Il matrimonio del mio amico

Il matrimonio del mio amico

La suoneria della sveglia mi strappò al sogno che stavo facendo. Erano le sette e mezza di sabato mattina. Di solito il sabato io (Michele), 34 anni, e Alessia, mia moglie, 32, dormiamo fino a tardi, ma quel sabato era speciale. Si sposava una coppia di nostri amici, e lo sposo mi aveva scelto per fargli da testimone. Ci trascinammo fuori dal letto e facemmo colazione sul balcone, riscaldati dal sole di luglio. Dopo colazione, io mi preparai abbastanza in fretta, doccia e barba, e indossai il completo grigio con cravatta blu scuro che ero andato a scegliere con Alessia la settimana prima. Lei si prese più tempo. Quando uscì dal bagno era uno schianto. I capelli castano scuro le cadevano sulle spalle formando boccoli sensuali. I grandi occhi verdi erano esaltati da un delicato ombretto azzurro e dall’eyeliner. Indossava un vestito di lino bianco con un motivo a piccoli fiori blu. Le cadeva morbido sul corpo, era lungo appena sotto al ginocchio e decisamente scollato sulla sua terza abbondante di seno. La leggera semitrasparenza del vestito invogliava lo sguardo a indugiare sul suo corpo per cercare di vedere attraverso. Le gambe tornite da pallavolista erano lucide e lisce, appena depilate. Ai piedi indossava sandali azzurro cenere, aperti con il tacco alto, e le unghie erano smaltate di bianco. Mi sorrise maliziosa, consapevole della sua bellezza. Io ricambiai il sorriso e la baciai. Poi uscimmo. Come location dell’evento i nostri amici avevano scelto una casale del 1800 fuori città, con un ampio giardino. Quando verso le 11 entrammo nel cortile, Fabio, lo sposo, mi corse incontro sorridendo e mi abbracciò, felice di vedermi. La celebrazione era alle 12 e c’era già qualche invitato, ma la maggior parte sarebbero arrivati di lì a poco. Salutò Alessia con un abbraccio e poi ci condusse dentro dove ci aspettava Dario, un amico comune, che avrebbe fatto da celebrante. Restammo lì tutti insieme a chiacchierare e scherzare sullo stato d’animo di Fabio. Dario, Fabio e Alessia erano cresciuti nello stesso paese, Anzola, e si conoscevano praticamente da sempre. Io avevo conosciuto Alessia ad un corso di formazione a Milano, e dopo un paio di mesi che ci frequentavamo mi aveva presentato ai suoi amici. Ormai li conoscevo da una decina d’anni (io e Alessia eravamo sposati da otto) e avevo instaurato con loro un bellissimo rapporto di amicizia. Anna, la sposa di Fabio, era arrivata ad Anzola solo due anni prima, trasferendosi da Treviso. La conoscevo meno bene, anche perché era piuttosto riservata. Sicuramente una bellissima donna, bionda con occhi verdi, alta e slanciata. Fabio era perdutamente innamorato di lei, e anche lei lo ricambiava con mille attenzioni, ma qualcosa nel suo modo di fare non mi piaceva. Non sembrava una persona sincera; anche se non avevo niente a supporto di questa sensazione, non riuscivo a vederla diversamente. Per questo non ero del tutto contento per il mio amico, adesso che avevano deciso di sposarsi. Dopo mezz’ora di chiacchiere cominciarono ad arrivare gli altri invitati. Alessia ed io ne conoscevamo parecchi, la maggior parte erano amici comuni, e andammo loro incontro per salutarli. Dopo qualche minuto arrivò l’auto della sposa. Accostò, l’autista scese ad aprire la portiera ed uscì Anna. L’acconciatura raccoglieva in uno chignon i suoi lunghi capelli biondi, mentre altre ciocche di capelli raccolte in treccine le adornavano la testa. Aveva un vestito bianco di raso semplice e molto sensuale, calze bianche e scarpe décolleté bianche con tacchi vertiginosi. Le braccia erano avvolte in bianchi guanti di pizzo. Anna venne accolta da un fragoroso applauso. Poi sorridendo cinse il braccio di suo padre e si incamminarono verso il luogo dove si sarebbe svolta la cerimonia. Io ero in piedi accanto a Fabio, sotto un gazebo rivestito per l’occasione con rose bianche. Si fronte a noi Dario, che attendeva per celebrare. Partì la musica nuziale e Anna e suo padre avanzarono lentamente nella corsia allestita tra le sedie degli invitati. Io li guardai, poi per curiosità cercai Alessia con la coda dell’occhio. Era in terza fila, sulla fascia esterna. Stava parlando con un uomo che non conoscevo e che si era seduto accanto a lei. L’uomo era alto, ben piazzato, sulla quarantina, capelli neri e occhi chiari. Le doveva aver detto qualcosa di divertente perché lei era scoppiata in una risata sommessa dandogli una pacca sulla spalla. Vedere mia moglie in quell’intimità con uno sconosciuto mi accese una punta di gelosia. Di colpo non vedevo l’ora che finisse la cerimonia per poter tornare da lei. Anna intanto era arrivata all’altare e quindi dovetti voltarmi per seguire la cerimonia. Completata la formula introduttiva mi voltai per controllare la situazione e vidi che Alessia e lo sconosciuto ora avevano smesso di parlare e stavano guardando la celebrazione. Alessia incrociò il mio sguardo e mi sorrise. Mi rasserenai. La cerimonia si svolse in una ventina di minuti. Al termine Dario fece un breve discorso agli sposi, goliardico e affettuoso, dopodiché annunciò che gli sposi si sarebbero assentati un’oretta per le foto e al loro ritorno sarebbe stato servito Il pranzo. Intanto potevamo accomodarci per l’aperitivo. Quando gli sposi andarono, io scesi dal gazebo e andai incontro ad Alessia. Lei era in piedi a fianco allo sconosciuto, e quando arrivai e lo squadrai mi disse: “Amore, ti presento Luca. È un amico di Anna. Abbiamo chiacchierato un po’ durante la cerimonia”. “Piacere, Luca” disse lui sorridendo e stringendomi la mano come in una morsa “Tu devi essere Michele, il marito di Alessia. Uomo molto fortunato”. “Grazie” dissi. “Adesso, se vuoi scusarci…” e passando il braccio intorno alla vita di Alessia mi allontanai. “Non mi piace quel tipo” le dissi, “Hai visto come ti guarda arrapato?”. Lei sorrise maliziosa e rispose: “Può essere, forse gli piaccio un po’… Ma guarda che non ha fatto né detto niente di male, abbiamo solo chiacchierato simpaticamente del più e del meno”. Rimanemmo un po’ per conto nostro, poi ci aggregammo a chiacchierare con un altro gruppo di amici. Intanto era partita la musica di sottofondo e avevano cominciato a servire l’aperitivo. Dopo circa un’ora dalla fine della cerimonia gli sposi tornarono e ci preparammo a sederci ai tavoli. Andammo al tableau de mariage per capire dove accomodarci. Tutti i tavoli erano ispirati a personaggi mitologici, il nostro tavolo era Calipso. Un tavolo da sette persone. Due erano compagni di liceo di Fabio, che avevamo incontrato un paio di volte, con le rispettive mogli, e uno non aveva indicato alcun nome. Incuriositi andammo verso il tavolo. Le coppie si erano disposte affiancate, così rimanevano tre posti adiacenti. Alessia si sedette in quello centrale e io alla sua destra. Mentre stavamo per salutare gli altri commensali una voce da dietro disse “Eccomi, mancavo solo io”. Non ci potevo credere, era ancora Luca, che sfiga. Si tolse la giacca e si sedette nel posto libero alla sinistra di Alessia. Cominciammo a chiacchierare. Luca disse che era un amico di Anna e veniva da Treviso. Era impiegato in una società farmaceutica. Lui ed Anna si conoscevano da molti anni, anche se ultimamente si erano persi di vista. Era stato invitato al matrimonio dalla madre della sposa, che incontrava spesso visto che viveva anche lei a Treviso, con cui era in ottimi rapporti. Non avevano detto niente ad Anna per farle una sorpresa, sua madre le aveva detto solo che era una persona a cui lei teneva. Per questo non avevano messo il segnaposto col nome. Portarono i primi, e cominciammo a mangiare. Inavvertitamente Luca, prendendo il vino, urtò e rovesciò il bicchiere di Alessia, ma se ne fece portare un altro dal cameriere e per rimediare glielo riempì di nuovo. Dal movimento, pensai che lo avesse fatto apposta, ma non mi venne in mente nessun motivo per fare una cosa del genere e me ne dimenticai. Luca si ambientò presto con gli altri commensali. Era discreto nei suoi interventi ma ironico e divertente, spesso faceva ridere tutto il tavolo. Ogni tanto quando guardava Alessia mi pareva di cogliere nei suoi occhi un bagliore di lussuria, ma poi la cosa finiva lì. Anche lei però doveva aver letto qualcosa in quegli sguardi, perché quando succedeva abbassava gli occhi, leggermente imbarazzata. Quando finimmo i primi arrivarono gli sposi, che stavano facendo il consueto giro dei tavoli. Appena la sposa vide Luca, rimase con la bocca socchiusa come se le si fosse spezzato il respiro e arrossì dicendo: “Luca, cosa ci fai qui?” . “Mi ha invitato tua madre disse lui, avevo pensato di non venire ma poi mi sarebbe dispiaciuto mancare a un giorno così importante per te. Ed eccomi qui”. Lo sguardo di Luca mentre diceva queste cose sembrava compiaciuto. Non riuscivo bene a capire cosa stesse succedendo. Fabio, lo sposo, passava lo sguardo tra Anna e Luca con aria interrogativa. Anna si avvicinò a Luca, lui si alzò e le diede tre baci sulle guance, delicatamente. “Sono contento di vederti”. “Anch’io” rispose Anna arrossendo. Poi si voltò verso di noi, cercando di celare l’imbarazzo di un istante prima, e ci chiese sorridendo se stava andando tutto bene. Dopo qualche attimo ci mettemmo in posa per la foto del tavolo, dopodiché gli sposi ci salutarono e passarono al tavolo successivo. Luca si rimise a sedere, e nell’atto di sedersi appoggiò la mano sulla spalla nuda di Alessia. Il gesto non mi piacque, si stava prendendo troppe confidenze. Arrivarono i secondi e ricominciammo a mangiare, bere e chiacchierare. Cominciavamo tutti a essere un po’ alticci, e Alessia più degli altri, anche se non aveva bevuto molto. Dopo i secondi, l’intrattenitore cominciò a mettere musica a volume più alto e invitò tutti a ballare sulla pista allestita fra i tavoli. Luca si alzò e chiese ad Alessia: “Ti va di fare quattro salti?”. Lei lo fissò con gli occhi socchiusi, un po’ stordita dall’alcool, come cercando di tradurre cosa Luca le aveva chiesto. Poi fece un sorriso, soddisfatta di essere riuscita finalmente a capire, e rispose: “Perché no, a Michele non piace ballare”. Alessia si voltò a darmi un bacio, poi i due si incamminarono raggiungendo altre quattro coppie che avevano già cominciato a ballare. Luca l’aveva presa per mano per portarla alla pista, e Alessia non si era opposta o svincolata in alcun modo. Non era da lei dare queste confidenze a un altro uomo. Arrivarono in pista e si misero a ballare uno di fronte all’altro. Non si toccavano, ma il modo in cui Luca guardava Alessia suggeriva che avrebbe voluto fortemente toccarla. Alessia ricambiava il suo sguardo ridacchiando, mezza ubriaca, talvolta barcollando tra un movimento e l’altro. Dopo un paio di balli di coppia cominciarono i balli di gruppo. Erano circa le cinque del pomeriggio e qualche nuvola aveva smorzato la luce del sole. Luca cominciò il ballo con Alessia e gli altri, poi si staccò e venne verso il tavolo. Si sedette accanto a me, si versò un bicchiere di vino, mi guardò con un mezzo sorriso e mi disse sottovoce: “Tua moglie è proprio una gran femmina e secondo me a letto è una bomba. Ho deciso che stasera me la scopo. Puoi scegliere se incazzarti e farmi una scenata rovinando la festa a tutti. O magari andare via con lei, facendo un torto ai tuoi amici il giorno del loro matrimonio. O, ti consiglio, puoi decidere di lasciarmi fare e di scopartela insieme a me. A te la scelta.” Io lo guardai esterrefatto. Aveva veramente detto quelle cose? Gli risposi incazzato: “Tu non ti scopi nessuno, guarda che mia moglie non è una troia, è una donna eccezionalmente intelligente e seria, ed è innamorata di me. Non ti asseconderà mai”. “Mi asseconderà eccome” continuò lui. “Sai quante me ne sono fatte di mogliettine innamorate e devote come la tua in occasioni come questa? Anzi… Scommetto che sarà lei a chiedermi di scoparla”. Bevve un sorso di vino, mi sorrise con aria di sfida dandomi una pacca sulla spalla e tornò a ballare. Ero furioso. Mi alzai, andai verso Alessia che stava ballando, le presi il braccio e le dissi: “Andiamo via”. Lei sgranò gli occhi, si liberò dalla mia presa e rispose: “No che non andiamo via, è il matrimonio dei nostri amici e mi sto divertendo, ma cosa ti è preso?”. “Ok, restiamo” ribattei, “ma stai lontana da Luca, non mi piace quell’uomo”. “Guarda che stiamo solo ballando, che cosa ti succede? Non è da te essere così geloso…”. Tornai al tavolo e li guardai ballare, incazzato. Dopo qualche minuto venne Dario a chiamarmi perché gli sposi volevano fare qualche foto con i testimoni. Prima di andare lanciai un ultimo sguardo verso la pista. Avevano messo musica latina. Alessia ballava incespicando, e continuava a ridere fra sé, apparentemente senza motivo a parte la sbronza. Luca le ballava intorno guardandola soddisfatto. Mi allontanai con Dario verso l’estremità del giardino. Il fotografo mi aspettava e gli sposi anche. La testimone della sposa era già arrivata. Il fotografo ci scattò una decina di foto in varie pose serie e scherzose. Io però non ero dell’umore di scherzare, fremevo per tornare da Alessia. Quando finimmo feci per allontanarmi ma Anna, la sposa, mi corse dietro e disse: “Michele, devo parlarti”. Io senza fermarmi dissi “Scusami Anna ma devo tornare da Alessia”. Lei aggiunse: “Si tratta di Luca”. Mi girai verso di lei con sguardo interrogativo. “Ho visto come guardava Alessia al tavolo, e voglio raccontarti una storia che però deve assolutamente rimanere tra noi, devi prometterlo”. Adesso ero molto curioso. “Te lo prometto”, dissi. “Luca non è un amico di vecchia data, l’ho conosciuto a Treviso circa un anno fa. Era una sera che avevo discusso al telefono con Fabio e avevo bisogno di fare un giro per schiarirmi le idee. Mentre camminavo in centro mi si era avvicinato attaccando discorso, con fare simpatico, e poi mi aveva chiesto se volevo bere qualcosa con lui. Io avevo accettato, non ci vedevo niente di male, ero ancora arrabbiata e quell’uomo mi stava facendo ridere e dimenticare per un attimo i miei problemi di coppia. Ci sedemmo a un tavolino e ordinammo due cocktail. Dopo che bevvi qualche sorso cominciai a sentirmi strana, era come se non fossi più tanto presente a me stessa. Sentivo i miei freni inibitori che si abbassavano e ridevo, ridevo. Ripensandoci, sono certa che lui avesse messo qualcosa nel mio bicchiere, approfittando di una mia distrazione col cellulare. Lui intanto aveva iniziato a sfiorarmi il dorso della mano con le dita, poi me la afferrò nella sua. Non ricordo dopo quanto tempo, ci alzammo. Io barcollavo leggermente e lui mi mise il braccio destro intorno alla vita per sostenermi. Poi con la scusa che non stavo in piedi mi portò a casa sua. Io ero stordita, euforica, e accettai. Una volta su in casa mi fece sdraiare sul divano, poi si mise accanto a me, e poi…”. Fece una lunga pausa. “Non so come dirlo Michele, quindi non ci girerò intorno. Facemmo sesso. Ripetutamente. La mattina dopo mi svegliai nel suo letto, mi sentivo sporca, tremendamente in colpa nei confronti di Fabio. Lui dormiva lì accanto. Me ne andai in silenzio, senza svegliarlo.” Tu penserai che mi porto dentro un rimorso terribile per quanto successo e che questa cosa finì nell’istante in cui uscii da quella casa. Ma non fu così. Il problema è che il sesso con Luca era stato formidabile, non riuscivo a togliermelo dalla mente, mai provate sensazioni del genere in vita mia. Così tornai da lui il mercoledì successivo, e tornai ancora la settimana dopo. Considerai anche di lasciare Fabio per lui, ma Luca mi fece chiaramente capire che voleva essere libero di andare con più donne. Io ero solo quella del mercoledì. Così con uno sforzo di volontà enorme smisi di vederlo, l’ultima volta che facemmo sesso fu otto mesi fa, quando gli dissi che mi sarei sposata e che non volevo più avere niente a che fare con lui. Capirai la mia sorpresa nel vederlo qui oggi, e nel vedere il suo interesse per Alessia. Adesso che sai come stanno le cose corri da lei e portala via da lui prima che le succeda quello che è accaduto a me.” Ringraziai Anna e tornai più veloce che potevo verso la pista di ballo. Tra le foto e la chiacchierata con Anna era trascorsa circa mezz’ora. La mia conoscenza di Alessia mi diceva di non preoccuparmi, più volte aveva saputo mettere al loro posto uomini che la avevano corteggiata anche pesantemente, ma tutta quella storia mi aveva messo addosso una profonda inquietudine e da come Alessia si era comportata prima era plausibile che Luca avesse drogato il suo vino, magari quando lo aveva rovesciato. Sentivo anche tristezza per il mio amico Fabio e per il tradimento confessatomi da Anna che era appena diventata sua moglie, ma questo sentimento era sullo sfondo. In primo piano, al centro dei miei pensieri, adesso c’era solo Alessia. Quando arrivai alla pista mi guardai in giro; c’era ancora parecchia gente che ballava ma non c’era traccia di Alessia e Luca. Mi avvicinai a un coppia di giovani ragazzi e chiesi loro se li avevano visti. Mi risposero di sì, li avevano visti. Dieci minuti prima erano saliti al piano di sopra perché lei barcollava e si voleva sdraiare, evidentemente si sentiva poco bene. Feci volando i dieci metri che separavano la pista dalle scale per il piano superiore. Un drappo rosso le chiudeva alla base, perché solo il piano inferiore del casale era stato riservato al ricevimento. Lo scavalcai, feci le scale a balzi e arrivato al primo piano mi trovai in un lungo corridoio in penombra. La luce tenue che lo rischiarava arrivava da una finestra in fondo al corridoio, come dall’ingresso di una caverna. I soffitti erano alti e l’arredamento lussuoso. Il pavimento era coperto di tappeti e la tappezzeria ornata di arabeschi dorati. Mi incamminai nel corridoio su cui si affacciavano diverse porte, e cominciai a sentire nell’aria la fragranza del profumo di Alessia. Dopo qualche passo sentii dei suoni provenire da oltre una porta alla mia sinistra. Sembravano gemiti sommessi. Mi avvicinai alla porta e vidi che era socchiusa. Spinsi la maniglia lentamente quel tanto che bastava per sbirciare all’interno. Rimasi senza fiato. Luca era disteso supino su un ampio letto a baldacchino e si sorreggeva sui gomiti. Si era tolto la camicia rivelando un torace scolpito e braccia muscolose. Alessia era inginocchiata fra le sue gambe. Una mano era appoggiata sulla coscia di Luca, e nell’altra stringeva il cazzo più grosso che avessi mai visto. Doveva essere lungo sui 26-27 cm e aveva il diametro di una lattina di Coca Cola. Alessia passava la lingua sull’enorme cappella, poi spalancava le labbra e accoglieva in bocca quanto più riusciva di quel palo di carne impressionante. Aprii la porta senza smettere di fissarla. Alessia sentì il rumore, alzò la testa per guardarmi tenendo in mano l’uccello di Luca e mi disse sorridendo, come in trance: “Ciao amore”. Poi, come se niente fosse, tirò fuori la lingua e ricominciò a leccargli il glande. Luca mi guardò gongolante e mi disse: “Era ora che arrivassi, ti sei perso l’inizio della festa. Ma non preoccuparti, il bello deve ancora venire.” Poi, sorridendomi beffardo, afferrò i morbidi boccoli neri di Alessia e cominciò a muoverle la testa su e giù, scopandole la bocca e gemendo. Io dissi: “Alessia, cosa stai facendo?”. Lei si fermò e disse trascinando leggermente le parole: “Amore, prima non stavo bene e tu non c’eri. Luca è stato così gentile con me e mi ha portata qui per farmi stendere. Poi si è sdraiato vicino a me, e quando ho riaperto gli occhi si stava masturbando guardandomi e accarezzandomi i capelli. Quando ho visto quanto era grosso il suo uccello sono rimasta impressionata. Non ne avevo mai visto uno così, lo sai… Poi mi ha chiesto di succhiarglielo, e mi sembrava brutto dirgli di no dopo che mi aveva aiutata…”. Terminò con una risatina, poi riabbassò la bocca sul cazzo di Luca. Decisamente Luca doveva averle messo qualcosa nel bicchiere, perché quel discorso dimostrava che Alessia non era in sé. Ero gelosissimo e incazzato. Avrei voluto picchiare Luca, ma era più muscoloso di me e probabilmente avrei avuto la peggio. Avrei potuto denunciarlo per aver drogato mia moglie, ma non avevo prove. Inoltre temevo che se avessi cercato di trascinare via Alessia lei si sarebbe ribellata per restare. Sembrava incredibilmente eccitata da quell’uomo, e non ero riuscito a fermarla in tempo. Potevo scegliere solo se condividerla con lui o lasciarla a lui. Non volevo perdere Alessia, quindi scelsi la prima opzione. Cominciai a masturbarmi da sopra ai pantaloni mentre guardavo Alessia fare un pompino a quel cazzo superbo. Dopo pochi secondi mi diventò duro. Luca si accorse del rigonfiamento dei miei pantaloni e disse: “Lo sapevo che alla fine avresti accettato di scoparcela insieme…vieni qui che ci divertiamo tutti”. Nella mia mente qualcosa scattò. Mi arresi definitivamente al fatto che non potevo fare niente per riportare le cose a come erano anche solo un’ora prima. Alessia non sarebbe mai più stata solo mia, ormai era condivisa con Luca. Decisi di combattere la gelosia lasciandomi andare. Guardai Luca con un mezzo sorriso, eccitatissimo, gli feci un cenno di intesa e mi spogliai. Il mio cazzo svettava dritto davanti a me. Luca disse: “Non è come il mio, ma è decisamente una bella dotazione…”. Mi avvicinai alla bocca di Alessia. Lei alzò la testa, guardò sia me che Luca con un sorrisetto malizioso passandosi la lingua sulle labbra, poi prese il mio cazzo e cominciò a succhiarlo, alternandosi con il cazzone di Luca. Io intanto sollevai la gonna del vestito di Alessia e, spostate di lato le mutandine, le infilai due dita nella figa per lubrificarla. Scoprii che non ce n’era bisogno, era già un lago. La feci fermare un attimo e le dissi di spogliarsi. Lei si tolse tutto, compresi i sandali, e rimase completamente nuda. Luca fece un fischio di approvazione mentre si sfilava anche lui i pantaloni e i boxer. Mentre Alessia riprendeva a succhiarglielo, io mi posizionai dietro di lei, fra le sue gambe, e la penetrai. La scopavo tenendola per i fianchi, mentre lei leccava con voracità il palo enorme di Luca dalla base fino alla punta. Sentivo Alessia bagnarsi sempre di più, stava per venire e accelerai le spinte. Ma lei mi stoppó dicendo: “Fermati amore, stasera voglio venire con lui”. Poi si rivolse a Luca e disse: “Voglio che mi scopi. Adesso.” Luca sorrise e mi disse: “Te lo avevo detto che me lo avrebbe chiesto”. Si mise a sedere, afferrò il mento di Alessia e le diede un profondo bacio con la lingua. Poi si alzò in piedi. Il suo cazzo svettava dritto in tutta la sua lunghezza, lucido di saliva. Realizzai che l’asta aveva lo stesso diametro del polso di Alessia. Luca indugiò per un po’ mettendolo in mostra davanti al volto di Alessia, cosicché lei potesse valutarne bene le dimensioni. Lei non riusciva a staccare lo sguardo. Poi la fece voltare a pancia in su e si posizionò lentamente fra le sue gambe, sorreggendosi sulle braccia. Alessia cominciò ad ansimare per la sola eccitazione dell’attesa. Da quando ci eravamo sposati aveva fatto sesso solo con me. Adesso dopo tanto anni un altro uomo, e un fottuto superdotato per giunta, se la stava per scopare. Luca posizionò il suo cazzo enorme e durissimo all’ingresso della vagina di Alessia. La vagina era già stata dilatata dalla mia penetrazione, ma per accogliere quel diametro avrebbe dovuto allargarsi ancora parecchio. Appoggiò la cappella violacea alle grandi labbra e la mosse lentamente su e giù, fermandosi a sfregarla sul clitoride. Alessia ora mugolava dall’aspettativa, vedevo i suoi umori colare lungo l’interno delle cosce. Aveva appoggiato le mani sui bicipiti di Luca e lo guardava negli occhi implorandolo di non farla attendere oltre, le gambe allargate a mezz’aria e i talloni appoggiati sulla schiena del suo amante. I polpacci erano contratti nello sforzo di tirarlo verso di lei. Luca la guardò divertito e si abbassò su di lei per baciarla. Alessia lo accolse con la bocca aperta. Mentre le lingue si intrecciavano, Luca cominciò a penetrarla lentamente. Alessia spalancò gli occhi dalla sorpresa, la cappella era veramente enorme e probabilmente le stava dando un po’ di dolore. Poi, quando fu dentro, il resto dell’asta avanzò veloce fino a che le grosse palle di Luca non si appoggiarono alla sua figa. Alessia fece un urletto e roteò gli occhi indietro dal piacere mentre Luca continuava a baciarla. Non potevo credere che fosse riuscita a prendere dentro di sé quel cazzo enorme fino all’ultimo centimetro. Poi Luca si tirò su dritto, la afferrò per le cosce e cominciò a impartirle con il bacino delle spinte lente, lunghe e profonde. Io mi misi in ginocchio sul letto vicino alla testa di Alessia e glielo infilai in bocca. Alessia roteava la lingua sul mio cazzo mentre Luca se la scopava a fondo. Ogni tanto Alessia fermava il pompino, estraeva il mio cazzo dalla bocca e gemeva profondamente, poi lo riprendeva in bocca e continuava. Attraverso la bocca di Alessia sentivo sul mio cazzo le potenti spinte di Luca. Non avevo mai visto mia moglie godere così tanto, quell’uomo a letto sapeva davvero il fatto suo. Sicuramente le dimensioni lo aiutavano moltissimo, ma non era solo quello. Era il modo in cui la possedeva, in cui la toccava, la determinazione che aveva nei movimenti. Luca doveva aver fatto sesso con moltissime donne e aver affinato nel tempo la sua tecnica per dare loro il massimo del piacere. E sentire le donne godere così tanto dava di riflesso un piacere dirompente anche a lui. Aveva gli occhi socchiusi e ansimava mentre affondava il suo cazzone nella figa di Alessia. Proprio mentre pensavo queste cose, mia moglie smise di succhiare e cominciò a gemere e a tremare. Luca fece un grugnito di soddisfazione sentendo la vagina fradicia della mia donna fremere sul suo grosso cazzo per le contrazioni dell’orgasmo. Vedendo questa scena non resistetti e venni nella bocca di Alessia. Alessia rimase parecchio sorpresa perché non le ero mai venuto in bocca, ma nell’eccitazione smisurata del momento ingoiò tutto il mio sperma e continuò a leccarmi mentre il suo amante continuava a pomparla senza tregua. Dopo qualche secondo, avendo perso l’erezione, mi misi da parte per riprendermi, rimanendo seduto sul letto a fianco a loro. Luca non dava segni di cedimento, anzi disse a mia moglie: “Adesso cambiamo posizione”. Uscì da lei, si sdraiò sul letto a pancia in su facendo svettare il suo totem, fradicio degli umori di Alessia, verso l’alto e le disse: “montami sopra”. Alessia ubbidì sorridendogli e si sdraiò sopra di lui, i suoi grossi seni appoggiati al suo petto, poi prese il cazzo e se lo reinfilò. Lui la afferrò per il culo con entrambe le mani e riprese gli affondi. A guardare quello sconosciuto che si scopava mia moglie con tale intensità, il cazzo mi ritornò duro in un batter d’occhio. Luca lo notò e disse: “Vedo che ti sei ripreso alla svelta, ti piace guardare che mi scopo tua moglie, eh? Vieni, facciamocela in doppia.” Pensavo che Alessia si sarebbe opposta perché non mi aveva mai dato il culo, ma non obiettò, continuava a gemere sotto le spinte di Luca. Andai dietro di lei e mi posizionai sul letto rimanendo accovacciato sulle mie gambe. Luca teneva le natiche di Alessia allargate per favorirmi l’ingresso mentre sotto, a pochi centimetri, vedevo il suo cazzo enorme pomparle incessantemente la figa. Sputai sul mio cazzo, lo appoggiai al culo di Alessia e lentamente glielo spinsi dentro. Alessia fece un piccolo gemito, non so se di piacere o di fastidio, ma poi sentii lo sfintere rilassarsi e darmi spazio. Mi muovevo a fatica dentro di lei perché la mia posizione non era comodissima e perché il cazzo di Luca occupava quasi tutto lo spazio disponibile, ma trovammo un buon ritmo alternandoci nelle spinte. Anche lei ci aiutava spingendo all’indietro ad ogni affondo, per favorire la penetrazione. Dopo un paio di minuti di quel trattamento, Alessia si accasciò sopra Luca gemendo e venne per la seconda volta. “Dovessi sentire com’è fradicia la figa di tua moglie, e come munge il mio cazzo” disse Luca, “non so quanto resisterò ancora”. In quel mentre sentimmo un rumore e guardammo istintivamente verso la porta. Lì, nella penombra del corridoio, c’era una figura che ci stava spiando, chissà da quanto. Io dissi: “Chi c’è lì?”. Mi sfilai da Alessia e mi affacciai alla porta, completamente nudo. Era Anna, la sposa. Aveva il viso rosso, sconvolto e imbarazzato. La gonna del vestito era scomposta, credo che si stesse masturbando guardandoci. La tirai dentro alla stanza per un braccio. Luca la guardò e disse: “Anna, che bella sorpresa, vieni a unirti a noi”, senza smettere di scopare Alessia. “Scusami Michele”, disse Anna, “dopo aver parlato con te ero preoccupata e sono venuta a cercarti. Non vedendoti più di sotto sono salita qui e…vedo che li hai trovati…”. Continuava a fissare Luca e Alessia, lucidi di sudore, che si accoppiavano come animali. Fissandoli, non poté impedire che la mano destra scivolasse lentamente sotto la gonna. Ricominciò a masturbarsi. Luca le disse: “Vedo con piacere che non sei cambiata… Comincia a succhiare il cazzo a Michele, che quando finisco di scopargli la moglie ce n’è anche per te”, e riprese a concentrarsi su Alessia. Anna mi guardò, poi sfilò le spalline del vestito, slacciò la cerniera sul fianco e fece cadere l’abito da sposa a terra. Indossava un completino bianco semitrasparente di pizzo, con tanga, e autoreggenti bianche con il bordo di pizzo. Sulla calza destra, a mezza coscia, aveva il reggicalze elastico di pizzo che si usa lanciare agli uomini scapoli dopo il banchetto nuziale. Le scarpe se le doveva essere tolte in corridoio, per non far rumore. Si slacciò il reggiseno e rivelò un seno morbido, sodo e sensuale, i capezzoli già duri come chiodi. Senza dire una parola e fissandomi negli occhi si abbassò in ginocchio sul tappeto, afferrò il mio cazzo duro nella mano guantata di pizzo bianco e se lo mise in bocca. Non riuscivo a credere che Anna ubbidisse a Luca come un’automa. La stessa Anna con cui avevo parlato meno di un’ora prima, la sposa di Fabio, era chinata a fare un pompino al migliore amico e testimone di suo marito, il giorno del suo matrimonio, solo perché uno sconosciuto glielo aveva chiesto. Luca intuì i miei pensieri e disse: “È questo l’effetto che faccio alle donne. La prima volta come avrai capito uso un aiutino “chimico” per rompere il ghiaccio, ma poi una volta che faccio sesso con loro non riescono più a fare a meno di me, sono come una droga. Vedrai che anche per la tua mogliettina sarà lo stesso.” Mentre Anna me lo succhiava, guardavo Alessia che in effetti era sconvolta dal piacere. Aveva le mani strette sui bicipiti di Luca e la guancia appoggiata sulla sua spalla, gemeva con gli occhi chiusi ed era concentrata esclusivamente sulle sensazioni che quell’uomo le stava regalando e che le sconquassavano il corpo e la mente. Io mi sentivo in colpa perché la novella sposa del mio amico Fabio me lo stava succhiando, ma al tempo stesso ero gelosissimo di quello che Luca stava facendo provare a mia moglie. Quindi decisi che il pompino di quella bella figa bionda di Anna era il mio risarcimento per quella situazione, la afferrai per i suoi bei capelli acconciati da sposa e cominciai a scoparle la bocca. Un gemito più forte di Luca mi risvegliò da questi pensieri. Stava per venire. Scopava Alessia più velocemente e con spinte più profonde, le mani strette sul culo della mia donna. Sentivo il rumore delle loro pance che sbattevano ad ogni affondo. Anche Alessia cominciò a gemere più forte sentendo il cazzo di Luca che diventava ancora più duro, preparandosi a inondarle la figa. Poi Luca spostò una delle mani sulla testa di Alessia e la afferrò per i capelli. Infine fece un ultimo affondo più deciso, grugnì e vidi le sue grosse palle pulsare mentre il suo cazzo inondò l’utero di mia moglie con fiotti di sperma denso e caldo. Contemporaneamente Alessia fu sconquassata da un altro potente orgasmo. Quando Alessia si riprese scivolò al fianco di Luca, soddisfatta, con un’espressione sognante. Nel momento in cui il cazzone di Luca uscì, rivoli di sperma le scesero lungo le cosce. Luca la tenne stretta a sé qualche istante con il suo braccio, baciandole i seni, poi le diede un bacio sulla bocca e le disse: “Sei una femmina fantastica. Averti conosciuta prima… ma recupereremo il tempo perso. Adesso preparami per Anna”. Alessia, ubbidiente, fissandolo negli occhi, si mosse fino a raggiungere l’asta che si era adagiata sulla pancia superando con la sua lunghezza l’ombelico, e cominciò a leccarla dalle palle al glande. Mentre risaliva, leccava via i residui di sperma e li ingoiava, senza smettere di guardare vogliosamente Luca. Intanto Anna me lo succhiava avidamente e con la mano destra si masturbava. Ogni tanto mi abbassavo a baciarla in bocca, poi le facevo riprendere il pompino. Dava una certa soddisfazione farsi una donna così bella vestita da sposa, nel giorno del suo matrimonio. Ormai i sensi di colpa per Fabio erano completamente andati. Dopo qualche minuto il cazzo di Luca era nuovamente durissimo. Luca si alzò dal letto, venne accanto a me e mise il grosso cazzo affianco al mio, davanti alla bocca di Anna. Anna glielo prese in bocca e cominciò ad alternarsi fra i nostri cazzi. Intanto Alessia era sdraiata sul letto e ci guardava, masturbandosi. Non potevo credere che dopo tre orgasmi avesse ancora voglia di sesso, ma era proprio così. Qualche istante dopo Luca fece alzare Anna prendendola per mano, la sollevò da terra dalle cosce, tenendola contro di sé, e la adagiò sul letto. Poi avvicinò Alessia prendendola per mano, le succhiò i seni e la fece montare sopra ad Anna nella posizione del sessantanove. Quindi si dispose tra le gambe di Anna, avvolte nelle sue autoreggenti bianche da sposa, e le disse: “Adesso che ci penso mi sono dimenticato il tuo regalo di nozze.. non importa rimedio subito”, e così dicendo le strappò il tanga di pizzo con le mani e la penetrò. Anna fece un gemito e disse: “Oddio Luca quanto mi è mancato il tuo cazzo, scopami ti prego”. Luca non se lo fece ripetere e cominciò a pompare come un forsennato. Alessia guardava affascinata l’enorme cazzo di Luca che spalancava la figa di Anna come prima aveva allargato la sua. Luca la prese per i capelli e la spinse in basso dicendo: “Fai sentire a entrambi come usi bene la lingua”. Alessia abbassò la testa e cominciò a leccare e succhiare il clitoride di Anna mentre Luca la scopava. Ogni tanto Luca usciva e dava un paio di affondi di cazzo in bocca a mia moglie, per poi ritornare a occuparsi della figa di Anna. Io mi posizionai dietro ad Alessia e la penetrai. La sensazione fu strana. La figa di Alessia era molto più larga del solito, ancora dilatata dal cazzone di Luca, caldissima e gocciolante del suo sperma. Mi muovevo avanti e indietro con una facilità inaudita e temevo che lei non sentisse niente, ma quando cominciò a gemere capii che non era così. Intanto Anna, ogni volta che affondavo nella figa di mia moglie, mi leccava le palle. Era una sensazione sublime, non avevo mai goduto così tanto. Continuammo così per un po’, Anna ebbe tre orgasmi facendosi scopare da Luca. Quando Anna sentì che Luca era prossimo a venire, gli disse tra un gemito e l’altro: “Luca esci, ho sospeso la pillola perché io e Michele stiamo cercando un figlio”. “Lui rispose “Bravi, bravi, vi accontento subito allora”, poi in tutta risposta le afferrò i fianchi, infilò il cazzo dentro di lei fino alle palle e le scaricò dentro tutto il suo sperma. Quando si sfilò, mia moglie afferrò Anna per l’interno delle cosce e si abbassò a leccare voracemente lo sperma bianco e denso che defluiva dalle sue grandi labbra, poi afferrò il cazzo di Luca e leccò via lo sperma che gocciolava, fino a quando l’asta e la cappella non furono lucide di saliva e completamente pulite. Luca la guardava compiaciuto. Io, vedendo la scena, diedi gli ultimi affondi dentro Alessia e poi le venni dentro, aggiungendo il mio sperma a quello di Luca. Quando lo tirai fuori, Anna si avventò con la bocca sulla figa di Alessia per ingoiare lo sperma che ne colava. Approfittai della posizione di Anna per infilarle il cazzo in bocca e farmi ripulire anche io, come Luca aveva fatto con mia moglie. Prima di allontanarsi da Anna, Luca le sfilò dalla gamba destra il reggicalze di pizzo e disse: “Questo lo prendo io come trofeo, me lo sono meritato”. Poi cominciò a rivestirsi. Guardando la figa dilatata di Anna, che giaceva sul letto sfinita dal piacere, le disse: “il tuo sposo avrà un gran daffare in questa prima notte di nozze a farti venire ancora… ma non mandarlo in bianco, così se ti ho messo incinta come penso, crederà che sia suo…”. Poi disse ad Alessia sorridendo: “Anche tu non prendi anticoncezionali? Ho messo incinta anche te?”. Lei rispose: “Io ho la spirale”. Poi, fissandolo maliziosa e arrossendo aggiunse: “Puoi scoparmi senza precauzioni tutte le volte che vuoi”. “Penso proprio che lo farò”, concluse Luca. Poi baciò le due donne sulla bocca, venne a stringermi la mano e andò via. Dopo il matrimonio, Luca cominciò a passare tutti i venerdì sera a casa nostra. Ci scopavamo insieme Alessia in posizioni sempre diverse, dormivamo tutti e tre nel letto matrimoniale con mia moglie nel mezzo, e la mattina dopo colazione andava via. Qualche venerdì Luca arrivava prima che io tornassi dal lavoro, e quando rientravo trovavo lui ed Alessia già intenti ad accoppiarsi nel letto, o sul divano, o sul tappeto, o sul tavolo del soggiorno. Una volta li trovai che scopavano sotto la doccia. Il mercoledì Luca continuò a vedere Anna, che effettivamente dopo tre mesi dal matrimonio scoprì di essere incinta. Purtroppo dopo circa un anno e mezzo Luca non si fece più sentire perché la sua azienda lo trasferì in Medio Oriente. Alessia sente moltissimo la sua mancanza e spera che presto ritorni in Italia. Intanto il mercoledì io ho preso il suo posto con Anna, che vuole un secondo figlio. Spero che questo racconto vi sia piaciuto. Se vi va, fatemelo sapere nei commenti.

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One thought on “Il matrimonio del mio amico

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