La vicina di casa

La vicina di casa

Da tre anni abito in un nuovo appartamento sito nelle immediate vicinanze del mio lavoro. Sono Mario, ho trentacinque anni, e faccio il conducente di mezzi del sevizio pubblico. Sono alto uno e ottanta cinque, moro, occhi scuri spalle larghe e fisico ben curato e sessualmente mi definiscono ben dotato. Non sono sposato. Il mio lavoro mi offre spesso l’occasione di incontri interessanti dai quali ne ricavo avventure che soddisfano appieno la mia marcata voglia di sesso vissuto nel modo più porco possibile. Nell’appartamento sopra il mio vive una coppia. Lei una bella donna, alta, capelli scuri, una terza molto abbondante di seno, belle gambe, ma che vive in maniera dismessa, quasi a non voler essere osservata, schiva cerca in ogni modo di non destare attenzione. Lui è il classico tipo molto serio, riservatissimo e d’indole molto docile. Credo che in casa sia lei a “portare i pantaloni.” Con loro ho solo scambiato qualche saluto quando ci s’incontra al rientro o sulle scale, anche se una sera sono rimasto a osservare lei, che saliva dopo di me, ho potuto ammirare il suo bel culo, anche se, indossava un abito che lo risaltava poco. Con lui ho scambiato qualche parola di più, alle riunioni del condominio, ma solo questioni inerenti ai vari argomenti, anche se mi è sembrato un timido e fuori luogo. Un pomeriggio stavo ritornando a casa dopo il lavoro, a causa dell’immancabile cantiere sulla tangenziale c’era una fila pazzesca. Decido di fermarmi a bere un caffè nell’area di rifornimento. Quando sono giunto davanti al bar vedo la mia vicina di casa che guarda sconsolata dentro il cofano aperto della sua vettura. Il titolare del distributore le spiega che ha un tubo rotto, che solo l’indomani il meccanico dell’officina che c’è lì, potrà aggiustarlo. Lei si gira, mi vede ed io mi avvicino sorridendole.

«Mi scusi, la vedo in difficoltà, le posso essere utile?»

Lei mi guarda come se fossi un soccorritore che la salva dal naufragio.

«Oh grazie, non saprei come tornare a casa, la mia auto si è rotta, il mio cellulare ha la batteria scarica.»

Le offro un caffè, che lei accetta, al bar ci presentiamo. Scopro che si chiama Giuseppina, ma lei preferisce Giusy, sposata con Claudio, ha un figlio ormai grande che è un ufficiale di Marina. Si rilassa, e lentamente riprendiamo il cammino verso casa. Immediatamente ci ritroviamo in fila, che procede lenta. Si lamenta del traffico.

«Accidenti al solito cantiere, questa strada è diventata un vero rebus, sai quando la prendi ma mai quando la lasci.»

Gli rispondo facendole un sorriso.

«Si, è vero, ma in tante volte che ho fatto la fila, questa sera è la prima volta che non ho fretta di tornare.»

Lei intuisce il complimento, sorride, poi si gira verso il finestrino osservando il tramonto dietro grosse nuvole. Mi incalza con malizia.

«Lei è sempre così gentile con le donne a cui da un passaggio?»

Le ribatto sorridendo.

«No, solo con le belle signore che abitano nel mio stesso palazzo, e una in particolare, che spesso ammiro.»

Lei mi guarda fisso negli occhi, poi sorride.

«Voi uomini sempre pronti stuzzicare, quando ve n’è l’occasione. Come mai un bel ragazzo come te, non ha una moglie e dei figli?»

Mi chiede passando dal lei, al tu. La guardo, sorrido e contrattacco.

«Come mai una bella signora come te, con un fisico da sballo, vive una vita dismessa, mantenendo un basso profilo, quasi avesse paura di essere notata, quando potrebbe oscurare il sole, se lo volesse?»

Lei sorride, poi replica con un tono decisamente triste.

«Sono passati i tempi in cui amavo andare fiera della mia bellezza, oggi mi limito a fare la moglie. Vivo del mio lavoro, cerco di farmi notare il meno possibile, e poi non è vero che ho un corpo da sballo, tu che ne sai?»

La guardo e decido di affondare il colpo.

«Credimi, sei una bella donna. Farei le carte false per averti fra le mie braccia. Invidio tuo marito che può averti tutte le notti nel letto, a me è bastato ammirarti una volta, mentre salivi le scale per eccitarmi, poi mi sono dovuto segare per calmarmi.»

Lei mi guarda fingendo stupore e indignazione, ma poi sorride.

«Si, figurati se una vecchia come me ti eccita! Sai quante donne più giovani ti porti a letto.»

Insisto e attacco giocando il tutto per tutto.

«Scherzi! Tu vecchia? Ne vorrei di “vecchie” come te, e poi guarda, solo averti qui me, lo fa tirare!»

Lei si gira, osserva stupita la mia mano, che evidenzia il pacco già duro.

«Smettila di dire scemenze, dai che la fila è finita, andiamo a casa.»

Pochi minuti dopo siamo nel parcheggio del palazzo, dove lui ci accoglie preoccupato. Bastano poche parole di lei per calmarlo. Lui mi ringrazia, insieme saliamo le scale di casa, poi quando arrivo al mio pianerottolo, mi giro, vedo lei che evidenzia il movimento del corpo per salire, facendo risaltare il suo meraviglioso culo, salendo dietro di lui. In cima si gira, mi sorride e fa l’occhietto divertita. Passando dei giorni, e la vedo solo di sfuggita, quando annaffia le piante sul terrazzo, o quando va al lavoro, sempre scambiandoci un breve cenno di saluto. Una mattina che ero di riposo, la sera avevo finito il mio turno tardissimo, mentre mi facevo la doccia, sento suonare alla porta. Metto un asciugamano legato alla vita e vado ad aprire. Immaginate il mio stupore, quando me la trovo davanti. Mi chiede, guardando stupita il mio corpo nudo.

«Puoi prestarmi del caffè?»

Mi rendo subito conto che si tratta di una scusa. La faccio entrare, e la invito in cucina, dove, inserisco una cialda nella macchina del caffè, e ne porgo una tazzina a lei, che lo beve in silenzio, mentre mi osserva. Bevuto, mi giro per mettere la tazza nel lavandino, quando sento improvvisamente le sue braccia cingermi da dietro, da sotto le ascelle, le sue mani stringere i miei pettorali, mentre il suo seno si schiaccia contro la mia schiena. Restiamo un momento immobili, poi mi giro, la guardo, le nostre bocche si uniscono in un bacio carico di desiderio, e passione, mentre le nostre lingue si toccano, s’inseguono, si succhiano facendo presagire la potenza del desiderio, che si è impossessato di noi. Dopo un lungo attimo mi stacco da lei, passo le mie labbra sul suo collo. Le succhio il lobo dell’orecchio, le accarezzo la nuca, lei geme, poi si stacca da me, mi fissa poi parla con un filo di voce, terribilmente languida.

«Lasciami andare via, o non me ne andrò più.»

La mia risposta è eloquente. La prendo in braccio e la porto in camera, dove la deposito sul letto, e la spoglio velocemente. Nuda è un vero spettacolo. Il ventre quasi piatto, i seni belli grossi e duri, che non hanno un minimo di cedimento, le cosce lisce e ben tornite, un bellissimo triangolino di pelo, che m’invita a leccarlo tutto. Mi distendo su di lei. Sento il fuoco del suo ventre, al contatto del mio cazzo duro sullo spacco della fica, che già si è inumidita. Lecco i seni, li mordo, le strappo un primo gemito di piacere. Poi lentamente scivolo verso il basso, indugio sull’ombelico, lei al limite, mi afferra i capelli, mi spinge verso lo spacco, esito ancora un attimo, lei m’implora.

«Dai ti prego! Non resisto!»

Incollo la mia bocca sulle sue fradice labbra, da cui sta, sgorgando del nettare prelibato. Lecco, succhio, e lo raccolgo con la lingua, insinuandomi fra le pieghe del suo sesso, già ridotto a un lago. Afferro con le labbra il clito durissimo, molto pronunciato, lo succhio e lei parte nel primo orgasmo.

«Si…ODDIO! …Vengo!»

Trema scossa da brividi di piacere. Il suo corpo s’inarca, poi crolla di colpo, per poi tendersi ancora, mentre io continuo a lappare il nettare che sgorga copioso. Mi tiene la testa schiacciata sulle sue labbra. Lecco e succhio, come un dannato, strappandole un nuovo orgasmo. Gode, geme, e urla di non fermarmi. Tende di nuovo il suo corpo ad arco, poi cade di colpo immobile, quasi svuotata di ogni energia. Resto stupito dalla facilità con cui l’ho fatta godere. Improvvisamente lei ha un guizzo, si gira, si distende al rovescio, s’impossessa con decisione del mio cazzo durissimo, e lo inizia succhiare, leccare, segare a due mani. Scorre la lingua lungo l’asta, poi infila le palle in bocca. Le succhia, poi risale, imbocca la cappella tenendola ben stretta fra le labbra, mentre la lingua si muove, come un serpente impazzito. Subito mi rendo conto, che la tipa sa il fatto suo. Ne ho conosciute poche di donne, capaci di succhiare il cazzo così, da vera ed esperta consumata bocchinara. Poi di colpo sale su di me, lo imbocca fra le labbra del suo fradicio sesso. Resto immobile, lei s’impala da sola, e scopro che è strettissima. Resto stupito da questa scoperta. Sento il mio cazzo aprirsi letteralmente la strada dentro di lei, che spinge in basso il suo corpo, mentre la bocca si apre per gridare, ma nessun suono ne esce. Scivolo profondamente dentro di lei. Quando sbatto con la punta sul fondo, lei gode, e trema, scossa da una scarica di piacere, che non ho mai visto provare a una donna.

«…Aaaahhhhh…Si! Vengo! Vengo…uhmmmm…»

Le lascio assaporare fino in fondo l’orgasmo, poi le afferro i seni, le torturo i capezzoli durissimi. Lei, dopo un momento, mi fa inarcare le gambe, si appoggia su di esse con la schiena, e incomincia a ondeggiare, avanti/indietro, senza sfilarsi un solo millimetro di cazzo da dentro. Ben presto gode, trema, e si scuote per il piacere. La guardo estasiato. Perdo il conto di quante volte ha gridato vengo. Poi la distendo di lato. Lei si stringe a me, mentre io la scopo con un movimento lento ma costante, deciso, lei gode ancora. Cambiamo spesso posizione, poi lei s’inginocchia, e m’invita a prenderla da dietro.

«È da tanto che non mi montano da dietro. Un tempo era la mia posizione preferita.»

Mi metto dietro di lei, infilo lentamente tutto il mio cazzo fino in fondo. L’afferro per i fianchi, e incomincio un lento, ma costatante pompaggio, che le procura subito altro piacere. Gode, si dimena e sculetta, assecondando i miei affondi, poi scossa dall’ennesimo orgasmo, si lascia afferrare da me, per i seni. La sollevo, in ginocchio, le impasto le mammelle con i capezzoli, duri come chiodi. Al massimo della porcaggine, le porto una sua mano sulla fica, le ordino con un tono deciso.

«Toccati che godi di più.»

Lei scorre la sua mano sulle labbra gonfie della fica, sfrega con le dita il grilletto, scivola fino a sentire le mie palle, che massaggia lentamente. Dopo aver goduto, si distende supina, alza le gambe fino a toccare le mie spalle con i talloni.

«Prendimi così!! Voglio vederti mentre godi, sborrami dentro! Dai, è da tanto, che non sento il piacere di uno schizzo caldo di sborra, dentro di me!»

Sono al limite anch’io, ma voglio strapparle l’ennesimo orgasmo. La pompo con decisione e al suo grido le sborro dentro.

«…Si…Dai…Vengo…VENGO! ancora…»
«Eccomi! Sborro! Schizzo! Ora!»

«…ODDDIO che bello! Ti sento! Sei bollente…»

Lentamente ci distendiamo, e riprendiamo fiato. Lei nota, dalla radiosveglia, che sono quasi tre ore che la sto scopando.

«Devi andare a casa?»

Lei sorride.

«No, oggi non viene a casa. In albergo hanno un convegno, e resterà fuori fino a sera.»

Le offro di mangiare insieme, accetta. Prima ci infiliamo sotto la doccia, dove ricominciamo a baciarci, toccarci. Lei mi sega, mi succhia, si struscia come una gatta in calore. Quando sono di nuovo in tiro, mi porta in cucina, dove prepariamo, fra baci e toccamenti, un piatto di pasta da mangiare, sempre nudi. Lei mi fa sedere, poi s’impala sul mio cazzo, e volgendomi le spalle, prende con una forchetta due rigatoni, uno per lei, e uno per me, mentre continua a muovere i fianchi, ben piantata sul mio cazzo. Mentre mangiamo scopando, mi racconta un po’ di lei. A diciassette anni si era innamorata del socio di suo padre, un maschio molto fascinoso, che l’ha iniziata al piacere del sesso. Le ha insegnato tutto, sverginandole sia la fica, che il culo. Era così presa da lui, che lo assecondava in ogni desiderio. Scopavano in ogni posto, o momento, per non aver problemi, lui le sborrava, o in culo, o in bocca. Estasiato dalla sua bravura, nel succhiare il cazzo. La sua tresca, non era sfuggita alla moglie del suo amante, che ha minacciato un casino, e poi che, era lei che finanziava la loro impresa, i suoi genitori non trovarono di meglio che farle sposare Claudio, uno di sei anni più grande, che già lavorava qui come cuoco. Per dispetto, lei l’ultimo mese, prima di sposarsi, si era fatta ingravidare dal suo amante. Con Claudio, si era trovata davvero male. Ottimo marito, ma una frana a letto. Lui non appena appoggiava il cazzo sul suo pelo, già schizzava senza nemmeno darle il tempo di un minimo godimento. Per un po’ di tempo ha pensato di tradirlo, ma aveva da poco ottenuto una cattedra come insegnante, non voleva creare casini. Una sera, stanca della solita rapida schizzata, di lui si è ribellata.

«Così non si può continuare! Tu hai appena goduto, allora adesso mi lecchi, e fai godere anche me, altrimenti domani la darò al primo che passa!»

Lui aveva esitato un attimo, ma vista la sua risolutezza, aveva eseguito un perfetto lavoro. Per molto tempo, era diventato il loro “gioco.” Tu vieni, allora pulisci, ed io godo. Col tempo si era dedicata sempre più alla cura del figlio, che era cresciuto sano e forte, oggi è un ufficiale di Marina. Poi smette di mangiare, si solleva, mi trascina di nuovo in camera e mi dice sorridendo.

«Ho fame ancora di te!»

Torniamo a letto. Ora siamo entrambi consapevoli che sarà diverso, siamo più calmi, rilassati, ora vogliamo più il piacere, che sfogare la nostra voglia. Lei si diverte, a succhiarmi. È fantastica. Lo infila tutto in gola con estrema facilità, poi mi guarda e mi sorride.

«Dai fammi il culo! Ma, fai piano, sono tanti anni, che nessuno lo sfonda più.»

Mi metto dietro di lei, lo lecco, succhio e umetto con la lingua. Infilo dentro un dito poi due. Lo sento un attimo rigido, poi lentamente si rilassa, lei insiste che la prenda. Infilo la punta, lentamente, cercando di non farle male, spingo dentro il mio palo. Lei mi fa fermare un momento, poi inaspettatamente spinge con forza il suo corpo all’indietro, e s’impala di colpo.

«…hhhhaaiiii…fermo…cazzo! Come sei grosso! Mi spacchi! No… Dai muoviti, ma piano…»

Limo lentamente il buco, che si dilata sempre più, fin quando la sento godere. Ci distendiamo di lato. Le metto una mano davanti, le torturo il bottoncino, questo le procura altro piacere. Infilo l’altro braccio sotto di lei, le metto due dita in bocca, mentre ne pianto uno anche in fica, le sussurro all’orecchio.

«Immagina che tre maschi ti stanno scopando!»

Lei ha un violento orgasmo, indice di una fervida fantasia, che l’ha subito eccitata.

«…uumuhmhh… si porci depravati sfondatemi! Vengo!»

Trema e gode in maniera completa. Mi fa distendere, e salita su di me di spalle, mi fa inarcare le ginocchia, vi si appoggia, e muove lentamente il culo, scopandosi facendo restare me immobile. Mi guarda, si masturba con la destra, mentre con l’altra mano si tocca il seno. Mi guarda vogliosa, passa la lingua sulle labbra in maniera molto eccitante. Poi con me disteso, lei si gira, con sempre il cazzo in culo, usandolo come perno, mi attira su di se, mi chiede di venire ancora. Io le sorrido con falsa modestia.

«Credo che sarà un po’ difficile, mi hai spremuto a dovere.»

Mi guarda maliziosamente, poi si sfila, si distende, e incomincia una delle pompe più fantastiche, che abbia mai ricevuto. Mi succhia incavando le guance. Lo infila in fondo alla gola, poi lo sfila lentamente, facendomi sentire i denti che lo “rigano”. Mi procura un mix di dolore, e piacere, sconvolgente. Per ben due volte si ferma, quando sente che sto per venire. La terza volta le afferro il viso fra le mani, incomincio a scoparla in bocca, affondando tutto il cazzo in gola. Mi ferma, poi sorride.

«Ce ne hai messo di tempo, per deciderti a scoparmi in bocca! Quando vieni lo voglio assaporare bene.»

Lascio libera la sua testa, lei appoggia le mani ai miei fianchi, e detta il ritmo. Poi quando sto per venire, lo blocca con le labbra, mi fa schizzare in bocca. Lo succhia, spreme e munge le palle con la mano, fino a che non esce anche l’ultima goccia. Apre la bocca, mostra orgogliosa la sua lingua ricoperta della mia semenza, l’assapora poi l’ingoia. Si distende su di me, e mi bacia. Restiamo per circa un’ora distesi, a parlare del futuro, che ci riguarda, poi se ne va. Per tre giorni, il mio lavoro mi tiene lontano da lei, poi al ritorno m’invita a cena. Resto un momento indeciso. Lei mi assicura, che non ci sono problemi, lui sa tutto, non ha nessuna obbiezione nei miei confronti, anzi mi reputa una persona a modo. Quando suono alla sua porta, lui mi apre, mi saluta cordialmente, trovo la casa immersa in un’atmosfera romantica, luci soffuse, la tavola imbandita, con candele accese. Lei appare bellissima, mi bacia in bocca con trasporto, poi ci sediamo a tavola, lui ci serve una cena buonissima. Ci scambiamo coccole, e finito di mangiare, andiamo in camera, senza che lui, ci dia il minimo disturbo, lei spogliandosi mi fa questa richiesta.

«Scopami qui, nel nostro letto.»

La scopo con ardore e passione, le faccio urlare ripetutamente il suo piacere. Le sfondo anche il culo, le riempio la bocca di sborra. Quando è sazia mi rivesto sommariamente, lui mi accompagna alla porta, ringraziandomi, per il piacere che ho procurato a sua moglie. Da quella sera sono passati otto mesi, in un crescendo d’intense emozioni. Ha cambiato il suo look, in particolare, quando esce con me. Abbigliamento molto succinto, e tacchi vertiginosi. Il suo primo carsex, l’ha sconvolta. Piegata a novanta, appoggiata, al cofano dell’auto, con me dietro che le sfondavo il culo, mentre lei ha succhiato, e fatto godere cinque maschi. Un’altra volta sull’autostrada, l’ho fatta scopare da tre camionisti, contemporaneamente che l’hanno sbattuta come una puttana, facendola godere tantissimo. Poi le ho fatto conoscere i privè. La prima volta, ha passato due ore, a godere fra le braccia di una donna, esperienza che l’ha veramente affascinata. Le è piaciuto così tanto, che la volta dopo, ha voluto provare anche il Gloryhole. È impazzita dal piacere, nel succhiare piu di dieci cazzi, che uscivano dai buchi nel muro, per poi farsi sborrare in viso, e sulle tette. Non contenta, si è fatta scopare da due tipi MOLTO dotati, che l’hanno aperta veramente. In estate siamo andati in Corsica insieme, solo io e lei. Provare a stare nuda fra la gente, l’ha fatta eccitare tantissimo. A volte, dovevamo trovare un posto appartato per scopare, da quanto si bagnava. Prima del ritorno, le ho organizzato una Gang, con altri cinque maschi. Siamo stati un pomeriggio intero a scoparla, per poi ricoprile il suo corpo di calda sborra. Tutto documentato da foto, che poi lei ha mostrato a lui, che ne è rimasto molto compiaciuto. Col tempo, ho capito quale sia il rapporto fra loro. Con me, lei fa sesso, forte, trasgressivo, a volte estremo, ma con lui ha un’intesa fortissima. Me ne sono reso conto dopo alcune volte, quando la scopo a casa sua, mentre lei gode sul mio cazzo, lui ci osserva in silenzio, nella penombra della camera, quando lei gode volge, lo sguardo verso di lui, che annuisce soddisfatto. È innegabile, l’amore che ha per questa donna, che venera come una dea. Circa tre masi fa, è giunta nel nostro condominio una giovane coppia. Lui un ragazzone, sempre impegnato a fare mille sport, mentre lei un tipino dall’aria timida. Di media statura, bionda con due labbra molto invitanti, seno piccolo, forse meno di una terza, due gambe snelle e ben tornite, sormontate dal suo pezzo forte: un culo perfetto! Che lei evidenzia, con indumenti che ne risaltano la bellezza. Giusy mi ha fatto notare, che la ragazza indugia a lungo, con lo sguardo su di me, quando mi vede passare, Io ammetto, che un bel pensierino su quel culetto l’ho fatto. Poi una volta mi ha chiesto all’improvviso.

«Ti piacerebbe averla nel letto con noi?»

Colto alla sprovvista, sono rimasto sul vago.

«Ammetto che non mi dispiacerebbe, ma sono giovani, e sposati da poco, dubito che si possa realizzare.»

Lei mi sorride maliziosa.

«Lascia fare a me, è una donna, e fra donne l’intesa è più rapida.»

Non so come abbia fatto, ma dopo una settimana, era nel letto fra noi. Silvia, questo è il suo nome, ha una passione profonda per leccare le donne, in particolare la fica, meglio se ben farcita di calda sborra, passione che ha subito contagiato anche Giusy. Per me questo va molto bene, per cui, il nostro passatempo, preferito è diventato questo: io ne scopo e faccio godere una, poi le inondo la fica, che è ripulita dall’altra, mentre quella che ha goduto, provvede succhiarmi il cazzo, per farlo tornare ben duro, per scopare anche l’altra. Con la complicità di Giusy, le ho sfondato anche il culo, che era vergine. All’inizio si è un po’ lamentata, per il dolore, ma con Giusy che le succhiava il clito, con due dita ben piantate in fica, il piacere ha avuto ben presto il sopravvento, ora si lascia inculare tranquillamente, ma esige che le sborri sempre in fica.
Due mattine fa, mi suonano entrambe alla porta, entrano che sono radiose e felici, Silvia sprizzava contentezza da tutti i pori, mi abbraccia sorridendo, ed esclama con entusiasmo.

«Sono incinta!»

Resto un momento stupito. Certo, in questi mesi, le ho farcito abbondantemente la fica di sborra, ma credevo usasse delle precauzioni. Lei legge, il velo d’inquietudine sul mio volto, mi abbraccia più forte, e mi bacia.

«Tranquillo! Non ci sono problemi, un cornuto che lo alleva ce l’ho anch’io!»

Ridiamo tutti e tre di gusto, poi ci dedichiamo al nostro passatempo preferito.

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