Ada brutta ma simpaticissima

Ada brutta ma simpaticissima

Bene! Anche questa storia è vera e realmente accaduta. Come le precedenti l’ho “romanzata” in modo da poter salvaguardare la privacy delle persone coinvolte oltre che alla mia. All’epoca avevo 35 anni ed erano otto mesi che ero imbarcato di fila, senza una pausa e senza un giorno di riposo. Il manager della compagnia di navigazione telefonò a bordo, parlò con il comandante e poi volle parlare con me, mi rimproverò aspramente e non scorderò mai le sue parole : “Caro Raimondo, io capisco bene che ti piace il lavoro, che lo fai con passione ed amore, e questo mi fa piacere ma mi trovo costretto a farti sbarcare sennò i sindacati mi fanno un culo grosso come l’Everest! Hai più giorni tu di riposo accumulati che tutti i marinai della compagnia messi assieme. Oltretutto ti sta per scadere la visita biennale. Quindi sbarchi ti fai almeno due mesi di sbarco, fai la visita medica e torni a bordo e non si discute”. Obbedii all’ordine. Era fine estate ed era ancora molto caldo. Arrivai a casa di primo mattino. Purtroppo due anni prima avevo perso mia mamma e mio papà in un incidente stradale, e, casa mia, essendo oramai disabitata, era in uno stato pietoso. Telefonai a mia zia per chiedergli se conosceva una donna che mi avrebbe aiutato a dare una bella pulita a casa e mi rispose che mi avrebbe fatto qualche telefonata e che mi avrebbe fato sapere in mattinata. Mia zia mi richiamò e mi disse che alle 4,30 del pomeriggio sarebbe arrivata una donna per parlare con me e vedere il da farsi. Arrivarono le 16.30 e sentii suonare alla porta mi affacciai e vidi una donna piccolina, magrissima, con i capelli neri lunghi lisci e piuttosto brutta che mi disse: “Sono Ada, sua zia mi ha detto che ha bisogno di aiuto in casa” ed io:” Prego si accomodi, i ragazzi in macchina sono suoi?” Ada: “Si!” Io: “Li faccia entrare non possono rimanere in macchina con questo caldo, poveri bimbi!”. Li chiamò ed entrarono tutti in casa. Io: “Come vede casa è disastrata e mi servirebbe un aiuto per praticamente tutto, è disponibile?” Ada: “Si, lascio i ragazzi a scuola alle 8.00 e sono libera.” Io: “A che ora escono i ragazzi da scuola? Ada: “Alle 4 del pomeriggio.” Io: “Benissimo! Solo due domande 1) Quanto mi costerà l’ora 2) Può iniziare domani mattina?” Ada: “Mi prendo 8 euro l’ora e posso iniziare anche domani mattina.” Io: “Perfetto! Ci vediamo domani mattina.” Ada: “ Ok” Mi salutò, mi salutarono anche i ragazzi ed uscirono. La mattina successiva arrivò come aveva detto e cominciammo a sistemare casa, ci fermammo alle 10.00 per il caffè. Gli chiesi se era disposta a fare qualche giornata in più in modo che potessi approfittarne per dare una pitturata a casa che ne aveva bisogno. I giorni passarono e mi aiutò in tutto e nell’arco di 10 giorni avevamo svuotato i mobili, puliti, spostati pitturato le pareti e rimesso tutto a posto. Avevamo preso anche l’abitudine di pranzare assieme per cui poco prima di mezzogiorno preparava anche il pranzo. Era piccola, magrolina, instancabile e simpaticissima. Le attività insieme ci potarono in confidenza e scoprii che lei era più vecchia di me di solo 6 mesi. Facemmo amicizia e venni a sapere che si era divorziata da qualche hanno perché il marito era “malato di gioco” aveva accumulato tanti debiti e faceva mancare il necessario ai bambini L’ultimo giorno che lavorò da me prima del consueto pranzo la pagai più di quello che mi aveva chiesto, se l’era meritato tutto. Qualche giorno dopo, non avendo un auto le chiesi se poteva aiutarmi a portare in discarica parecchie cose che avevo deciso di buttare. Rispose di si ed una mattina portammo tutto in discarica. Visto che era arrivata l’ora di pranzo gli chiesi: “Mangi con me? Ci facciamo la solita pasta” e lei sorridendo mi disse “Volentieri, però la preparo io”. Mangiammo, ridemmo e scherzammo. Dopo pranzo preparai il caffè, lei era seduta al tavolo e mi avvicinai a lei con la tazzina, la poggiai sul tavolo e mentre mi giravo per andare a prendere lo zucchero mi fermò, mi abbracciò i fianchi e poggiò la testa sulla mia pancia. Rimasi fermò, sorpreso dal gesto. Si alzò mi abbracciò nuovamente e ci baciammo, ci abbracciammo e di nuovo ci baciammo. Cominciai ad accarezzare il suo corpo e lei faceva altrettanto, lentamente ci spostammo sul mio piccolo divano e cominciammo a spogliarci a vicenda. Baciai le sue più che minuscole tette ed il suo corpo fino ad arrivare ai pantaloni che sbottonai, fino a vedere le sue candide mutandine. Le nel contempo mi slacciava i pantaloni e tirava fuori il mio arnese. Mi fece mettere in piedi davanti a lei e cominciò a baciarlo e ciucciarlo, non lo spompinava lo ciucciava come si farebbe con una caramella con lo stecco, era bellissimo!!! Ad un certo punto la fermai, la feci sdraiare sul divano, gli tolsi pantaloni e mutande e guardai la sua fica che aveva pochissima peluria. Cominciai a baciarla ed a leccarla e dopo una bella leccata gli salii sopra e cominciai a scoparla. Era bello scoparla e lei mi incitava dicendo di tutto “dai dai” “più forte più forte” “godo, oddio godo”. La pompai come mai fino a che non mi fermò e mi fece sdraiare sul divano. Mi salì sopra e fu lei che letteralmente mi scopò, non mi fece muovere. Solo le mie mani raggiungerono le sue piccolissime tette. Andammo avanti cosi per un po’, poi ci scambiammo nuovamente di posizione con lei sotto di me. La pompavo come mai e urlava e parlava come poco prima. La cosa mi eccitava tantissimo e con una veloce retromarcia uscii e schizzai tutto su di lei. Nel frattempo si erano fatte le 3 del pomeriggio e doveva correre a prendere i ragazzi. Ci rivestimmo ed Ada andò via. Con Ada ci rivedemmo tante altre volte. Raimondo

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