La mia prima volta

La mia prima volta

Spesso chi scrive certi racconti lo fa per auto compiacersi. Quello che segue invece non è lavoro di fantasia. Vuole raccontare nei dettagli la mia iniziazione al sesso che ho fatto per la prima volta con una gran maiala. Tutti sogniamo una donna pronta a soddisfarci senza chiedere nulla in cambio. Talvolta si ha la fortuna di incontrarla e di approfittarne consapevoli che le storie perverse non durano a lungo. E’ quello che successe a me con Angela, allora diciannovenne, compagna di scuola superiore.

Lei, un anno più grande, si inserì nella mia classe suscitando fin da subito le gelosie delle altre compagne. Le piaceva essere guardata. Amava vestire indumenti attillati che lasciassero intravvedere il perizoma e valorizzassero il paio di tette abbondanti di cui era tanto orgogliosa. Portava una quarta nonostante avesse fisico longilineo e statura non eccessivamente alta.

Studiai quando fare il primo passo senza compromettermi agli occhi della classe. La nomea di bravo ragazzo giocò a mio favore quando la invitai a casa mia per studiare insieme. Non abitava lontano e fu facile incontrarci di primo pomeriggio. Si presentò con un toppino viola che accentuava i suoi meravigliosi seni e la avvolgeva poco sotto i glutei. Sotto un paio di leggings neri aderenti. Mentre era seduta cercavo scuse per alzarmi godendomi la vista da più angolazioni. Era evidente che non indossava il reggiseno. Avrei voluto farle sentire che da quando era entrata avevo l’uccello in tiro ma mi contenni illudendola che pensavo allo studio.

Dopo circa mezz’ora, con la scusa di fare una pausa e col proposito reale di quietare il cazzo che ormai mi faceva male, mi sdraiai sul letto vicino alla scrivania su cui si lavorava. Ero conscio di aver suscitato il suo interesse ma feci finta di niente. Spezzai il ghiaccio provocandola con domande indiscrete dopo aver promesso che non avrei detto a nessuno. Non fu difficile sapere che aveva già avuto rapporti con degli altri compagni. Dichiarando che voci di corridoio parlavano di un pompino fatto da lei a un compagno di classe ebbi conferma che le piaceva praticare il sesso orale. Sorrise senza ironia quando le dissi che ero vergine.

Man mano che parlava mi facevo più audace manifestando interesse e curiosità. Non aspettava altro.

“Rilassati e goditi la tua prima volta”, soggiunse, appoggiando la mano sul pacco nuovamente duro alla vista di lei sul mio letto. Osservò il mio cazzo per alcuni secondi e, con mio grande piacere, ne apprezzò la dimensione. Quindi vi fece colare sopra un rivolo di saliva e guardandomi negli occhi si chinò silenziosamente a prenderlo in bocca.  Aveva labbra sottili e una lingua esperta che accrescevano la mia sensibilità. Per pudore mi trattenni dal dirle che quel cazzo l’aspettava da tempo. “Sei stupenda”. Replicò disillusa: “se sborri non dirmelo così sarà la prima volta anche per me”. Temeva che potessi raggiungere l’orgasmo da un momento all’altro, voleva ingoiare e perciò non staccava la bocca dalla cappella. Questa vista mi faceva eccitare da morire inducendomi a spingerle il cazzo in gola. Le scaricai dentro 12 flutti densi e abbondanti che ella deglutì obbediente pur senza provare una certa difficoltà.

Ripassò la lingua sulla cappella succhiando avidamente le ultime gocce di sborra. Commentò. “Che meraviglia, ho bevuto a una fontana!” Stetti a lungo vicino a lei ricambiando le emozioni provate con carezze e baci. Attese con pazienza che la mia meraviglia si trasformasse in consapevolezza.  Ero diventato un uomo.

Intesi che la mia iniziazione non sarebbe finita lì. Angela voleva essere soddisfatta a sua volta. “C’e molto altro che una ragazza ti può dare”, disse sfilandosi il vestito. La corona dei capezzoli occupava alcuni centimetri del seno, molto gradevole da vedere. Si sdraiò nuovamente, invitandomi a leccargli le tette, e nel frattempo si sfilò i leggings, sotto i quali comparve il perizoma nero evidentemente bagnato.

“Non lo faccio mai senza preservativo, ma vorrei sentirti dentro almeno un po’.” Considerai il rischio di farlo e le chiesi se era preoccupata. “Sono i giorni giusti, hai un gran culo”. La trovavo bellissima e volevo accontentarla per cui sfilai il perizoma e mi lasciai andare. Dimostrai di aver imparato la lezione sputandole sulla figa e leccandone la superficie scoperta dai peli. Le feci vedere che sulle grandi labbra si erano depositati degli umori viscosi. Bevvi tutto con avidità.

La punta del cazzo entrò senza fatica. Angela mi pregò che lo tirassi fuori per succhiarlo ancora ma le dissi che ora toccava a me farla godere. Guaì ad ogni spinta come una vera troia. Le tette sobbalzavano violentemente quando la scopavo fino in fondo e il suo viso si corrucciava dal piacere. La prima volta che raggiunse l’orgasmo non me ne accorsi, pertanto continuai a stantuffarle la figa senza badare a cosa mi diceva. La condussi al mio piacere dopo appena un quarto d’ora dalla prima eiaculazione. Inondarla di sperma sulle tette e sul viso mi fece sentire veramente maschio.

Il pomeriggio di “studio” terminò dopo una doccia fredda e una serie di esplorazioni di lingua praticate reciprocamente. Da quel giorno il rapporto tra me e Angela cambiò drasticamente. Avevamo provato qualcosa di incredibile e non vedevamo l’ora di trasgredire ancora. Sapevamo che l’avremmo fatto presto…

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