Incontro al buio.

Incontro al buio.

Mi chiamo Pamela, ho 37 anni, sono alta m. 1,70, bionda, capelli lunghi, occhi chiari, fisico snello, nonostante una gravidanza, che, però, non ha lasciato nessun inestetismo sul mio corpo, il seno è una buona terza misura piena e le cosce sono lunghe e snelle, alla cui sommità figura uno splendido culetto tondo e sodo. Da 12 anni, sono sposata con Luigi, un bell’uomo alto, con un bel fisico, ben curato, moro, dagli occhi scuri, cui piace molto coccolare il mio corpo, fin quando le sue mani e carezze mi portano nelle alte vette del piacere, mai raggiunte con i maschi con cui ero stata prima di lui. Viviamo e lavoriamo in una grande città, entrambi abbiamo posti di rilievo che ci permettono di avere uno status sociale abbastanza positivo, che ci permette di vivere in maniera piuttosto agiata. Abitiamo uno splendido appartamento in una zona molto bella della città e questo mi permette di raggiungere il luogo di lavoro senza dover usare l’auto. Ricopro un posto di rilievo nella mia azienda: sono direttrice del marketing e questo mi impone anche di aver un abbigliamento sempre adeguato alle circostanze, elegante, un po’ provocante, che fa di me una donna molto attraente, abbastanza corteggiata. Naturalmente mi sottraggo in maniera garbata ad ogni avance che ricevo e, forse, è per questo che quando ho incontrato Vittorio, tutto mi sarei aspettata tranne che la nostra amicizia avesse avuto questa strana evoluzione. Tutto è avvenuto casualmente, una mattina d’inizio autunno, mentre andavo al lavoro. Camminavo avvolta nel mio lungo cappotto e, per proteggere il collo, avevo uno splendido foulard di seta, quando, giunta in prossimità di un bar, una ventata molto forte mi ha fatto volar via il foulard. Il vento malandrino ha scaraventato il foulard addosso ad un signore, che stava sorseggiando il suo caffè e lui lo ha afferrato al volo; quando mi son girata, i nostri occhi si sono incrociati. È stata una sensazione incredibile, perché il suo sguardo mi è letteralmente penetrato dentro, fin nell’anima. Ci siamo guardati per un lungo istante e, quando mi ha sorriso, in quel preciso momento, ho sentito come un tuffo al cuore e credo di essermi innamorata di lui in quell’istante. Mi ha sorriso mostrandomi il foulard e, con un gesto della mano, mi ha invitato a sedermi.
Contrariamente al mio modo di gire, ho accettato. Ero rimasta affascinata da quest’uomo che, con uno sguardo così intenso e profondo, mi aveva già conquistato.
«Credo che questo sia suo. Poiché ha interrotto la mia colazione, come risarcimento le chiedo di sedersi qui con me e di consumare un caffè insieme a me, perché la sua presenza mi ripaga del danno subito.»
Per un attimo l’ho guardato senza capire, ma poi ho realizzato l’ironia contenuta nelle sue parole, allora mi son seduta, sentendomi felice di quell’invito.
«Piacere, il mio nome è Vittorio e mi piacerebbe conoscere il nome di questa splendida donna, che ho qui davanti.»
Gli ho detto il mio nome e, nello stringermi la mano, ho sentito una presa forte e vigorosa; nello stesso tempo, un lungo brivido ha percorso la mia spina dorsale al semplice contatto con quella mano così bella, dalle dita così lunghe e forti. Ero rimasta affascinata dalla sua galanteria, dal suo modo di esprimersi, ma soprattutto da quello sguardo così dominante, cui non riuscivo a sottrarmi e me ne sentivo succube. Mi ha spiegato di esser il direttore della filiale della banca situata dall’altro lato della strada; mi sentivo affascinata dal timbro della sua voce, dal suo modo di muovere le mani mentre parlava e, quando mi ha detto che gli sarebbe piaciuto cenare con me, senza nessuna esitazione ho accettato. Ci siamo scambiati i contatti telefonici, dopo di che lui se n’è andato; mentre lo vedevo allontanarsi mi chiedevo per quale motivo, tutto d’un tratto, avessi accettato con estrema facilità quell’invito a cena, ben sapendo che, da quanto ne ero rimasta affascinata, di certo la cosa avrebbe potuto avere un epilogo alquanto scontato. Ho aspettato tutta la settimana una sua chiamata, che non è arrivata. La cosa mi ha indispettito e, nello stesso tempo, mi ha generato una specie di ansia, perché mi son chiesta per quale motivo ancora non mi avesse chiamato. Volevo sentire ancora la sua voce, veder le tue mani muoversi e gesticolare, mentre parlava, perché tutto questo mi aveva affascinato. Il venerdì mattina ricevo un pacchetto e, quando lo apro, contiene una chiave ed un biglietto con un indirizzo. Guardo e cerco di capire cosa significhi, ma non ci sono indicazioni, né spiegazioni. Sono terribilmente indecisa, perché mi rendo conto che sicuramente questa non sarà la solita avventura extraconiugale, perché tutto quello che stavo facendo era completamente diverso dai normali canoni di un adulterio. Mi sarei aspettata una corte serrata, messaggi, fiori, e quant’altro, invece questo, con il suo silenzio, mi ha sconvolto, incuriosito, irritato e, nello stesso tempo, mi ha portato a dipendere al suo volere. No, non è normale tutto ciò e questo mi sconvolge ancor di più! Dopo circa un’ora che ho ricevuto il pacchetto, suona il mio telefono e vedo che è lui. La sua voce, le sue parole hanno tutte il tono di un ordine, cui, senza fiatare, decido di ubbidire incondizionatamente.
«Domani alle 15:00, andrai all’indirizzo scritto su quel foglietto, entri e ti spogli nuda; troverai un cappuccio, lo indosserai e poi resta così, immobile; esegui tutto quello che ti verrà ordinato di fare.»
Non aggiunge altro e non aspetta la mia conferma, che, evidentemente, dà per scontata. Resto basita, sconvolta ed incuriosita da tutto ciò, mai successa per il passato. Passo una giornata ed una notte da incubo. Ho in animo di rifiutare un simile trattamento, ma sono terribilmente attratta da tutto questo. Decido di non andare, anche perché dovrei giustificar la cosa a mio marito e questo non è possibile! Non voglio rovinare il nostro rapporto, per una simile pazzia. No, non ci andrò! A cena, mio marito mi informa che il giorno dopo sarà assente per un impegno di lavoro, legato ad un progetto che stanno sviluppando nella sua azienda, e questo mi destabilizza, perché, in realtà, avrei tutta la disponibilità di tempo per accettare la sua proposta. Tremo. Sono agitatissima! NO! NON DEVO ACCETTARE! Ma il mio corpo si rifiuta di obbedire alla mente!
Alla fine, decido di andare. Sono emozionata, indecisa su cosa indossare, alla fine, sapendo che comunque mi dovrò metter nuda, indosso un completo giacca e pantaloni, con sotto dell’intimo elegante quanto sexy. Tesa come la corda di un violino, mi reco all’indirizzo e scopro che si tratta di una villetta isolata, circondata da un piccolo parco. Non vedo macchine davanti all’ingresso, entro e, appena chiusa la porta, trovo un piccolo corridoio, appena illuminato da luci molto fioche, in fondo vedo una porta aperta, da cui proviene una flebile luce. Entro e quella luce illumina solo il piccolo spazio davanti alla porta. Sulla mia destra, c’è un piccolo tavolo su cui figura uno strano cappuccio nero. In silenzio mi spoglio, lasciando solo l’intimo. Indosso il cappuccio e resto in trepidante attesa. Nella mia mente si affollano pensieri contrastanti. Sono qui e sono pronta. Non voglio pensare. Voglio annullare la mia parte razionale. Mi impongo di pensare che son qui, solo per lui. Sono pronta come mi aveva chiesto di essere: nuda, bendata ed immobile. Tutto il mio corpo freme nell’attesa. Mi sento impacciata, nervosa, tesa perché è tutto cosi insolito e nessuno sa che sono qui. Mio marito è fuori per il suo lavoro, il bimbo è dalla nonna e, al lavoro, mi aspettano solo il prossimo lunedì: quindi? Sono al massimo della pazzia! L’attesa e snervante. Il silenzio assordante. Da quando ho conosciuto quell’uomo, tutto il mio mondo è in bilico. Hai annullato le mie certezze, scardinato la mia sicurezza, fatto battere il mio cuore come quello di un’adolescente in calore davanti alla sua prima volta. Pazza, devo esser pazza. Le sue mani, non riesco a smettere di pensare a loro. Nessuno mi aveva mai affascinato così. Ero certa che la mia vita fosse completa, senza scosse, punti interrogativi o situazioni tanto rischiose; allora: perché sono qui? Perché mi vengono in mente queste domande, cui non riesco a dare una risposta? Perché sono arrivata a questo punto? Perché, in questo momento, so di esser come non sono mai stata, io che ho non ho mai assecondato il volere di altri nelle scelte riguardanti la mia vita? No. Adesso sto procedendo contro quella che è la mia indole, perché voglio godere. Voglio esser scopata, posseduta, voglio esser riempita, voglio che il mio sesso sgoccioli tutto il suo godimento e del seme di chi me lo riempirà, a fondo e bene. Voglio poter urlare di piacere e di dolore. Sono nuda, come lui voleva e pronta, come non lo ero mai stata fino ad ora. All’improvviso sento un rumore dietro di me. Una porta che si apre e si chiude; ho un sussulto quando delle mani calde si appoggiano dietro di me, alle mie spalle. Non una parola, non un gesto, nulla, solo una leggera spinta in avanti che mi induce a fare alcuni passi. D’un tratto quelle mani mi fanno girare e mi spingono ad abbassarmi, mi trovo seduta su qualcosa che potrebbe esser un letto. Sento il rumore di una cerniera che si apre e, subito dopo, una mano si appoggia sul mio capo e mi spinge in avanti. Sento l’odore di un sesso maschile, il profumo di quello che sicuramente è un membro, che mi viene posto davanti sulle labbra. Stranamente, il cappuccio che indosso ha solo questa apertura. Una profumata cappella si appoggia alla mia bocca e la leggera pressione mi fa capire che devo aprirla, cosa che faccio immediatamente. Sollevo una mano, impugno questa verga enorme, su cui non riesco a cingere le dita, data la notevole circonferenza. Mentalmente faccio il confronto con quella di mio marito e, mentre faccio il rituale movimento di su e giù con la mano, scopro che, sicuramente, quella di mio marito è più lunga, ma questa è notevolmente più grossa. Mi viene spinta in bocca, cerco di prenderne il più possibile, ma il notevole spessore me lo impedisce. Allora passo la lingua lungo tutta l’asta e mi rendo conto che è una verga veramente notevole. La lecco e la bagno convinta che fra poco dovrò accoglierla tutta nel ventre e il solo pensiero mi fa già bagnare in maniera incredibile. Sono molto eccitata, mi sto bagnando moltissimo, mentre continuo a succhiare quello che sento esser un cazzo di notevoli dimensioni. Lo lavoro alacremente con la lingua, passandolo ripetutamente tra le mie labbra, scivolo giù fino in basso, dove trovo due grosse palle che alterno nella mia bocca, sperando di sentir un gemito provenire dalla bocca di colui cui sto facendo questo lavoretto. Nulla! Nulla esce dalla sua bocca, mentre io continuo a sentire i miei umori, che ora colano giù tra le mie cosce! Improvvisamente mi viene sfilato dalla bocca ed ora immagino che devo aspettarmi di ricevere il premio del mio lavoro, ma, al contrario, vengo spinta più in alto sul letto e, subito, una mano dopo l’altra viene immobilizzata con delle manette sicuramente presenti sulla tastiera del letto, che sento esser in ferro battuto. Resto immobile, in attesa degli eventi, e subito vengo immobilizzata anche per le caviglie, con delle semplici corde che mi costringono a tenere le cosce aperte. Fremo dal desiderio di sentirmi possedere da quella verga che mi ha fatto così tanto sbrodolare! Poi, chi mi ha immobilizzato scende dal letto ed io resto ancora una volta in attesa, mentre un brivido di paura percorre il mio corpo.
Mi sembra di sentire altri rumori, come se lui si stesse spostando da un lato all’altro della stanza e, mentre seguo quei movimenti, d’improvviso una mano si impossessa del mio seno sinistro e, subito dopo, una bocca calda lo morde, facendomi urlare di dolore/piacere. È un attimo, poi la persona che mi ha morso, sparisce. Sono sconvolta! Sto quasi per ribellarmi, quando, improvvisamente, nella mia bocca viene infilata una sfera, che mi impedisce di parlare e, subito dopo, sento lo schioccare di un frustino, che va a colpire il mio capezzolo sinistro. È una sferzata che mi provoca dolore, ma anche un piacere istantaneo! Urlo sommessamente, a bocca piena! Che mi fanno? Impazzisco dal terrore! Sento un’altra sferzata, che mi arriva sul clitoride. Urlo di dolore, ma, nello stesso tempo, ho un orgasmo che mi stordisce! Pazzesco! Ho goduto nel sentirmi frustare il clitoride! È stato un orgasmo devastante! Mai provata una cosa simile! Poi di nuovo silenzio! Per alcuni secondi, sono scossa da convulsioni erotiche che mi fanno tremare, ma il silenzio che ne segue mi sconvolge ancora di più. Dopo alcuni interminabili minuti, mi sento slegare. Cosa? Ma è pazzesco! Mi lascia così!? Non mi ha scopato ed ho goduto, intanto avverto la sensazione di esser stata rifiutata. Resto alcuni secondi immobile sul letto, completamente libera, e poi la voce di Vittorio, inconfondibile, che mi ordina di andarmene.
«Togliti il cappuccio e vattene!»
Lo tolgo all’istante, cercando di guardare nella direzione da dove ho sentito provenire la voce, ma non vedo nessuno e, così, scendo dal letto e mi ritrovo un po’ malferma sulle gambe, perché l’orgasmo avuto mi ha veramente stravolto! Di fatto indispettita, infuriata, mi rivesto e vado a casa, mi faccio una doccia e mi metto a letto, ma non riesco a dormire. Una situazione assurda, incomprensibile sotto tanti punti di vista, ma, nello stesso tempo, incredibilmente eccitante. È stata una follia, però mi son sentita indifesa, esposta, nuda alla mercé di una voce che mi ha dato degli ordini e mi ha fatto godere in maniera diversa, assolutamente pazzesca! Sono inquieta e sento tornare mio marito, che si spoglia, viene a letto e mi accarezza. Le sue mani indugiano sul mio corpo e mi bagno quasi repentinamente.
Mi sale sopra, sento il suo membro iniziare a penetrarmi e, improvvisamente, vengo scossa da un orgasmo. Sento il mio corpo esplodere come se finalmente riuscisse a godere, dopo esser stato tenuto a lungo in un limbo senza conclusione. Un orgasmo fortissimo che, in un certo qual modo, mi sconvolge, perché mi aspetto che mio marito ne sarà stato sorpreso e mi chiederà il perché di tanta eccitazione. Lui, invece, mi scopa con calma, senza fretta, in modo completamente diverso dal solito e questo mi permette di assaporare bene, ed a fondo, il piacere che sto provando. Poi mi abbraccia e mi trascina su di sé, facendomi impalare sulla sua splendida mazza, che ora sento scivolare fin in fondo. Solleva le mani e, quando sfiora con le dita il capezzolo che è stato morso, mi provoca un sussulto, perché mi provoca un misto di dolore/piacere nello stesso tempo. Anche in questo caso, temo che egli possa rendersi conto che qualcosa è cambiato, ma non dice nulla; mi guarda solamente e continua a darmi piacere, mentre ora, dopo aver inarcato le gambe, mi sbatte dal basso, sempre con ritmo calmo e rilassato, che mi provoca un ennesimo orgasmo, che mi stordisce al punto da farmi cadere su di lui. È la sua voce che, in qualche modo, mi costringe a riflettere.
«Amore, questa sera sei particolarmente sensibile. Era tanto che non ti sentivo godere così intensamente e questo mi fa molto piacere.»
Tremo nel sentire le sue parole e, nello stesso tempo, mi eccito ancora di più. Godo ancora e anche lui, all’improvviso, si svuota dentro di me con un orgasmo lungo ed intenso, che sento arrivare e riempire la mia vagina. Restiamo abbracciati ed il sonno ci avvolge. Il giorno dopo, mi sento inquieta, nervosa, perché sento che ho vissuto un’avventura che non mi ha completamente soddisfatto, ma, nello stesso tempo, prendo atto di aver messo a repentaglio tutta la mia vita; così decido che dovrò dare un taglio a quella storia. Il lunedì mi aspetto una telefonata da Vittorio che, al contrario, non arriva e, dentro di me, mi sento tranquilla, perché ho deciso di non averci più niente a che fare.
Passa il martedì e anche il mercoledì, anche se comincio a sentire una certa inquietudine perché vorrei… NO! No, non voglio! Non tornerò ad esser un giocattolo nelle sue mani! Il giovedì sono distrutta! Sento forte il desiderio di esser di nuovo alla sua mercé, ma lui mi ignora e, dentro di me, la parte razionale dice che è giusto che sia così, mentre il mio corpo invece non aspetta altro che di esser di nuovo messo a dura prova. La sera, a cena, mio marito mi dice che il venerdì sera ha un importante cena di lavoro con dei clienti stranieri e, quindi, avrò la serata libera. Dentro di me, sento una strana inquietudine perché, pur essendo libera, non ho avuto nessun contatto con Vittorio e questo mi fa sentire tremendamente triste. Ripenso all’esperienza vissuta, al dolore della frustata ricevuta sul clitoride e, nello stesso tempo, all’immenso piacere che me ne è derivato in quel preciso istante. Sono a pezzi! Ormai la mia mente non ragiona più; è solo il mio corpo a dettar legge: anela ancora di sentir quella splendida frustata così perfettamente calibrata, da procurarmi un orgasmo devastante. Venerdì mattina, guardo continuamente il cellulare nella speranza di aver un messaggio da Vittorio, che non arriva. Esco un momento per prendere un tramezzino al bar e, quando rientro, trovo sulla mia scrivania una scatolina che apro velocemente e, finalmente, trovo di nuovo la chiave e il solito indirizzo, dove mi viene ordinato di recarmi quella sera stessa. Subito vengo presa da pensieri contrastanti: la parte razionale della mia mente mi dice di non darvi retta, mentre il mio corpo ormai ha già preso la decisione di presentarsi a quell’indirizzo, per farsi di nuovo umiliare e, sicuramente, per godere tantissimo. Consapevole che la mia scelta avrà delle conseguenze impreviste, mi vesto rapidamente, in maniera semplice ma sexy. Indosso una minigonna, una camicetta e, sotto, nessun tipo di intimo, solo un paio di autoreggenti e scarpe con il tacco 10. Puntuale mi reco all’appuntamento, lascio l’auto ed entro all’interno di quella casa che, ormai, conosco perfettamente. Percorro il breve corridoio e una volta entrata mi ritrovo nel buio più assoluto.
Questa volta non c’è luce, niente di niente! Cerco di far abituare i miei occhi al buio, ma prima che ciò avvenga, qualcuno arriva alle mie spalle, silenziosamente, e vengo immediatamente bendata con qualcosa che assomiglia ad un foulard. Viene legata in maniera stretta dietro la mia testa e subito le mie braccia vengono alzate, la camicetta sfilata con una rapidità impressionante e sento i miei polsi imprigionati a delle catenelle, che probabilmente pendono dal soffitto. Poi è la volta della mia gonna, che viene tirata verso il basso e devo sollevare una gamba per volta, per liberarmene. Qualcuno è inginocchiato davanti a me e sento che vengono bloccate le mie caviglie, ma non al pavimento, ad una barra che le tiene distanziate, aperte, in maniera che le mie cosce non possano esser in alcun modo richiuse. Resto in silenzio, mi faccio fare di tutto, ma, una volta che tutta questa operazione è completata, è di nuovo silenzio e buio totale, in quanto ora sono completamente bendata, legata e questo mi manda ai matti. Un brivido di paura percorre la mia spina dorsale e mi domando perché ancora una volta mi son messa in questa insolita situazione. Mi sembra che il tempo si sia fermato, quando, improvvisamente, sento una mano che mi fa sussultare, mi tocca da dietro e qualcosa di fresco, che presumo esser del lubrificante, mi viene spalmato sia sul forellino anale che davanti. Non sono vergine analmente, perché mio marito periodicamente mi penetra il culo, ma sentirmi così all’improvviso toccare e lubrificare, mi lascia in qualche modo sconvolta. Poi di nuovo silenzio. È devastante questo esser usata senza capire da chi o cosa si stia facendo, ma, nello stesso tempo, mi sento così eccitata da far paura! Improvvisamente qualcuno da dietro comincia a baciarmi su collo e nuca e, a scender giù lungo la schiena, facendo scorrere la lingua lungo la spina dorsale. È una sensazione incredibile e, nello stesso tempo, sento un’altra mano che, da davanti, mi accarezza la fica. In silenzio due dita grosse si insinuano all’interno delle mie labbra e vanno a masturbarmi velocemente. Sento che sto per venire ed avere un orgasmo e, quando inizio a tendere il corpo, pronto ad esplodere, le dita si fermano e mi lasciano sospesa, ad un attimo dal piacere.
«No! Non ti fermare! Voglio godere!»
Niente. Non una risposta, non un lamento, non un fremito, non un respiro, nulla! Sono sempre più sconvolta e poi, all’improvviso, sento quattro mani che mi afferrano e un grosso membro inizia a penetrarmi davanti, entrando in profondità. Lo sento che mi apre, mi dilata e nello stesso tempo, mi riempie la fica così bene da farmi impazzire! Spalanco la bocca per urlare, ma non ci riesco, perché una persona, da dietro, mi mette una mano proprio sulla bocca e, nello stesso tempo, sento un bel membro che mi penetra il buco del culo, con una spinta secca e decisa. Mi sento sfondare e, nello stesso tempo riempire tutta. Non ho mai avuto due maschi contemporaneamente e, anche se è entrato dentro di me in maniera brutale, quel misto di dolore piacere che ho sentito, mi ha provocato una sensazione incredibile. Mi sento piena, riempita davanti e dietro, incapace di poter dire o fare alcunché, mentre ora questi due, che sembrano esser perfettamente sincronizzati, mi sbattono in maniera pazzesca! Mi entrano insieme, escono insieme, e questo mi provoca un misto di piacere incredibile. Mi sento riempita e svuotata all’istante, per poi di nuovo riempita. Vengo. Ho un orgasmo devastante che mi sconvolge tutta. Il mio corpo trema, mentre la mia mente viene devastata da un orgasmo di un’intensità tale, che quasi svengo. Godo ed urlo con tutta la voce che ho in corpo, ma sembra che la cosa non abbia nessuna ripercussione sui due maschi, che ora mi sbattono sempre più velocemente, fin quando, all’improvviso, due ondate di calore, in maniera simultanea, riempiono i miei buchi. Mi sento l’intestino invaso da un’ondata di calore, che mi procura un orgasmo fortissimo, mentre la mia vagina riceve schizzi generosi, talmente forti che, ad ogni bordata, sento la crema colare fuori giù lungo le cosce, fino ad superare le ginocchia. È un orgasmo sconvolgente quello che sto provando. Non ho mai goduto così tanto in vita mia e, nello stesso tempo, non mi son mai sentita così indifesa, posseduta e usata, come in questo momento. Sto ancora tremando per il piacere provato, quando sento che i due maschi, simultaneamente, si sfilano da me e i miei buchi, ormai dilatati, rilasciano tutta la crema che vi è stata riversata dentro.
Subito due mani mi liberano le gambe e le catenelle dal soffitto si abbassano; senza dir nulla, riesco a liberarmi facilmente. Improvvisamente una luce mi indica la porta; raccolgo i vestiti e, questa volta, veramente barcollando, riesco a raggiungere la mia auto e torno a casa. Durante tutto il tragitto, ho sentito colare tutto e di più dai miei buchi più che dilatati e, quando raggiungo casa, vedo che la gonna è completamente lurida dei miei e della loro sbroda. Metto tutto a lavare, mi faccio una doccia, finito entro nel letto. Mi sento stanca, distrutta, ma, nello stesso tempo, infinitamente appagata, e così mi addormento. E’ l’alba quando le sapienti mani di mio marito, mi destano dal sonno e, mentre mi accarezzano fra le cosce, per un attimo, mi procurano un brivido di paura, perché son consapevole che potrebbe accorgersi che sono alquanto aperta. Invece non mi dice nulla, mi presenta solo il suo splendido membro da succhiare, cosa che faccio immediatamente, cercando il più possibile di portarlo all’orgasmo nella speranza che non mi penetri. È una vana speranza, perché lui, dopo un po’, mi sdraia sotto di sé e mi penetra con vigore. Lo sento entrare bene ed arrivarmi fino in fondo, anche se mi rendo conto di esser ancora aperta ed avere le labbra della fica gonfie e tumefatte, ma lui sembra non accorgersene, anzi ora mi pompa con un certo ritmo veloce; mi rilasso e provo subito un bell’orgasmo. Mentre sto godendo, lui mi abbraccia e mi gira di lato, mi stringe a sé e scorre con le mani lungo la mia schiena; questo mi procura uno strano brivido, perché ripenso a quella lingua che mi ha leccato lungo la spina dorsale, solo la sera prima. Sussulto quando sento il suo dito che va ad insinuarsi nel mio fiorellino anale, ancora indolenzito. Mi penetra parzialmente ed io cerco di rilassarmi, ma, nello stesso tempo, provo quel brivido di paura temendo di esser scoperta. La cosa lo eccita, perché mentre tiene metà del suo dito dentro il mio culetto, ora mi sbatte con colpi più forti e, improvvisamente, si svuota dentro di me. Anche in questo caso la sensazione di sentire il calore invadere la mia vagina, non può fare altro che farmi ricordare la sensazione provata la sera prima e ciò mi provoca un orgasmo ancor più forte. Lui si svuota dentro di me, poi mi bacia, mi sorride e mi guarda con occhi carichi d’amore, mentre io avverto una tremenda sensazione di colpa.
Restiamo ancora un po’ abbracciati, poi lui mi dice che dobbiamo uscire; questa sera avremo un ospite e vuole che io sia bellissima. Lo guardo un po’ stupita, perché non è sua abitudine invitare gente a casa ed i suoi rari amici, in genere, li incontra in qualche ristorante di lusso. Usciamo a metà mattinata e mi lascia in un centro estetico, perché vuole che abbia i capelli perfettamente a posto ed il corpo liscio e morbido. Sono ancora più stupita e incuriosita e, quando ritorno a casa, lo guardo cercando di capire cosa devo fare e lui mi dice di andar in camera e indossare ciò che trovo sul letto. Quando entro, trovo un mini abito che, a mala pena, mi arriva a metà coscia, della biancheria intima nera bellissima, calze autoreggenti e scarpe con un tacco proibitivo. Torno da lui, mostrandogli come mi sta ciò che ho trovato; lui mi guarda e, con un tono serio, mi dice che devo andarmi a preparare, perché tra poco arriva l’ospite. Lo guardo sconvolta, ma il suo tono deciso e il suo sguardo serio, mi impongono di aderire a quanto mi viene chiesto. Il tempo di indossare ciò che è stato preparato e, quando esco dalla camera, lui mi aspetta alla porta; un attimo dopo, mi benda con un foulard legato intorno agli occhi.
«Ma, amore…, mi spieghi cosa sta succedendo? Perché tutto questo mistero? Perché mi hai fatto vestire in maniera così succinta, se dobbiamo…»
Mi mette una mano davanti alla bocca e mi intima di star zitta. Mi aiuta a percorrere i pochi passi che mi portano nel salone e, subito dopo, mio marito mi ordina di inginocchiarmi. Incuriosita mi metto in ginocchio e, improvvisamente, sento le sue mani dietro di me e qualcosa di grosso e voluminoso, mi viene presentato davanti alla bocca. Cerco di reagire, ma lui mi regge la testa ben ferma e la sua voce mi sconvolge.
«Troia, apri la bocca! Che c’è non lo vuoi? Eppure l’altra settimana te lo sei leccato e goduto, tutto fino in fondo!»
Improvvisamente, mi toglie la benda e mi trovo davanti uno splendido membro, che sicuramente è quello che ho succhiato e leccato la prima volta, che entrai nella casa. Alzo gli occhi e vedo la faccia di Vittorio, che sorride.
«Mio caro amico, avevi ragione tu! Lo ha sicuramente riconosciuto, ma ha esitato a prenderlo in bocca, come avevi previsto tu!»
Mi giro e guardo mio marito, che ora ha tirato fuori il suo membro e me lo offre da succhiare insieme all’altro.
«Adesso, mia cara puttana, ce li lavori tutti e due per bene con la bocca; poi ti prenderemo di nuovo in doppia, come è successo ieri sera.»
Tremo e, nello stesso tempo, sento tra le mie cosce che mi sto bagnando in maniera incredibile. Non so a quale gioco sono stata sottoposta, ma l’unica cosa che so è che, da questo momento in poi, la mia vita diventerà qualcosa di assolutamente diverso dalla normale routine e decisamente più eccitante.

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