Norma e il bar Nettuno

Norma e il bar Nettuno

Me lo aveva detto per la prima volta Vittoria accompagnando la notizia con qualche sorriso complice. Devo dire che subito non avevo creduto, ma poi mi sono ricreduta.

Mi chiamo Rita, ho trent’anni e faccio la commessa in un supermercato. Spesso, nei fine settimana, mi ritrovo con gli amici al solito bar. Il Nettuno Bar, situato un po’ in periferia, è accogliente, moderno e molto pulito. Infatti Norma, la moglie del titolare, è una vera patita dell’ordine, della pulizia e tiene il locale in modo perfetto. Di fatto però è lei che lo gestisce, certamente più di suo marito Paolo che invece si preoccupa più dei rifornimenti e… a giocare a carte e a bere nel retro. Norma, cinquant’anni, una gran chioma rossa, con un carattere veramente allegro e conviviale. Non è molto alta, è magra e conserva un fisico più che invidiabile. Dicono che da giovanissima fosse di una bellezza da schianto, tanto che ha partecipato e vinto alcuni premi a concorsi di bellezza. Poi, poco più che ventenne si è sposata e si è dedicata interamente al bar con il marito.
Siamo un bel gruppetto di amici e solitamente ci troviamo il venerdì o il sabato sera al “Nettuno”. Con me ci sono Paola, che chiamiamo tutti Paolina, Marco il suo fidanzato, Lorenzo, che spesso non può venire perché è sassofonista in un complesso e ha concerti proprio il sabato sera, ma non manca mai sua moglie Luciana (Lucy per gli amici), poi c’è Vittoria (la più bella e più colta del gruppo) infatti è laureata in psicologia, Renata (con innumerevoli problemi con il marito), infine Andrea (eternamente single e lo chiamiamo “il lungo”) e non vi spiego il perché del nomignolo.
Io sono separata e per il momento mi tengo ben lontana da storie impegnative. A volte ho qualche breve avventura, ma nulla di più. Dicevo all’inizio che ero rimasta sorpresa da ciò che Vittoria, una sera mi ha sussurrato sul conto di Norma. È stato in bagno, mi ha presa da parte e con fare molto diretto mi ha chiesto se Norma aveva avuto strani atteggiamenti anche con me.
«Ma cosa dici?» Chiesi.
«Allora con te non è successo… Il fatto che Norma è lesbica e ci ha provato un po’ con tutte noi… e non ne sono del tutto sicura, ma pare che Luciana… in qualche misura ci sia già stata…»
«Ma dai… non ci credo… Norma ha un marito e mi sembra che le cose tra loro filino lisce… e poi Luciana… questa proprio non la bevo…»
«Ma io non ho certezze… però una sera voi eravate già andati via… Norma mi ha offerto un ultimo bicchiere di vino ed è venuta a sedersi vicino a me e ha cominciato a raccontare di quando era giovane… del successo che aveva… e intanto ha posato una mano sulla mia coscia…»
«Ma questa poi… e poi cosa è avvenuto»
«Non molto, il suo tono si è fatto decisamente più suadente, si faceva sempre più vicina e prima di lasciarmi mi ha baciata sul collo dicendomi che le piacevo molto… io sono rimasta interdetta, ma anche…»
«Ma anche…»
«Beh… fa sempre piacere sentirsi ammirati e poi… quel bacio mi ha illanguidita… tutto lì. Però alcune sere dopo andando in bagno l’ho incrociata in corridoio… mi ha preso per un braccio e mi ha attirata contro di lei… capisci, mi ha quasi abbracciata e chiusa contro la parete… ma è stato solo un attimo»
«Pazzesco… Norma lesbica, non lo avrei mai creduto» e dopo un attimo di silenzio ho chiesto alla mia amica «Ma a te è piaciuto mi pare di capire… la cosa quindi ti ha stuzzicata…»
Vittoria è rimasta in silenzio poi è entrata nella toilette per fare pipì mentre io mi lavavo le mani e appena è uscita mi ha detto con un filo di voce: «Sbagli, non mi ha stuzzicata…» poi dopo un’altra lunga pausa «lo dico a te perché so che sei una persona corretta e sai tenere i segreti… sentire il contatto del suo corpo, ma ancor di più la volta precedente le sue labbra sul collo… beh mi sono eccitata da morire… non ne sono sicura, forse desidero che Norma faccia un altro tentativo e…»
«E?…»
«Eeeee… che domande… non so se… insomma potrei anche starci con lei…»
Mi misi a ridere, conoscevo Vittoria da una vita e sapevo bene che le sue preferenze andavano, con molto successo, esclusivamente al genere maschile. Però quella confidenza mi era rimasta in testa e ci pensavo spesso durante il giorno.

In quel periodo avevo conosciuto un ragazzo decisamente più giovane di me e, forse più per la carenza accumulata che non per attrazione, l’ho letteralmente sedotto e portato a casa mia. Devo dire che non ricordo neppure più il suo nome. Ci siamo scopati poi l’ho riaccompagnato alla porta e non ho risposto quando mi ha chiesto il numero di cellulare perché voleva rivedermi. Era una piccola cosa di poche ore, senza conseguenze e per quanto mi riguardava del tutto chiusa.
Ma la questione che mi ha sorpresa è che mentre lui era sopra di me e si agitava con buon vigore giovanile io non provavo nulla. Ero del tutto assente e la mia testa ripensava al racconto di Vittoria e mi immaginavo lei e Norma che nello stretto corridoio si baciavano con vero trasporto. Le vedevo avvinghiate che si strusciavano come due serpenti, muovendosi con estrema lentezza. A quel punto il ragazzo mi è diventato addirittura insopportabile e non vedevo l’ora che tutto finisse.

Passarono alcune settimane e un sabato al “Nettuno” (eravamo solo in tre: io, Vittoria e Luciana), verso mezzanotte si scatenò sulla città un violento nubifragio. Subito io e Vittoria siamo uscite per vedere cadere la grandine, mentre Luciana, che ha paura dei lampi, è rimasta nel bar. Poi improvvisamente è mancata la corrente elettrica e tutto il quartiere è rimasto al buio. Siamo rientrate subito un po’ infreddolite e bagnate di pioggia. Nel bar c’era solo una piccola luce di emergenza e nella semioscurità ci siamo sistemate nel tavolo più lontano dall’ingresso. Norma è venuta a sedersi con noi portando quattro birre fresche e bionde.
«Queste le offro io…»
«Ma no!» Protestò allegramente, ma con poca convinzione Vittoria.
«Allora alla nostra salute e figli maschi…» disse Luciana.
«Questa sera lasciamo stare i maschi…» dissi io scherzando.
«Alle donne allora» Replicò Norma «Anzi alle femmine…»
Dopo di quelle ne seguirono altre e devo dire, che dopo non molto sentivo la testa leggermente annebbiata, segno di una possibile sbronza. Ma quella che maggiormente dava segni di vera ubriachezza era Luciana che trangugiava i boccali con eccessiva rapidità. La serata prendeva una piega decisamente piacevole e molto allegra. Vittoria ci confidò che Renata stava per lasciare suo marito dopo anni di tormenti e litigi.
«Finalmente!!!… Un brindisi a Renata finalmente libera…» esclamò Luciana portando alla bocca l’ennesima birra offerta.
«A Renata!» Urlammo in coro toccandoci i boccali.
«Però Luciana non può certamente guidare questa sera» sussurrò Norma.
«Il problema è che siamo venute insieme con la sua auto» precisai.
«Non c’è problema… se mi aiutate la porto sopra c’è una camera disponibile…»
E così facemmo, pian piano portammo Luciana al piano di sopra e la sistemammo sul letto. La svestimmo lasciandole solo le mutandine e il reggiseno, poi la coprimmo. Era la prima volta che vedevo la mia amica senza i soliti maglioni e jeans. Aveva un corpo sodo e ben fatto e non riuscii, per un attimo, a non pensarla a letto con Norma. Poi noi tre la lasciammo spegnendo la luce e ritornammo nel bar.
Scendendo Norma ci tenne a dire che in effetti quella era la sua camera e che da tempo lei e il marito dormivano in camere separate.
«Il fatto è che lui russa e io non riesco a dormire…» poi soggiunse ridendo «… almeno questa è la versione ufficiale…»
Erano ormai le tre di notte – da molto aveva smesso di piovere e da altrettanto era ritornata la corrente – quando Norma ci disse che si sentiva un po’ preoccupata per Luciana e che intendeva andare a controllare come stava. Io e Vittoria ci demmo di gomito sorridendo con complicità. Infatti passò più di mezz’ora senza che ritornare.
«Vieni» mi bisbigliò Vittoria «Andiamo a vedere che combinano quelle due».
Pian piano, facendo molta attenzione a non far rumore salimmo nuovamente le scale e aprimmo con cautela la porta della stanza. Norma aveva svestito completamente Luciana e si era tolta anche lei i vestiti rimanendo solo con l’intimo. La nostra amica sembrava essersi ripresa abbastanza, era a gambe aperte e la testa di Norma era tra le sue gambe. La stava leccando. Vittoria mi prese per un braccio per allontanarmi, ma io resistetti. La scena di Norma che leccava Luciana mi aveva folgorata e mi eccitava molto.
«No…» bisbigliai e allora anche Luciana si accostò alla porta socchiusa rimando a guardare. Ora Norma si era spostata e si era coricata sopra Luciana. Le due donne si stavano baciando con vera passione. Noi eravamo prese completamente dalla scena e per nessuna ragione al mondo ci saremmo allontanate.
«Che fate voi due sulla porta… entrate, così vedete meglio» esclamò Norma all’improvviso. «Vi ho sentite bene… siete due maialine che si divertono a guardare?» E poi soggiunse alzando la testa e guardandoci «… o siete due porche che vorrebbero raggiungerci, ma non osano…»
Vittoria tentennò, mentre io non resistetti al richiamo e come una forsennata mi scaraventai sul letto.
«Ma a letto non si va vestite» disse Luciana ormai ben consapevole della situazione «Togliti i vestiti Rita… da molto ho desiderato vederti nuda»
Rapidamente mi tolsi tutti gli abiti e completamente nuda abbracciai le due donne. Fu Norma la prima a cercare la mia bocca e io non aspettavo altro. Fu il mio primo bacio lesbico e ne conservo il ricordo con nitidezza. Poi fu la volta delle labbra di Luciana e poi… ci abbandonammo completamente alle nostre accese libidini. Ma poco dopo ci fu un quarto corpo nudo che chi insinuò tra di noi. Era quello Vittoria…
Quella notte fu una notte assolutamente epica. Nulla fu tralasciato e il letto di Norma accolse i nostri corpi vogliosi e la stanza i nostri gemiti di piacere.

Sono passati circa due mesi da quella straordinaria notte. Ora spesso a turno ci fermiamo (solo noi femminucce) oltre la chiusura del bar. Ma non siamo più state tutte e quattro nello stesso letto, spesso siamo io e Vittoria, o io e Luciana, oppure loro due. Ormai, senza particolari messaggi, è sufficiente un lieve sorriso e un piccolo cenno del capo e qualcuna rimane tutta la notte con Norma. E non parlatemi più di uomini, forse un giorno sentirò ancora la voglia di loro… ma non ora.

Questa nostra storia l’ho scritta io anche a nome di Norma, Vittoria e Luciana. Ho fatto leggere il mio scritto, loro hanno fatto qualche ritocco ridendo compiaciute e poi insieme abbiamo deciso di raccontarlo ad altre donne, magari con la speranza di condividere le nostre esperienze.
Rita

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