Lucy – Weekend di lussuria (2)

Lucy – Weekend di lussuria (2)

Mi stavo inculando a fondo col manico dello sturalavandini, e uno dei miei amanti si stava facendo succhiare l’uccello. Non volevo aprire gli occhi, la mancanza del senso della vista era come se acuisse tutte le sensazioni che stavo provando.
Sentii distintamente una seconda cappella cercare la mia bocca; con la lingua le leccai entrambe mentre le ginocchia iniziavano a farmi male. Piano piano ricuperai la posizione eretta, lasciando che il manico di plastica si sfilasse dal mio culo con un rumore bagnato.
Mi appoggiai al tavolo e, allargandomi le natiche con entrambe le mani, dissi ai tre, che erano in piedi dietro di me con i cazzi in piena erezione: “Chi vuole essere il primo?”
Per dovere di ospitalità i ragazzi decisero che la precedenza toccava a Piero, che non si tirò indietro. Grazie all’unzione col burro e alla dilatazione creata dallo sturalavandino, in un attimo fu dentro di me fino a toccare le mie natiche con le sue cosce, e cominciò ad incularmi lentamente.
“Dio che culo che ha… è una cosa stupenda… mia moglie non me lo vuol dare…” mugugnava il mio amico, ed io: “Adesso hai me, tesoro… te lo darò tutte le volte che vuoi… è tutto tuo… tutto vostro…”
Appoggiata con la pancia sul tavolo, incassavo i colpi di cazzo di Piero, ora diventati più forti e cadenzati man mano che lo sfintere non poneva più resistenza alla penetrazione, mentre io godevo sia analmente per l’inculata che psicologicamente per sentirmi puttana oltre ogni limite.
Piero continuò a limarmi il culo per qualche minuto, poi lo sentii annunciare il proprio orgasmo. “Sìì… vienimi nel culooo…” urlai, per subito sentire il cazzo gonfiarsi dentro di me e scaricare i suoi fiotti di sperma.
Fabrizio stava per prendere il posto dell’amico non appena questo si sfilò da me, ma io proposi di spostarci in camera da letto per stare più comodi; là lui si sdraiò sul matrimoniale e io mi sedetti su quel cazzo che svettava come un fuso verso il soffitto, ricevendolo in me senza alcuno sforzo.
Iniziai a danzare sul mio amante, mentre Claudio, salito in piedi sul letto, mi porgeva il suo arnese, me lo strusciava sul viso, me lo faceva succhiare per poi ritrarsi da me con lunghe colature di bava e di liquidi prespermatici.
Piero, in disparte, continuava a commentare. Mai e poi mai avrebbe creduto di trovarsi in questa situazione, e soprattutto che quella troia alle prese con tre cazzi fosse in realtà un suo amico di vecchia data.
Anche se Fabrizio non era ancora venuto, Claudio sollecitò il cambio… non voleva venire per la seconda volta senza aver ancora goduto del mio culo, e così mi sollevai da Fabrizio e mi rotolai sul letto accanto a lui, offrendo all’altro le mie terga. Inculata a pecorina, mentre succhiavo il cazzo di Fabrizio appena uscito dal mio culo godevo come non mai… nei pochi momenti in cui non avevo la bocca occupata dal secondo cazzo mugolavo, farfugliavo frasi senza senso: “Sì, in culo… riempitemi il culo… troia… sono la vostra troia… voglio cazzi… voglio tutti i cazzi…”
Improvvisamente i due cazzi iniziarono a schizzare sperma, uno nel mio intestino e l’altro direttamente nella mia gola e, sentendomi riempita di crema a quel modo, anch’io me ne venni, rimanendo senza fiato sul letto.
Ci addormentammo così, in quell’abbraccio multiplo, e quando mi risvegliai, a notte fonda, mi accorsi di essere sola nel letto con Piero. Mi accostai a lui, appoggiandomi teneramente sul suo petto nudo, ma così facendo lo svegliai. Con un dito sulle labbra gli dissi di non dire nulla, e lo baciai. La mia lingua danzava con la sua, mentre una mano scese a cercare il suo membro a riposo.
Lo sentivo crescere tra le mie dita, diventare duro e rigido, e mi staccai dal bacio per prenderglielo in bocca.
Piero mugolava di piacere, godendo di quell’inatteso pompino.
“Succhia… oddio come lo succhi bene…”
“Ti piace? Ti piace amore? A me piace il tuo cazzo… voglio che mi fai bere il tuo sperma…”
Volevo essere sicura che non avesse ripensamenti, che non potesse più fare a meno di quel gioco proibito.
Ma lo volevo per essere sicura che non spifferasse in giro i nostri segreti o per avere un nuovo amante, un nuovo cazzo per riempirmi il culo ogni volta che potevamo?
Nonostante le mie capacità, stavolta quel cazzo non voleva saperne di venire: lo succhiai per una buona mezz’ora fino ad aver la mascella indolenzita, per poi ricevere un piccolo getto di sperma in bocca, mentre il mio amico mugolava il mio nome: “Lucy… Lucy…”
Ci riaddormentammo così, oscenamente abbracciati, col suo cazzo ormai moscio sul mio viso…

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