Giuliana e Stefano

Giuliana e Stefano

“Sai che mi piace il cazzo e che il tuo non mi basta, quindi perché rompi.”
Non so quante volte avevo sentito quelle parole, da parte di quella che doveva essere la mia ragazza, ma che ben sapevo aveva una vita sessuale ben più attiva della mia.
Anche se Giuliana non m’aveva mai fatto cornuto facendolo sapere ad altri, andando col suo amante quasi di nascosto proprio per non farsi vedere, il saperla con un altro era qualcosa che mi faceva uscire di testa, non tanto per gelosia quanto per rabbia. Pur sapendo i miei limiti a letto, non tanto per le dimensioni del mio pene che definirei medie, quanto per la durata non certo da film porno, e che quell’altro mi era superiore in tutti i sensi, non capivo perché per lei il sesso era così importante, nonostante mi dicesse tutti i giorni d’amarmi.
Non mi sentivo neanche come una carta di credito buona sola per pagarli i conti, visto che anche lei aveva un buon lavoro e oltretutto i suoi erano molto più che benestanti, tanto che a volte era lei a pagare una cena, o a farmi un regalo senza che ci fosse qualche occasione particolare.
Non poteva neppure dire nulla sul suo aspetto, iniziando dal fatto che era più alta di me già senza tacchi, ma che amasse indossarli praticamente sempre, rendendomi così ancora più basso. Il suo fisico era quanto di più normale ci potesse essere, con quelle gambe lunghe il giusto e che lei amava mettere in mostra indossando sempre gonne corte, e pantaloni oltre l’attillato, un seno forse piccolo ma ben fatto, e quel viso da cerbiatta per il quale avevo perso la testa non appena l’avevo visto.
La nostra vita era quella di due normali fidanzati di buona famiglia, se non fosse per quelle sue uscite da sola, anzi in compagnia di quel Mark, del quale sapevo ben poco, se non che fosse un addetto alla sicurezza dell’ambasciata americana, e che ovviamente era un vero stallone da monta.
A lui si concedeva a trecentosessanta gradi, concedendogli anche quel sedere per il quale io sbavavo, e che a me lasciava solo leccare, come a farmi capire ancor di più la mia inadeguatezza come maschio alfa.

Nonostante tutto ciò ero felice perché l’amavo con tutto me stesso, e cercavo di non pensare a lei quando era con quell’altro.
Tutto precipitò una sera come tante altre, quando a casa mia non solo mi confessò che quella precedente era stata con Mark, ma mi descrisse con tutti i particolari quello che avevano fatto nei bagni del locale.
“Sai stavamo ballando un lento, e lui mi faceva sentire il suo pacco bello gonfio stringendomi sempre di più a sé, così eccitati al massimo siamo andati in un bagno, dove ha iniziato a sbattermi piegata contro il muro. Solo che dopo un po’ ero tanto bagnata che il suo gran cazzo quasi ci sguazzava nella fica, così senza dirmi niente me l’ha messo secco nel culo. Per fortuna la musica era alta così nessuno m’ha sentita urlare prima dal dolore e poi dal piacere, perché è chiaro che un cazzo come il suo ti manda in paradiso. Alla fine per non fare un casino mi sono seduta sul cesso e gli ho fatto un pompino coll’ingoio, come quelli che piacciono tanto a te, per poi uscire senza che ci vedesse nessuno.”
“Ma lo sai che sei una gran troia !” le dissi disgustato ma anche in uno stato di forte eccitazione.
“Sì come so che sono bagnata, quindi scendi dal divano e leccami la fica, che poi è l’unica cosa che sai fare bene.”
Ubbidii perché speravo che dopo l’avrei avuta anch’io, ma lei invece si fece portare all’orgasmo per finire col farmi una mezza sega, che mi fece venire quasi subito.
“Stefano io ti voglio bene, però ammettilo come maschio vali poco, e io ho il diritto di godere come si deve.” mi disse prima d’andarsene lasciandomi solo a guardare qualche filmato porno, dove c’era sempre qualche ragazzo molto più dotato di me che scopava senza sosta una o più donne.
Ne trovai uno dove una ragazza che assomigliava un po’ a Giuliana veniva quasi sottomessa da un ragazzo di colore davanti a quello che recitava la parte del cornuto. Iniziai a masturbarmi pensando a noi due in una situazione del genere, arrivando all’orgasmo quando lo stallone sodomizzava la ragazza sdraiata sopra il ‘suo ragazzo’, che non poteva far nulla se non guardare.

La confessione di quel veloce rapporto avuto in un bagno scatenò in me i più diversi sentimenti, per la prima volta ero geloso di Giuliana, ma allo stesso tempo curioso di vederla con quel ragazzo del quale sapevo solo il nome e le misure del suo pene. Pensai anche di lasciarla, ma poi mi bastò vederla in uno di quei suoi abitini corti per tornare a più miti consigli, finendo col farle un regalo costoso per paura di perderla.
Giuliana però vide il mio cambiamento, così una sera che stavamo vedendo insieme la nostra serie preferita, lanciò la trappola nella quale non potevo che cadere.
“Senti Stefano, ma ti dà fastidio quando ti parlo del sesso con Mark ?” mi chiese come se fosse la cosa più naturale del mondo.
“No anzi trovo che sei sincera.” le risposi sperando che mi raccontasse qualche suo nuovo rapporto.
“Perché secondo me non ti rendi conto di quanto sei inadeguato non avendo un vero riferimento. Perché va bene che chissà quante seghe ti fai guardando i porno, ma quella è finzione mentre io scopo sul serio.”
Il discorso andò avanti per un po’, sino a quando non le dissi che avrebbe potuto portare Mark anche a casa mia, che non m’avrebbe fatto né caldo né freddo vederla con lui, tanto sapevo già cosa avrebbero fatto.
Lei non disse più nulla, e una vola finita la puntata mi diede un casto bacio sulla fronte per poi andare via, lasciandomi con ancora più dubbi del solito.

Giuliana volle però farmi cuocere per bene nel mio stesso brodo, così fece passare poco più d’una settimana prima di uccidere di fatto la mia, seppur poca, autostima.
Quella sera non solo si presentò a casa mia con un miniabito al limite della decenza, che aveva coperto per strada con un lungo spolverino, finito però sotto il suo braccio prima che suonasse al campanello, ma soprattutto con Mark dietro di lei.
Fui sconvolto nel vederlo non solo perché era alto almeno venti centimetri più di me, con due spalle che sembravano non finissero mai, ma era di colore con una faccia che tutto esprimeva tranne che intelligenza.
“Stefano lui è Mark, però ti prego di parlargli piano perché non è che capisca bene l’italiano.” mi disse Giuliano dandomi un bacio sulla guancia.
Rimasi di sasso mentre lui mi stringeva sghignazzando la mano, per poi entrare in casa con una mano ben fissa sul sedere di Giuliana.
“Fate come se fosse casa vostra.” dissi loro cercando di sembrare distaccato, mentre in realtà non sapevo cosa fare.
Fu Giuliana a chiarire subito quale sarebbe stato il mio ruolo quella sera, e lo fece usando tutto il potere che aveva su di me, trattandomi come una pezza da piedi.
“Ora ti spiego cosa dovrai fare se vuoi che restiamo, ma soprattutto se non vuoi che ti sputtani dicendo a tutti che sei un mezzo uomo. Adesso ti vai a sedere sul divano e mi raccomando non tirare fuori il tuo cazzetto, altrimenti mi metto a ridere sino a domani, Non farai nulla se non te lo chiedo io, ma stai tranquillo che non sarà nulla di più umiliante del vedermi con un vero maschio. Alla fine se vorrai ti farò una sega o un pompino in base a quanto sarai stato bravo mentre lui mi scopa, sono stata abbastanza chiara o devo ripetere qualcosa.”
“Chiarissima.” risposi a testa bassa credendo di non poter scendere più in basso in quanto a umiliazioni.
Così mentre io sconfitto come maschio m’andavo a sedere sul divano, lei si girò verso Mark per baciarlo, lasciando che lui le palpasse in modo evidente il sedere, sino a scoprirglielo completamente visto che sotto non indossava alcun tipo di mutandine. Senza mai staccare la bocca dalla sua, gli aprì i pantaloni per tiragli fuori una mazza che avevo visto solo nei porno per quanto era grossa, nonostante fosse ancora floscia. Quasi tenendolo per quella proboscide Giuliana portò Mark a sedersi sulla poltrona, per poi inginocchiarsi fra le sue gambe ed iniziare a leccargli la mazza.
“Vedi amore questo è un cazzo in grado di far godere una donna.” mi disse senza però badare a me “Perché con te mi sento una vera signora, in tutti quei posti eleganti dove andiamo e tu fai la tua bella figura con una come me al tuo fianco. A letto però voglio sentirmi una troia da scopare, e qui educazione e classe non contano nulla, ma solo le dimensioni del cazzo, e uno come questo è proprio quello che ci vuole.”
Dalla mia posizione la vidi aprire la bocca per prendere fra le labbra più di metà di quella mazza, con Mark che non faceva nulla, se non guardarmi ogni tanto con malcelato disprezzo. Anche se sentivo il pene come esplodermi nei pantaloni non osai neanche sfiorarlo, non tanto per paura che Giuliana mantenesse la sua parola andandosene con lo stallone, quanto che me l’avrebbe tirato fuori per poi paragonarlo a quello di Mark.
Così rimasi immobile anche quando lei si tolse l’oramai inutile vestito, per poi tornare fra le gambe dell’americano, il tutto in uno stato di quasi trance, sino a quando non decise di umiliarmi ancora di più.
“Sdraiati che ho voglia di scopare.” mi disse perentoria.
Non feci quasi in tempo ad eseguire il suo ordine, che lei si mise a cavalcioni sopra di me, e subito dopo Mark la prese infilandole la mazza dentro, con la stessa facilità con la quale uno spiedino di ferro entra nella carne.
Giuliana iniziò a riempirmi di baci, ma era chiaro che lo faceva solo per prendermi in giro, dato che gemeva in preda al piacere.
“Stefano sei contento di vedermi godere ?” mi chiese all’improvviso.
“Sì amore, sei bellissima in questo momento.” le risposi sperando d’intenerirla per non esser umiliato ancora di più.
“Allora fammi sdraiare su di te, così mi vedi meglio.”
Mark fece un passo indietro per permetterle di girarsi, e quindi mettersi su di me, e fui costretto a prenderle le caviglie in modo da tenerle spalancate le gambe. L’americano riprese quindi a scoparla quasi ridendomi in faccia, mentre lei cercava la mia bocca, più per pietà che altro. Mi resi conto che a quel punto io sarei già venuto, mentre Mark sembrava fresco come una rosa, e quasi mi misi a piangere per lo sconforto, non sapendo che il peggio per me doveva ancora arrivare.
“Amore lo sai perché a te non ho mai dato il culo ?” mi domandò guardandomi in faccia.
“No non lo so.”
“Perché davanti posso godere anche con un cazzetto come il tuo, ma dietro ne voglio solo uno grosso, però se vuoi Mark ti fa vedere come godo con lui, in fondo basta che glielo chiedi.”
“Capii che dovevo umiliarmi ancora di più di quanto non avessi già fatto, ma del resto quello era il prezzo da pagare per aver voluto vederla con un altro, così feci un lungo respiro prima di aprire bocca.
“Mark per piacere vorresti metterlo nel culo alla mia ragazza, e farla godere come piace a lei.” dissi tutto d’un fiato, quasi fosse meno doloroso chiederlo in quel modo.
“Certo cornuto, adesso ti faccio vedere com’è troia la tua ragazza.” mi rispose ridendo “E tu apritelo bene se vuoi che lo sfondi per bene.” disse poi a Giuliana che s’allargo subito il buchetto con le dita.
Dentro di me pensai che la loro era solo una sceneggiata, e che una donna non potesse prendere dietro tutta quella nerchia, se non un po’ alla volta, ma come al solito mi sbagliavo.
Mark infatti dopo averle messo dentro l’ano la cappella, le infilò quasi due terzi della sua mazza con una prima spinta, per finire di sodomizzarla alla quarta.
Giuliana urlò come non credevo fosse possibile fare, ma fu giusto un attimo prima di riprendere a godere ancor più di prima, lasciandomi basito davanti a tanta perversione.
“Sii rompimi tutta ! Fammi godere ancora e ancora ! Fai vedere a questo mezzo cazzo come si scopa una donna, voglio essere la tua troia sino in fondo.”
Mentre lei continuava a dire oscenità, lui la fotteva sempre più forte, arrivandole a metterle un paio di dita dentro la passera, quasi quel bastone nel retto non bastasse a soddisfare le sue voglie.
Una parte di me non aspettava altro che finissero, mentre un’altra era quasi estasiato da tanta mascolinità, pur sapendo che era di un tale livello che io non avrei mai potuto raggiungere.
Alla fine vennero quasi insieme e lui le schizzò il suo orgasmo sulla bocca, che Giuliana teneva aperta per poterne bere il più possibile, quasi fosse un liquido prezioso.
“Ora veniamo a te, in piedi che meriti il tuo premio.” mi disse alzandosi col viso ancora sporco dello sperma di Mark.
Quale ultima umiliazione della serata mi tirò giù i pantaloni, ma invece di tirarmi fuori il membro, mi segò senza farlo uscire dai boxer, facendomi venire dopo neanche un minuto senza sporcarsi neanche la mano.
“Adesso hai capito perché hai le corna ?” mi chiese ridacchiando.
“Sì.” le risposi sperando solo che andassero via il più presto possibile.
Lei comprese il mio stato, e forse per pietà si rivestì insieme a Mark per poi uscire da casa mia dicendomi che m’avrebbe chiamata il giorno seguente.
Da quella sera sono sempre il suo ragazzo, tanto che adesso parla anche di matrimonio, ma a letto va solo con quelli come Mark.

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(quelli volgari saranno subito cestinati)

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
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