Un giorno strano

Un giorno strano

Esco di casa e mi trovo alle prese con un temporale incredibile. Piove a dirotto. Sono già nero per conto mio e ci mancava anche questo. Il traffico poi è un casino pazzesco: gente che non cammina, altri che invece vanno veloci come razzi e la strada che è un vero fiume di mezzi e di acqua. Sono Mario, ho cinquantatré anni e sono sposato con Paola che ne ha due meno di me. Il nostro è un rapporto in crisi. Da tempo siamo solo due persone che si sopportano a vicenda e convivono sotto lo stesso tetto. Ma non sempre è stato così. La nostra unione dura da più di trentadue anni, di cui trenta da sposati. Abbiamo due figli ormai grandi e indipendenti e, forse, è proprio questo che ci ha fatto perdere l’interesse l’uno per l’altro. In effetti, da quando, due anni orsono nostra figlia se n’è andata per vivere la sua vita, il nostro rapporto si è raffreddato, anzi è proprio sparito. Lei, che vive e lavora con i suoi orari e le sue amicizie, anzi, la sua sola amicizia, Angela, l’unica con cui esce una o due volte al mese, ed io con il mio lavoro, che spesso mi costringe ad orari impossibili e un gruppo di amici, con i quali, al massimo, vado allo stadio o faccio una partita a biliardo. Il resto, come dice una nota canzone, è solo noia, indifferenza, giornate a vivere sotto lo stesso tetto, scambiando al massimo dieci parole. No, così non può andare. Mi sento stanco, annoiato e confuso, mi mancano i nostri amplessi, le nostre scopate fatte nei luoghi e nei momenti più impensati. Paola dal punto di vista sessuale è sempre stata una femmina calda e molto vogliosa; mi ha sempre fatto impazzire ed io l’ho ricambiata con scopate sempre molto appaganti. Ma adesso, sembra tutto finito. Forse è anche colpa mia. Da quando ho superato i cinquanta, mi sembra che la mia vita sia cambiata: mi sento diverso e anche se non vuoi ammetterlo, ti rendi conto che non sei più come prima, specie nel sesso. Sì, nel sesso avverti il cambiamento più netto e deciso. Una volta vedevi una bella figa e subito ti sentivi arrivare il cazzo fin sotto il naso, adesso la guardi e decidi che è una bella donna, pensi che ti piacerebbe scoparla e allora cominci a pensare come te la faresti e, solo a quel punto, inizia la tua erezione. Me lo dicevano, ma non ci volevo credere; invece è proprio così e questo mi spaventa un poco e, di sicuro, ha avuto un certo riflesso nel nostro rapporto. Poi c’è questa cazzo di pioggia che viene giù sempre più forte. Arrivo al lavoro che sono quasi in ritardo. Sono ingegnere informatico e mi occupo di assistenza presso aziende, cui abbiamo installato nostri sistemi e software, che poi aggiorniamo e curiamo la normale manutenzione, grazie ad un programma che ci permette l’accesso da remoto. Questo è il mio lavoro, correggere gli errori degli altri e, a volte, è anche molto noioso. Mi immergo nel lavoro, mi passano cinque ore che nemmeno me ne accorgo. Il collega mi dice di andare a mangiare e mi rendo conto che ho lavorato sempre, senza mai alzare un attimo la testa dallo schermo. Vedo due messaggi sul cellulare: uno è di mia moglie che mi dice che questa sera esce con la sua amica, e l’altro è del gruppo di amici che mi comunicano che si troveranno alla sala di biliardo, per una serata di gioco. Vado a mettere qualcosa nello stomaco, ma sono così adirato che non faccio nemmeno troppo caso a cosa mangio, poi ritorno al mio lavoro e mi becco una bella seccatura. Una stupida impiegata di uno studio di avvocati, a cui abbiamo installato un nuovo programma, ha fatto un gran casino: si è sbagliata con le password ed ha incasinato tutto il sistema e, nell’intento di rimediare, ha peggiorato ancora di più le cose, togliendo le difese, e adesso c’è chi se ne approfitta, introducendosi negli archivi per sottrarre informazioni. Mi metto a salvare e proteggere il sistema e mi accorgo che tutto il loro archivio è sotto attacco. Informo il titolare dello studio, invitandolo a contattare la Polizia postale per una denuncia e, nel frattempo, cerco di limitare i danni con dei sistemi di difesa ed allora scatta un gioco di attacchi e difese, astuzie e raggiri, che mi coinvolgono tantissimo. Il tizio dall’altro capo è bravo, ma io ho dalla mia anni di esperienza, e poi conosco il sistema meglio di lui, per averlo progettato e installato. Dopo circa due ore, arriva la cavalleria sotto forma della Polizia postale, alla quale, lentamente, fornisco i dati ed i modi per intercettare e neutralizzare l’intruso e lentamente mi disconnetto. Quando finisco il mio lavoro, mi accorgo che sono le ventuno. Ecco, il mio lavoro è anche questo: quando sei in ballo, non puoi abbandonare e devi andare fino in fondo. Sono stanco, mentalmente scarico e non ho voglia di andare a giocare a biliardo, per cui decido di andarmene a casa, ma, durante il tragitto, mi rendo conto che dovrò cucinarmi la cena e non ne ho voglia. Intanto continua a piovere: sembra che il Creatore abbia deciso di dar luogo al secondo diluvio universale. Quindi, opto per andare a mangiare qualcosa in un posto tranquillo, ma non voglio inzupparmi di acqua e scelgo un posto nella Città Mercato, dove c’è un parcheggio sotterraneo e mi ci avvio. Sono così stanco che sbaglio l’entrata e devo rifare il giro completo della struttura ed entrare dall’ingresso più lontano. Pazienza, tanto non ho fretta. Mentre sono in fila per entrare, mi trovo davanti un grosso SUV nero e altre macchine. Mi accodo e, quando sono appena dentro il parcheggio, vedo che la vettura davanti al SUV è quella di mia moglie. Cazzo un classico! Un classico una sega! Quando sei tu che ne sei coinvolto, ti senti uno scemo. Osservo da una certa distanza, tutta la scena e vedo che lei parcheggia e poi sale, velocemente, nel Suv e, quando solleva le gambe dalla gonna corta, si vedono le autoreggenti. Cazzo! Si è messa in tiro la stronza! Resto confuso per un attimo, incapace di reagire e poi, decido di seguirli. Loro vanno verso la tangenziale e io dietro, che li seguo pensando a mille cose. Mi tornano in mente, come a tutti i cornuti, tanti piccoli dettagli cui, prima, non avevo fatto caso: il taglio nuovo dei capelli, il vestire sempre fine ed elegante, ma, se al momento lo avevo notato, lo avevo anche imputato al fatto che le donne, dopo una certa età, cercano sempre di sentirsi belle e, invece, io cretino non ho pensato che lo faceva per un altro maschio. Sento uno strano dolore nel petto, sembra come se mi si spezzasse il cuore. Escono alla sesta uscita e poi si dirigono verso un piccolo motel, dove si fermano davanti ad un bungalow nel quale entrano velocemente. Poiché piove tanto, lui non lo vedo neanche, perché è coperto dall’ombrello. Resto immobile a guardare la porta chiusa e poi me ne vado. Poco dopo mi devo fermare per vomitare. Cazzo che giornata di merda! Sono incazzato e furioso. La gelosia mi ha sopraffatto, e, nello stesso tempo, prendo atto che quella situazione è anche frutto della mia indifferenza e, quindi, è come se me la fossi cercata, e questo mi fa incazzare ancora di più. Giro senza una meta, sento la mente incapace di riflettere, e mi trovo lungo il viale, dove ci sono delle puttane che cercano, sotto la pioggia battente, qualche cliente. Mi fermo e ne carico una. Non discuto il prezzo, la faccio salire e basta. Ci appartiamo poco lontano e lei, dopo aver preso i soldi, si solleva la gonna e si prepara per la scopata, ma io sono nella confusione più totale, la guardo e mi domando: che cazzo sto facendo, come mi trovo in quella situazione? Poi lei si avvicina, mi tocca il cazzo ed io penso a quella stronza di mia moglie, che si sta facendo scopare in un lurido motel, né più e né meno di questa puttana. Allora sono preso da una rabbia furiosa ed un’eccitazione fortissima. Scopo con rabbia la puttana, che mi chiede di essere più delicato, ma non l’ascolto; sono incazzato nero e lei purtroppo ne fa le spese. Vengo, ma senza godere, anzi, appena sborrato, mi sento ancor più depresso e furioso che la riporto nel viale e me ne vado a casa. Rientro e, dopo una doccia veloce, me ne vado a letto, ma non trovo pace e non ho sonno. Ripercorro la mia vita con Paola ed a tutte le volte che abbiamo fatto sesso, ai nostri giochi erotici, la sua paura nello spogliarsi la prima volta in una spiaggia nudista, ai suoi pompini fatti nei luoghi più impensati, alle nostre serate trasgressive, dove lei, o io, inventavamo di tutto e poi mi chiedo come cazzo ho fatto a buttare al vento una vita così bella. La sento tornare, fingo di dormire; quando entra in camera, accendo di colpo la luce e la sorprendo con la mia presenza. Resta stupita del fatto che io sia già a casa e, letteralmente, fugge in bagno. Ne esce dopo diverso tempo, con indosso la camicia da notte e, dopo un breve saluto, si mette a letto, si gira dall’altro lato e spegne la luce. Restiamo un po’ in silenzio, ma io voglio delle risposte.

«Da quanto tempo, ti fai scopare da un altro?»

La sento trasalire, poi fa un lungo sospiro e mi risponde con un tono di voce calmo, ma deciso.

«Non lo sai? Mi chiedi una cosa che tu sai benissimo: da quando tu hai smesso di interessarti a me».

Mi giro verso di lei; sono incazzato, ma la sua risposta mi ha trovato indifeso. Non mi aspettavo una simile risposta e passo al contrattacco.

«Mi sembra che anche tu ti sei dimenticata di me. Hai sempre la tua amica del cuore fra i piedi e, quindi, direi che almeno sono due anni che ti fai sbattere da un altro maschio. Complimenti sei stata brava!»

La mia risposta la ferisce, scatta seduta sul letto, e accende la luce.

«Brutto stronzo! Fai la predica a me per Angela? Guarda che hai cominciato tu, con i tuoi amici del calcio e le tue partite a biliardo, a lasciarmi la sera da sola e, quindi, non dare a me la colpa, se mi faccio scopare da uno che, almeno a me ci tiene, quando tu sei diventato così distante e freddo nei miei confronti. Da un anno quasi non facciamo sesso e ti sembra giusto questo? Te la sei voluta tu! Se fossi stato più presente, io non avrei cercato nulla, fuori dal nostro rapporto!»

Mi sollevo e la guardo negli occhi. Bella da morire. Sì, è una vera donna quella che mi trovo davanti. Bella e furiosa allo stesso tempo; leggo una strana luce nel suo sguardo e faccio l’ultima cosa che mai mi sarebbe venuta in mente. Mi sposto, l’afferro e la bacio in bocca, con lei che cerca di divincolarsi.

«Lasciami, sei un bastardo! Non voglio!»

La ignoro, le sollevo la camicia da notte e lei che cerca sempre di fermarmi, ma con sempre meno convinzione. Nuda è ancora più bella. Le sue labbra senza rossetto sono in invito, a cui non resisto e la bacio con passione. Dopo un attimo di indifferenza, risponde al bacio e mi succhia avidamente la lingua. Mi stacco dalla bocca e scendo a baciarla lungo il collo, i seni. Quando arrivo alla fica la trovo gonfia, tumefatta e un po’ dilatata; mi eccito al pensiero che sto per baciare la sua fica, dove un altro uomo vi ha goduto, l’ha penetrata e questo mi eccita e sconvolge. La lecco avidamente, la sento bagnata. Il suo sapore mi sembra diverso, forse sto leccando anche la sborra dell’altro, ma sono eccitato e, di conseguenza, mi sollevo e la penetro con un solo colpo, fino in fondo. Sento che è aperta, ma non m’importa. Glielo spingo fino in fondo e lei assaggia di nuovo i miei quasi venti centimetri, che sbattono con forza sul fondo, facendola godere. La sua bocca aperta è quello che volevo vedere. Mi guarda senza dire nulla e poi solleva le gambe e le attorciglia dietro i miei glutei, mentre io la pompo come un pazzo: inizia a godere e ad incitarmi. Sento la mia donna che partecipa alla scopata e mi viene incontro, spingendo in alto il bacino, per andare incontro all’affondo del mio cazzo, che adesso la sbatte con furore.

«PORCO…BASTARDO! Scopami… Sei tornato, finalmente…Dai sfondami… Vengo! Vengo! VENGO!»

La chiavo come se non ci fosse un domani. Sono scatenato e lei sta godendo nel modo come piace a me e come abbiamo sempre fatto. La sento prossima all’orgasmo, un orgasmo che li batte tutti, il più bello, intenso, devastante. Il suo orgasmo, quello che mi ha sempre fatto capire quanto fosse bello scopare con lei; intanto pure io sono vicino al piacere, voglio godere e farlo insieme a lei. Ad un tratto urla, scossa dal piacere che la fa vibrare tutta e, mentre io mi scarico dentro la sua vagina, lei lo sente e ci gode anche di più. Nello stesso momento che vengo, lei mi pianta le unghie con forza nella schiena ed emette un nuovo grido di piacere. Stremati, restiamo immobili ed abbracciati. Solo allora, ad un tratto, lei scoppia in un pianto dirotto. La stringo a me, cercando di consolarla, ma lei si stacca e mi batte i pugni sul petto con rabbia.

«Bastardo! BASTARDO! Dove sei stato in tutto questo tempo? Sei un bastardo! Io ti amo e sei un bastardo! Ho dovuto andare con un altro per farti capire che mi mancavi. Ti dovrei lasciare, invece ti amo, e mi sei mancato tantissimo. Ci sono stata, solo questa sera. Mi ha scopato in maniera troppo diversa da te, non sono riuscita nemmeno a godere; ero bloccata e impaurita e lui mi ha solo preso, senza nessun piacere, e mi son sentita stupida e puttana per colpa tua, ero furiosa. Ti amo, e solo adesso mi son resa conto, che solo con te trovo il piacere che voglio. Deciditi, se vuoi che non vada più con altri, devi cercare di esser di nuovo il mio uomo. Io ti amo e voglio solo te!»

Restiamo abbracciati e lei si calma; poi, senza che ce ne accorgiamo, ci addormentiamo abbracciati. All’alba mi sveglio e mi sento confuso; è sabato e nessuno di noi due lavora, ma lei non è nel letto. Mi sembra di aver sognato, ma sono nudo e, ad un tratto, la vedo entrare avvolta in una vestaglia da camera, molto trasparente, con in mano un vassoio con la nostra colazione. Sono stupito e la guardo incredulo. Mi sorride e si siede sul letto, vorrebbe mangiare, ma io ho fame di lei e la stringo a me.

«Attento che rovesci tutto!»

La costringo ad appoggiare il vassoio e poi le monto sopra, sono già in tiro e la penetro così all’improvviso: lei mi sorride e mi bacia con passione.

«Questo è l’uomo che amo e che voglio».

Mentre dice questo, dalla finestra entra un raggio di sole e illumina un nuovo momento, che cambia tutto fra noi. Adesso ho capito che per averla devo essere più presente, metterla come mia prima priorità e ci voleva uno strano giorno, per capirlo.

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