Le tette di Mamma

Le tette di Mamma

Le tette di Mamma.

Ho appena finito l’anno scolastico e non avevo niente da fare. Per passare il tempo ho riordinato la mia camera. Dopo aver cenato con mia madre, sono uscito con gli amici in cerca di fresco. Abbiamo girovagato senza meta e alla fine abbiamo mangiato un gelato. Quando sono tornato a casa, la casa era immersa nel buio. Ho tolto le scarpe e, cercando di fare il meno rumore possibile, mi sono diretto verso la mia camera. Passando davanti alla camera di mia madre, ho notato che aveva lasciato le finestre aperte e la tapparella un po’ rialzata per rinfrescare l’ambiente. Mi sono avvicinato al suo letto… mia madre era nuda e il suo corpo era rischiarato dalla debole luce lunare. Potevo intravedere i suoi seni sodi muoversi. Mi sono avvicinato al suo letto per ammirarla… com’era bella nuda! Il triangolo pubico nascondeva la sua vagina. Avrei voluto baciarla, leccarla… ma l’avrei svegliata. Uscendo dalla stanza ho urtato qualcosa e mia madre si è svegliata. Mi sono avvicinato al suo letto e le ho detto: “Scusa mamma, sono entrato per darti il bacio della buonanotte”. Fin da ragazzo, mia madre era ai miei occhi la più bella delle mamme. Il suo viso aveva un aspetto soave, i folti capelli biondi sparsi sul cuscino, un braccio mollemente adagiato lungo il corpo. Il lenzuolo avvolgeva la sua sagoma ben fatta, le labbra carnose atteggiate ad un sorriso, i seni che, respirando, gonfiavano il lenzuolo… avrei voluto baciarla tutta… ero in adorazione del suo corpo. Con un sorriso mi ha chiesto: “Non mi dai il bacio della buonanotte?” Mi sono inginocchiato accanto a lei, mi sono fatto coraggio e piano piano mi sono adagiato sul letto accanto a lei per osservarla meglio. Ha sentito il mio movimento e ha mugolato qualcosa muovendosi delicatamente, poi ha aperto gli occhi e mi ha visto. “Sei tu, tesoro mio?” ha sorriso sorpresa e ha chiesto: “Cosa fai qui?” “Volevo solo darti il bacio della buonanotte”, ho detto timidamente, “come sei bella mamma”. Ha chiuso gli occhi e ha sorriso dolcemente.

Con un sorriso mi disse: “Non mi dai il bacio della buonanotte?” Mi inginocchiai accanto a lei, mi feci coraggio e piano mi adagiai sul letto accanto a lei per osservarla meglio. Sentì il movimento e mugolò qualcosa muovendosi delicatamente, poi aprì gli occhi e mi vide.
“Sei tu tesoro mio?” sorrise sorpresa e chiese: “Cosa fai qui?” “Volevo solo darti il bacio della buonanotte”, soggiunsi, “come sei bella mamma”.
Chiuse gli occhi e sorrise dolcemente. Con un cenno di una mano mi fece segno di avvicinarmi e accarezzandomi in viso disse dolcemente: “Sei molto carino”, scostò il lenzuolo che la copriva e aggiunse: “Vieni vicino alla tua mamma”.
Rimanemmo a parlottare per un po’, sdraiati l’uno accanto all’altro. Si parlò di tutto, scuola, lavoro, casa, famiglia… Più la guardavo, più mi sentivo attratto da lei e dalla piacevolissima eccitazione che mi trasmetteva. Sentii che il mio pene stava diventando duro… Che situazione… Mamma allungò una mano per accarezzarmi e si accorse della mia erezione.
“Cos’è successo, vuoi venire vicino a me?” e sollevando il lenzuolo m’invitò. Avevo intravisto la sua sottoveste arrotolata fino alle mutandine. Le belle gambe nude scivolarono verso di me e i suoi piedini sfiorarono i miei, così continuammo a parlare strusciandoci piacevolmente. Fu naturale che anche le nostre mani non rimanessero inattive e le carezze che ci scambiammo erano così naturali e dolci che il mio sesso pensò bene d’impennarsi e quando le dissi: “La mia mammina è dolce come il miele delle api”, lei mi tirò a sé e rispose: “Mmmm, allora bisogna assaggiarne un po’…”.
Le nostre labbra si unirono e cominciammo a baciarci. Non l’avevo mai baciata sulla bocca e la sensazione fu assolutamente divina. Avevo il cuore che tambureggiava nel petto. I bacetti rapidi e appassionati divennero ben presto più lunghi e le sue labbra si dischiusero per permettere alla mia lingua di toccare la sua. Non mi feci pregare, le nostre lingue si leccarono teneramente mentre ci guardavamo negli occhi. Quei baci si trasformarono in leccate e succhiate golose. Con le labbra incollate alle sue, le infilai tutta la lingua in bocca e la sentii fremere mentre la esploravo. Godevo nel sentire il suo respiro corto ed ansimante, il sapore del suo alito, la sua saliva che si mescolava alla mia. Limonammo per un tempo che mi sembrò interminabile, abbracciati come due innamorati.

Avevo il membro turgido e una voglia pazzesca di fare l’amore. Mamma si voltò verso di me e mi diede un bacio con lo schiocco: “Sei proprio un bel maschiaccio”, mi disse. Poi la sua mano scivolò sopra il lenzuolo lungo il mio petto e scese tra le mie cosce, dove il profilo del membro turgido era evidente. Rimasi immobile per lasciarle prendere l’iniziativa. Me lo palpava soppesandolo attraverso il sottile lenzuolo. Sentì il cazzo pulsante e mi sussurrò: “Ti eccita così tanto la tua mammina?” disse con voce roca. “Mi stai facendo impazzire di desiderio”, le risposi sincero. “Me ne sono accorta”, disse “lo capisco dall’erezione del cazzo”, lo disse stringendomi e scappellandomi l’uccello più volte. Era appoggiata su un gomito col viso sopra il mio, una spallina della sottoveste le era scivolata dalla spalla. La abbassai del tutto per scoprirle il seno. “Fammi vedere le tette e lasciamele succhiare”, il suo viso s’illuminò di un gran sorriso. “Se le vuoi, tiramele fuori”, rispose senza smettere di accarezzarmi il cazzo fremente fino allo spasimo. Con grande piacere, le abbassai la sottoveste mentre lei mi assecondava nei movimenti. Mi trovai nelle mani due seni di bellezza straordinaria, pieni e sodi. “Che belle poppe stupende hai, mammina!” esclamai estasiato. “Palpale bene se ti piacciono e se vuoi succhiale come quando ti allattavo.” Le mie mani strinsero un seno e la mia bocca s’impadronì del capezzolo. Era sodo e tondo, che tentazione succhiare quelle mammelle. “Succhiale se vuoi, succhiale tesoro della mamma”, iniziai a succhiarle delicatamente. Non volevo farle male, succhiavo lentamente ma con sempre maggior piacere. “Mi piace”, sussurrò mamma, “ma mi fai venire una gran voglia”. Si sfilò la camicia da notte e si girò con studiata lentezza per poi mettersi a cavalcioni su di me per offrirmi le sue tette. Ero al massimo dell’eccitazione, il mio corpo era teso come una corda di violino. Mamma strusciava il suo ventre contro il mio, tra di noi c’erano solo le sue mutandine leggere. Succhiavo i suoi capezzoli spremendo dolcemente i seni.

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2 thoughts on “Le tette di Mamma

  1. raffael

    la mia mi chiamava con nomignoli di schizzetto perché una volta al mare sola con lei mi eccitai tantissimo e le schizzai addosso, pensavo mi riempisse di botte invece rise parecchio, cazzo avevo 13 anni e non capivo perché vedendo mia madre in bikini mi eccitai, devo anche dire che con lei non c’erano pudori, siccome in spiaggia non c’era nessuno ero nudo come mi aveva fatto, lei tolse solo il reggiseno, a quella vista delle tette belle sode e non ancora abbronzate, quel bel culetto sodo e pochi peli che intravedevo dal costume mi eccitai come una scimmia come mi toccai venni in alcuni schizzi, uno sulla guancia, rideva dicendomi sciocco che fai siamo in un luogo pubblico, di devi trattenere e rideva ma soddisfatta per vedere il suo maschietto sano ed eccitato, la cosa pensavo finisse li, invece a casa mentre eravamo nell’unico bagno, io in doccia e lei in costume che si aggiustava i capelli per entrare in doccia io esco e infilo l’accappatoio nel asciugarmi alla vista del culo di mia madre mi eccito ancora e smanacciandomi un po schizzo ancora ma sul suo bel culo, si gira toccandosi il sedere mi dice ma sei proprio uno schizzetto maleducato, adesso prendi la carta e asciugami, da oggi caro il mio maschietto niente più nudità per te e per me, meglio per entrambi evitare motivi d’eccitazione, le dissi che non sapevo resistere mi piaceva e non capivo molto il perché, ma lei si che capiva e anche troppo, la cosa non ebbe risvolti mi diceva controllati, io sorrido ma un estranea di prenderebbe a calci capito? Passarono tre anni e in occasione strana ci trovammo in spiaggia soli sdraiati al sole lei su di un fianco mi mostrava la schiena e io verso di lei, quel culo sono con il costume tra le natiche mi faceva indurire il cazzo, non riuscivo a toglierle lo sguardo, mi usci il cazzo dal costume e appena toccato mi partì un orgasmo schizzando a circa un metro ma tre schizzi le arrivarono sulle natiche, si girò toccandosi il culo con la mano, capì vedendomi coprire il mio pube con le mani, mi guardò e poi rise di gusto dicendomi: eri schizzetto adesso te devo chiamà irrigatore! Si alzò e andò in acqua a lavarsi, la seguii, mi disse che intenzioni avessi, solo lavarmi anche io e chiederti scusa per la zozzata, si sei perdonato ma mi piaci che devo fa? Insomma mi dice che mi dovevo trovare una ragazza, che vabbè a 13 anni oggi a 17 era ora che mi trovassi una ragazza, mi scusai ancora per la mia schifezza ma sorrise ancora dicendo, ma dai quale schifezza mi hai dato prova che sei normale, sano e io piaccio ancora ai ragazzi giovani come te.

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