La Prima Scopata con Federica

La Prima Scopata con Federica

Dopo la prima volta con Federica, il rapporto clandestino si intensifico sempre più, ogni volta era buona per scendere in magazzino a baciarci di nascosto dai colleghi sino a quando si presentó la prima vera occasione per passare due giorni insieme, lontani dalle rispettive famiglie e dall’ambiente lavorativo. L’occasione fu un viaggio di lavoro a Roma, aspettato da entrambi per chiuderci in camera appena avevamo la possibilità. La prima sera, dopo una estenuante cena cdi lavoro ci precipitammo in camera, dove appena chiusa la porta le alzai la gonna al ginocchio sbattendola a pecorina sul letto. Una volta spostato il perizoma la penetrai immediatamente trovandola già fradicia. La fica era già piena di umori, profumata e aperta. la rosellina del buco del culo leggermente aperta, desideroso anche lui di essere presto preso. a differenza della prima volta nel magazzino dell’ufficio di Milano la trovai “sottomessa”, impaziente di sentirmi dentro di lei. I suoi gemiti dimostravano quanto le piacesse essere sfiorata dalle dita, quanto quella posizione, la eccitasse. “Scopami Marco, avanti scopami” continuava ad incitarmi. Mentre le scopavo la figa, tenendola saldamente per le anche, per farle sentire meglio il cazzo dentro la fica, lei masturbava il clitoride accarezzando di tanto anche le mie palle che sbattevano con sempre maggiore foga sulle sue labbra. Alle sue parole “Vienimi dentro” esplosi in un fiume di sborra, o bava come la chiamava lei, immediatamente seguita dal suo orgasmo estremamente rumoroso. Sfiniti, sudati e appiccicosi dei nostri succhi, rimanemmo in intimo e ci addormentammo subito.

Alle cinque di mattino fui svegliato improvvisamente da rumori e lamenti. Federica alzandosi per andare in bagno aveva infatti inciampato contro il bordo del letto procurandosi una botta sullo stinco. Accesi la luce per facilitarla e lasciarla andare in bagno comodamente. Quando usci’ notai che non aveva indosso il perizoma, la visione mi eccitó immediatamente. Notando il gonfiore nei boxer, salì in piedi sul letto, con sguardo malizioso si pose sopra di me, appena sopra il mio viso. attaccandosi con le mani alla testata del letto scese portandomi la fica a dieci centimetri dalla mia bocca. “Puliscimi con la lingua” mi ordinó in tono perentorio incominciando a strusciarmela su naso e bocca. Non aspettavo altro. Il sapore era acre per la pisciata appena fatta e per i rimasugli della mia sborra e dei suoi succhi. Succhiavo, leccavo e mordevo il clitoride che svettava come un cazzetto in miniatura mentre con il pizzetto le martoriavo le grandi labbra e l’interno della fica. Godeva come non mai mentre mi incitava con frasi oscene “Dai scopami con la bocca, fammi vedere se sei più bravo con la lingua o con il cazzo. Ti piace il sapore della mia fica vero? Anche ora che ho pisciato? Puliscimela e se mi farai godere forse faró lo stesso con te. Fammi sentire la lingua anche sul buco del culo, lo sai che mi piace, dai”. Continuva nel frattempo a muoversi, a volte togliendomi il fiato per come si premeva sulla mia bocca per sentire meglio la lingua. Venne innondandomi di umori, lavandomi letteralmente il viso. Non contenta si giró dandomi le spalle, in un classico 69, mi fece togliere i boxer e incominció un pompino fenomenale alternando bocca e mano. “Sa ancora di fica, adoro il suo sapore. Tu continua a leccarmi, leccami anche il culo, da come lo leccavi capisco che ti piace, sei il mio leccaculo”. Mentre le leccavo la rosellina cercando di penetrarla con la lingua lei mi disse di masturbarmi . “Avanti fammi vedere come te lo seghi, su segaiolo” e ancora “oh guarda come va veloce a menarselo”. Scese con la bocca e mentre la mia mano scorreva sull’asta prese la cappella in bocca, strinse i denti appena sotto stando ferma con la bocca e lasciando continuare solo me. La sua mano destra afferró le palle stringendole e massaggiandole sino a quando le dissi, “Fede sto per sborrare”. Lei staccandosi un momento per poi riprendere la posizione mi disse “vienimi in bocca. intanto continua a leccarmi che sto per venire anche io”. Cosi feci e mentre lei esplodeva in un secondo orgamo le scaricai in bocca tutta la sborra che avevo nei coglioni mentre lei li stringeva come per strizzarli per farne uscire più possibile. Dopo l’ultimo fiotto si giró, venne verso di me per baciarmi con la bocca ancora piena di me e ad un mio rifiuto mi lasció letteralmente cadere sulla faccia la sborra e la saliva che avevo in bocca. Con le mani me la spalmava in faccia portandola tutta verso la bocca, infilandoci le dita e costringendomi a berla “Non devi mai dirmi di no segaiolo, devi imparare che quando stai con me la tua bava non saró solo io a berla. Tu sei mio, io sono tua. Tu fai quello che dico io e io quello che vuoi”. Detto questo ci baciammo e cademmo nuovamente addormentati.

Se vi piace scrivetemi a [email protected] per continuare a raccontarvi il proseguo della mia storia clandestina con Federica.

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