Riscoperte

Riscoperte

Alla soglia dei 40 anni ho deciso finalmente era il momento finalmente di scoprire quelle che erano le mie origini, sapevo di essere stato adottato però non sapevo chi erano i miei genitori naturali ho pensato che fosse l’età migliore avendo raggiunto anche la stabilità economica oltre che psicologica per compiere questo passo. Sapevo già di non essere nato in quella città, almeno i dati anagrafici quelli li ho potuti reperire tranquillamente all’anagrafe. Fu un poco più difficile in una grande città capire chi erano i miei genitori, spingendo qualche pulsante, ungendo qualche rotellina, non ultimo riscuotendo qualche favore, venni a sapere il nome di mia madre mentre di mio padre nessuna traccia.
Francesca mia madre lavorava presso gli uffici di una grande compagnia assicurativa, essendo una delle impiegate anziane non avrei avuto difficoltà comunque a capire chi fosse. Approfittai quindi di una settimana di corso di aggiornamento nella stessa città per scoprire qualcosina in più e soddisfare questo mio tarlo che mi rodeva sin da bambino. Il lunedì del primo giorno di corso, al termine della giornata mi ha appostai quasi come una agente segreto all’uscita degli uffici della società, per vedere quante persone lavoravano all’interno degli uffici; i primi a uscire furono soprattutto gli impiegati più giovani per due terzi donne poi alla spicciolata con molta più calma e spesso impegnate in chiacchiere 5 o 6 impiegate più anziane. Visto che procedevano verso una caffetteria nello stesso viale le seguì camminando a pochi passi da loro, parlavano ancora di cose di lavoro non lesinando commenti piuttosto pesanti sui dirigenti. Finché una si rivolse a una delle colleghe chiamandola per nome: Francesca. Tutto sommato come agente segreto mi potevo dare del James Bond, in 15 minuti di appostamento avevo individuato quella che era la mia genitrice. Entrai anche io nella caffetteria, mi sedetti in un tavolo in cui potevo osservarla senza essere granché visto. Ora ero arrivato al punto dolente, in realtà probabilmente non avevo mai pensato alla cosa, se aveva preferito lasciarmi libero per l’adozione probabilmente aveva i suoi buoni motivi, non che avessi da lamentarmi la famiglia che poi effettivamente mi ha allevato mi ha riempito di amore e non mi ha mai fatto mancare niente. Mentre cercavo di immaginare su come introdurmi senza che lei andasse nel panico oppure fuggisse, ecco che le colleghe praticamente tutte insieme andarono via e la lasciarono a terminare il suo tè mentre lei sfogliava dei documenti che apparentemente erano di lavoro. Decisi di prendere il toro per le corna, con estrema delicatezza mi avvicinai e tenendomi distante per darle comunque ancora maggiore sensazione di sicurezza chiesi:” mi perdoni è scusi il disturbo, “lei è per caso la signora Francesca”. Boom, così di botto, insomma dissi o la va una spacca. In seguito mi disse che l’avevo trovata in un momento di estrema felicità perché pur mancando poco tempo alla sua pensione era stata promossa a un livello superiore.
Con un sorriso molto amichevole, molto dolce:”Si per caso ci conosciamo, ha un’aria familiare ma non riesco a capire dove l’ho già incontrata”. Sfidando la fortuna visto che quella sera sembrava mi scortasse a ogni mio comportamento continuai:” La prego non voglio che fraintenda il mio comportamento è il mio approccio, però sono oramai sicuro al 99% che fra di noi c’è diciamo un rapporto di consangueinità”. Ci fu più di un attimo di silenzio, stavo anche per congedarmi e scusarmi della frase però fu lei la prima a parlare, il sorriso si attenuó ma non smise. ” Sapevo che prima o poi sarebbe successo qualcosa del genere, probabilmente la stessa cosa l’avrei fatta anch’io arrivata alla tua età, A proposito come ti chiami?”. Contemporaneamente mi invitò a sedere di fronte a lei. ” Dario”, risposi ricambiando il sorriso che è quella che era una bella donna mi stava continuando a fare dall’altra parte del tavolino, molto bella devo dire. All’epoca aveva un caschetto di capelli bianco candido, un aspetto curatissimo dal trucco e dagli accessori che portava molto raffinata senza essere altezzosa. Continuai:” ci tengo a sottolineare che non ce l’ho assolutamente con lei, non pretendo niente la famiglia che mi ha allevato a una certa posizione sociale e nella ditta in cui lavoro sono già diventato uno dei vicedirigenti. Però come ha detto lei la curiosità c’è, posso anche già dirle che dal punto di vista del DNA è diventata già nonna.”. Si illuminò:” Prima di tutto Dario smettila di darmi del lei, chiamami Francesca chiamami Fra, come vuoi tu, ma smettila di darmi del lei.”
Per oltre un’ora restammo lì a parlare della nostra vita attuale, dei nostri rispettivi lavori, volle sapere molto della mia vita e dei nipoti che alla fine gli avevo annunciato. Divenne ora di cena che neanche ci sembrò passato un minuto, ero già tentato a dire il vero di invitarla a cena ma anche questa volta mi anticipo lei. ” Quindi sei in città tutta la settimana, oggi purtroppo ho un impegno con le amiche e le colleghe però sarei veramente tanto contenta se ci potessimo vedere magari domani di nuovo per il tè e poi magari anche per cena. Sempre che tu non abbia altri impegni voglio sperare, ristorante scelgo io però tu sei uno straniero. E anche un bel straniero” disse sorridendo in modo aperto. Ci scambiamo i numeri di telefono e ci salutiamo come due buoni amici, devo dire che nel baciarla sulle guance senti l’inebriante profumo che portava.
Rientrato in hotel dopo cena in misi subito al letto, mi sembrava di essere molto stanco dopo il viaggio è dopo la prima giornata del corso. Mia moglie Emiliana al telefono si complimentò per il mio coraggio e si dimostrò felicissima perché avevo raggiunto in così poco tempo il risultato di conoscere la mia madre naturale.
Mi girai e rigirai parecchie volte prima di riuscire a prendere sonno, perché comunque ero preso da una emozione profonda.
Il giorno dopo l’appuntamento lo spostammo direttamente a cena perché il mio corso terminò parecchio più tardi, quindi ci incontrammo direttamente nel ristorante. Devo dire che rimasi a bocca aperta, al contrario del giorno precedente non era vestita con un formale tailleur da ufficio ma un vestito rosso smanicato che mi fece capire quanto nonostante l’età l’abbigliamento del giorno precedente non lo rendesse assolutamente giustizia. A mezza gamba con un tacco vertiginoso assolutamente rosso e il vezzo dei capelli raccolti in due trecce come una ragazza:” guarda se non sapessi chi fossi mi verrebbe da pensare che sto incontrando qualcuno per tradire mia moglie”, rise di gusto della battuta e ringrazio per il complemento indiretto.
Seduti a tavola ci versamo subito due bei bicchieri di vino rosso nel tavolo che lei aveva scelto in uno degli angoli di un ristorante molto caratteristico e intimo. ” Non prendermi per scema o per alcolizzata ma credo che tu abbia bisogno giustamente di più di una spiegazione da me”.
Il preambolo a dire il vero mi lasciò un poco basito, ordinammo una cena gustosa anche se semplice, lei con la scusa che quello che doveva raccontare non era facile verso entrambi il secondo bicchiere di rosso forte della Sardegna. ” Dario, come immagini anche tu hai avuto un padre, che però devo dire che mi ha lasciato, o meglio ci ha lasciato poco prima prima che tu nascessi, non fraintendere non era né un cane né una cattiva persona, semplicemente non ci trovamo più, prima di farci molto più male lui rispose a un’occasione di lavoro in Sud America e non rientrò mai più in Italia, Almeno io non ho più notizie ormai da oltre 30 anni giustamente si sarà rifatto una vita.” Annuì, commentai un po’ quello che mi aveva appena detto, nel frattempo consumamo il pasto e poi brilli dopo il terzo bicchiere di vino lasciamo il ristorante e mi invitò a salire proprio al piano di sopra dove c’era il suo appartamento. Mi fece sedere in salotto, entrò in cucina per preparare il caffè, sorridendo un po’ impacciata mi disse che dopo l’ammazza caffè probabilmente sarei stato pronto a sentire la seconda parte del racconto.
” Vedi Dario, io e il tuo padre naturale Gino, a inizi anni 80 eravamo una di quelle coppie diciamo disinibite, In realtà io e lui facevamo già sesso dalle superiori, non ricordo neanche se avessi già compiuto 16 anni quando ho perso la verginità. Avevamo spesso occasione di avere case libere, mia madre si era preoccupata della mia protezione con la pillola e quindi in realtà quando arrivammo al matrimonio eravamo una coppia sessualmente rodata. Disinibita ma non è che fossimo una coppia aperta”… ammutolito mandai giù il terzo liquore perché mi stava venendo la gola secca. Ma lei imperterrita continuò il racconto. ” mentre aspettavo te Dario, lo sconvolgimento ormonale mi portò a dei comportamenti ben più spinti. Un’amica che aveva partecipato a dei video porno mi convinse che proprio essere incinta in video del genere mi avrebbe procurato un bel po’ di soldi, oltre a molto sesso di cui ero diventata ingorda talmente che Gino non riusciva a soddisfarmi”.
Eravamo brilli entrambi, le probabilmente aveva voglia di confessarsi, di sfogarsi, di giustificarsi io non sapevo cosa dire ma non stavo sicuramente perdendo interesse nel racconto. ” Nel primo video in cui Clelia mi rese protagonista portavamo una mascherina entrambe, lei non partecipo fisicamente ma mi presentò alla telecamera e mi spogliò completamente, presentandomi come una casalinga insoddisfatta a cui avevano procurato del bel cazzo per essere riempita. La situazione messa a pecorina sul letto mentre la telecamera inquadrava il mio sedere è lei che parlava la trovavo estremamente eccitante, mi ero depilata intimamente molto accuratamente e Clelia quasi facendo una telecronaca fece avvicinare l’attore nudo con il pene in erezione, mentre lei mi accarezzava l’esterno della vagina commentò anche il fatto che ero bagnatissima per quanto ero eccitata, effettivamente mi sentivo colare le gocce di liquido vaginale. Quando l’attore avvicinò il pene alle mie grandi labbra che lei teneva accuratamente aperte lo invitò a entrare piano, io non ero del suo stesso parere ero molto eccitata e accellerai la penetrazione, Clelia capì la situazione e iniziò a incitarlo a martellarmi la vagina, addirittura sentivo i testicoli che sbattevano sul mio didietro. Ero talmente eccitata che ebbi tre orgasmi molto intensi prima che implorarsi a lui di svuotarsi dentro di me, mi tenne per i fianchi tirandomi a urlando il suo orgasmo senti tre, quattro potenti schizzi di liquido caldo dentro di me. Quando tirò fuori il suo cazzo ancora semi duro e gocciolante dalla mia fica, Clelia rivolta alla telecamera cercò di commentare ma palesemente non si aspettava il mio comportamento così da troia. Questo fu il mio esordio da attrice porno, un video di 10 minuti.”
Restai senza parole, anche lei si zittì un attimo e disse che forse era il caso di un quarto bicchierino di rum per schiarirsi le idee. “Fra sono restato senza parole, l’importante è che tu non abbia mai avuto imposizioni nel fare quello che facevi, ma se mi hai detto che ne godevi così tanto Immagino di no”.
Lei rigirò il bicchiere fra le mani, pensierosa come a decidere se continuare pur nell’ebbrezza alcolica e racconto.
“Decisamente non mi ha imposto mai niente e nessuno, facevo solo le cose che mi piacevano. Il primo video nonostante fosse all’interno di una videocassetta con altri sette otto brevi porno fu il motivo del successo, la produzione vista la richiesta delle ristampe è la richiesta di vedere di nuovo la misteriosa casalinga incinta mi fece una proposta con cui potei all’epoca comprarmi un utilitaria. Dirai probabilmente alla fine stavo facendo la puttana, in fondo non mi interessava facevo molto sesso sceglievo io con chi andare, come andare e che cosa fare. Prima di questo film più impegnativo misi le carte in tavola con Gino, erò andata solo con un altro uomo mi ero fatta sborrare dentro dopo una divina cavalcata. Gino di primo acchito trovo la cosa eccitante, volle vedere il video e per qualche giorno mi prese in tutte le posizioni facendomi godere, schizzandomi dentro, sul pancione, sul seno e naturalmente in faccia e in bocca. Quando capì però che la mia intenzione era di prendere altri cazzi per goderne e far godere la gente che avrebbe assistito al film fu colto da molti ripensamenti. Questa volta non fu un cortometraggio, fu un vero e proprio film con una trama in cui io ero la figlia incinta, che rientrava a casa per le vacanze dai propri genitori, due fratelli oltre che un giardiniere e un autista dato che eravamo una famiglia facoltosa. Inutile dire che tutti i maschi della produzione mi scoparono compreso quello che doveva essere il mio papà. Anche la mamma dopo che il papà mi ebbe depositato tutto il seme nella fica mi ripuliì accuratamente, fu anche la prima volta che provai un orgasmo totalmente lesbico.” Credo che alla fine di quel racconto probabilmente avessi la febbre, in parte eccitato, in parte curioso nonostante fosse mezzanotte è passata non mi veniva voglia di andare via. Andai in bagno per urinare e pensai addirittura di masturbarmi per allentare la tensione. Lasciai perdere Mi sciacquai le mani e torna in salotto.
Pensai che anche lei avesse approfittato di quel tempo per ricomporsi un poco, invece la vidi armeggiare con il pc portatile che appoggiò sul tavolino di fronte al divano. Assolutamente brilla e per niente imbarazzata:” Guarda ti faccio vedere i miei video che si trovano ancora in rete”. Erano passati 30 anni ma ancora erano fra i video più visti, uno in cui lei alla fine veniva schizzata sul pancione da più di 10 maschi. Uno in cui un’attrice porno famosa dell’epoca la preparava a essere inculata per la prima volta in video, la leccò la penetrò prima con un dito sempre umidificando con la salita, la inculò leggermente con la lingua, poi infilo due dita facendole roteare lentamente e infilando anche il terzo dilatando l’ano. L’attrice mentre dilatava con tre dita prese in bocca il cazzo che era pronto a entrare nel culo di Francesca, lo insalivò bene, tolse le dita in modo che si vedesse il culo dilatato e vi accostò la cappella. Il cazzo entrò alcuni centimetri, lo fece estrarre e lo insalivò nuovamente. Francesca lo invitò a sfondarla e entrare a costo di farle male. Arrivato fino in fondo si blocca un attimo per dare il tempo all’intestino di adattarsi alla verga di carne, ma fu Francesca stessa a muoversi per sentirlo dentro, venne subito, scopri di avere l’ano più sensibile della vagina perché le procurava orgasmi più intensi. ” vedi da qui in poi ho fatto praticamente solo film e video in cui prendevo i cazzi in culo o comunque li facevo terminare lì perché avevo il mio orgasmo più intenso.”, mentre i video continuavano ad andare raccontò di Gino che andò in Sud America della famiglia che voltò le spalle per cui non si sentì di tenermi da sola. Oltre alla propria vita doveva pensare anche alla mia. Aveva smesso pochi anni dopo però non rimpiangeva niente di quello che lei chiamò il suo periodo sessuale.
Mi alzai nuovamente per andare in bagno, questa volta dalla tela dei pantaloni era evidente che i video e i racconti mi avevano prodotto un’erezione imponente. ” porcone, ti è venuto il cazzo duro a vedere tua madre inculata da due cazzi contemporaneamente?”, disse ridendo visto che era l’ultimo video che stava andando, Appoggio la mano sul rigonfiamento dei miei pantaloni, inerme la lasciai fare, abbassò la braghetta poi gli slip e fece svettare il mio uccello all’esterno. Era già parzialmente scappellato, delicatamente espose la cappella totalmente e se lo infilo in bocca, insalivandolo e cercando di arrivare più in fondo possibile dentro la bocca, contemporaneamente mi levo i pantaloni gli slip. Ero talmente eccitato che per un attimo pensai di svuotare totalmente i miei coglioni direttamente nella sua gola. Probabilmente mi lesse nel pensiero, ” guarda che anche mammina ha voglia di godere, e hai anche capito come mi piace godere”. Francesca tirò su e vestitino rosso è la prima cosa che notai che non portava intimo, che era perfettamente depilata, che non sembrava soprattutto. Il culo di una sessantenne. Appoggiò le ginocchia sul divano appoggiandosi alla spalliera e esponendo le sue parti più intime a me. Non ci dovetti pensare molto, tenendo il glutei aperti iniziai dalla vagina che sbrodolava e da lì salì verso il buco più intimo, poi tornai a scendere fino al clitoride che era duro e quasi veniva voglia di morderlo, lo succhiai per un po’ e mentre le tenevo due dita dentro la vagina esplose in un orgasmo urlando di piacere. Non avevo intenzione di dare a Francesca tregua, iniziai a leccare il buco del culo, penetrandola con la lingua poi aiutandomi con le dita quando mi parve dilatata a sufficienza togli le dita, sputai abbondantemente dentro il foro e con solo un colpo infilai tutto il cazzo nel culo. Urlo e venne subito, ma il mio momento non era ancora arrivato, se a mammina piaceva prenderlo nel culo, aveva trovato un figlio che invece adorava metterlo. Le sollevai la gamba destra in modo da poter continuare a scoparla in culo e contemporaneamente masturbarla nella vagina agevolmente. Ebbe parecchi orgasmi, eravamo esausti e lei più di me, mi parve giusto estrarre il cazzo dal culo metterla in ginocchio sotto di me e lei come un uccellino che aspetta da mangiare aspetto che il mio schizzo il liquido bianco le arrivasse sulla lingua e in gola, spremeti la punta del cazzo perché ogni goccia finisse lì, con molta troiaggine lei ingoiò tutto, poi pur sapendo che il mio uccello aveva martellato dentro il suo intestino, lo prese in bocca per pulirlo nel migliore dei modi. Credo che tornerò spesso a ritrovare la mamma perduta.

Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 3 Media: 5]
FavoriteLoadingAggiungi ai tuoi preferiti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *