Voleva le corna

Voleva le corna

Quando ho avuto la certezza che questo era il desiderio di mio marito, sono rimasta stupita. Sono Monia, ventisei anni, occhi neri, capelli castani, seno una quarta, forme tondeggianti, ma non grassa, culo alto e sodo, bocca ampia e labbra molto sensuali. Uno e settantacinque di tipica bellezza italiana. Il profumo del sesso, a da sempre condito la mia vita. Mamma era sposata con un marinaio, che non era mio padre, che non ho mai conosciuto, sempre in giro per il mondo. Lei non si faceva mancare nulla, c’era sempre un bel maschio, che le riempiva tutti i buchi. A volte, quando era a corto di soldi, non disdegnava neanche qualche marchetta ben pagata. A sedici anni ero già bella e formata, mamma se ne rese conto da come i maschi mi guardavano, allora corse ai ripari, la pillola era la soluzione per non avere qualche imprevisto inatteso. A diciassette divenni l’amante di Cosimo, il marito di mia cugina, un maiale elevato alla massima potenza. Dopo avermi aperto per bene sia davanti che dietro, mi aveva insegnato tutto per essere una perfetta zoccola, e soprattutto a fare dei pompini spettacolari. Fu proprio così che la strega ci sorprese, con il meraviglioso cazzo di suo marito ben infilato nella mia gola. Fu un casino! Lui per non distruggere il matrimonio, con due figli, disse che ero stata io a sedurlo, e poi che da tempo, andavo in giro vestita, sempre molto provocante fu creduto. Dal canto mio non glie ne feci una colpa. Poco dopo il mio diciottesimo compleanno, erano appena passati due mesi dal casino, conobbi Gianni, un bel giovane di tre anni più grande di me. Impiegato come tecnico del suono in una televisione, era in vacanza dalle nostre parti. Si innamorò subito di me. Anche a me piaceva molto. Mi propose di andare al nord a casa sua con lui. Considerando che era meglio cambiare aria decisi di seguirlo. Viveva in un bel appartamento con suo padre, che era affetto da un male incurabile, che lo consumava velocemente. Persona decisamente simpatica ci chiese se prima di morire ci poteva vedere sposati. Lo accontentammo, e circa tre mesi dopo morì. Da quel giorno sono passati sette anni. Gianni si è rivelato un marito molto affettuoso, gentile, disponibile e attento a ogni mio desiderio. Tutto perfetto penserete, no, un peccatuccio lo ha pure lui. Nel sesso non è il massimo. Non ha certo la dotazione che aveva Cosimo, direi anche meno della metà, ma in compenso è bravissimo nei preliminari. Mi lecca, fin quando non godo, mi masturba, e accarezza, e poi mi penetra, facendo in modo che io goda anche così. All’inizio mi sono convinta che tutto questo poteva bastarmi, ma dopo sette anni, lentamente la monotonia ha invaso il nostro rapporto. Da un po’ di tempo, sento la mancanza di una bella sbattuta mozzafiato, di una bella cappella dura, che mi sfonda tutta, ma lo amo troppo, e non voglio ferirlo, a parte questo, è un marito davvero adorabile. Anche al lavoro ho avuto spesso l’occasione di tradirlo, ma l’ho sempre rifiutata, ma ora, sento che è tempo di dare una scrollata al nostro rapporto. Anche Gianni se ne sta rendendo conto, lo vedo, lo sento da come mi parla, si muove o mi asseconda nei miei desideri. Qualche tempo fa, una sera che alla tv non c’era nulla di interessante, siamo andati a letto. Avevo voglia di sesso, ma tanta, e volevo qualche cosa di diverso. Mentre lo segavo lentamente, cercai di saperne di più del suo passato.
«Amore, ma tu prima di me, che storie hai avuto?»
Lui, preso alla sprovvista restò un momento in silenzio, poi ha sviato il discorso, ma io l’ho incalzato.
«Dai, raccontami del tuo passato, di chi ti piaceva, con chi limonavi, e chi ti ha fatto la prima sega.»
Respira forte, poi quasi sussurrando, mi racconta che ha solo limonato con una ragazza del liceo, e che la prima e unica sega, l’ha ricevuta da una sua cugina alla lontana, mentre lui era affascinato dalle mani di sua madre, poi sono arrivata io e tutto è cambiato. Si gira di scatto, e mi chiede del mio ex. Naturalmente non gli ho raccontato del casino fatto, gli parlo semplicemente di aver avuto un ragazzo più grande, che mi ha sverginato. Lo bacio in bocca, poi lo costringo a leccarmi, se vuole che gli parlo di lui. Esegue senza battere ciglio. Mi lecca divinamente. Chiudo gli occhi, e gli parlo del meraviglioso cazzo di Cosimo, di come mi pompava da morire. Lui si scatena Mi succhia il clitoride, e mi porta ad un orgasmo che mi scuote tutta. Godo immediatamente.
Svelto sale su di me, e m’infila dentro il suo membro, che mi sembra più duro e lungo da quanto è eccitato, pochi colpi e schizza dentro me.
«No! Cazzo! Non venire subito. Voglio scopare e godere bene!»
Quasi incazzata lo faccio distendere supino, mi rigiro, e gli prendo il cazzo in bocca succhiandolo a morte. Poi, gli schiaccio la mia patata intrisa di sperma, e dei miei umori sulla bocca
«Leccami! Lecca i miei umori e la sborra che cola, portami al piacere, immagina, che sia quello del mio ex, che ha appena sborrato dentro me, dai che intanto te lo faccio tornare duro.»
Per un momento resta immobile, poi si scatena. Mi lecca, succhia, portandomi di nuovo molto vicina all’orgasmo, mentre il suo cazzo mi si è gonfiato in bocca e ora è bello diritto. Mi giro, gli salgo sopra, impalandomi su di lui. Mi muovo oscillando avanti e indietro. Gli offro i miei seni che lui afferra con forza, li stringe, impasta, munge e poi mette un capezzolo in bocca succhiandolo tantissimo. Passo le braccia dietro la sua nuca, lo costringo a baciarmi in bocca, che sa di sperma e del mio piacere. Gli succhio la lingua, la pompo come a voler fare un bocchino, lo mordo, lui ansima e gode. Mi infila due dita in bocca, io chiudo gli occhi, immagino sia il cazzo di Cosimo e godo, vengo e pure lui mi dona un’altra scarica di liquido dentro il mio ventre. Stupiti, appagati, ci abbracciamo e soddisfatti, ci addormentiamo così. Da quella sera, per più di tre mesi, è stato tutto un susseguirsi di immagina questo, pensa a quello. Il nostro rapporto va di nuovo alla grande, ma una sera, dopo l’ennesimo orgasmo, lui mi chiede a bruciapelo.
«Amore, faresti sesso con un altro uomo?»
Per un momento non recepisco la cosa, sono ancora stordita dal piacere. Lo guardo, mi aspettavo prima o poi questa domanda, ma sentirla mi ha davvero sorpreso.
«Scusa che dici? Tu vuoi che scopi con un altro maschio?»
Lui annuisce, mi guarda con occhi pieni di speranza, sembra non aspetti altro che io accetti.
«Ma tu sei tutto matto! Vuoi veramente le corna?»
Gli rispondo. Poi mi vado a lavare in bagno facendo decadere il discorso, anche se dentro di me si è accesa una fiamma, che sono sicura diventerà un falò. Per tre settimane, non torniamo sull’argomento. Siamo in estate, tempo di ferie. Quest’anno abbiamo prenotato due settimane in Corsica, isola che non conosciamo, ma che vogliamo visitare. Poi, dopo una mattina di lavoro, il pomeriggio si parte. La sera stanchi morti siamo arrivati in un complesso turistico vicino Calvi. Cena e poi a letto. La mattina successiva, andiamo alla ricerca di una spiaggia tranquilla. Dopo un bel po’ di strada, ci ritroviamo in una piccola baia dove siamo solo noi e una coppia. Il posto è splendido, incastonato fra due grossi massi di granito. Notiamo che le persone distese al sole sono nude, e quindi anche noi ci mettiamo comodi. È la prima volta che prendo il sole nuda, e questo mi dona una piacevole sensazione. Poco dopo arrivano due uomini. Uno, quello più giovane è biondo, fisico molto palestrato, mentre l’altro, più anziano ha un bellissimo tatuaggio sul petto. Si spogliano nudi e subito noto le loro splendide dotazioni. Il giovane lo ha decisamente lungo, ma l’altro è anche meravigliosamente grosso. Un breve cenno di saluto poi si distendono al sole. Poco dopo si alza il vento, e la coppia se ne va. Gianni sposta il nostro ombrellone vicino a uno dei due massi, e questo offre un ottimo riparo contro il vento. Poco dopo anche i due uomini ci chiedono se possono avvicinarsi a noi, e accettiamo. Mettono anche il loro ombrellone piantato senza il pezzo sotto, a maggior riparo dal vento, e noto che questo serve anche per avere più intimità da sguardi indiscreti. Seduti uno per lato li osservo, sembrano non curarsi di me, poi Gianni si alza per fare un bagno, e mi lascia sola. Immediatamente entrambi incominciano a toccarsi i membri, che rapidamente s’induriscono e mostrano tutta la loro bellezza. Sento che mi sto bagnando sotto, mi sento un languore sciogliere il ventre, cazzo! Ho voglia! E lui mi lascia con questi due che ora, lentamente si segano in silenzio mentre mi mangiano con gli occhi. Li guardo estasiata, cerco Gianni con lo sguardo, lo vedo tornare. Si asciuga, poi si mette in ginocchio davanti a me, mi guarda, mi fa cenno di lasciarmi andare. Resto immobile, lo voglio, ma non sono io quella che deve cominciare. Lo fa lui, mi accarezza un seno, mi bacia in bocca e poi si mette in ginocchio di lato. Per i due è il segnale che aspettavano. Quattro mani toccano ogni centimetro del mio corpo, mi stringono i seni, li strizzano, li succhiano a vicenda. Poi il vecchio m’infila il suo nodoso randello in bocca, mentre l’altro si è disteso davanti a me e mi sta leccando davvero bene. Ben presto sento che si stupiscono di come lo succhio bene.
«Come succhia. Che bocchinara. Dai bella, che poi ti apro tutta! Così, che bello, si fino in fondo alla gola.»
Quelle parole mi eccitano da morire. Sento montare il primo orgasmo, intanto l’altro mi ha infilato tre dita dentro, mi ravana la patata facendomi sbrodolare tutta.
«Accidenti sei un lago! È già tutta bagnata.»
Il vecchio si sposta, mi solleva le gambe fin sopra le sue spalle, poi di colpo mi pianta dentro quella trave di durissima carne bruciante. Godo e urlo dal piacere.
«È Stupendo. Mi fai godere subito.»
Non ho il tempo di aggiungere altro. Il giovane mi pianta in gola il suo cazzo che sarà anche più fino, ma è senza dubbio più lungo. Mi scopa la bocca, tenendomi la testa ferma fra le mani. Sento l’altro sfondarmi la fica. Mi fa morire quando lo affonda tutto dentro. Godo, urlo, perdendo la cognizione del tempo, e di quanto piacere sto provando. Guardo mio marito che si sta segando di lato in silenzio, estasiato da quello che vede. Poi cambiano posizione. Il vecchio si distende sotto e m’impala su di lui. Lo sento arrivare fin dentro il ventre. Da tempo, non mi sentivo riempire la fica così. Ricomincia a scoparmi dal basso, ha inarcato le gambe, mi spinge verso l’alto con poderosi colpi di bacino, per poi lasciare che io ricada su di lui sfondandomi la fica da sola. Impazzisco da quanto godo. L’altro intanto, si sta prendendo cura del mio culo, lo esplora con un dito, ne bagna un altro, poi anche un terzo.
«Accidenti! È spanata anche di culo! Dai che la voglio scopare anch’io.»
Si posiziona dietro, mi infila di colpo il suo lungo cazzo, molto lentamente dentro. Mi sento aprire in due. Urlo un misto di dolore e piacere, che mi fanno sbroccare anche l’anima. Godo. Si divertono a farmi impazzire, poi di colpo quasi in sincrono, escono e mi presentano i loro cazzi davanti alla bocca, schizzandomi in faccia, tutta la sborra che hanno dentro. Sento la sborra colpire il mio viso come frustate di fuoco, mi cola fin sopra le tette. Loro appena finito, prendono le loro cose e se ne vanno. Resto seduta con le spalle e il capo, appoggiato alla roccia, sono sfinita dal piacere provato. Gianni si avvicina, ha il viso estasiato, e la mano piena della sua sborra, credo che sia venuto almeno tre volte. Lo guardo, prendo la mano e la porto alla mia bocca. La lecco, assaporo anche il suo seme, ha buon sapore che mi è sempre piaciuto. Mi bacia.
«Grazie amore, sei stata meravigliosa.»
Nei quindici giorni trascorsi ha continuato a scopare con tutti quelli che le sono capitati a tiro, ha preso più cazzi che sole. Da quel periodo in poi, ha continuato a cornificarmi sempre, sia con me presente, che a da sola. Volevo le corna e lei mi ha accontentato.

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