Mia moglie usata dal mio capo – parte 4

Mia moglie usata dal mio capo – parte 4

Claudia aprì gli occhi verso le 9.00. Quella mattina quel porco del capo del marito le aveva fissato dal ginecologo la visita per la spirale. I giorni di fiera erano stati allucinanti. Non si era mai sentita così usata in vita sua, ma per non deprimersi aveva scelto di abbandonarsi alle sensazioni del sesso e quello l’aveva salvata. Si sentiva sporca ma anche esaltata al pensiero di aver sedotto e fatto godere così tanti uomini. Tra il capo di suo marito, il barista e vari clienti se ne era scopati almeno una dozzina.
In compenso era molto incazzata con suo marito per non aver fatto niente per tirarla fuori da quella situazione, e non riusciva più neanche a guardarlo in faccia.
Si alzò dal letto e si fece una doccia calda, poi si infilò il suo vestitino bianco a fiori, i sandali bianchi col tacco, si truccò, si sistemò i capelli e uscì.
Lo studio del ginecologo era in un palazzo del centro. Suonò e salì le scale. Venne ad aprirle la porta direttamente il medico. Era un uomo sulla cinquantina, atletico, coi capelli chiari e gli occhi castani. La fece accomodare subito nello studio con un gran sorriso, poi chiuse la porta e disse: “Mi scuso se ci sono solo io, ma oggi lo studio sarebbe chiuso. Ho aperto solo per lei perché Marco mi ha chiesto questo favore e glielo dovevo. Si tolga gli slip e si posizioni pure sul lettino. Claudia fece come le aveva detto il medico. Dopodiché lui si mise seduto su uno sgabello alla base del lettino, fra le gambe di Claudia, e le posizionò la spirale. L’operazione fu fastidiosa ma abbastanza rapida, nel giro di pochi minuti era tutto fatto. Al termine il ginecologo si alzò in piedi e disse: “Tutto fatto, spero di non averle causato troppo fastidio.” “No dottore, è andata bene”, risposi. Lui allora ribattè: “Ottimo allora, facciamo solo il collaudo e poi abbiamo finito.” Così dicendo si abbassò la lampo dei pantaloni ed estrasse un cazzo di dimensioni generose, già in tiro. Claudia disse sdegnata e esterrefatta: “Ma cosa sta facendo, lei è un porco, mi lasci andare!”. Il medico la squadrò divertito e rispose: “Io ho tre mesi di lista di attesa, perché crede che oggi abbia aperto solo per lei? Marco è stato chiaro, mi ha detto “fai quello che devi e poi scopatela come pagamento. Ha detto anche che saresti stata disponibile, ma se è un problema lo chiamo.” Claudia, spaventata da quello che sarebbe successo se il medico avesse chiamato Marco dicendo che lei si opponeva, decise di stare al gioco. Sentiva di non avere scelta. Gli sorrise e disse “no, nessun problema…”. Lui ricambiò il sorriso e cominciò a masturbarsi dicendo: “Adesso si ragiona”. Non si chiese il motivo del repentino cambio di atteggiamento di Claudia, non gli importava affatto. Il porco voleva solo scoparsela. Claudia sollevò un piede, incorniciato dalle unghie smaltate di rosso e dal sandalo bianco, lo appoggiò al fianco dell’uomo e lo tirò verso di sé, fissandolo negli occhi con desiderio. Con due dita della mano destra intanto si masturbava. Il medico si sbottonò e si tolse la camicia, quindi appoggiò il cazzo, duro e dritto, al buchino di Claudia. Massaggiandole le cosce, con movimenti lenti del bacino sfregò ripetutamente la cappella contro le grandi labbra per inumidirla con gli umori che colavano dalla figa. Infine, salì con le mani fino ai fianchi di Claudia, li afferrò, e lentamente la penetrò fino a che non fu tutto dentro di lei. Claudia cominciò a gemere e lui a pompare avanti e indietro ansimando. Claudia gli cingeva la vita con le gambe e aveva preso a seguire i movimenti che l’uomo le impartiva, tirandolo verso di sé ogni volta che lui spingeva in avanti, per aumentare la profondità degli affondi. Questo lo fece impazzire, e disse tra un gemito e l’altro: “mai stato con una femmina affamata di cazzo come te, sei fantastica”. Claudia, senza smettere il movimento, afferrò la testa dell’uomo e gli mise la lingua in bocca per baciarlo, poi gli leccò le labbra con fare lascivo. Dopo pochi minuti Claudia sentii il cazzo dell’uomo diventare durissimo e cominciare a pulsare nella sua figa, stava venendo. Sentire lo sperma caldo e abbondante che le inondava la figa amplificò il suo piacere, e venne insieme a lui, avvinghiata con le gambe ai suoi fianchi. Restarono così per circa trenta secondi, poi lui si riprese e uscì, osservando fiero il suo sperma che colava tra le gambe di mia moglie. Alzò gli occhi verso di lei e disse: “Non ho mai goduto così tanto, e sono stato con parecchie donne. Tu hai un dono speciale per il sesso. Devo assolutamente rivederti, ti prego, lasciami il tuo numero.” Lei rispose: ” Non posso, dovrai accontentarti di questa volta.” “Prendi tu il mio numero allora”, rispose lui allungandole il suo biglietto da visita, “e chiamami se hai bisogno di qualcosa. Sicuramente troveremo un punto di incontro”. Con un sorriso soddisfatto, prese poi il portafoglio e le passò quattrocento euro dicendo: “Questi sono per te come extra, te li sei meritati. Ti prego, richiamami, posso essere molto generoso.”

Claudia prese i soldi e gli sorrise. Nei giorni di fiera aveva dovuto abituarsi a essere trattata e a reagire come una puttana. Ed aveva imparato molto bene.
Fra tutte le “mance” che aveva ricevuto aveva raccolto circa quattromila euro. In tre giorni avevo fatto quanto io in due mesi.
Mise via i soldi nella borsetta, poi si sistemò il vestito, si avvicinò al medico, gli diede un bacio sulle labbra e si diresse verso la porta.

Io quella mattina ero arrivato al lavoro con circa quindici minuti di ritardo, avevo timbrato il cartellino e avevo cominciato a saldare.
Il mese passato ero rimasto parecchio indietro con le consegne, lo stress della situazione mi aveva impedito di produrre quanto dovevo. Quella mattina cercai di recuperare, ignaro che in quello stesso momento il ginecologo si stava scopando mia moglie.
Verso le undici arrivò il sig. Marco che mi chiamò nel suo ufficio. Mi fece sedere di fronte a lui e mi disse: “Ci sono novità. Dopo la fiera ho deciso di assumere tua moglie come mia segretaria personale, quindi da oggi lavorerà per me. Vieni Claudia!”. La porta dell’ufficio si aprì ed entrò mia moglie. Indossava il suo vestitino a fiori e i sandali bianchi, mi guardava con insofferenza, doveva essere molto arrabbiata con me. Si mise a sedere sulla sedia vuota accanto alla mia, di fronte al sig. Marco.
Lui si alzò, fece il giro della scrivania, appoggiò le mani sulle spalle di Claudia e poi si chinò a baciarla e ad annusarle il collo dicendo: “Che femmina”. Poi continuò: ” i compiti di tua moglie saranno di soddisfare ogni mio desiderio sessuale e di allietare i miei viaggi di lavoro, di agevolare la firma dei contratti e poi un altro specialissimo compito che ho ideato per aumentare la produttività… Ogni primo del mese selezionerò il dipendente che avrà prodotto di più nel mese precedente e quel fortunato si potrà scopare la tua zoccola. Cosa ne pensi non è geniale?”. Io avevo le lacrime agli occhi, ormai avevo capito che non saremmo mai usciti da quell’incubo. Ma la cosa che mi faceva più male era lo sguardo assente di Claudia, che ormai non provava più nessun moto di ribellione a sentire quelle cose.
Poi il capo mi disse: “Adesso torna giù a lavorare, mentre tua moglie mi fa un bel pompino.” Mi diressi in silenzio verso la porta mentre il sig. Marco si abbassa a la zip sistemabsosi trepidante sul divanetto e mia moglie si inginocchiava tra le sue gambe.
Intanto la voce che “quella gran figa di segretaria tuttofare” che il capo aveva assunto fosse mia moglie aveva già fatto il giro dell’officina. Tutti, tranne Luca, mi guardavano con aria di scherno. Il pomeriggio il sig. Marco si affacciò alla balconata con accanto mia moglie. Fece fermare le macchine e uscire gli impiegati dell’ufficio tecnico perché aveva un annuncio da fare. Poi disse: “Signori, il mese scorso avete prodotto bene, ma penso che possiate fare molto di più. Ho deciso di istituire un premio produzione. Chi produrrà di più nel mese, di qualunque reparto sia, il primo giorno del mese successivo avrà a disposizione mezza giornata, in orario di lavoro, per soddisfare i suoi istinti con la mia splendida segretaria.” Ci fu all’istante un’esaltazione generale. Molti si voltarono verso di me mimando l’atto dell’accoppiamento e ridendo. Il sig. Marco sorrise compiaciuto e finì: “Molto bene, e ora dateci dentro col lavoro se volete darci dentro anche con lei”.
La sera io e Claudia tornammo a casa separatamente. Lei arrivò dopo di me, accompagnata dal mio capo. Provai a dirle: “Claudia ascolta…”. Ma lei mi guardò con rabbia e disse: “Cosa stai facendo tu? Che cazzo stai facendo come uomo per tirarmi fuori da questa situazione?” Provai a ribattere ma mi fermó dicendo: “Lascia stare, non voglio sentire i soliti discorsi che hai le mani legate, che perderai il posto quando il tuo capo mi usa come la sua puttana… Solo io sto pagando, e sto cercando di farmelo piacere per non essere schiacciata”. Io ribattei deciso: “E secondo te io non sto soffrendo? Secondo te a me va bene vedere mia moglie scopata a piacimento da altri uomini? Non mi fa impazzire di gelosia?”. Lei con un mezzo ghigno disse secca: “Non lo so, ma visto che non fai niente probabilmente ti piace..e poi mi ricordo come settimana scorsa mentre facevamo l’amore ti eccitavi a parlarmi di Federico”. Non sapevo cosa rispondere. “Sì secondo me ti piace”, continuò lei beffarda. “Magari vorrai sapere i dettagli di come mi ha scopato il barista alla fiera… Quello sì che ci sapeva fare, pensa che gli ho anche lasciato il mio numero di telefono… o di come oggi il ginecologo mi ha scopato come una puttana e poi mi ha dato quattrocento euro…”.
Mi accorsi che involontariamente a sentire queste cose le mie mani erano scese e mi stavo toccando.
“Bravo toccati”, continuò lei, “perché d’ora in poi godrai solo così. “Il tuo capo mi ha detto che d’ora in poi mi dirà lui chi scopare, e ha precisato che tu non sei in lista.”
Quella sera Claudia mi fece dormire sul divano. E anche la sera dopo.
Il giorno seguente era il primo del mese. Il sig. Marco, alle 10 del mattino, si affacciò sull’officina insieme a Claudia e disse: “Signori, oggi è il giorno della premiazione”. Urla di approvazione dall’officina. Luca era dietro di me e guardandomi tristemente mi mise una mano sulla spalla per farmi sentire il suo supporto. Io ero a pezzi. Il capo continuò: “Ho il piacere di comunicarvi che questo mese il dipendente più produttivo, e che quindi si aggiudica il premio, è stato… Luca, reparto saldatura”. Non ci potevo credere. Mi voltai a guardare il mio amico. Aveva ancora la mano sulla mia spalla, la bocca aperta in una smorfia ebete, il suo sguardo passava da me al sig. Marco.
Il sig. Marco disse: “Forza Luca, non fare il timido, vieni su nel mio ufficio a riscuotere il premio.”
Luca a quel punto si riprese e mi disse: “Lorenzo aiutami, cosa devo fare? Non posso rifiutarmi di andare nel suo ufficio”.
“No, hai ragione” gli risposi “ma non per questo dovrai farti mia moglie. Sono certo che essendo mio amico e pensando alla mia situazione non ti si drizzerà”.
“Sì, credo anch’io. Ma vieni anche tu con me, voglio che veda che le cose andranno così, non voglio che poi ti raccontino balle. Ci tengo alla nostra amicizia.”
“Ok, andiamo allora.” , risposi.
Luca ed io salimmo insieme le scale verso l’ufficio del capo. Gli operai ci guardavano straniti, mentre il sig. Marco, che sapeva della nostra amicizia, ci osservava con un sorrisetto diabolico.
Entrammo e fece accomodare Luca sul divano e me su una sedia. Mia moglie era in piedi accanto a lui. Camicetta bianca slacciata fino a sotto il seno, niente reggiseno, minigonna nera, autoreggenti color carne e décolleté nere tacco 12.
Poi indicò Claudia e disse: “Allora Luca, pronto a riscuotere il premio? Te lo sei proprio meritato…”.
Luca rispose: “Grazie sig. Marco, sono felice di aver prodotto bene per l’azienda, ma Lorenzo è mio amico e non posso fargli questo”.
Il sig. Marco rispose ridendo: “Sciocchezze, sai quanti se la sono scopata questa troia”, e diede un sonora pacca sul culo a Claudia. Poi continuò: “Forza troia, fai il tuo lavoro”.
Claudia mi guardò negli occhi con aria di sfida, e mi sorrise. Poi fissò negli occhi Luca e cominciò a camminare lentamente verso di lui.
Gli si mise in piedi di fronte, sorridendogli. Lui era seduto e la guardava intimorito. Lei si accovacciò davanti a lui, gli slacciò le scarpe da lavoro e gliele sfilò, poi gli tolse le calze massaggiandogli i piedi con le mani e guardandolo con occhi maliziosi. Allungò le braccia fino ai fianchi di Luca, glieli sfiorò con le mani facendo scorrere le lunghe unghie smaltate di rosso sulla maglietta, poi gli slacciò la cintura. Gli sfilò i pantaloni, seguiti dalla maglietta. Luca mi guardava disperato, come a dirmi: “Cosa posso fare? Sto cercando di resistere, ma guarda quanto è figa…”. Era rimasto solo in boxer e davanti si vedeva già un discreto rigonfiamento. Claudia guardò ridendo la mia espressione desolata, poi tornò a guardare Luca sorridendogli con malizia. Gli afferrò l’elastico dei boxer e glieli abbassò, rivelando un cazzo di dimensioni importanti, non come quello di Federico ma sicuramente più grosso del mio, già mezzo in tiro.
“Avevi detto a mio marito che non ti sarebbe mai venuto duro pensando alla vostra amicizia, vero?” disse mia moglie a Luca, divertita. “Credo che tu mi abbia sottovalutata” continuò, e così dicendo si alzò, si avvicinò col bacino al viso dell’uomo, si tirò su la gonna e scoprì il bordo delle autoreggenti. Non portava le mutandine. Cominciò a masturbarsi a venti centimetri dal volto di Luca, infilandosi dentro prima due dita, poi tre. La figa era completamente depilata e lucida di umori. Luca non ce la faceva più, stava cercando di resistere per rispetto a me ma aveva davanti al viso la figa profumata di sesso e gocciolante di umori di Claudia; il cazzo gli si sollevò e nel giro di venti secondi gli diventò durissimo.
Io non potei fare a meno di cominciare a toccarmi attraverso i pantaloni, il mio capo aveva già tirato fuori il cazzo e si stava masturbando sorridendo. Mi disse: “Il tuo amico ha lavorato sodo questo mese, se lo merita proprio di scoparsi tua moglie…” . Chiara poi, sorridendomi, avvicinò la bocca all’orecchio di Luca e gli sussurrò: “Il sig. Marco ha ragione, sei stato bravo, goditi il tuo premio senza rimorsi. Fai vedere a quel cornutello del tuo amico come un vero uomo fa godere sua moglie. Ah, e sappi che ce l’hai anche più grosso di lui…” Così dicendo, leccò le labbra di Luca, chiuse in un ultimo disperato tentativo di resistere, si allargò le grandi labbra con le dita e si impalò sul cazzo del mio amico.
Luca emise un profondo gemito di piacere a sentire la figa bagnata di Claudia scivolare sul suo cazzo duro. Claudia si appoggiò alle sue spalle e cominciò a muoversi su e giù a ritmo, ansimando, Luca aveva chiuso gli occhi, probabilmente imbarazzato dal fatto che sentiva il mio sguardo su di sé.
A un certo punto riaprì gli occhi, mi guardò desolato e disse: “Perdonami Lorenzo, ricordati che ho provato a resistere finché ho potuto…”. Dopodiché con le mani che fin ora quel momento erano state appoggiate al divano afferrò il culo nudo di mia moglie e le disse: “Alzati che ti voglio scopare da dietro”. Mia moglie si sollevò, si tolse la gonna e si inginocchiò sul divano a fianco a lui, a gambe larghe. Luca si posizionò dietro di lei, le puntò il cazzo contro la fighetta fradicia e dopo averla afferrata per i fianchi la tirò a sé infilandoglielo dentro fino alle palle. Il cazzo lucido entrava e usciva, a Luca si leggeva sul volto un’espressione di godimento senza precedenti.
Claudia cominciò a gemere più forte e a tremare. Luca le disse: “Brava troia, così, vieni sul mio cazzo” continuando a pompare senza tregua. Mia moglie venne urlando in un orgasmo potentissimo. Dall’ufficio tecnico accanto si sentirono grandi risate. Batterono sul muro divisorio e qualcuno urlò: “Luca sei un grande!”. Luca poi tirò la schiena di mia moglie a contatto con il suo addome, facendola sollevare e le tolse la camicetta. Afferrò da dietro i grossi seni con le mani a coppa e ricominciò a pompare con movimenti decisi del bacino. Erano in piedi, uno contro l’altro. Claudia voltò la testa e gli porse la bocca aperta per un lungo bacio mentre Luca continuava a scoparsela.
A un certo punto Luca si sdraiò sul divano e disse a Claudia di montargli sopra a pancia in giù. Claudia si sdraiò su di lui appoggiando le grosse tette al suo petto, sorridendogli eccitata. Ormai indossava solo le autoreggenti color carne e i sandali col tacco. La figa e l’interno coscia erano luccicanti di umori. Luca aveva perso ogni remora nei miei confronti. Prese il cazzo duro e glielo reinfilò dentro. Poi rivolto al sig. Marco: “Grazie capo per il premio, mi impegnerò per vincerlo anche il mese prossimo. Ma visto che lo ha in tiro, perché non viene qui che ce la scopiamo in doppia ‘sta zoccola?”.
Il sig. Marco mi guardò con un ghigno divertito mentre continuava a masturbarsi. Poi si alzò e andò a posizionarsi dietro al culo di Claudia. Luca fermò un attimo gli affondi, afferrò con entrambe le mani le chiappe di mia moglie e le allargò. Il mio capo allora sputò sulla cappella, la appoggiò al buco del culo di Claudia e gliela spinse dentro. Poi afferrandola per il bacino, le infilò il resto dell’asta. Luca, ansimando di piacere, ricominciò le spinte mentre limonava con Claudia, e da dietro il sig. Marco spingeva anche lui.
Stavo guardando mia moglie scopata a sandwich dal mio migliore amico e dal mio capo, ma mi accorsi che oltre alla gelosia ero fortemente eccitato. Mi tirai fuori dai pantaloni il cazzo duro e cominciai a segarmi. Luca mi vide, fece segno anche agli altri di guardarmi e scoppiarono tutti e tre a ridere. “Bravo cornuto, vieniti in mano mentre noi riempiamo tua moglie” disse Luca.
Continuarono a scoparla ancora qualche minuto, poi Claudia gemette forte, si sdraiò su Luca e cominciò a sussultare sotto le onde dell’orgasmo. Luca, sentendo la vagina fradicia della mia donna fremere sul suo cazzo, non riuscì più a resistere, la penetrò più in profondità che poteva e le riempì la figa con abbondanti fiotti di sperma. Anche il mio capo, a sentire gli altri due venire, si lasciò andare e le venne nel culo, piantato fino alle palle. Poi i tre, stanchi, sudati e soddisfatti, si accasciarono uno sull’altro.
Quando si ripresero e uscirono da Claudia, un fiume di sperma colò fuori dai suoi buchi. Mentre si rivestivano il sig. Marco disse: “E bravo il nostro Luca che tiene al benessere del suo capo. Ho deciso di darti la giornata libera oggi, goditela con la moglie di Lorenzo”. Luca fece un gesto di esaltazione, poi si avvicinò a Claudia e le cinse la vita con il braccio. Claudia gli sorrise, gli mise una mano sul pacco e lo baciò. Poi entrambi mi guardarono con aria di scherno. “E tu torna al lavoro”, mi disse il capo, “oggi dovrai fare parecchi straordinari per coprire anche il lavoro di Luca mentre lui si fotte tua moglie”. Io risposi sottomesso: “Certo sig. Marco”, mi ricomposi e tornai in officina.

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