Il saporo dello sperma

Il saporo dello sperma

Il primo incontro ravvicinato con lo sperma non avvenne col mio e tantomeno per mia intenzione. Infatti all’epoca avevo poco meno di 25 anni ed era una serata estiva dove ero da solo a casa: la mia ragazza era uscita con le sue amiche. Verso le 3 di notte sentii la porta aprirsi e capii fosse tornata. Mi alzai dal letto e andai alla porta ad accoglierla per aiutarla a sistemarsi qualora fosse stata di nuovo ubriaca. Non mi sbagliai, lo era.

L’aiutai a spogliarsi (non che ci volesse tanto a togliere un paio di scarpe, mutande e vestito) e lì feci una scoperta che stravolse il mio mondo. Aveva le mutande zuppe, impregnate di un liquido che inizialmente pensai fosse pipì, ma che realizzai poco più tardi fosse sperma. Tanto, tantissimo sperma. Di più uomini, tutti insieme. Alzai lo sguardo e lei non mi disse niente, era ancora ubriaca e l’unica cosa che fece fu un sorrisino. Prese delicatamente la mia testa con le sue mani e me la spinse sul suo sesso tutto umido, spostò poco le mutande, tanto quanto basta per strusciarmi in faccia le sue grandi e piccole labbra. Io stavo per scoppiare, il mio cazzo mi batteva fortissimo sui boxer, desideroso di esplodere in un mare di sperma. Dalla sua vagina maleodorante di diversi cazzi, irritata e arrossata continuava ad uscire sperma su sperma e mi finiva tutto in bocca. Era caldo, con una consistenza strana, era come se fosse tutto unito, sebbene fosse un liquido. Era lattiginoso, aveva un sapore a metà tra il dolce e il salato. Dopo averle regalato un orgasmo con la mia lingua ed aver ingoiato le sborrate, tolse le mani dalla mia testa e mi allontanai, volenteroso di spiegazioni, anche se la mia visibile erezione (che lei notò), mista al fatto di aver appena ingoiato senza fiatare fiotti e fiotti di sperma di amanti sconosciuti, tradirono la mia espressione di finta incazzatura.

Pensai fosse finita, quando finalmente spiccicò le prime parole della serata: “ciao tesoro, come hai visto sono un po’ ubriaca… mi sono divertita parecchio, ma non è finita… Pensavo ti incazzassi, ma ho visto che il tuo cazzetto sta cercando di uscire, quindi…”. Non finì la frase che riportò le mani sulla mia testa, si girò e mi portò con veemenza tra le sue chiappe, dove la situazione era di gran lunga peggiore. Quello che era il suo ano e che non mi ha mai voluto far provare era tutto allargato, rossastro e… pieno. Cercò di spingere fuori lo sperma che era rimasto ingabbiato dentro e vidi, anzi, sentii con la lingua, un accenno di prolasso. Lo sperma che usciva era molto strano, più denso rispetto a quello che mi aveva fatto ingoiare prima ed aveva un sapore più acre, ma era piacevole. Le leccai il culo per quaranta lunghissimi minuti, fino a che non le regalai un altro orgasmo. Era perfettamente ripulita. Senza dirmi nulla, mi tirò su e prendendomi per le palle mi disse “puzzi come una troia dopo una settimana che non si lava, d’ora in poi le cose cambieranno, hai capito?”. Annuii e lei strinse ancora di più la mano sulle mie palle. Venne a qualche millimetro di distanza dal mio naso e con un alito che sapeva di cazzo e culo di almeno una decina di uomini mi disse “non ti dirò mai cosa fare e se non dovessi capirlo da solo, stai tranquillo che so che punizioni darti”. Strinse le palle ancora di più e venni come un fiume in piena, bagnandomi i boxer. Ero ridicolo, avevo la faccia tutta appiccicosa, ai lati della bocca avevo dei rivoli di sperma di non so nemmeno chi e avevo le mutande tutte sborrate. Lei guardò in basso, mi riguardò negli occhi e io capii subito di non aver ancora finito con lo sperma per quella sera.

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Posso fare anche racconti personalizzati, scrivetemi a questo indirizzo: [email protected]

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