Il Party

Il Party

Ho conosciuto Giulio a un party. Una di quelle feste a cui partecipi più che altro per far vedere che ci sei, perché noterebbero la tua assenza molto più di quanto notino la tua presenza. Del resto è sempre così, nuguli di persone che vogliono esserci, che fremono dal desiderio di dimostrare che si divertono, mentre invece appare tutto forzato, scontato, banale.
Comunque, visto che per un motivo o per un altro ho deciso di esserci, tanto vale non passare inosservata. Scegliere con cura ciò che intendo indossare è una cosa che amo fare da sempre, figuriamoci in una simile occasione.
Non esiste nulla al mondo di più formale di un party ospedaliero. Una di quelle feste in cui tutti ambiscono esserci per dimostrare di contare qualcosa in un ambiente dove i numeri sono più importanti delle persone.
Io sono uo di quei numeri ovviamente, e con la mia laurea fresca di conio, e il mio dottorato in esecuzione, l’unico e solo motivo per il quale faccio parte del gruppo è il mio aspetto fisico.
E’ così da sempre. Mi sono resa conto fin da quando ero bambina, che il mio aspetto smuoveva certe cose nei maschi, e mi sono adeguata a questa situazione. Non ne ho mai approfittato, e mai lo farò, però amo essere guardata, ammirata, vezzeggiata e un po’ coccolata. In fin dei conti è così per tutte le donne, e io non sono da meno, è solo che io non uso questi mezzi per farmi strada nella vita. Ciò che voglio deve arrivare perché me lo merito, perché sono brava e dimostro di essere in grado di farlo, non per altri motivi.
Ma, come tutte le donne, sono un po’ esibizionista. Del resto è nella nostra natura no? Ci piace mostrarci… altrimenti a cosa serve camminare indossando un tacco 12, vestirsi in modo elegante e un po’ provocante?
Scelgo calze grigio perla, molto velate, e un completo intimo di pizzo nero. Poi le classiche Louboutin nere, con la suola rossa e i tacchi vertiginosi. Un vestito di cachemire grigio, elegante, sobrio ma anche un pizzico provocante. Il grigio si addice ai miei capelli biondi e ai miei occhi che sfumano dal nocciola al verde.
Un cappotto leggero, di panno nero, completa il mio outfit.
Sono pronta.
L’ultimo piano dell’Hotel dei Cavalieri è raffinato, elegantemente sobrio e perfetto per questo tipo di eventi. Quando arrivo il primo a ricevermi è il Professor L, stimato urologo che mostra al mondo la propria soddisfazione per essere diventato il primario del reparto.
E’ per lui che siamo qui, per ossequiarlo e far finta di condividere la sua soddisfazione.
Dottoressa Villani – esordisce venendomi incontro – Lei è sempre più bella –
La ringrazio Professore – rispondo mentre lui si esibisce in un sobrio baciamano.
Lei ha il dono di illuminare questa piccola festa – prosegue – La prego, permetta che le presenti un po’ di persone.
Lo seguo, in un pellegrinaggio che tocca titti gli aspetti della professione che mi sono scelta. Ad uno ad uno… stringo mani, accetto complimenti, faccio conoscenza del mondo che mi circonda, ponendomi in modo timido ma restando sempre molto attenta a chi ho di fronte. Del resto il Professor L. È colui che firmerà il mio dottorato, e questoè ciò che conta.
Si parla, si chiacchiera, del più e del meno, di tutto un po’, anche se prevalentemente sono pettegolezzi ospedalieri. Nulla di che, ma particolarmente noioso.
Poi lo vedo.
E’ appoggiato al muro, con un bicchiere in mano e la faccia annoiata.
Appare fuori posto, come lo sono io del resto.
E’ lui che si avvicina a me.
Ciao – dice – Che ci fa una come te in questa farsa? –
Lo fisso un po’ stupita.
Perche dici che è una farsa? –
Lui sorride.
Guardati intorno – prosegue – Non ti sembra tutto finto, stereotipato? –
Ha ragione, ovviamente.
Comunque, io sono Giulio G. – dice porgendomi la mano.
Io sono Elena, Elena Galimberti –
So perfettamente chi sei – aggiunge.
Lo guardo un po’ sorpresa, e lui nota il mio stupore.
Sai benissimo di non passare inosservata, non è il caso di fingere stupore –
Non dico nulla, ma so che ha ragione.
Posso portarti qualcosa da bere? –
Annuisco.
Si, grazie. Un po’ di champange andrebbe benissimo –
Ci spostiamo verso il fondo della sala, guardando distrattamente lo spettacolo che ci circonda.
Terribile – dice.
Già – rispondo,
Ti annoi? –
Da morire –
Ce ne andiamo? –
Lo fisso meravigliata.
Si – dico – ti prego.
Pochi minuti dopo siamo in macchina, e io mi rendo conto che è un uomo molto sexy, con occhi grigi e uno sguardo affascinante.
Parliamo per il resto della serata, fino a quando mi riaccompagna a casa.
Lo saluto con un bacio…
ma le cose vanno decisamente oltre.
Le nostre bocche si cercano, si trovano.
Senza rendermene conto sento le sue mani su di me, ovunque…
è un attimo,
E mi ritovo seduta sopra di lui.
Mi sfilo le mutandine, e lui si abbassa i pantaloni…
poco dopo lo sento dentro di me, e mi rendo conto di essere bagnata come non mai.
Scopiamo senza parlare, guardandoci negli occhi.
Sento il suo sesso dentro di me, sento le mie contrazioni mentre lo avvolgo. Sento il suo calore riempirmi il ventre…
fino al limite della resistenza.
Il suo piacere si spande dentro di me…
improvvisi e bollenti, i lunghi zampilli del suo sperma riempiono il mio sesso, facendomi vacillare.
Mentre viene dentro di me lo bacio, stringo il suo viso tra le mani..
Il piacere che provo mentre la sua sborra mi allaga è qualcosa che non riesco a descrivere.
In quel momento lo fisso negli occhi…
perché quando un uomo viene dentro di te, se lo fissi negli occhi, puoi vedere la sua anima.
E io l’ho vista.
Non ci sono paroe tra di noi, solo lo stupore per cosa è successo.
Raccolgo le mutandine, mi sistemo i vestiti ed esco dalla macchina…
dopo aver deposto un bacio sulle sue labbra.
Solo quando sono in casa mi rendo conto del piacere che ho provato mentre mi scopava…
mentre ero sua.
Mi spoglio, e mi addormrnto poco dopo, con il suo piacere custodito gelosamente tra le pieghe del mio sesso.
La mattina seguente, quando esco, la sua macchina è ancora li.
Lui è seduto al posto di guida.
Cosa è successo? – chiedo stupita.
Mi sorride.
Non mi hai dato il tuo numero di telefono – dice semplicemente.
Rido…
di gusto…
con un piacere immenso.
Un mese dopo sono andata a vivere con lui.

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