L’accordo

L’accordo

Avevamo parlato chiaro. Dovevo ubbidire e in cambio avrei avuto il permesso di godere. Ci accordiamo per la sera stessa. Mi presentai vestita per attrarre l’occhio del maschio di turno, e qualora questo si fosse trovato in coppia, sarebbe venuta fuori anche qualcosa per lei. L’accordo prevedeva che io avrei dovuto ammiccare per proseguire poi la serata a soddisfare i suoi desideri. Entrammo nel locale e ci guardammo intorno intanto che consumavamo una coca cola. Dopo un paio di minuti notammo sulla destra una coppia di amiche. Una più magrolina, l’altra decisamente più in carne. Una camicetta velata le copriva i seni, aveva le gambe accavallate che tracimavano da una bella minigonna in pelle. Stivali neri lucidi. Era perfetta. La indicai a Fabio, mi sembrava il suo tipo.
– credo che possa piacerti. Vorrei appagarti come meriti. Vado.
E mi diressi verso di lei, lasciando il mio maschio in attesa di risultati.
Mi avvicinai al tavolo e chiesi, per attaccare bottone, se conoscessero un locale in zona dove passare la serata perché quello in cui eravamo non ci sembrava molto “vivo”. Mi rispose la ragazza più magra, era sorridente e aveva una bella voce. Glielo feci notare e lei mi ringraziò. Mi disse che anche loro non erano della zona e che cercavano la stessa cosa. L’altra ragazza non aveva ancora detto nulla ma ci ascoltava attenta. Così osai e chiesi loro se gli andava di proseguire la serata con noi. Quindi ci presentammo.
– piacere Ivana
– piacere Ludovica
– piacere Sonia – disse lei, spostando le gambe nella direzione di Fabio.
-allora, va bene. Che serata sia. E proseguii:
– permettetemi di presentarvi il cavaliere della nostra serata allora.
Ludovica si voltò a guardarlo e l’espressione mi parve molto compiaciuta.
Ne fui contenta. Avevo visto bene e già immaginavo la bella sorpresa che avrei fatto al mio padrone con cui avevo un accordo ben preciso. Portarne una per il suo godimento. Era tutto quello che desideravo e non vedevo l’ora di accontentarlo.
Chiamai Fabio e lo invitai ad avvicinarsi.
Si presentò e la sua voce era di giubilo.
-allora, andiamo?
– ok. Destinazione avventura – disse Sonia.
Andammo verso l’auto. Io mi misi alla guida e Fabio accanto. Sonia e Ludovica salirono dietro, facendo battute simpatiche e ammiccanti sull’avventura che avevo prospettato poco prima.
In auto chiesi loro se avessero provato prima delle avventure di tipo piccante con una coppia e Ludovica ammise di no, ma non aveva nulla in contrario.
– devono essere esperienze piacevoli se tutti sono d’accordo.
– certo, Fabio sarà bravissimo, vedrete. Ho il dovere di appagare la sua voglia di piacere e non posso tirarmi indietro. Sono già molto eccitata per il fatto di aver avervi incontrate stasera.
Sonia parlava meno, ma vidi che allungò una mano attraverso il sedile giusto sul cazzo di Fabio.
Sì. Era esattamente così. Fabio ne fu estasiato.
-padrone – gli dissi mentre continuavo a guidare in cerca di un posto tranquillo. – ho eseguito bene il mio compito?
– sì cara, adesso cercherò solo di fare felici queste due belle ragazze che mi hai portato.
Trovai un parcheggio fuori mano, buio al punto giusto, lontano da molesti passanti. Mi fermai.
Sonia continuava di tanto in tanto ad armeggiare col cazzo di Fabio e presto era passata anche a stuzzicare Ludovica che anche se sembrava più timida, accettava volentieri le carezze di Sonia sul suo corpo.
– me le devi preparare tutte e due, lo sai, vero? Mi ordinò Fabio.
– non vedo l’ora amore mio e padrone.
– vieni dietro con noi? – disse Sonia
Mi sedetti dietro e cominciai a toccarle entrambe per tastare se erano bagnate al punto giusto per poter essere prese dal mio padrone.
Erano umide e calde. Dissi: – padrone prendile, ma andiamo fuori così c’è più spazio per fare quello che devi.
Scendemmo dall’auto, io mi avvicinai a Ludovica per rassicurarla e coinvolgerla. Fabio aveva scelto di prendere prima Sonia e se così voleva il mio padrone, così sarebbe stato. Lasciai un momento Ludovica e andai da Sonia. Le chiesi di mettersi a pecora perché presto avrebbe ricevuto un bel regalo. Fabio si strusciava intanto a Sonia e lei potè constatare le fattezze del cazzo del mio padrone. Emise un gridolino e capii che Fabio le stava massaggiando la fica. Mi piaceva molto tutto.
– è pronta! – esclamai.
– sono molto contenta di questa serata – disse Sonia. – ho decisamente bisogno di essere sbattuta un po’. Fabio ti aspetto.
Fabio si assicurò che Sonia sentisse tutto il desiderio di lui e tirò fuori il cazzo, porgendolo alla sua bocca. Sonia non aspettava altro. Prese a succhiarlo e baciarlo con devozione. Ludovica avvicinati dai. Fabio ha bisogno anche della tua bocca. Così furono presto in ginocchio davanti a lui, una a destra e una a sinistra. se lo passavano goduriose cercando di appagare come si doveva, il mio padrone. Sonia mi lasciò posto, per un po’. Lei passò alle palle. Ludovica chiese esplicitamente di essere inculata, io mi assicurai che avesse il buchetto morbido morbido. La piegai a 90.
– padrone è tutta pronta. Dagli il tuo bel cazzo e falla gridare come una porca.
Fabio la penetrò, prima piano, poi con più intensità fino alle palle. Ludovica gemeva di piacere e ne chiedeva ancora. Tirò fuori il cazzo e disse -adesso mi occupo anche di te, zoccoletta. Estrasse il cazzo che era duro come non mai, lo pulì per bene e Sonia lo prese in bocca all’istante.
Fabio lo muoveva, spingendolo fino alla gola. Stava godendo e ne ero felice.
– quando arriva il nettare dovete bere tutte e tre- ordinò e noi eravamo solo desiderose di ubbidire.
Passò un po’ alla figa di entrambe, ma solo appena appena per elevare al massimo il desiderio. Prima Sonia e poi Ludovica. Io ebbi voglia di baciare tutti e così feci. – posso succhiare, padrone? Ho voglia da paura.
– dai, vieni, succhia Troia.
– sì, sono la tua troia e mi piace farti godere.
Fabio era al momento massimo, stava per venire.
Ci mettemmo tutte e tre in ginocchio, con le bocche aperte in attesa di bere i flutti. Fabio venne e passo generosamente da ognuna di noi, lì inginocchiate con le nostre bocche affamate.
-che troie. Vi è piaciuto? Bevete, bevete fino all’ultima goccia. Eravamo appagate, ma più di tutti Fabio. Tre puttanelle solo per lui. Avevo rispettato gli accordi. Andava tutto bene.

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