <>.
Lei <> esclamò
Io, risposi con tono irritato<>
Lei annui, << ok, stai calmo, vado >> stava per alzarsi quando la bloccai tenendola per il polso.
<> le dissi <> lei annuì senza proferir parola.
<> le ordinai <>
Lei all’ultima richiesta sgranò gli occhi, rimase per un istante a osservarmi e senza dire una parola si alzò e si recò in camera da letto.
A Natale, era consuetudine ormai da anni, riunirsi in famiglia e pranzare a casa sua, per me era una vera rottura di scatole assistere alla solita esibizione, sembrava una sfilata di moda, marito e moglie si esibivano con abiti eleganti e monili.
Fu proprio per quell’occasione che lei indossò un abito grigio scuro, ricordava molto quello di Mercoledì Addams e un paio di stivaletti neri stile anfibi, nessuna scollatura eccessiva, gambe poco in mostra, l’abito delineava perfettamente seno, fianchi e culo, il tutto contornato da collana, bracciale e orecchini di perle che le erano stati regalati da suo marito la sera di Natale.
Lei, come accennavo prima non aveva un fisico da urlo, tuttavia suscitava in me una forte attrazione, e quel giorno non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso.
Passarono circa una ventina di minuti quando la vidi arrivare, era esattamente come quel giorno, si avvicinò e si sedette nuovamente ad un metro da me mantenendo un’aria al quanto imbarazzata.
Io, guardandola negli occhi, esclamai << che eleganza!!! >> la afferrai delicatamente per il polso e la avvicinai a me, sempre tenendole il polso avvicinai la sua mano sulla mia coscia nelle vicinanze del mio pacco che stava raggiungendo un vigore non indifferente.
<> esclamai << che ne dici di fargli prendere un po d’aria >> osservando le mie parti basse.
<> disse agitata << sei un maledetto! Ti prego non puoi farmi questo!>>
<> replicai fissandola negli occhi.
Lei rimase immobile, sembrava paralizzata, allora presi la sua mano e la appoggiai sul mio pacco e guidandola con la mia cominciai a farmi massaggiare lentamente spingendo il suo palmo su e giù, poi mollai la presa e le dissi:
<>
Lei senza osservare e voltandosi, rallento la cintura, sbottonò e abbasso la lampo dei miei jeans, con la mano tremolante afferrò delicatamente la mia asta ormai in completa erezione e iniziò delicatamente a menarmelo.
Ero al settimo cielo, osservavo le sue mani perfettamente curate con le unghia smaltate di un rosso cremisi fare su e giù, l’eccitazione era fortissima non riuscivo più a trattenere l’orgasmo che stava letteralmente offuscando la mia mente, la feci fermare perché non volevo venire così presto.
Avvicinai le mie labbra alla sue contornate da un rossetto con stessa tinta dello smalto, e anche se restia, accolse la mia lingua nella sua bocca, iniziai a rotearla delicatamente attorno alla sua alternando il movimento con piccoli risucchi sul suo muscolo.
Ero in estasi, introdussi le mie mani tra le sue cosce, lei con un sussulto tentò di stringere ulteriormente le sue gambe, tuttavia, continuai a salire lentamente e delicatamente verso il suo pube che iniziai a massaggiare, ciò che separava la mia mano dalla sua vulva era solo il nylon nero e lo slip in raso mentre la mia lingua continuava ad esplorare la sua bocca.
Dopo pochi istanti di ripetuti movimenti della mia mano sul suo monte di venere avvertii che la sua respirazione si faceva più affannata, era evidente che stava per immergersi anche lei in uno stato di eccitazione.
Preso dalla foga, la afferrai per i fianchi adagiandola con la schiena sul divano le divaricai le gambe che tendeva ancora a serrare e afferrai con le dita il nylon fronte slip bucandolo mi feci strada verso i suoi slip che spostai quel che bastava per tastare le labbra della sua fica.
Notai come fosse perfettamente curata non un pelo di troppo, mi feci strada con le dita verso il suo clitoride che iniziai a stimolare con movimenti ripetuti e decisi, la sua respirazione si faceva sempre più intensa, e avvertivo come la sua fica si dilatava e diventava sempre più umida.
Lacerai ancora più il nylon e introdussi il mio viso tra le sue gambe, allargai ulteriormente le sue grandi labbra e iniziai a gustarla con foga ripetendo con la lingua il giochetto che le avevo appena fatto con le dita, la sua fica era immersa in un bagno di umori, lei a quel punto iniziò a tremare e trattenendo con le sua mani la mia testa tra le sue cosce emise un interminabile e intenso gemito.

<> esclamai, mentre ancora stendeva a riprendersi dagli spasmi che le avevo procurato stuzzicando con gran maestria la sua passera.
Lei, con un’espressione imbarazzata e paonazza in viso, ancora ansimando rispose <>
Nonostante la sua richiesta, le sue gambe continuavano a restare aperte con la fica in bella mostra, sembrava non riprendersi più dal forte orgasmo, il suo affanno non accennava a diminuire, mia cognata giaceva li, di fronte a me, senza forze.
Erano passati poco più di dieci minuti da quando avevo cominciato a giocare con lei, le mie intenzioni non erano sicuramente quelle di concludere così.
Mi riavvicinai a lei, le sollevai le gambe appesantite dallo scarponcino e dopo averle adagiate sulle mie spalle, appoggiai il mio glande sulla sua fica unta di umori e con un colpo secco di reni affondai la mia asta all’interno.
Eliana emise un urlo soffocato che a mala pena riuscì a trattene, sentivo il calore della sua passera attorno al mio pene e cominciai a pompare ripetutamente e sempre più velocemente, ad ogni sfondata lei emetteva un urlo, non era più capace di controllarsi.
Sentivo la muscolatura della sua passera contrarsi, sentivo il mio pene piacevolmente strozzarsi all’interno della sua fica, non resistivo più, un forte calore mi avvolse, la mia mente si annebbio, cominciai a tremare dal piacere e dopo una decisa affondata all’interno di mia cognata una serie di fiotti di liquido che sembrarono interminabili inondarono l’interno del suo addome, finimmo sfiniti e ansimanti uno sull’altra.
Rimanemmo per qualche istante uno sull’altra senza dire una parola, lei rimase voltata evitando di incrociare il mio sguardo, io la scostai per prendere aria e mi lasciai andare a pancia in su accanto a lei.
Una scopata di questa entità non la ricordavo più, si era appena realizzata quella che fino a poco prima era stata una fantasia erotica, lei senza dire una parola si alzò, diete una sistemazione veloce al vestito e corse in bagno.
Mi dieti anche io una sistemata e andai in cucina per bere un bicchiere d’acqua, ad un tratto sentii l’iphone di mia cognata squillare, si trovava sotto ricarica sul ripiano della cucina, mi avvicinai e vidi che era mio cognato B., Eliana era appena uscita dal bagno e trattenendo il fiatone si affrettò a rispondere.
<< Amore ciao, tutto bene?>> rispondendo come se non fosse successo niente, si spostò in soggiorno continuando la conversazione.
Finisco di bere il secondo bicchiere d’acqua, ero assetato, e la raggiungo in soggiorno, lei mi dava le spalle, senza far rumore mi avvicino a lei, ancora impegnata in conversazione, la afferro delicatamente dalle spalle e la piego a novanta sul tavolo del soggiorno, lei cerca di liberarsi, ma per non perdere la presa del telefono non riesce nel suo intendo.
Suo marito non so cosa le stesse raccontando, lei annuiva, <> e mi faceva segno con la mano libera di smetterla.
Dalla sua schiena abbasso la lampo scoprendo le sue spalle e il suo petto ancora protetto dal reggiseno, affondo le mie mani al suo interno afferrandole e scoprendo le bocce, stringendole e palpandole avidamente soffermandomi sui suoi capezzoli, le sollevo il vestito, con il ginocchio destro divarico le sue gambe e introduco il mio indice e medio dentro la sua bocca dicendole in sottovoce di succhiarli.
Ruoto le mie dita dentro la sua bocca fino a sfiorarle l’ugola per qualche secondo per poi uscirle e ficcargliele nel culo facendomi strada dopo avergli spostato lo slip.
Il suo buchetto era al quanto strettino, necessitava di ulteriore lubrificazione, la fortuna volle che proprio sul tavolo in soggiorno si trovasse la sua borsa, all’interno della quale si intravedeva un tubicino di crema per le mani.
La afferrai, ne versai un po sulla mia mano e cominciai a spalmarla dentro il suo orifizio, prima con uno poi con due e con tre dita allargando per bene.
Non avevo possibilità di vederla in faccia, non so che espressione avesse mia cognata, dalla sua bocca usciva ogni tanto un forzato <>, <>, non più di tanto non credo fosse capace in quella situazione di riuscire a dire altro.
Sentivo il suo buco allargarsi, uscii le dita dal suo culo, lei ebbe appena la forza e il tempo di concludere la conversazione con un:
<> chiuse la conversazione facendo scivolare il cellulare dalle mani, nello stesso tempo spinsi il mio cazzo dentro il suo culo, con una sola spinta riuscii ad entrare completamente, i miei testicoli si trovavano ora appoggiati sulle sue natiche.
Lei emise un interminabile urlo di dolore, tanto da portarsi le mani d’avanti la sua bocca per attenuare il secondo urlo causato dalla successiva mia spinta di reni.
Ebbe appena il tempo di dire << No! ti prego, li no! Fa male!>> che cominciai a pompare senza fermarmi per ripetuti minuti mentre le mie dita stuzzicavano la sua passera, lei ormai non riusciva più a trattenere le urla di dolore miste a spasmi di piacere.
La afferrai per i capelli continuando ad affondare ritmicamente e sempre più velocemente la mia asta determinando un sonoro rumore di impatto dei miei testicoli contro le sue natiche, sentivo che stavo per venirle nuovamente dentro, però questa volta ebbi il tempo di uscirle da dentro, metterla in ginocchio e schizzarle in bocca, parte finì sul suo viso, sui capelli, sul vestito, la sua bella collana di perle grondava di sperma.
Ormai del tutto svuotato ma ancora in erezione feci accogliere il mio cazzo in bocca intimandola a succhiare per bene, lavoro che svolse egregiamente, mentre continuavo ad afferrarla per i capelli spinsi il mio cazzo in gola bloccandole per alcuni secondi il respiro.
Ormai esausto, mollai la presa dei suoi capelli, ormai totalmente in disordine e mi appoggiai un attimo sul tavolo per prendere forza, con fatica sollevai i miei jeans e la aiutai a sollevarsi da terra, dai suoi movimenti era evidente quanto fosse indolenzita dietro, lei non disse una parola e di tutta fretta sparì nella sua camera da letto, io rendendomi conto dell’orario, raccolsi cellulare e chiavi e andai via.
I giorni passarono, pensando a quel pomeriggio, provavo un profondo senso di colpa per ciò che era successo, mi rendevo comunque conto che tutto sommato, per lei non fu una tragedia, insomma aveva goduto come una forsennata, mi chiedevo come sarebbe stato quando ci saremmo rincontrati.
I mesi passarono, non capitò occasione per incontrarci finchè ecco ripresentarsi il consueto pranzo di Natale, nuovamente tutti a casa dei miei cognati, lei con lo stesso abbigliamento, vestita esattamente come durante l’ultimo nostro incontro, mi accoglie all’ingresso baciandomi sulla guancia, sussurrandomi all’orecchio.
<>

FINE

Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 5 Media: 2]
FavoriteLoadingAggiungi ai tuoi preferiti

One thought on “Mia cognata Eliana

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *