Valeria Banghi – cap 6

Valeria Banghi – cap 6

Quando rividi Rachele Gotti era una donna molto diversa da quella del nostro primo incontro, durante il quale mi ero divertita a schiavizzarla davanti a quel gran cornuto del marito Bruno.
La donna che mi aveva dato appuntamento era molto curata nell’aspetto, a differenza di quella precedente che era a dir poco sciatta, con un trucco e parrucco d’alto livello, neanche fosse uscita da poco da un centro di bellezza.
Ci salutammo come due vecchie amiche prima di ordinare due drinks, e una volta arrivate le ordinazioni, fu lei ad iniziare il discorso.
“Valeria ti ho chiesto di vederci perché solo tu conosci la situazione che c’è fra me e Bruno, e fra l’altro ti sei dimostrata una persona più che seria non avendo mai detto a nessuno di questo nostro piccolo segreto.”
“In realtà c’è un’altra persona che ne è a conoscenza.” le dissi interrompendola per un attimo “Ma stai tranquilla che si farà sempre i fatti suoi.”
“Bene devi sapere che oramai il rapporto fra mio marito e me sta degenerando, volendo lui da me cose che non ho la minima intenzione di fare, compreso fare la prostituta solo per fargli vedere com’è farsi scopare per denaro.”
Il suo divenne un racconto delle peggiori perversioni di un cornuto, con partecipazione ad orge, dove lei sarebbe stata l’unica donna, o penetrazioni estreme con falli giganti.
“Tu capisci che una cosa è giocare così per divertimento, un’altra è andare dietro a tutte queste porcate che non mi sento di fare.”
“Hai perfettamente ragione.” le risposi poggiandole una mano sulla tua “Se non te la senti, o non vuoi per qualunque altro motivo, non gli andare dietro, a costo di mandarlo a quel paese.”
Le mie parole ebbero l’effetto di rassicurarla, ma soprattutto di farle dire ciò che voleva, senza più alcun tabù.
“Vedi c’è un’altra cosa di cui vorrei parlarti, con te ho fatto del sesso fantastico anche se all’inizio mi hai usata come una puttana, ma faceva parte del gioco e l’ho accettato volentieri, però poi non ho più rivisto quel tuo amico col quale ci avete teso la trappola nella quale siamo caduti come due polli.”
L’amico in questione era Flavio, un giovane agente immobiliare dal tipico aspetto mediterraneo con tanto di riccioli in testa, dotato di un pezzo d’artiglieria di notevole calibro.
“Se vuoi posso organizzare una cosa a tre.” le proposi ben sapendo che non aspettava altro “Però sia chiaro il coglione non lo voglio fra i piedi, anzi che stia sotto casa in macchina ad aspettare da bravo cornuto.”
Poco ci mancò che Rachele mi abbracciasse travolgendo il tavolino che era fra noi, e una volta tornata la calma finimmo di bere, per poi prometterci di risentirci il prima possibile.
Chiamai subito Flavio, il quale però era fuori città per lavoro, senza però dirgli nulla della presenza di Rachele.
“Torno venerdì pomeriggio, quindi per la sera sono disponibile, anche se per te lo sarei sempre.” mi disse ridacchiando come sua abitudine.
“Va bene però puntuale alle nove, non un minuto prima perché voglio farti una sorpresa.”
Subito dopo sentii Rachele dicendole di venire da me alle otto e mezza, in modo d’avere tutto il tempo di preparare la serata.

La donna arrivò in perfetto orario, accompagnata dal marito che però come da mie disposizioni, rimase ad aspettare in macchina, in attesa che decidessi cosa fare di lui.
Dopo esserci salutate con dei calorosi baci in bocca, la portai in camera mia dove le avevo preparato un ‘vestito’ a dir poco osceno, che non solo era tanto corto da non coprire completamente il sedere, ma aveva una scollatura così ampia che era impossibile non far vedere il seno.
“Spogliati del tutto e metti solo questo.” le dissi facendole vedere il vestito sul letto “Poi aspetteremo Flavio, ma non voglio che ti veda quando arriva, anche perché non sa che sei qui.”
Spiegai a Rachele la mia idea, e lei ne fu entusiasta, tanto che si cambiò in pochissimo tempo, quasi fosse in ansia per l’arrivo di quell’uomo.
Anche Flavio arrivò puntuale, e anche lui mi diede un bel bacio in bocca senza neanche esser entrato in casa, per poi esser portato in salotto dove suonava una suadente musica d’atmosfera.
“Allora Valeria qual è questa sorpresa, e non dirmi d’indovinare perché con te è impossibile.” mi disse mostrando ben più che una certa curiosità.
“Aspetta e vedrai intanto accomodati pure sul divano grande, il resto verrà da se.” gli risposi per poi sedermi vicino a lui.
A quel punto non feci altro che battere con forza un paio di volte le mani, e Rachele uscì dalla mia camera muovendosi in modo sinuoso, ma soprattutto facendo risalire il vestito già corto di suo.
All’inizio Flavio non disse nulla, ma quando la donna si mise praticamente nuda molto vicino a noi, non poté che allungare una mano per toccarle il sedere.
“Ma questa non è la donna che mi avevi fatto abbordare per poi farti davanti al marito ?” mi chiese all’improvviso.
“Sì e se t’interessa, il cornuto è giù in macchina che l’aspetta.” gli risposi allungando anch’io una mano per palpare il fondoschiena di Rachele “Sai avevo pensato di rimandargliela col culo pieno di sborra, giusto per ricordargli che razza di troia ha sposato. Ah quasi dimenticavo, è stata lei ha chiedere di te, credo che gli sia rimasta la voglia di cazzo dall’altra volta.”
Con Flavio partì quasi una gara a chi insultava di più quella strana coppia, toccando o baciando l’intimità di Rachele che iniziava a bagnarsi. Quando la donna si girò il vestito era oramai diventato una presenta più virtuale che altro, essendo arrivato ai fianchi, mentre il seno era del tutto scoperto.
“Spogliati e vieni qui fra noi.” ordinai a Rachele che ubbidì prontamente, sedendosi al centro del divano con le gambe fin troppo aperte.
Flavio ed io iniziammo a baciarla su tutto il corpo, toccandola nei punti più sensibili, ma senza mai arrivare alla passera, facendo sì che si eccitasse sino a quando non si piegò su di lui, per tirargli fuori il membro e prenderlo in bocca.
“Ma guarda questa spudorata !” esclamai divertita “Sembra che non veda un bel cazzo da chissà quanto tempo, quando magari ha finito di farsi scopare qualche ora fa. Però se vuoi la mazza ti accontento anch’io, e stai tranquilla che stasera uscirai di qui sfondata come una troia.”
Mi alzai in piedi mi tolsi prima la camicetta, e poi la gonna sotto la quale svettava uno strap-on che mi ero fissata in vita prima dell’arrivo di Rachele, e che ora era a fin troppo vicino alla sua faccia per non farglielo leccare.
Anche Flavio si alzò per togliersi qualche indumento, ma soprattutto per far sì che la donna si trovasse fra noi.
“Brava succhiaci i cazzi che poi te li mettiamo tutte e due nel culo, e non è detto che non sia insieme.” gli disse l’uomo per umiliarla.
Rachele però non voleva altro che essere usata come un semplice giocattolo sessuale, senza che le fosse fatta alcuna violenza perché non era masochista, e provando un immenso piacere nel fare la puttana della situazione.
“Hai ragione amico mio.” gli risposi volendo fare anch’io la mia parte “E del resto s’è sposata un mezzo impotente che la fa scopare da chiunque gli passi sotto mano. Fosse per me non gli farei neanche fare una sega mentre gli mette le corna, così impara a fare il guardone.”
Quel gioco di ruolo andò avanti sino a quando Flavio non tornò sul divano, per poi farsi montare dalla donna, ovviamente usando l’entrata posteriore. Rachele non ebbe nessun problema a sodomizzarsi da sola, anzi non doveva aspettare altro visto che quando le toccai la passera questa era madida d’umori.
“Ma guarda la puttanazza !” esclamai divertita “Ha un lago fra le gambe e abbiamo appena iniziato ! Adesso mi spoglio e poi ti rompo il culo anch’io.”
Mi tolsi quel poco che mi era rimasto, e subito dopo feci mettere Rachele carponi sul divano per poter dar seguito alle mie minacce.
“Chiudile la bocca col cazzo.” dissi a Flavio che si stava divertendo come un matto “Non voglio sentire un gemito mentre le apro il culo, sempre che sia ancora possibile farlo dopo tutti i cazzi che ha preso.”
Ovviamente mi guardai bene dal farle del male, ma le infilai il fallo dello strap-on con tutta calma, dandole però alcune pacche sulle chiappe giusto per fare un po’ di scena. Coll’unico uomo presente, iniziammo a scambiarci le posizioni senza mai smettere di sodomizzare la donna, che oramai gemeva senza sosta in preda al piacere.
“Basta vi voglio tutti e due insieme !” quasi urlò Rachele “Ho la fica in fiamme e voglio del cazzo anche li.”
“Vienitelo a prendere.” gli rispose Flavio sedendosi vicino a lei.
La moglie del cornuto con un balzo felino gli fu sopra in un attimo, ed in un altro la mazza dell’uomo finì nella sua passera, facendole avere quasi l’orgasmo per quanto era eccitata.
A quel punto non mi rimase che spostarmi quel tanto che basta per penetrarla anch’io, mettendola in mezzo a due nerchie, di una vera e l’altra finta, che le fecero perdere ogni lume della ragione.
Non essendo abituata ad esser io quella che scopa, feci non poca fatica a stare dietro a quella donna che non stava ferma neanche a legarla. Il suo era un continuo incitarci a sbatterla con sempre più forza, senza capire che eravamo già arrivati entrambi al nostro limite. Anche quando lei ci fece scambiare i posti, in realtà cambio poco o nulla, se non che Flavio oltre a fotterla come una cagna, la picchiava sulle natiche quasi volesse punirla per esser così puttana.
Alla fine l’uomo le si parò davanti per venirle in bocca, ma tenendola schiacciata contro di se in modo che lei non perdesse neanche una goccia del suo seme, per poi buttarsi sul letto aspettando di tornare in forza per una seconda ripresa.
A quel punto mi tolsi lo strap-on, e una volta sistemata a carponi, ordinai a Rachele di leccarmi il sedere, cosa che lei fece senza perdere un solo secondo. La donna si dedicò quasi con devozione, non solo al mio buchetto, ma anche alla mia passera, anche se questa ebbe più le cure delle sue dita che della lingua, ma non per questo fu poco piacevole.
“Inizia a riempirle la fica con questo.” disse Flavio a Rachele dandole il fallo dello strap-on, per poi mettersi davanti a me, con la mazza ancora floscia che gli pendeva fra le gambe.
Senza che ci fosse bisogno di dirmi nulla, presi quel bastone di carne e me lo portai alle labbra, per poterlo omaggiare con piccole leccate e baci soprattutto sulla cappella, mentre l’altra donna mi scopava con insolita lentezza.
Quando la nerchia raggiunse la giusta durezza, spinsi Flavio sul letto per poterci poi salire sopra a cavalcioni, e far sparire tanta grazia dentro la mia passera.
“Rimonta quel cazzo finto e poi scopala.” disse quindi l’uomo a Rachele che era rimasta col fallo in mano “Non vorrai che la nostra Valeria rimanga col culo vuoto.”
La donna impiegò ben poco a rimettere il fallo dentro l’imbragatura, sputarci sopra diverse volte, e quindi sodomizzarmi come avevo fatto poco prima io con lei.
“Sì scopatemi tutti e due ! Voglio sentire i vostri cazzi fino in fondo !” urlai in preda al piacere “E tu Rachele fai finta che al mio posto ci sia quel cornuto di tuo marito, che voleva mandarti a battere solo per farsi una sega in più.”
Non so dire chi dei due divenne più una belva, se lui che non aspettava altro che dimostrare per l’ennesima volta il suo essere un maschio alfa di tutto rispetto, o lei con la sua voglia di rivincita. In ogni caso quella coppia così diversa, ma per certi aspetti perfettamente assortita, mi sbatté a lungo facendomi avere due orgasmi uno meglio dell’altro, sino a quando non arrivò quello di Flavio che si preparava a venirmi dentro.
“Aspetta !” gli dissi perentoria “Ho un’idea migliore, tu togliti lo strap-on e mettiti a pecora.”
L’uomo comprese immediatamente le mie intenzioni, e non appena Rachele si mise carponi, le venne nel retto riempiendoglielo di sperma. A quel punto presi un piccolo plug che usai come un vero e proprio tappo per il buchetto della donna, che mi guardava con aria sospetta ed incuriosita.
Congedai Flavio per poi far chiamare Bruno dalla moglie, sapendo che era vicino a casa, e che avrebbe impiegato pochi munti per arrivare. Non appena si presentò alla porta lo portai dalla consorte, che era ancora carponi sul letto, col sedere ben in alto.
“Sfilale il plug e leccale il culo.” ordinai all’uomo che quasi non credeva ai suoi occhi e mi raccomando toglile ogni traccia di sborra altrimenti non esci da qui.”
“Ma a me quella degli altri fa schifo.” protestò l’uomo senza però essere in alcun modo convincente.
“E chi se ne frega, sei un cornuto e come tale ti devi comportare.”
Bruno fece quanto gli avevo ordinato mentre lo insultavo per la sua scarsa mascolinità, e promettendogli le peggiori punizioni se ancora avesse provato a convincere la moglie a fare la puttana, solo per soddisfare le sue voglie da guardone.
Alla fine li mandai via soddisfatta d’avere umiliato quell’uomo che tanto disprezzavo, ed aver aiutato una donna che mi sarebbe sempre potuta esser utile in futuro.

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(quelli volgari saranno subito cestinati)

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