La vicina e la supposta

La vicina e la supposta

Mi chiamo Erika, da 2 anni vivo da sola in un appartamentino lontano dalla mia città natale, mi sono trasferita perché ho trovato un buon lavoro in un’altra città. Inizialmente non conoscevo nessuno dei condomini ma alla prima assemblea ne ho conosciuto qualcuno, compresa Samanta, con cui condivido lo stesso pianerottolo. Samanta è una ragazza carina, non tanto alta, capelli mori corti ed occhi scuri, un bel paio di tette ed un culetto niente male. Io al contrario sono alta (1.75), bionda con i capelli lunghi e gli occhi azzurri, ho solo una seconda di seno ma ho un culetto da far girar la testa.
E’ nata subito una buona amicizia, anche lei single, ogni tanto ci si trovava o io a casa sua o lei da me, magari per un aperitivo. In qualche occasione mi ha presentata ai suoi amici. Col tempo abbiamo iniziato ad uscire spesso assieme, a fare shopping ecc. Siamo diventate amiche molto affiatate.
Un giorno dell’estate scorsa, era luglio, mi squilla il cellulare, era lei, mi sono chiesta come mai mi chiamasse al cellulare visto che di solito se le serviva qualcosa veniva direttamente a bussare la porta. Rispondo e mi dice “ciao Erika, mi servirebbe un favore, ho la febbre a 38 e 3, non è che potresti andare in farmacia a prendermi la tachipirina in gocce?
Io le ho risposto “volentieri, se vuoi ho le supposte di tachipirina, te ne do una così te la puoi mettere da subito senza aspettare che torni dalla farmacia.”
Samanta “le supposte ce le ho anche io ma non sono capace di mettermele. Per quello ti ho chiesto se potevi andare in farmacia”
Io “capisco, vengo da te che vediamo cosa si può fare”. Ho chiuso la comunicazione e sono andata a bussarle la porta.
Mi apre e mi dice “vieni avanti. Non guardarmi perché sto male e sono impresentabile!”
Io “se mi vedi non sono tanto presentabile nemmeno io!”. In effetti lei aveva una maglietta lunga che le arrivava a metà coscia ma io non ero messa meglio, avevo una canottiera (senza reggiseno) ed un pantaloncino, cose comode per stare in casa a fare le faccende domestiche…
Io “dai, prendi la tachipirina e stenditi a letto che te la metto io!”
Samanta “ma no dai… Casomai aspetto oggi pomeriggio se puoi andare in farmacia…”
Io “si così magari ti sale ancor di più…”
Samanta “ma io…” e diventa rossa.
Io “ti vergognerai mica? Siamo tra donne, non c’è nulla di male ad aiutarsi tra amiche! Dai, prendi le supposte e se preferisci prendi anche dell’olio così fa meno fatica ad entrare!”
Io di solito le metto senza olio ma evidentemente Samanta è abituata diversamente perché ha preso sia le supposte che l’olio.
Ci dirigiamo in camera da letto e si stende a pancia in giù. Le alzo la maglia e vedo un culetto niente male e le faccio i complimenti “complimenti! Davvero un bel culetto, chissà in quanti lo sognano!” e ridacchio un po’.
Prendo un cuscino, le dico di alzare un po’ il bacino e glielo infilo sotto. Prendo le mutandine e gliele abbasso.
Vedo il buchetto del culo e messa in quella posizione vedo anche la sua fighetta che è completamente depilata. Io non me la depilo e le chiedo “ti trovi bene a depilarla? Non ho mai avuto il coraggio di farlo”
Samanta “si mi piace tenerla priva di peli. Però non siamo qua per ammirare la mia fighetta ma per la supposta!”
Io “si si non ti scaldare… Ti spalmo l’olio e poi te la metto.”
Prendo l’olio, mi inumidisco l’indice e lo appoggio al suo buchetto. Lei ha un leggero sussulto, penso io perché non se l’aspettava. Inizio con movimento circolare a spalmare l’olio sul buco del culo facendo una leggerissima pressione per farlo andare anche in centro affinché la supposta scivoli meglio. Ho la sensazione che il suo respiro sia cambiato, guardo la fighetta e la vedo leggermente umida. Hai capito? Si stava eccitando, perciò non ero l’unica!
Prendo la supposta e le dico “adesso ti infilo la supposta”, la punto sul buchetto e premo un po’. Non avevo mai infilato la supposta con l’olio. Sarà perché avevo lubrificato bene, sarà perché avevo ancora il dito sporco d’olio, ma è entrata di brutto la supposta ed anche una mia falange.
Samanta “uhhh… che fai?”. La sua voce era cambiata, non era quella di prima e si era inumidita un po’. Ho capito che le piaceva ed allora ho voluto giocare così le ho risposto “tengo il dito per essere sicura che non esca” e dopo averle detto questo inizio un lento ma percettibile movimento avanti ed indietro. Facevo quasi uscire il dito e poi lo reintroducevo fino quasi a tutta la seconda falange.
Samanta iniziava a sospirare ed a bagnarsi di più. Con l’indice dell’altra mano inizio ad accarezzarle il perineo muovendomi dall’ano alla fighetta ma senza arrivarci mai. Lei sospira sempre più forte e con una voce molto calda e sensuale mi chiede “uuhhhh cosa fai? ohhh mmmm”
Io “nulla tastavo la pelle senza peli… Bella morbida, ma fammi sentire qua…” e passando dall’ano alla fighetta non mi sono fermata ma ho percorso tutto lo spacco tra le grandi labbra arrivando al clitoride.
Samanta “uhhh siiii, Erika mi stai facendo eccitare da matti!”
Io “anche a me sta facendo eccitare questo giochetto!” ho abbassato le testa ed ho iniziato a leccarla. Lei di tutta risposta ha spalancato le gambe e mi è venuta un po’ incontro col bacino. Mugolava alla grande.
Le sue mani hanno iniziato a tastarmi dappertutto fin che mi ha abbassato pantaloncino e mutande e mi ha infilato 2 dita nella fighetta. Io ero inginocchiata di fianco a lei che le leccavo la fighetta così approfittando della posizione ha estratto le dita bagnate e me le ha infilate nel culetto.
Io “mmm piace anche a me… Aspetta che mi metto meglio, tu girati a pancia all’insù!”
Si è girata ed io mi sono messa sopra di lei a 69. Ci siamo leccate alla grande. Lei mi leccava e mi infilava le dita nel culetto. Siamo venute praticamente assieme gridando la nostra goduria.
Prima che uscissi dal suo appartamento mi ha detto “non serve che vai in farmacia, ho le supposte” facendomi l’occhiolino.

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