Infatuazione nera (cap. 1)

Infatuazione nera (cap. 1)

Ho 44 anni e sono sposata da 19. Ho un figlio di diciott’anni compiuti e da qualche mese ho conosciuto un suo amico che ne ha 23. Lo so che potrebbe non c’entrare nulla, o forse c’entra eccome, lui è di colore. Italiano ma di origine congolese. Nero, nerissimo come di così neri non ne avevo mai visti. Fin da subito lui è stato gentilissimo e rispettosissimo nei miei confronti, ma poi ha chiaramente cambiato atteggiamento e le sue attenzioni nei miei confronti si son fatte diverse e chiaramente allusive a un suo interesse nei mie confronti ma io nonostante l’imbarazzo ho sempre lasciato perdere derubricandole alle classiche attrazioni giovanili per le donne mature. Da parte mia lo trovavo davvero molto bello, educato, simpatico, con un fisico decisamente attraente.

Poi la cosa subisce una accelerata. Era un sabato pomeriggio di inizio giugno e mi stavo preparando per andare a un matrimonio. Mio marito era andato a prendere i miei suoceri e lui è venuto a casa nostra con mio figlio. Erano passati un momento prima di trovarsi con altri amici prima di andare in spiaggia. Io ero in camera in intimo e autoreggenti leggerissime e sottilissime dato che era praticamente quasi inizio estate, e sentendoli entrare mi sono messa al volo un classico vestito da casa abbottonandomelo velocemente e li ho raggiunti in salotto.
Casualmente dopo pochi istanti siamo rimasti soli io e lui, ma solamente per un paio di minuti perchè mio figlio è stato chiamato al telefono dalla sua ragazza e si è assentato un momento in camera sua e io e lui siamo rimasti in salotto. Ma quei due minuti sono bastati per peggiorare, diciamo così, la situazione. Io ero seduta sul divano e lui su una sedia di fronte. Come mio figlio è uscito dalla stanza, lui ha cambiato sguardo verso di me, si è fatto molto serio, quasi cattivo! Poi si è alzato e è venuto verso di me. Io ero pietrificata, letteralmente di sasso col cuore che mi batteva fortissimo ma cercavo di essere e risultare normale. Così gli chiedo se aveva bisogno di qualcosa ma lui non mi ha risposto e continuava a venirmi incontro sempre fissandomi in modo quasi ipnotico tant’è vero che io mi sentivo come se fossi sotto incantesimo. Arrivato davanti a me si è chinato, ha portato la sua bocca al mio orecchio e a bassa voce in un orecchio mi sussurra che mi pensava sempre, che mi trovava una donna molto attraente, che tutti gli amici di mio figlio vorrebbero scoparmi ma l’unico che lo farà davvero sarà lui perchè era sicuro che anche io lo volevo! Io ero rimasta di stucco, non potevo credere a quelle parole. Lui poi si tira leggermente su, e sempre chinato a pochi millimetri da me mi fissa e con le punte dei nostri nasi che si sfioravano, mi dice molto seriamente e sempre a bassa voce che se era vero che anch’io volevo scopare con lui allora sarei dovuta star zitta con tutti, se invece era falso avrei dovuto subito dire tutto a mio marito e a mio figlio e che non glene fregava niente di perderlo come amico. Mentre mi sussurrava ste cose, mi accorsi che con un polpastrello mi sfiorava quasi impercettibilmente e delicatamente un ginocchio e sentirlo accarezzare il nylon delle mie calze non mi recava alcun fastidio nè imbarazzo ma solo immobilismo, infatti non ho avuto nessuna reazione! Anzi, ero talmente imbambolata che quasi lo lasciavo fare. Poi mi ha nuovamente fissato da serio, mi ha sorriso e è tornato a sedersi sulla sedia di fronte a me. Io non sapevo proprio che fare, che pensare, che dire e proprio in quel momento è rientrato mio figlio in stanza così io ho colto l’occasione, in maniera molto fredda e sbrigativa ho detto loro che ero in ritardo e che dovevo finire di preparami per il matrimonio della figlia di nostra cugina. E me ne sono tornata in camera a finire di prepararmi lasciandoli soli, ma praticamente subito se ne sono usciti. Mentre mi stavo vestendo per andare al matrimonio mi sentivo come in trance, avevo la testa completamente vuota e il comportamento di quel ragazzo mi aveva letteralmente spiazzata. Inutile dire che quella giornata fu rovinata, perchè nonostante fossi in un contesto di festa, mi rendevo conto di essere completamente avulsa, estraniata dal contesto. Ma penso fosse normale, la mia testa oramai era in preda a pensare di tutto e al contrario di tutto.

Nei giorni seguenti, non so neanche bene io per quale motivo, non ho detto niente a nessuno dell’accaduto. Volevo ragionarci bene su evidentemente. Cercavo però di non pensarci ma proprio non ci riuscivo perchè ero in preda a dei pensieri e fantasie su di lui. Sentivo di essere notevolmente attratta da lui mentalmente, fisicamente e ahimè anche e forse soprattutto sessualmente. Lo sapevo sbagliatissimo, ma era più forte di me e avvertivo delle fortissime sensazioni che mi portavano a pensarlo insistentemente e ad immaginarmi a letto con lui, posseduta dal suo durissimo e magari grossissimo pene nerissimo che mi riempiva la pancia col suo potente, prezioso e fertile seme dell’Africa Nera. A tratti ero tornata a masturbarmi come una ragazzina vogliosa. Al contempo mi malgiudicavo come moglie, come madre, come donna. Ma avevo una confusione in testa così grave che non riuscivo più a distinguere cosa fosse giusto e cosa sbagliato.
Poi col passare dei giorni, pian piano ci stavo riuscendo a togliermi dalla testa tutte ste cose, ma continuavo a tacere la cosa e tenersi tutto dentro era difficilissimo. Speravo che la cosa anche per lui fosse finita lì, che fosse stato solo un gioco, la classica sbruffonata giovanile con annessa infatuazione per una donna più grande. Son cose che capitano a quell’età.
Ma inevitabilmente l’occasione per rivedersi prima o poi sarebbe giunta.

Infatti, un paio di settimane dopo, lui viene nuovamente a casa nostra con mio figlio. Apparentemente si comportava normalmente, come se qualche giorno prima si fosse trattato di una parentesi isolata e io mi sentivo rincuorata col passare dei minuti. Ma era solo apparenza, difatti a un certo punto mio figlio si assenta pochi minuti per andare in bagno, e appena rimasti soli, lui mi fissa nuovamente con quello sguardo gelido da suggestionarmi e mi dice che era sicuro al 100% che anche io volevo scopare con lui dato che fino a quel momento ero stata zitta con tutti. Io, come la volta prima, non ho detto una parola e ho solo abbassato lo sguardo. Ma fissando il pavimento mi accorgo di accennare un timido sorriso. E ciò significava più di mille risposte. Poi è rientrato in stanza mio figlio così Io li ho salutati come nulla fosse e me ne sono andata in cucina senza dire una parola a nessuno dei due. Poi anche loro dopo poco se ne sono usciti.

Il giorno dopo, sento suonare il campanello. Ero a casa da sola e stavo aspettando mia cognata che doveva portarmi delle cose dall’orto e pensando che fosse lei, apro. Ma era lui. Non so come, ma sicuramente in qualche maniera sapeva che in quel momento ero a casa da sola. Gli ho detto che se cercava mio figlio lo avrebbe trovato in spiaggia. Lui mi risponde in un modo completamente diverso dai comportamenti avuti le due volte precedenti. Infatti timidamente si è posto a me stavolta in maniera davvero gentile e educata dicendomi che non cercava mio figlio ma che se disturbava e che se ero turbata se ne sarebbe subito andato. Io stavo per dirgli che sarebbe stato meglio se se ne fosse andato ma lui mi anticipa dicendomi, sempre quasi imbarazzato, che voleva parlarmi e mi ha chiesto se poteva entrare. Io non sapevo davvero che fare, da un lato volevo che se ne andasse, ma dall’altro sentivo che forse era giusto un chiarimento definitivo per chiudere la cosa senza strascichi. Lo faccio entrare e chiudo il portoncino, ma istintivamente, a chiave. Inaspettatamente mi sentivo felice ed emozionata che fosse lì, ma pure un po’ spaventata. Ancora lì nell’ingresso inizia subito a parlare come una macchinetta scusandosi del suo comportamento dei giorni scorsi dicendomi che non voleva mancarmi di rispetto ma che si è lasciato prendere dal fatto che pensandoci su si era reso conto che per lui non era solo la classica sbandata di un ragazzo per una donna più grande, ma che si era innamorato di me! Che era da mesi che provava sta cosa e non sapeva come farmelo capire e mi ha detto che purtroppo aveva scelto il modo sbagliato. Che l’isitinto lo aveva portato a fare e a dire quelle cose, ma che era contento di averlo fatto. Probabilmente il suo era solo un cambio di tattica per provare a vedere come sarebbero andate davvero le cose. Poi mi ha detto che però il fatto che io non avessi detto niente a nessuno gli aveva fatto intendere che anche da parte mia ci fosse qualcosa.
Anche in quel frangente io ero imbambolata e pendevo totalmente dalle sue labbra. Notando il mio assordante silenzio e il mio totale immobilismo, abbassa lo sguardo, si gira e fa per andarsene. Ma a quel punto come un fiume in piena mi sono uscite fuori tutte le cose che frullavano dentro di me da giorni. Gli ho detto di aspettare, di non andarsene perchè era giusto che anche io dicessi qualcosa. Glio ho confessato tutto, dicendogli tutto d’un fiato che lo trovavo un bellissimo ragazzo, che non potevo più negare nè a lui nè a me stessa che seppur contro la mia volontà, anche io provavo qualcosa nei suoi confronti. Che non sapevo ancora chiaramente di cosa si trattasse ma era palese arrivati a quel punto.
Quindi lui mi ha chiesto se era quello il perchè io non avessi detto niente di sta cosa nè a mio marito e nè a mio figlio. Gli ho risposto che non ho detto niente a nessuno perchè era vero quello che mi ha detto un paio di volte. Cioè che anche io in fondo vorrei spingermi oltre ma non ne ho il coraggio. Lui mi ha chiesto se c’entravano il fatto che era molto più giovane di me, perchè era amico di mio figlio e sopratutto perchè era nero. Io gli ho risposto che il problema era l’amicizia sua con mio figlio e che comunque sarebbe una cosa folle. Ma gli ho specificato anche che l’età e soprattutto il suo colore non sarebbero stati in condizioni normali un problema ma anzi, addirittura un pregio.
Lui mi ha sorriso e mi ha detto che sono una bella persona oltre a una bellissima donna, di amarmi e che il suo più grosso desiderio era quello di fare, anche solo un volta, l’amore con me. Le volte precedenti aveva usato il termine scopare, stavolta fare l’amore. Probabilmente tattica. Una bella tattica. Mi ha detto poi che se era vero quello che avevo detto prima e se magari quella sua voglia di fare l’amore era anche la mia, allora avrei dovuto dimostrarglielo lì, in quel momento, abbracciandolo e dandoci il più bel bacio delle nostre vite fin lì. Razionalmente non dissi e non feci niente, anche se dentro di me avrei voluto fare l’opposto. Ero anche in quegli istanti impietrita ma quelle sue parole non erano di poco conto. Vedendo che da parte mia non c’era nessuna reazione, ha cambiato espressione intristendosi di colpo, ha abbassato lo sguardo si è girato ha aperto il portoncino e stava uscendo di casa mia ma a quel punto, ho fatto due passi di scatto, l’ho afferrato per un braccio e l’ho tirato verso di me nuovamente in casa richiudendo il portoncino, istintivamente con un giro a chiave. Gli ho sorriso e senza dire una parola gli son fiondata addosso, gli ho stretto le braccia attorno al collo e l’ho baciato. Dandogli così una chiara risposta alla sua domanda precedente. Era evidente che anche da parte mia a quel punto c’era una gran voglia di fare l’amore con lui. Anzi, probabilmente c’era dentro di me fin da quando lo avevo conosciuto. Ci siamo dati un bacio appassionato, a tratti quasi violento da come le nostre lingue si intrecciavano e durato minuti. Io mi sentivo bene, sollevata come se mi stessi finalmente togliendo un peso dallo stomaco. Lui mi ha stretto forte e poco dopo con una una mano scende lungo un fianco e mi alza leggermente la gonna accarezzandomi lentamente una coscia e sentire i suoi polpastrelli strofinare la mia pelle liscia mi provocava delle scosse alle ovaie. Mi accorgo che la sotto mi stavo iniziando a bagnare infatti avevo già le mutandine inumidite. Il tutto sempre baciandoci come due veri innamorati. Poi di proposito ha spinto il suo bacino contro il mio facendomi sentire la sua erezione e ho capito che le sue dimensioni potrebbero essere davvero notevoli e inizia a muovere il bacino coi classici movimenti puntando sempre più con forza il suo pene contro il mio ventre e poi si stacca dal nostro lunghissimo bacio e in un orecchio mi chiede se prendo la pillola. Io a mia volta faccio l’evasiva e non dicendogli che non la prendo, o meglio che in quel momento non la stavo prendendo, gli chiedo perchè? Lui seriamente mi dice che se davvero lo avremmo fatto solo per una volta, avrebbe voluto mettermi incinta e dare a mio figlio un fratellino nero.
A quel punto, come se l’incantesimo fosse finito, rinsavisco di colpo. Lo spingo via con forza e gli chiedo se era impazzito. Lui fa una specie di risata compiaciuta e mi dice che non era affatto pazzo, che i ragazzi neri hanno una specie di missione, quella di mettere incinte le donne bianche meglio se sposate e che infondo le donne bianche, anche se non lo ammettono, sono eccitate da questa cosa. Io stentavo a credere alle mie orecchie, ero inorridita. Gli dò uno schiaffo e gli dico di andarsene subito. Lui mi ha detto che sperava in una continuazione diversa, che il fatto di essere innamorato di me era comunque vero e che sarebbe stata solo questione di tempo e poi tutto si sarebbe compiuto. Poi, prima di andarsene, tira fuori dalla tasca delle sue bermuda un sacchettino dicendomi che era un regalino per me che voleva darmi già da tempo. Io gli ho detto di tenerselo e l’ho nuovamente pregato di andarsene mentre stavano venendomi le lacrime agli occhi. Lui mi fa un ultimo sorriso, appoggia quel sacchettino sul mobiletto dell’ingresso, abbassa lo sguardo e esce chiudendosi il portoncino dietro di se.
Stavo per mettermi a piangere, ma la curiosità prese il sopravvento e così presi quel sacchetto per vedere cosa c’era dentro. Sembrava un braccialetto o forse era una cavigliera, chiaramente di bigiotteria, ma avevano una particolarità. C’erano appesi due ciondoli che sicuramente avevano un loro significato ben preciso ma che io ignoravo al momento. Uno era la lettera maiuscola Q e l’altro era il segno di picche delle carte da gioco. L’ho riposto nel sacchettino e l’ho messo in borsa.
Mi stavo accorgendo che stavo per avere una crisi nervosa, mi sono buttata sul divano, quello su cui ero seduta quando mi fece le prime avances e mi sono messa a piangere a dirotto. Ero in preda a un mix di emozioni e sensazioni. Inizialmente provavo paura di quel ragazzo, ma non capivo perchè una piccola parte di me era felice. Mi sentivo una merda nei confronti di mio figlio e di mio marito e mi sentivo una puttana perchè ripensavo al mio comportamento, alle sue parole, alle mie parole, al bacio appassionato che ci eravamo dati e a tutto il contesto. E ad un certo punto il mio stato d’animo improvvisamente cambia, nel sentirmi rimbombare nel cervello le sue precise parole di volermi mettere incinta, smetto di piangere e incredibilmente non mi sento più triste e mi accorgo anzi di avere ancora le mutandine fradice da prima e che forse l’eccitazione non mi era affatto passata. Mi sono messa comoda sul divano e ho iniziato a masturbarmi prima delicatamente e poi sempre più intensamente desiderandomi scopata da lui, dal suo grosso cazzo nerissimo e nel momento in cui mi sono immaginata la sua sborrata in me, ho fatto un grande sospiro e sono venuta con un orgasmo davvero intenso. Mentre venivo, con una mano continuavo a masturbarmi, con l’altra mi accarezzavo il ventre tra il pube e l’ombelico immaginandolo con dentro un bimbo nero, incinta di un giovane e bellissimo ragazzo di colore nerissimo.
Furono sensazioni così intense e contrastanti che mi sfinirono, infatti dopo pochi secondi crollai addormentandomi profondamente sul divano. Venni svegliata solo molto dopo dal rientro a casa di mio marito dal lavoro.

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