Lucy – Weekend di lussuria

Lucy – Weekend di lussuria

Non era passato un quarto d’ora da quando mia moglie mi aveva annunciato l’intenzione di passare un weekend con le nostre amiche, che mi arrivò sul telefonino il messaggio che mi aspettavo.
Approfittando dell’occasione, infatti, Fabrizio e Claudio stavano già pensando di organizzare un weekend parallelo in collina, dove ovviamente la parola d’ordine sarebbe stata sesso, sesso e ancora sesso!

Sulla nostra chat segreta ci scambiavamo commenti piccanti che, se mai ce ne fosse stato il bisogno, non facevano che aumentare l’eccitazione in attesa dell’incontro… loro mi dicevano cosa mi avrebbero fatto, io rispondevo con quello che avrei voluto da loro, mi spedirono foto dei loro sessi eretti e io feci lo stesso mostrando loro un corpetto che avevo comprato su internet per l’occasione.
Poi, quando mancavano soltanto tre giorni all’appuntamento e io non vedevo l’ora di farmi dare una bella ripassata al culo da quei due cazzoni, ecco il messaggio che rischia di mandare all’aria tutto: si sarebbe unito a noi Stefano! Sua moglie, infatti, si era unita al gruppo femminile, e ovviamente il marito avrebbe fatto lo stesso con noi.
Fabrizio era quello che lo conosceva meglio, per cui prese la decisione più folle e più ovvia. Stefano era un buontempone, e non appena aveva annunciato la sua adesione al weekend in collina aveva buttato lì la prevedibile battuta di portare con noi delle belle ragazze disponibili. Tacendo ovviamente all’inizio sulla mia “particolarità” e soprattutto sulla mia identità, iniziò a farlo partecipe del nostro segreto, richiedendogli naturalmente il più assoluto riserbo.
Venerdì sera partimmo per il weekend io e i miei due amici/amanti, mentre Stefano ci avrebbe raggiunto direttamente sul posto. Durante il viaggio io chiesi di fermarmi ad un piccolo autogrill per cambiarmi, in modo da arrivare su già “en femme”; all’interno del piccolo bagno mi gustavo quella sensazione di proibito derivante dal trasformarmi in Lucy in quello che, in fin dei conti, era un luogo pubblico, ma mi chiedevo anche come sarebbe andato quel weekend. Fabrizio infatti aveva confessato a Stefano che l’ospite non era una “vera femmina” e aveva anche inviato la mia foto col corpetto, dove non si vedeva il mio viso ma, come commentò lui stesso “un gran culo da premio”.
L’incognita rimaneva quella della mia identità. Come l’avrebbe presa?
Decidemmo che la nostra “base” sarebbe stata la casa di Claudio; mi spogliai dei panni maschili indossati sopra la tenuta da Lucy, riponendoli nel trolley, e misi le scarpe col tacco alto. Subito i due mi si fecero addosso, uno a palparmi il culo, l’altro a baciarmi il collo, mentre io, poco convinta, dicevo loro di fare i bravi, che di lì a poco sarebbe arrivato Stefano, che infatti subito dopo suonò il campanello.
Corsi a nascondermi in camera, dove notai il grande letto matrimoniale che di lì a poco ci avrebbe accolti. Di là immaginavo i due fare le necessarie raccomandazioni di riservatezza al nuovo arrivato e mi chiedevo se lui avesse o meno intuito la verità. Quando poi sentii Fabrizio chiamarmi (ovviamente col nome di Lucy) feci un respiro profondo e dissi a me stessa “Si va in scena!”.
La reazione di Stefano fu quella prevista; se anche aveva intuito qualcosa, sicuramente non poteva immaginare che il bruco Luca potesse trasformarsi nella farfalla Lucy, quella femmina da letto che, ondeggiando sui tacchi e scuotendo la lunga chioma rossa stava attraversando la stanza.
Fortunatamente non ci fu spazio per domande e racconti, ma subito i tre diedero fuoco alle polveri; l’unico accenno fu di Claudio, che mentre mi leccava una spalla, ricordò: “Visto? Ci è rimasto anche lui come me la prima volta… nessuno immagina che Luca nasconda questa figa incredibile”
“Lasciatemi dare il benvenuto al nuovo arrivato” dissi io, guardando Stefano negli occhi mentre mi inginocchiavo di fronte a lui, sbottonandogli i pantaloni.
Quello che mi apparve davanti era un bel cazzo, anche se non in piena erezione, ma che sotto le prime carezze prese immediatamente vigore. “Benvenuto” dissi sorridendo, prima di prenderlo in bocca fino all’elsa. Era fatta. Anche Stefano era ormai MIO.
Mentre lo spompinavo, gli altri due si spogliarono completamente, e subito apparvero due magnifici cazzi alla mia destra e alla mia sinistra, che fui lesta ad impugnare.
Succhiavo diligentemente il cazzo del nuovo ospite, che dimostrava di gradire alquanto il trattamento, ma ben presto anche gli altri due iniziarono a pretendere la loro parte di attenzioni orali. Proposi quindi ai tre di spostarsi sul divano, seduti uno accanto all’altro, in modo che io, inginocchiata davanti a loro, potessi agevolmente passare da un cazzo all’altro leccando e succhiando quelle tre verghe, incitata dai tre che mi apostrofavano con i peggiori insulti, che su di me avevano un effetto ancora più eccitante.
Ben presto i tre cazzi mi riversarono in gola i loro schizzi di sperma, che ingoiai come il più appropriato brindisi per inaugurare quel weekend di sesso proibito.
Decidemmo che per l’intero weekend avrei tenuto i panni di Lucy, e che, per galanteria, avrei avuto diritto a dormire nel letto matrimoniale. “Perché, pensate anche di dormire?” dissi io, mandando un bacio ai tre.
Preparammo una cena leggera, e per tutto il tempo c’era chi mi palpava il culo, chi mi sculacciava leggermente, chi mi rubava un bacio. Stefano, logicamente, sembrava il più restio a prendere iniziative, per cui decisi di toglierlo da ogni impiccio abbracciandolo e dandogli un bacio appassionato con tanto di lingua, a cui lui rispose dopo il primo imbarazzo.
Durante la cena, ovviamente, venne il momento dei racconti. Gli raccontammo di Lucy, del primo incontro con Fabrizio e di come, successivamente, anche Claudio entrò a far parte dei giochi. Giochi a cui ora poteva prendere parte anche lui, al prezzo di saper mantenere un segreto.
Stefano diede subito il suo assenso, e allora io mi alzai in piedi e, andando davanti a lui, mi calai il perizoma, richiedendo che mi baciasse l’uccello. Inizialmente riluttante, accettò di compiere quel gesto che in un certo senso ci legava indissolubilmente in un perverso patto del silenzio.
Finita la cena, i ragazzi si misero a torso nudo. La stufa aveva iniziato a scaldare decisamente il locale, per cui nonostante la stagione invernale potevamo rimanere con pochi vestiti senza patire il freddo. Ci sistemammo sul divano, io tra Fabrizio e Claudio, e Stefano più all’esterno. Flirtavo come un’autentica puttanella ora con uno, ora con l’altro, accarezzando il loro petto, baciandone i capezzoli, e non mi ritraevo quando volevano baciarmi le labbra, le spalle o il collo.
Spensi la tv, che qualcuno aveva acceso durante la cena, e proposi ai tre uno spettacolo più interessante. Andai in bagno a prendere lo sturalavandini, e ne unsi il manico con una noce di burro presa dal frigo. Poi lo attaccai con la sua ventosa al pavimento e, scostandomi il perizoma, mi accosciai appuntandomelo all’ano.
Spinsi leggermente, sentendo che il manico mi allargava il buco e, lentamente ma inesorabilmente, l’attrezzo scivolò nelle mie budella. Mi inculavo da sola con gli occhi chiusi, sospirando di godimento, mentre salivo e scendevo su quel fallo improvvisato.
Sentii dei rumori ma non volli aprire gli occhi, continuando a sodomizzarmi a fondo, fino a quando sentii distintamente il calore di un tocco vellutato sulle mie labbra socchiuse…

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