La consulenza

La consulenza

Prologo
La richiesta mi arrivò all’improvviso durante una breve conversazione telefonica, una di quelle telefonate che ci intrattenevano durante le pause per il pranzo di quei pomeriggi invernali.
Fu proprio nel mezzo della chiacchierata che l’amore mio chiese cosa avessi dovuto fare di importante nella mattinata seguente. Ricordo di aver risposto di non essere impegnassimo in quel periodo ma senz’altro qualcosa di interessante l’avrei trovata e poi, restarmene tranquillo al caldo non sarebbe stata per me una idea da scartare. L’amore mio è una donna meravigliosa e bellissima con un sorriso sempre pronto ed un corpo ben proporzionato.
“Hai bisogno? ” le risposi senza troppo entusiasmo. Mi disse allora che una persona aveva la necessità di una consulenza. Ricordo con precisione “Sai, una mia cara amica ha un sacco di problemi con il suo pc che essendo un po’ datato non interessa più a nessuno, in questo periodo la sento particolarmente preoccupata, avrei piacere, vista la tua esperienza, che le offrissi una consulenza.” e poi continuò “non sarebbe nemmeno male se ci prendessimo una breve pausa e magari ne approfittassimo per pranzare assieme, … è un po’ che non lo facciamo”.
Non mi sembrò una cattiva idea ed accettai di buon grado, “cerca solo di scegliere un posticino al caldo, odio mangiare in un luogo freddo” intercalai e ci salutammo dandoci reciproco appuntamento per le otto del giorno dopo nel luogo che mi fu indicato.
Verso sera riuscii solo a pensare che l’orario indicato appariva un po’ inusuale per una consulenza ma poi, riflettendo, mi dissi che probabilmente la cara amica più tardi avesse avuto altri impegni.
L’unica cosa che non mi tornava era << una mia cara amica >> in quanto non avevo mai sentito parlare di lei, pensai però “sono talmente preso che a volte mi estraneo completamente e non ascolto con attenzione”, di questo un po’ me ne rammaricavo e smisi immediatamente di pensarci.
Il mattino seguente, puntuale come un orologio svizzero, mi recai secondo le indicazioni ricevute presso il luogo dell’appuntamento e, imboccato la via in cui si trovava la villetta vidi la mia donna in attesa presso il piccolo cancello di ingresso.
Dopo aver parcheggiato, dove mi fu indicato con un cenno, a piedi mi incamminai per incontrarla. Lei che mi attese e mi accolse con un bacio sulle labbra.
Notai immediatamente l’abbigliamento insolito per quell’ora del mattino, infatti era vestita di tutto punto, con un tocco di eleganza più consona per un appuntamento di lavoro che per recarsi presso la casa di un’amica in quell’ora mattutina.
Pensai di certo che dopo il pranzo avrebbe dovuto recarsi altrove e scacciai ogni pensiero anche perché mi accolse con uno dei suoi sorrisi che allietano anche le giornate più uggiose.
Infatti cadeva una leggera pioggia fredda e la giornata si preannunciava scura e piovosa.
Subito dopo il breve bacio e, percorsi i pochi metri del vialetto che ci separavano dalla porta di ingresso, sentimmo dei passi provenire dall’interno che preannunciavano che la nostra ospite si sarebbe materializzata in pochi istanti venendoci ad aprire per accoglierci. Infatti la porta si aprì ed una signora, dall’apparente età di 45 anni, ci accolse con un sorriso.
L’incontro
Immediatamente non realizzai l’immagine che mi si presentò, tutto accadde in una frazione di secondo. La signora, di bell’aspetto, portava con disinvoltura una testa di capelli un po’ arruffati di colore rosso, che pensai naturale visto il candore del viso. Dall’aspetto un po’ formosa, si elevata alla mia altezza con l’aiuto di un paio di scarpe con tacco di generose dimensioni. La camicia poi, di colore nero appariva un po’ stretta in quanto i bottoni sembravano implorare pietà ad ogni respiro ed il seno lottava perché imprigionato senza sostegno in un reggiseno che non dava segno di esistenza.
La delizia però si concretizzò quando abbassai lo sguardo, fu inevitabile, perché la gonna sempre nera, morbida ed anch’essa un po’ stretta cercava di coprire, con poco successo l’assenza delle mutandine. Il tocco magistrale fu offerto dalle calze che, appese ad un minuscolo reggicalze lasciavano, in tutta bellezza, in vista un paio di gambe bianche ben tornite.
Fu questo contrasto che dava all’immagine un senso di vintage quasi una cartolina degli anni passati che ormai non siamo più abituati a vedere.
Ripresomi un po’ a fatica tesi la mano in un tentativo di presentazione che non ebbe successo in quanto ricevetti un bacio stampato sulla bocca che mi colse d’improvviso senza darmi il tempo di riflettere. Cercai con lo sguardo la mia donna che nel frattempo si era portata alle spalle della nostra ospite in modo di essere a portata della mia vista per donarmi un sorriso rassicurante. Infatti, incollato alle labbra senza via di scampo, sentii per primo la mano della nostra ospite accarezzarmi con una pressione non necessaria il bastone ormai in tiro e la mano della mia donna che prendeva la mia dandomi finalmente la conferma di un consenso di cui ormai non dubitavo più.
Sentii la sua calda voce sussurrarmi vicino all’orecchio, dopo averlo baciato, “questo è il mio regalo, godilo”.
Non c’era molto da capire e non volevo indagare oltre, mi limitai a contraccambiare il bacio stringendo tra le braccia le due donne.
La consulenza
Ormai non mi chiedevo più quale fosse la natura della consulenza per cui ero stato convocato e, quando fui preso per mano da entrambi mi limitai a seguirle senza opporre la minima resistenza.
Anche se il tragitto durò pochi secondi in quanto il corridoio che conduceva alla camera era breve, fu un momento indimenticabile. Due splendide figure sculettando mi accompagnavano, verso quella che sarebbe stata una stupenda mattinata.
La camera era in ordine ed il letto, di generose dimensioni, era avvolto solo da un bianco lenzuolo, in piedi in mezzo alla stanza fui spogliato senza alcuna fretta e, mentre la mia donna mi baciava con calore, la nostra ospite inginocchiata davanti a me si dedicava al mio bastone leccandolo senza mai prenderlo in bocca. La calda mano mi avvolgeva i coglioni ormai gonfi e pronti ad esplodere.
Quando mi fui spogliato mi invitarono ad accomodarmi sul letto in modo da potermi godere con tutta calma la scena delle due amiche che, inginocchiate, anche loro sul letto, si baciavano ed accarezzavano amorevolmente. Tanta era la naturalezza ed il coinvolgimento che fui spinto immediatamente a pensare che la scena che mi veniva offerta non fosse improvvisata ma frutto di una lunga esperienza. Finalmente potei verificare e confermare quanto pensato, infatti si sollevarono le gonne per meglio godere delle reciproche carezze mostrando le loro fiche bellissime senza nessun segno delle mutandine come del resto già avevo immaginato. Troppa la voglia di accarezzarsi che le mutandine sarebbero state solo un inutile impedimento.
La nostra ospite infine prese l’iniziativa venendo a sistemarsi sul mio viso ed allargando le cosce mi offri la fica perfettamente depilata da leccare mentre la mia donna si prendeva cura del mio bastone con sapienti colpi di lingua mentre la mia penetrava la fica dell’amica.
Prendeva in bocca il grosso cazzo vellutato, usava la lingua e le labbra per succhiarlo, leccarlo e mordicchiarlo delicatamente accordando perfettamente il suo ritmo con le pulsazioni che avvertiva nell’asta.
Poi, la nostra ospite, probabilmente stanca della posizione presa, o vogliosa di una nuova esperienza, si sistemò meglio offrendomi il culo in modo che non mi stancassi di farla godere. Come potevo poi stancarmi disteso comodo con quel culetto da preparare ed il cazzo al caldo pronto per ogni evenienza.
La mia donna poi si stancò o forse voleva solo un po’ di attenzione di più e fece risolutamente capire che le posizioni andavano invertite in modo che mi potessi dedicare un po’ al suo culo che del resto conoscevo bene avendolo baciato, leccato ed inculato innumerevoli volte. Del resto baciarla ed incularla era una passione a cui non avrei mai voluto rinunciare.
L’amica si distese sul letto ed allargando le cosce restò in attesa di essere baciata ed accarezzata, ci dedicammo alla sua fica ed al culo e con sapienza la preparammo per essere presa.
Mi misi in ginocchio e la mia donna avvicinò il mio cazzo alla fica dell’amica e mi sussurrò all’orecchio di prenderla piano godendomela, ritraeva il bastone che a buon titolo considerava suo, solo per leccarlo con maestria facendo ruotare la lingua attorno alla cappella per poi rimetterlo nella calda fica.
La situazione perdurò per qualche minuto godendoci la visione dell’amica che si contorceva dal piacere.
La facemmo girare inarcandole un po’ la schiena in modo da rialzare leggermente il culo per poterlo meglio leccare e preparare e, quando la mia donna ritenne che fosse pronto mi invitò ad appoggiare al cappella sussurrandomi “inculalo in un solo colpo senza rispetto”. Non mi feci ripetere l’ordine, perché di ordine si trattava e con un colpo di reni penetrai lo stretto orifizio procurandomi un immenso piacere. La nostra amica, strilla, gode, si lamenta, reagisce come ad una scossa elettrica ed ebbi l’impressione di averle tolto per un attimo il respiro mentre la mia donna mi baciava e dirigeva la scena.
Voglio farle più male di così: la prendo e la tiro letteralmente. Le apro le cosce, mi inginocchio a terra e glielo metto di nuovo in culo con veemenza. Mentre le sfondo il didietro, inizio a scavarle la fica con l’indice e il medio, premendo sul punto G. Vedo che dalla fica inondata cominciano a scendere gocce grosse e dense come sperma. Le sto facendo un servizietto che non le avevano fatto mai.
Mentre l’amica gridava il mio amore si appoggiò con il viso su quel dolce culetto intanto io mi godevo l’attrito del mio cazzo contro le pareti di quello stretto canale. Fece uscire il mio cazzo ma non fui deluso perché lo pulì dagli umori con la lingua e lo introdusse di nuovo qualche istante dopo. L’operazione si ripeté diverse volte, mi faceva inculare l’amica alterando a piacere il culo e la figa ritraendo il cazzo per leccarlo per bene ogni due o tre colpi decisi e ben assestati. Non potevo di certo resistere a lungo e questo lei lo sapeva, infatti cambiò posizione per lasciarmi un attimo respirare. Fu solo un attimo perché andò a coccolare l’amica mettendosi su di lei in modo che io avessi a disposizione il mondo intero. I due culi a questo punto erano a distanza ravvicinata in modo che potessi montare indistintamente l’uno o l’altro alternando il culo della mia donna, che prendevo con molto rispetto, con la fica della nostra ospite e viceversa. Le due donne si contorcevano dal piacere in attesa paziente del loro turno forse chiedendosi quale delle due avrebbe avuto il privilegio di essere riempita in quanto ormai immaginavano che non avrei resistito a lungo.
Non potevo di certo fare torto a nessuna e dopo aver goduto di quello spettacolo inculandole tutte e due diverse volte decisi che era giunto il mio turno e mi sistemai con il cazzo sulle loro labbra che non avevano smesso di baciarsi mostrandomi le lingue vogliose del mio caldo seme. Lo accolsero con entusiasmo leccandosi il viso a vicenda per non lasciarne cadere nemmeno una goccia del prezioso succo.
Mi addormentai per un po’ tra le due donne mentre mi sentivo accarezzato e coccolato come mai mi era capitato prima.
Quando mi svegliai la nostra ospite apparve sorreggendo un vassoio con alcuni panini morbidi e della frutta.
Il mio amore mi imboccava comodamente seduto e, prima di portarmi alla bocca i piccoli spicchi della dolce frutta, li intingeva amorevolmente accarezzando la fica dell’amica. Il profumo era indescrivibile perché sentivo l’acre sapore della frutta misto agli umori della donna.
Non ne aveva avuto abbastanza, il mio bastone si rimise in tiro e la nostra amica ne approfittò immediatamente inculandosi senza ritegno. Purtroppo non resistetti a lungo, inculandola con energia feci appena in tempo a penetrarle la fica riempiendola con una quantità enorme di sborra.
Adesso toccò alla mia amata che con sapienza riportò senza fatica il mio cazzo in tiro e mentre baciavo e leccavo la rossa ospite si mise il bastone nel culo cavalcandolo con un vigore che non avevo mai avvertito. Voleva godere e non si fermò fino a quando non le riempii il culo caldo.
Il cazzo mi fu ripulito con sapienti colpi si lingua dalla due femmine che non si fermarono fino a quando l’ormai stremato strumento non dava più segni di vita.
Il congedo
Era arrivato purtroppo il momento di congedarmi, con molto dispiacere mi accompagnarono alla porta baciandomi sulla bocca mentre la mia donna mi sussurrò all’orecchio “non ti dispiace vero se mi fermo un po’ a parlare”. La rassicurai con un bacio, la strinsi forte e mi congedai.
In macchina, guidando piano mi accesi la pipa, e rilassandomi pensai a quante volte si erano intrattenute amorevolmente a parlare in quel modo. Ero felice, avevo trascorso una magnifica giornata ed amavo sempre di più la mia donna che ancora una volta era riuscita a stupirmi piacevolmente.

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