Carte in tavola con una troietta (seconda parte)

Carte in tavola con una troietta (seconda parte)

Come avevo promesso a chi mi ha scritto, pubblico la seconda inedita parte del mio primo racconto. In passato ho avuto esperienze su forum di psicologia sessuale (e criminale) che insieme alla storia sono le mie reali passioni fin dall’età giovanile. Questi retaggi mi hanno aiutato molto nei rapporti con le donne, anche se oramai l’ultima storia reale è datata qualche mese fa.

Direi per scelta in quanto amo la donna o la coppia che sappiano essere se stessi per poter scoprire situazioni nuove. Tra l’altro sono un uomo con delle regole che amo rispettare: ad esempio mai storie con una mia cliente o con una mia dipendente anche nei casi come spesso è accaduto in cui i tentativi seduttivi provenivano da loro, quindi questo riduce le opportunità.

Riprendo il racconto da dove è terminata la prima parte. Penso ce ne vorranno ancora due o tre per spiegare bene quello che accadde.
Non amo i racconti infiniti. Ho pensato fosse meglio pubblicare poco per volta.

Sorrido dentro di me, la vedo sparire sotto i portici. Mi gusto il tepore del sole ancora qualche istante, pago e mi dirigo pure io verso la stessa via in quanto la mia auto era parcheggiata in un garage della centralissima Via Roma. Dopo pochi metri distinguo la sua figura ferma davanti ad una boutique di lusso sull’altro lato di Via Po rispetto al mio…

Attraverso e la raggiungo fermandomi accanto a lei davanti alla vetrina di una boutique di abiti firmati multi marca con la ragazza con lo sguardo fisso su un manichino.

“Tailleur Giorgio Armani, ottimo gusto davvero, eleganza, classe, sono certo le starebbe alla perfezione”

Apro una piccola parentesi, mi intendo poco nulla di moda femminile, solo che Armani è lo stilista adorato da mia moglie e quindi ne conosco molte creazioni, quel giorno fui quindi fortunato che la giovane guardasse quel capo. Vedo riflesso nella vetrina il suo viso che si gira un attimo per poi tornare sulla vetrina

“Ma chi è lei per avvicinarmi così senza permesso?”
“Linee eleganti, linee che fasciano, linee che avvolgono, linee che esaltano le forme femminili, tipiche di Armani, sarebbe perfetto per il suo corpo”
“Ma come si permette, le ho appena detto che non apprezzo questo suo modo di fare”

So bene che mi ha riconosciuto, immaginavo la sua reazione con chi prima in pochi secondi aveva ribaltato una situazione con lei seduta al tavolino in piazzain cui si sentiva provocatrice, dominante, ritrovandosi poi in pochi istante possibile preda. La sua voce però non ha la stessa forza e sicurezza delle sue parole, non le rispondo.

“Inoltre il color pervinca del tailleur bene si adatterebbe alla sua carnagione ambrata e …al colore del suo intimo..”
“Ma.. ma…. lei è uno sfacciato, un porco, veda di smetterla”
“Probabilmente hai ragione, ma intanto non hai fatto un passo per allontanarti da me e continui ad essere affascinata da quel vestito”

“Chi le ha dato permesso di passare al tu”
“Penso sia corretto visto che solo pochi minuti fa ci tenevi cosi tanto a mostrarmi il tuo perizoma nero, le tue cosce tornite, la tua pelle bianca sopra le balze”
“Questo è troppo adesso la saluto e me vado”

Lo dice, ma senza scansarsi di un centimetro. Rimango in silenzio, poi lei accenna a muoversi per andare via.
“Bene ragazzina, ora hai due possibilità” la vedo bloccarsi come se fosse in attesa.
“Andartene e rimanere con il desiderio di quel vestito chissà ancora per quanto tempo oppure seguirmi buona buona nel negozio”

Nel dirlo le passo accanto sfiorandole i lunghi capelli con una mano, apro la porta dell’ elegante boutique ed entro lentamente.
Mi dirigo verso il bancone con lo sguardo fisso sullo specchio dietro la sorridente commessa che mi sta per accogliere. Vedo riflessa l’immagine della ragazza che guarda all’interno, gira un paio di volte su se stessa, sta combattendo una battaglia interiore, è davanti ad un bivio.

Sa che se entra in ogni caso avrà perso, da iniziale seduttrice, conquistatrice che si riteneva superiore solo per il fatto di essere bella e desiderabile, a giovane femmina conquistata, rapita da un uomo che le sta leggendo dentro e che ha messo a nudo le due debolezze.
Dopo qualche istante mette una mano sul pomello della porta ed entra con
passo indeciso rapita dalla situazione e dalla visione di quei vestiti che probabilmente avrebbe continuato solo a desiderare.

“Buongiorno signorina, vorrei che cortesemente facesse provare il tailleur di Armani che avete in vetrina a mia nipote, ad una prima occhiata quello esposto dovrebbe essere della sua taglia”

“Buongiorno a lei, osservando sua nipote devo ammettere che oltre ad avere buon gusto nella scelta del capo, lei è anche un ottimo osservatore in quanto penso abbia ragione sulla compatibilità con la fisicità di sua nipote”

Ragazza assai sveglia la commessa. Se come penso ha capito benissimo che Alessia, questo il nome di colei che palesemente si sentiva a disagio, ma eccitata dalla situazione, nome che scoprirò in seguito, non è per niente mia nipote, non fa nulla per lasciarlo ad intendere. Ci lascia qualche istante soli tornando poi con il capo svestito dal manichino
“Scusate per l’attesa ho dovuto prendere quello in vetrina, mi segua pure signorina”

Rientrano dopo pochi istanti, Alessia è bellissima, mi sorprende vedere una ragazza che poco prima sembrava una mangiauomini, essere cosi palesemente emozionata e commossa mentre si guarda allo specchio.
“Già prima in camerino io e sua nipote abbiamo convenuto che non è nemmeno da ritoccare, sembra affatto apposta per lei”
“Concordo in pieno, farà impazzire d’invidia le sue amiche ed ecciterà il suo fidanzato. Lo incarti pure così saldo il conto e andiamo in quanto mia nipote deve tornare al lavoro”

Una volta usciti dopo essere stato salutato da un sorriso malizioso della commessa, ci ritroviamo sotto quei portici antichi che mi hanno sempre evocato non so perchè trasgressione e altro.

“Mi chiamo Alessia, sono stagista in uno studio notarile qui in centro, mi sembrava corretto presentarmi, come fa a sapere che sono fidanzata?”
“Piacere Alessia, sei una bellissima ragazza, ti piace dimostrarlo, ti piace provocare, ma lo fai quando sei sola. Facile intuire che il tuo fidanzatino non approverebbe questo tuo atteggiamento davanti a lui e quindi sfoghi le tue fantasie da sola”

Mi guarda in modo stupito, sembra che annuisca, so di averci visto, ma ancora emerge il suo orgoglio di non darmela vinta.
“Chissà , potrebbe essere, ora mi dica che cosa vuole da me alla fine, perché qualcosa di sicuro vuole”
“Nulla Alessia, non voglio da te proprio nulla, mi piacciono le cose belle, posso permettermelo e quel vestito era perfetto per te”
“Mi faccia capire, mi regala un vestito che costa un occhio e che mai avrei potuto comprare ed in cambio non mi chiede nulla?”

Sembra quasi delusa, come se questo sminuisse la sua autostima nel sentirsi bella e desiderabile per chiunque.
“Esatto, sei del tutto libera di salutarmi e di tornare al lavoro”
Mi fissa come se fossi un alieno, stupita a dir poco.

“Ma la verità è che quella è l’ultima cosa che vuoi ora vero Alessia?”
“Mi scusi che cosa intende dire?”
“Voglio dire che lasciarmi così, tornare al lavoro, mentre sei bagnata tra le cosce, eccitata a dismisura per una pausa pranzo che mai avresti pensato così, la vivresti come una delusione”
“Si sba.. glia” di colpo la sua voce si incrina “di gro.. sso anche”

“Dici Alessia? e allora perchè da qualche istante ti mordi nervosamente le labbra…. su troietta dimmelo, come mai?”
E’ palesemente sorpresa, reagisce con un “Non è ve… ro” senza fare nemmeno riferimento all’epiteto con cui l’ho chiamata cosa che sdegnata avrebbe invece fatto un’ora prima.

“Facciamo cosi allora, io ti saluto, mi dirigo verso Via Roma, come penso sai tra 300 metri vi è un bellissimo hotel di lusso. Visto che ho tempo, entrerò e prenderò una stanza…. se è come dici tu succederà che mi riposo prima di tornare a Milano felice di aver trascorso una bellagiornata, ma visto che penso di aver ragione io, vedrai che mi seguirai… “

Senza aspettare la sua reazione mi giro e lentamente mi avvio verso l’hotel.
Per qualche istante non sento nulla dietro di me, poi nitido, sempre più riconoscibile, il rumore di due tacchi e una voce, la sua:
“Ciao Barbara, sono Alessia, scusami ma oggi ho un problema con mamma ci vediamo domani mattina”
(continua… forse)

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