CRONACA MATRIMONIALE N°1

CRONACA MATRIMONIALE N°1

Un pomeriggio d’Agosto, io e mia moglie ci mettemmo in viaggio per raggiungere Milano, eravamo ospiti di Alberto, un amico di vecchia data ma diverso dai soliti amici, perché un anno e mezzo prima, lui, dentro una piccola tenda piazzata al mare, mi toccò nel sonno e mi fece vivere la prima esperienza omosessuale.
Stefania, mia moglie, non conosceva di persona Alberto ma sapeva della nostra storia e intuiva che a casa sua poteva succedere di tutto, anche se durante il viaggio in autostrada non ne volle parlare, il pensiero di farlo in tre era evidente ma doveva rimanere indefinito.

Arrivammo verso sera e suonammo il campanello di una porta all’ultimo piano, situata in una di quelle tipiche balconate di un vecchio edificio milanese.
Alberto ci accolse esultante, vestito con un paio di pantaloncini corti e una maglietta leggera, ci fece entrare nel suo minuscolo appartamento ed io gli presentai mia moglie.
Stefania dimostrò un certo imbarazzo ma una volta dentro casa e seduti sul divano, lui fece di tutto per metterla a proprio agio coinvolgendola con gentilezza e tatto, poi ci offrì una bibita fresca e ci mettemmo a chiacchierare.
In quell’ultimo piano però il caldo fu davvero insopportabile, perciò Stefania chiese il permesso di fare una doccia, ma quando entrò nel bagno si rese conto che la porta a soffietto non si chiudeva.
Il nostro amico si scusò per l’inconveniente e tentò di riparare la porta facendola scorrere a destra e a sinistra, però il soffietto si spaccò irrimediabilmente in due tronconi e così, mostrandosi dispiaciuto, Alberto si mise a rovistare tra cassetti e scaffali cercando dello scoth per rattoppare la fenditura.
Mia moglie rimase ferma e accaldata ad aspettare per qualche minuto, ma poi ci sorprese esibendo il suo corpo nudo già sotto la doccia.
L’indifferenza che Stefania dimostrò, pur sapendo di essere osservata, mi lasciò perplesso, perché in quel piccolo spazio non c’era modo di non vederla e Alberto, non le staccò mai gli occhi di dosso.

Ripensandoci oggi, trovo curioso il fatto che lui guardava lei e io guardavo lui, mi eccitò di più vedere quanto mia moglie arrapasse il mio amico; notando inoltre che gli shorts da lui indossati si rigonfiarono sul davanti.

Poco più tardi, Stefy, uscì dalla toilette con i capelli umidi e per via delle nostre insistenti sbirciate, si infilò in fretta un abitino corto di color verde acqua e in seguito, si chinò sulla valigia cercando i trucchi e le creme, mettendo inconsapevolmente in mostra il culo modellato dal cotone leggero della gonna.
Saranno state le nove di sera e Alberto ci chiese se avevamo fame, quindi decidemmo di ordinare per telefono un menù fisso al ristorante cinese sotto casa e durante l’attesa, anch’io feci una doccia e quando uscii dal bagno la cena era già servita.
A tavola iniziammo col raccontarci cose lamentose sul lavoro, sui prezzi degli affitti e sul governo, ma a poco a poco i discorsi divennero personali e poi molto intimi. Mia moglie addirittura volle che le raccontassimo i dettagli di ciò che accadde tra me e lui in quella famosa tenda, disse che eravamo dei gran maiali, ma così facendo innescò un susseguirsi di battute e di confessioni spinte.
Più tardi sparecchiammo il tavolo ed io misi il caffè sul fuoco, mentre Stefy tornando a sedere, continuò a scambiare confidenze e pettegolezzi insieme al nostro ospite.
Ci fu un momento in cui Alberto credo le avesse fatto i complimenti per il suo vestito, o lei si alzò in piedi per mostrargli il tipo di cotone, non so; ma per via degli spazi ristretti, tornando al suo posto, mia moglie inciampò finendo in braccio a lui.
Si creò una situazione buffa che ci divertì, ma lei rimase seduta su di lui, lasciandosi poi accarezzare le gambe e facendosi coccolare come se fosse stata la sua fidanzata.
Notai subito che Stefania si trovò a proprio agio, addirittura si accomodò meglio, tant’è che d’improvviso….. Alberto la baciò in bocca senza che lei opponesse resistenza.
Ci fu silenzio e in silenzio rimasi immobile accanto al fornello, paralizzato da una sensazione d’imbarazzo e da una sottile gelosia causata proprio dal bacio. Se li avessi visti scopare di brutto forse avrei provato meno turbamento, ma quel bacio così intenso mi mise fuori gioco.
Per fortuna il rumore del caffè che sgorgò nella macchinetta determinò un cambio di scena, perché stando in bilico tra me e lui, Stefania si alzò in piedi e baciò anche me, ma in un modo così sensuale da cancellare ogni mio disagio. La strinsi a me e le feci scivolare le mani lungo i fianchi fino a toccarle il culo, ma mi accorsi che sotto la sua gonna, la mano di  Alberto le stava già facendo un ditalino.
Ricordo che in quel momento pronunciai una frase del tipo: “State andando molto spediti, ragazzi, non riesco a seguirvi!” Ma Stefania, scansando le dita dell’amico dalle zone intime, volle farmi notare quanto i pantaloni corti del nostro ospite non riuscissero più a contenere quello che c’era dentro; quindi divertendoci lo facemmo adagiare supino sul tavolo dove maliziosamente, prima gli togliemmo la maglia e poi gli sfilammo gli shorts, ma non fu semplice farlo perché erano stretti e quando mia moglie, con le sue unghie tinte di smalto rosso, gli fece scorrere giù la cerniera.. il cazzo eretto gli scattò fuori come una molla!
Stefy rimase ferma ad osservarlo con un’espressione che non le avevo mai visto assumere, un misto tra compiacimento e stupore, poi ammise che quella stanga così dura con la cappella luccicante la eccitava, aggiungendo in seguito una sequela di commenti che però Alberto interruppe, perché le afferrò una mano e se la mise sul cazzo.
Mia moglie mi guardò accennando un sorriso amorfo, ma dopo, cominciò a masturbarlo eccitata.
Ebbi l’impressione di stare sul set di un film porno in cui la femmina vogliosa era proprio mia moglie che, accanto a lui nudo e sdraiato sul tavolo, manipolava quel cazzo con anche troppo zelo, tanto da farmi sospettare che la differenza di misura tra l’uccellone di Alberto e il mio, le potesse causare un calo d’interesse erotico nei miei confronti. Ma appena feci un passo verso di loro, Stefania mi afferrò dalla nuca per spingermi ad avvicinare la bocca sul membro del nostro amico.

Stefy desiderava vedermi fare sesso con un maschio, me l’aveva già espresso più volte durante i nostri momenti erotici, inventando storie in cui io prendevo in bocca un pene eretto, o addirittura mi facevo penetrare davanti a lei.

Non mi feci affatto pregare, conoscevo bene quel cazzo, quindi mi piegai e me lo ficcai in bocca godendomelo di brutto, ma da lì a poco anche Stefania volle condividere con me il pompino e la sensazione che provai fu indescrivibile.
Le lingue si unirono in un ménage erotico sconvolgente, scivolando dai testicoli alla cappella che a tratti, entrò dentro la bocca dell’uno o dell’altra, quasi come se la si volesse ingoiare e con quelle azioni, rivelai a Stefy i miei lati ambigui, quelli che prima di allora intuiva senza esserne certa e mi piacque farlo, fu come trasmetterle una volta per tutte i desideri che portavo dentro, quelli che solitamente i mariti nascondono alle mogli.
Alberto trattenne a stento l’orgasmo, anche se alcune gocce di sperma gli fuoriuscirono incontrollate dentro le nostre bocche, ma mia moglie glielo succhiò con un tale impeto che finì col monopolizzare il cazzo.
Trovandomi così un po’ in disparte, le sollevai la gonna e le toccai la fica prona, bagnatissima e disponibile, mi parve di capire che avesse voglia di essere scopata, quindi mi posizionai per penetrarla, ma lei mi inibì dicendo ad Alberto: “Adesso però me lo metti dentro!” Lo disse con una tale determinazione da non badare alla possibilità di ferirmi e appena lui mise i piedi in terra, le fece poggiare le tette sul tavolo, le sollevò la gonna e la penetrò da dietro facendole esclamare un “Ohh sì!….”  Che le salì dalla pancia con un tono così intenso da farmi vibrare oltre che il cazzo anche il cuore.
Il rendez vous però durò solo pochi secondi, perché il loro impeto fece scricchiolare pericolosamente il tavolo, tutto si rompeva in quella casa e anche quello infatti, rischiò di spaccarsi come la porta del bagno.
Malgrado la scomodità del cucinotto, a loro non venne in mente che avrebbero potuto scoparsi comodamente sul letto, quindi Alberto rimase in piedi poggiando la schiena contro il muro ed esibendo il cazzo a mo’ di richiamo, moriva dalla voglia di chiavare mia moglie, ma pure lei del resto non fu da meno, perché gli avvinghiò subito una gamba attorno alla vita e sollevandosi l’abitino fino a scoprirsi tutta, se lo fece mettere dentro senza ritegno.
Mi ritrovai ad assumere il ruolo del guardone ma dal momento che ero ancora vestito, approfittai per spogliarmi e finalmente liberai anche il mio cazzo, duro ed eccitato soprattutto per la visione della posa di Stefania, che, nel tenere sollevata la gamba, le si vedeva sporgere l’ano in maniera davvero provocante; inoltre mi eccitò vederla così minuta accanto a lui che fu costretto a piegare le gambe per penetrarla, tuttavia il cazzo gli sgusciava fuori di continuo e lei si lamentò per questo. Quindi mi stufai di fare il voyeur e afferrai Stefania da dietro le ginocchia, la sollevai da terra allargandole le cosce ed infine, dopo un faticoso tramestio, quella stanga potente le entrò dentro fino alla radice.
Sicuramente i vicini avranno udito i gemiti, le parole e il fracasso che facemmo in quel momento perché Alberto la pompò senza controllo, obbligandomi tra l’altro a mantenerla in linea attutendo con il mio corpo l’impeto della loro libidine.
Faticai per favorire a lui la fica di mia moglie e fu per me enorme il desiderio di incularla, ma in quel turbinio di spinte, senza poter adoperare le mani che mi servirono per tenerla sù, non riuscii ad abboccarglielo e il mio cazzo ballonzolò tra i glutei di lei e tra le cosce di lui, eccitandomi così tanto che cominciai a sborrare sui testicoli del nostro amante; schizzai sperma in ogni direzione, costringendo Stefy a poggiare di nuovo i piedi sul pavimento.
“Sono proprio un coglione!” Esclamai inebetito dall’orgasmo, ma quasi senza accorgermene, mi ritrovai tutti e due loro inginocchiati davanti che con le mani e con le lingue, gestirono insieme gli ultimi schizzi della mia incontrollata eiaculazione.
Restammo poi immobili per qualche minuto, notando quanto i mie spermatozoi avessero colpito i capelli ed il vestito di Stefania e ci venne da ridere, soprattutto vedendo le cosce di Alberto totalmente infradiciate dalla mia sborra; ma subito dopo, mia moglie si tolse l’abitino schizzato e stropicciato e, totalmente nuda, andò a versare il caffè quasi freddo nelle tazzine.
Sorseggiai quel caffè con il pene ammosciato osservando che invece quello di Alberto non accennava ad afflosciarsi, così dissi loro di continuare se volevano, di non preoccuparsi per me, esprimendo quanto fossi stato dispiaciuto di non essere riuscito a trattenermi; ma mia moglie mi baciò e mi sussurrò all’orecchio “Ti amo!” Poi prendendo per mano sia me che lui, ci condusse sul divano chiedendoci di fare una pausa.

Il divano della casa era un divano letto che più tardi Alberto decise di aprire, ma io mi assentai per andarmi a lavare, affidando a loro il compito di allestire un giaciglio comodo e matrimoniale.
Rimasi in bagno a lungo un po’ per dare tempo al mio pisello di riprendere energia e un po’ per il bisogno di staccare in solitudine.
Aspettai seduto sul sul water lasciando che si godessero un po’ tra loro, fumai una sigaretta e pensai ai vicini.

In quella casa si sentiva tutto quello che facevano gli altri e quindi anche quello che facevamo noi, tanto più che con il caldo tutte le finestre del condominio erano aperte, perciò quando noi esalavamo anche un fievole mugolio, dall’esterno non si udiva più volare una mosca, evidentemente appena qualcuno di noi tre iniziava a godere, per ascoltarci meglio, i vicini abbassavano il volume della tv o smettevano di parlare tra di loro. Certamente quella sera offrimmo un’audizione pubblica alquanto pornografica, ma meno male che quella era una palazzina abitata prevalentemente da pensionati!

Quando uscii dal bagno lo feci senza far rumore e per dirla in breve, li sorpresi intenti a praticare uno spudorato sessantanove, lui sotto e lei sopra e ancora una volta notai il culo di Stefy aperto, ma in quella seconda occasione lo vidi indecentemente e volutamente aperto da Alberto che mentre le leccava la fica, con le mani le divaricava le natiche come se aprisse un frutto.
Con l’uccello di nuovo in auge montai sul letto e chiesi a Stefy di rimanere in quella posizione, poi feci girare l’amico e quando il suo cazzo si trovò sotto l’inguine della mia donna, glielo presi in mano e gli feci scivolare lentamente la cappella sù e giù tra le labbra umide della vagina spalancata, disponibile e fremente;  ma dopo averli eccitati ben bene, con un gesto improvviso gliel’abboccai dentro facendoli delirare dal desiderio, ricordo che Alberto balbettò una frase simile a: “è.. stupendo chiavare..la fichietta di tua moglie!”.
Ed io, ascoltando i loro gemiti insinuai la lingua tra le loro cosce, dal basso verso l’alto, con l’intenzione di sentire la durezza del pene che pompava il buchetto morbido di mia moglie, leccai estasiato, condividendo con la lingua l’enorme piacere che Stefania provò nel sentirsi riempita da un cazzo così prestante; poi quando le leccai l’ano, lei inarcò la schiena e con la mano s’inserì la mia cappella dentro al culo e.. godendo come un porcello, finalmente glielo infilai fino a sbattere i testicoli sul pube del nostro amante.
I vicini ricorderanno meglio di noi le parole dolci e quelle oscene che pronunciammo durante un primo e poi un secondo orgasmo di Stefania, ma per me, l’emozione più forte fu quella di immedesimarmi in lei amandola e godendo anch’io del suo godere, anche se devo dire che tutti e tre, in quel crescendo di emozioni, ci amammo  come se i nostri corpi fossero diventati un solo corpo, sperimentando sensazioni che potrei definire cosmiche, come se oltre a noi tre non esistesse altro.
Tastai con le dita il cazzo potente di Alberto e lui palpò il mio per sentirlo entrare nel culo di Stefy, quando ad un tratto, flettendosi sotto di lei e facendo cigolare il letto, l’amico aumentò il ritmo sbattendo con forza il suo pube contro quello di mia moglie, provocando quel suono sordo e intermittente che mi fece pensare agli ultimi botti dei fuochi d’artificio.
Alberto le stava sborrando dentro e nel contempo sentii anche l’orgasmo lungo e conclusivo di Stefania che urlando, contrasse e dilatò l’ano in maniera prorompente, tanto da stimolarmi il cazzo come se il suo culo lo stesse mungendo.
Ricordo che successivamente faticai a tenerle i fianchi sollevati, perché tutti e due cominciarono a rilassarsi baciandosi a bocca aperta, ma durante quel loro bacio la inculai con più vigore e fui completamente rapito dalla libidine, la scopai toccandole la fica ancora occupata dal membro un po’ meno duro di Alberto, ma sebbene lei fosse già venuta, sollevò di nuovo il culo per favorire la mia penetrazione e con le mani, le sentii scivolar fuori il membro bagnato che però, immediatamente dopo se lo prese in bocca.
Vedere mia moglie così vogliosa di sesso fu per me troppo forte, troppo erotica, troppo simile alle fantasie che per molto tempo hanno stimolato le nostre scopate e così.. cominciai a sborrare anch’io e mi parve di disseminare liquidi come una fontana.
Quando lo tirai fuori lei rimase prona e immobile con accanto al viso il cazzo ormai svigorito dell’amante, lo sperma le stava colando da ogni buco e sebbene l’enfasi erotica fosse diminuita, io e lui ci intrufolammo sotto di lei e le leccammo fica e ano inebriandoci con i  reciproci sapori.
Fummo dei gran maiali a fare quello, ma Stefania non disdegnò affatto l’interminabile e morbosa azione delle nostre lingue, perché alla fine riuscì di nuovo a venire e dopo quel meticoloso e animalesco lavaggio, Alberto esordì dicendo: “Voglio chiedervi una cosa molto importante.”  Poi rimase per un attimo silenzioso ed infine aggiunse: “Volete fidanzarvi con me?”
In un primo momento Stefy ed io ci guardammo stupiti, ma subito dopo gli zompammo addosso e sbellicandoci dalle risate lo pizzicottammo da ogni parte, ma al suo insistere con la stessa domanda, finimmo col rispondergli “sì!”
Quel sì semplice ma piuttosto convinto, diede inizio a una sequela di effusioni che a tratti diventarono anche troppo sdolcinate, anche quando tutti insieme andammo a fare la doccia, le frasi tipo “Vieni amore che ti insapono io” furono frequenti, ma essendo ormai “fidanzati” ci parve naturale esprimerci con gli appellativi amore, tesoro, ciccio ecc.; fu però eccitante vedere Stefy lavare l’uccello di Alberto e altrettanto lo fu quando lui volle lavare me e mia moglie insieme, insaponando le nostre parti intime con assoluta dedizione.
Cambiammo anche le lenzuola del letto e per almeno un’ora continuammo a strofinarci e a chiacchierare, ma a un certo punto Stefy si rannicchiò in mezzo a noi e si addormentò.
Alberto non aveva sonno e si alzò per andare a bere, ma poco dopo lo raggiunsi nel cucinotto e mi sedetti in braccio a lui.
Ci baciammo in bocca come fidanzati e come fidanzati ci pomiciammo, ci masturbammo e ci spompinammo e alla fine, fummo costretti a tornare sotto la doccia perché di nuovo i nostri corpi grondarono di sborra, ma poi, nel silenzio assoluto di un’ora vicina all’alba, andammo a dormire insieme a mia moglie.

Fine episodio.

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