Una lesbicata in discoteca

Una lesbicata in discoteca

Io e Anna eravamo amiche per la pelle. Cresciute insieme in un piccolo quartiere di Roma dove si conoscevano tutti, eravamo arrivate all’età di 25 anni che avevamo condiviso tutto. Una coppia perfetta, quasi due innamorati, sempre insieme nelle uscite.
Così capitava spesso che il sabato sera andavamo in discoteca a ballare da sole, io e lei. Infatti non c’erano uomini nei nostri cuori, nessuno era mai riuscito a portarci via l’uno dall’altra. Si andava in discoteca soprattutto per divertirsi e non per fare conquiste.
Così indossati minigonna e top da capogiro in modo da mettere in risalto le nostre curve, quel sabato ci recammo in una famosa discoteca della capitale dove avrebbe suonato un famoso dj internazionale. Il locale era gremito di persone come non mai, ci si poteva a mala pena camminare in pista. Iniziammo subito a ballare tra di noi come due bambine divertite mentre da un momento all’altro capitava che dovevamo mandare via ragazzi pronti a farci la corte per tutta la serata. Ma noi non eravamo lì per quello. Subito la serata prese una piega diversa, iniziammo a bere prima 1, poi 2 , infine 3 cocktail e così finimmo per ubriacarci.
A malapena riuscivamo a stare in piedi e così ci sedemmo in un angolo appartato. Anna, che sembrava accusare più di me gli effetti dell’alcool iniziò a saltarmi addosso e a tentare di baciarmi sulla bocca. Io, indispettita cercavo scherzando di allontanarmi, anche perché tutti ci guardavano. Ma lo facevo più per la paura di essere visti perché in realtà non so perché ma avevo una gran voglia di baciarla anche io. Non contenta, poco dopo, Anna ordinò un altro drink e all’improvviso mi chiese di poterla accompagnare in bagno perché non riusciva a reggersi in piedi.
Andrà a vomitare e si libererà pensai, invece recati in bagno si chiuse dentro e mi chiese di aspettare fuori la porta come si faceva da bambine alle scuole.
Mentre ero in attesa all’improvviso sentì gemere dall’interno del bagno. Inizialmente non ci feci caso, poi preoccupata bussai per chiedere se stesse bene. Avevo paura si stesse sentendo male, ma invece la realtà era tutt’altra. Si stava masturbando nel bagno del locale!
La porta non era chiusa a chiave e così per sincerarmi delle sua condizioni, decisi di aprire e rimasi scossa da quella visione. Anna seduta sul water si stava sgrillettando la clitoride mentre con una mano si toccava i capezzoli. Era uno spettacolo angelico vederla godere e gemere, ma presa anche dall’imbarazzo stavo per richiudere la porta quando m fermò e disse: “ Chiudi la porta e vieni qui”. Mi sincerai che in bagno non ci fosse nessuno per paura di essere scoperta e chiusi. Alla vista di Anna nuda, forse per il fatto di essere un po’ brilli, mi iniziai ad eccitare anche io un po’. Così mi avvicinai a lei e le iniziai a leccare i capezzoli turgidi e scuri mentre lei si infilò due dita nella fica ormai già molto umida. Iniziò a baciarmi sul collo e man mano a scendere verso il mio seno ed io lì andai completamente in estasi. Non capivo più niente, mi alzai la minigonna e notai che le mie mutandine erano già molto umide del mio nettare.
Mi abbassai a lei e iniziai a leccargli la clitoride. Aveva un buon sapore la sua vagina, ed io leccavo molto bene come fosse un gelato. La sentivo che godeva di piacere, che stava quasi arrivando, ma le tappai la bocca per non farla gridare e non farci scoprire. Dopo un po’ ci scambiammo di ruoli e lei mi fece accomodare sul water per abbassarsi verso la mia fessura e allargarla per bene. Mi sgrillettava la clitoride con la lingua, ma l’effetto fu pazzesco grazie al piercing che aveva che mi lasciò andare a sensazioni strabilianti.
Non eravamo soddisfatte, ci voleva qualcosa che simulasse un fallo maschile da poter infilare nelle nostre vagine e poco dopo trovammo la soluzione al nostro godimento.
Prese dalla borsa uno di quei deodoranti spray che hanno un forma cilindrica simile ad un cazzo. Raccolse un profilattico che aveva in borsa nei casi di emergenza, lo aprì e lo fece scivolare piano piano sul deodorante.
La soluzione era stata trovata, avevamo un bel cazzo da poter infilare nelle nostre fessure e godere di piacere. Mi fece mettere a pecorina con le braccia appoggiate alla porta e lei seduta sul water iniziò a farmi scivolare piano piano l’oggetto nella mia vagina. Era molto bello, la sensazione era quella di un cazzo umano che ti penetrasse e io iniziai a godere. Lo faceva scivolare dentro e fuori alternando colpi profondi a colpi meno profondi e a volte lo faceva roteare all’interno della mia vagina, regalandomi emozioni mai provate.
Poi giunse il suo momento, ci scambiammo di posizione e iniziai a stuzzicare la sua vagina con quell’asta per farla bagnare per bene prima di infilarglielo dentro. Appena lo spinsi in profondità, si lasciò andare ad un gemito intenso che credo abbiano sentito all’esterno, e mi ripeteva di continuare che da lì a poco sarebbe arrivata. Io continuavo alla stessa intensità e poco dopo si lasciò andare ad un orgasmo pazzesco e a malapena riuscì a mantenersi sulle gambe.
Io non ero ancora arrivata al massimo piacere però, così mi fece sedere sul water, mi allargò le gambe e mentre mi faceva roteare il deodorante all’interno della mia vagina, lei in contemporanea mi leccava la clitoride facendomi arrivare in un mare di estasi. Poi ci rivestimmo e come se nulla fosse tornammo a casa. Il giorno dopo Anna mi contattò come se fosse all’oscuro di tutto, era talmente ubriaca il giorno prima che non si ricordava nulla! E quando le raccontai il nostro segreto, scoppiammo a ridere come due pazze e lo rifacemmo, ma stavolta non da ubriache così che avremmo potuto tenerci quel bellissimo ricordo per tutta la vita. Era solo tenerezza tra di noi, di due amiche per la pelle, ma siamo e resteremo per sempre etero-sessuali. Nella vita credo si debba provare l’ebbrezza di fare tutto.

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