Due vicini speciali.

Due vicini speciali.

Sono passati circa tre mesi dal terribile incidente che ha strappato i miei genitori all’affetto mio e di mio marito. Abitiamo in un appartamento in affitto ed il proprietario ci ha informato che non potrà rinnovarci il contratto, in quanto il figlio si sposa e lo vuole per sé. Per me ed Alex, la perdita dei miei genitori è stata un duro colpo. Sono sempre stati un punto di riferimento. Allegri, solari, sempre disponibili. Da più di quindici anni, avevano preso questo appartamento, posto al sesto piano di un bel palazzo degli anni sessanta. La cosa che mi è sempre piaciuta è la sua posizione: a metà della collina, che degrada dolcemente in basso verso il centro della città. Ne consegue che il meraviglioso terrazzo, posto ad occidente, è un bellissimo osservatorio, sui tetti della città sottostante. Mamma ne era fiera. Vi aveva realizzato un piccolo gazebo con fiori, comodi divani in vimini, un bellissimo barbecue, che papà usava in maniera ottimale. Alex ed io siamo figli unici. Lui aveva perduto da anni i suoi genitori, allora mamma e papà erano tutta la sua famiglia. Oggi, appena finito il lavoro, mi accingo a rientrare in casa. Appena apro il portone, incontro i nostri vicini di casa. Lei si chiama Mara, ha sessanta quattro anni, è un po’ come mia madre, piccola di statura, al massimo un metro e sessantacinque, lui invece si chiama Antonio, ma tutti lo chiamano Nino, ha sessantasei anni ben portati. Con i miei genitori erano molto amici e, quando è successo l’incidente, stavano andando a trovare loro al mare. Durante il funerale ci sono stati molto vicini, anche per loro la perdita dei miei cari è stata fonte di un grande dispiacere. Mi salutano cordialmente, si informano di come stiamo e, quando li metto al corrente che verremo a vivere in questo appartamento, si scambiano uno strano sguardo, poi mi salutano e se ne vanno. Apro casa ed entro. Sento odore di chiuso: non potrebbe esser diversamente. Apro tutte le finestre e comincio dalla cucina a vedere cosa tenere e cosa buttare. L’appartamento è costituito da un ingresso, cucina, salone, una camera matrimoniale con bagno privato, due camere un po’ più piccole, con un bagno molto grande, che le divide. Dopo un rapido inventario, mi rendo conto che quella casa ha tutto per esser semplicemente abitata, quindi passo ad ispezionare la camera dei miei. Dentro è tutto in perfetto ordine. Se non fosse per la polvere, potrei dire che è pronta per essere abitata. Apro il grande armadio: noto che la mamma aveva buon gusto nel vestire. Abiti molto belli appesi in perfetto ordine, nei cassetti ci sono le camicie, tutta la sua biancheria intima, molto casta. Anche la parte del babbo è perfettamente in ordine, l’unica cosa è che dovrò togliere tutta questa roba: non so cosa farne; io sono molto più alta della mamma, i suoi vestiti non mi stanno. In quanto poi ai vestiti di mio padre, Alex ha gusti un po’ più moderni. Osservo le cose e mi rendo conto che non mi sono mai soffermata ad osservare attentamente mia madre. Guardo le loro cose, mi convinco che erano una bella coppia, assolutamente normale. Certo, non che noi siamo chissà che, ma da quando stiamo insieme, io e Alex, di cosette un poco piccanti ne abbiamo fatte. Siamo sposati da tredici anni, adesso ne abbiamo io trentotto, lui uno di più. Avevamo io diciotto anni, lui diciannove, quando ci siamo incontrati. Ben presto abbiamo scoperto che stare insieme ci piaceva, ancora di più, però, ci piaceva scopare. Non ero vergine: era stato un ragazzo all’ultimo anno delle superiori ad aprirmi prima il culo, poi la micetta. Ad Alex la cosa non importava, anzi era contento che sapevo gustare il suo cazzone. Sì, lui è molto dotato e, quando me lo infila in culo, lo sento per bene. Lui era stato iniziato ai piaceri del sesso da una vicina di casa, una donna quasi sessantenne, che glielo succhiava, facendolo godere senza limiti e, ovviamente, a lui la cosa non dispiaceva per niente. Dal matrimonio in poi, abbiamo sperimentato il piacere delle spiagge nudiste, lo scambio di coppia, varie situazioni di esibizionismo, nelle quali io mi mostro a giovani che arrossiscono nel vedere le mie grazie esposte ai loro sguardi. Il mio armadio è ben fornito di indumenti idonei per questi giochi, invece vedere il guardaroba di mia madre, mi fa quasi ridere. Dopo la camera dei miei, passo in una delle due stanze più piccole. La prima è adibita a studio. Dentro ci sono un pc, molti DVD di musica, foto ed altro. Tante immagini appese alle pareti: mio padre era un vero cultore della fotografia. Ci sono le sue macchine fotografiche, tutti gli accessori per le foto. Guardo con ammirazione gli splendidi ingrandimenti di me, mia madre bellissima, Alex, mentre lui appare solo in una foto, insieme a Nino. Passo nell’altra stanza, che mamma aveva trasformato in una cabina spogliatoio, con due armadi a muro enormi. Apro il primo e non posso non notare la precisione di mamma. Appesi ci sono cappotti, giacconi, tanti altri indumenti, perfettamente conservati dentro buste di cellofan, un vero insieme di cose in perfetto ordine. Poi apro il lato più grande, quello che ha pure l’angolo: dentro altri abiti, una scarpiera e, nel punto che fa angolo, ci trovo un piccolo armadio a tre ante, chiuso. Mi stupisce la cosa: che ci fa un armadio nell’armadio? Cerco di capire come aprirlo, ma non ci sono chiavi. Cerco il mazzo di chiavi di papà, non trovo nulla che lo apra, ma noto una piccola e semplice chiave, che ho sempre creduto fosse del portone o di un altro posto. Per quanto mi sforzi, non ne cavo nulla. Guardo meglio, mi ricordo che mamma aveva fatto installare, da mio padre, una cassetta di sicurezza dentro il suo armadio. Era nascosta dietro un cassetto. La cerco, sfilo i cassetti in camera sua, la trovo. La chiave del mazzo di mio padre l’apre e dentro, oltre alle gioie, i monili d’oro dei miei genitori, ci trovo un cofanetto di madreperla con tre chiavi dentro. Vado nell’altra stanza, apro la prima anta. Non credo ai miei occhi. Appesi in perfetto ordine, ci sono dei vestiti che non mi aspettavo certo di trovare. Nell’ordine ci sono allineati: una divisa da cameriera sexy, uno da infermiera, minigonne di pelle nera, cortissime, due vestiti trasparentissimi, una tuta nera in latex, una tuta a rete, un vestito elasticizzato con delle trasparenze spettacolari. Un miniabito in pizzo, con nastri regolabili, un elegante mini-dress in chiffon, sexy miniabito ad effetto wetlook, un miniabito con top trasparente, un miniabito in latex per spanking e, a completare il tutto, un sexy abito in micro rete. Resto basita! Nemmeno io ho un simile armamentario! E’ tutta roba di gran classe, mica le schifezze del cinese! Tutti gli abiti, hanno la taglia di mamma. Dopo un momento di reale sconcerto, decido di aprire anche la seconda anta. È divisa in due parti: nella parte superiore, ci sono appese una collezione di babydoll stupendi; sotto ci sono quattro ripiani, colmi di scarpe dal tacco e forma proibitiva: nere, dorate, addirittura un paio trasparenti; poi stivali bassi, alti fino al ginocchio; bellissimi, sempre con tacchi altissimi. Convinta di aver visto tutto, ho aperto l’ultima anta. Anche questa parte è divisa in due. Sopra ci sono appese varie cose, di vario colore, corsetti di ogni genere. Mi ha colpito in particolare, un corsetto in latex nero a coppe aperte, con cerniera davanti, reggicalze, una guepière bianca in raso, pizzo con tanga, reggicalze ed un’altra uguale nera. Sotto, apro il primo cassetto e trovo una collezione di tanga sottilissimi, trasparenti, con aperture e perizomi bellissimi. In quello sotto, una collezione di reggiseni stupendi, di tutte le fatture, colori e grandezze, tutti di una quarta, la misura di mamma; io, al massimo, indosso una terza stretta, diciamo che in una quarta ci sto comoda. Credevo di aver visto tutto, ma, aprendo il terzo cassetto, ho dovuto ricredermi. Era stracolmo di sexy toys, di tutte le misure, fattezze, persino un doppio fallo a due punte. Ma la cosa che mi ha lasciato senza parole, è stato vedere che ci sono anche due strap-on: uno con una mutandina con due falli, uno all’interno, per far godere chi lo indossa, l’altro fuori, dove è possibile agganciare un fallo di diverse misure; il cassetto ne è ben fornito, compreso uno nero dalle misure proibitive anche per me. Incredula e decisamente molto sorpresa, mi son resa conto che della vita dei miei genitori non sapevo nulla. Mi sono chiesta dove e quando giocavano con quelle cose. Noi li vedevamo una volta a settimana, generalmente il giovedì, poi loro erano sempre in compagnia, ma di chi? Ma certo! Accidenti, ora capisco! Mara e Nino. Sicuramente loro devono sapere qualche cosa. Cerco di aprire l’ultimo cassetto, ma è chiuso con una chiave che non ho. La cerco, ma non mi riesce di trovarla. Ripenso al mazzo di chiavi di mamma, ce n’è una con una plastica rossa, piccina. La cerco e, quando la trovo, scopro un tesoro inaspettato. Dentro ci sono una decina di album di foto, dei DVD, alcune penne drivers; guardo i book, sono divisi per anni, ne sfoglio uno, il più vecchio. Ci sono foto di mamma nuda, poi in pose sempre più oscene, in fine con il cazzo di mio padre in bocca. Guardo altre foto, di due anni dopo. Ci sono anche Mara e Nino. Sono intenta a guardare e talmente presa che non ho sentito arrivare Alex. Lui mi sorprende alle spalle, mi struscia il suo bastone sulle chiappe, ed io, eccitata da tutte quelle cose, mi giro, e glielo prendo in mano mentre lo bacio; mi lascio scopare in piedi, appoggiata all’armadio. Godo come una vacca, guardo le cose appese, penso al piacere che mio padre deve aver provato nel vedere mia madre vestita così, da troia. Alex mi sfonda anche lui, vede le stesse cose, si eccita ancora di più, mi inonda il ventre, sborrando come un cavallo. Dopo aver leccato e ripulito il suo cazzo gocciolante, gli mostro tutto quello che ho trovato. Insieme andiamo nell’altra stanza e, acceso il PC, ci mettiamo a vedere i DVD, le penne drivers, che sono piene delle porcate fatte insieme ai due vicini molto porcelli. Ci sono immagini di spiagge, nudismi, scambi di coppia, leccate fra donne, poi restiamo basiti, quando vediamo delle foto in cui prima mio padre, scopa il culo di Nino, poi è Mara, che indossato uno strap-one incula mio padre, mentre mamma gli succhia il cazzo. Scoprire che i nostri vicini sono dei maialini, ci mette molta allegria. Alex si eccita all’idea di scopare Mara e già sogna di sfondarle il culo. Quanto a me, ho visto che Nino non è messo male a cazzo, certo ha sicuramente la sua età, ma non dispero. Elaboriamo un piano, li invitiamo a cena, poi li convinciamo a giocare anche con noi. Per tutto il giorno restiamo in quella casa. Abbiamo da pulire tutto, ma non riusciamo a vedere i nostri desiderati vicini. Nei giorni successivi non li vediamo, non c’è neppure la loro auto nel parcheggio interno. Solo dopo dieci giorni mi riesce di parlare con loro. Non dico nulla di quanto ho scoperto, li invito a cena, ma lei rifiuta dicendo che la sera mangiano poco, poi Nino ha subito sonno, meglio a pranzo. Ci accordiamo per la domenica. Finalmente arriva il tanto sospirato giorno. Lei è molto bella. Piccola di statura, tiene i bianchissimi capelli, in una traccia, che poi arrotola dietro la nuca. I suoi occhi sono piccoli e furbi, il seno grande prosperoso, le gambe piccole ma ben fatte. Indossa una gonna al ginocchio, abbastanza casta, una bianchissima camicetta, che stenta a contenere i seni. Mentre i maschi si dedicano al barbecue, io e lei siamo in cucina, dove io sto ultimando di preparare il pranzo.

«Mettendo via la roba di mamma, ho trovato il suo armadio. Sono rimasta davvero sorpresa: non avrei mai creduto che mamma avesse il piacere di indossare certi vestiti e, ad averlo saputo, saremmo stati ben felici di giocare con voi».

Lei mi guarda sorpresa a sua volta, mentre sbianca in viso.

«Tranquilla! Non siamo moralisti né vogliamo esserlo adesso; però ci piacerebbe giocare con voi, proprio come facevano i miei genitori. Ho visto che vi siete divertiti davvero tanto».

Lei, dopo un momento di timore, ha ripreso colore in viso. Sorride e mi dice che, sia mia madre, che mio padre, erano due maialini sconvolgenti. Più di tutti e quattro, lo era mamma. Quando si vestiva da troia, era pronta per ogni cazzo ed in tutti i buchi, senza distinzione se maschio o femmina. Poco dopo siamo a tavola; i due maschi ridono, mentre ci guardano divertiti, ma è Alex che introduce il discorso.

«Decisamente mi sarebbe piaciuto scopare con voi ed i miei suoceri. Mia suocera era una donna che ha eccitato tanto la mia fantasia: sono convinto che a letto era una porca incredibile».

Nino ride di gusto, Mara lo guarda, poi si gira verso di me e mi bacia in bocca.

«Mia cara, tua madre era la donna più troia che sia mai apparsa sulla terra. Gli piacevano indistintamente uomini e donne. Ha sfondato tante volte il culo a tuo padre, a mio marito, ed a tutti i maschi con cui si accoppiava; ti assicuro che non era seconda a nessuno. Personalmente sono orgogliosa di averla conosciuta, di aver goduto della sua bocca, di tutti i momenti di sesso sconvolgenti che mi ha fatto provare. Una sera mi ha fistato la fica: credevo che me l’avesse rotta e, in un certo senso, è andata così, ma… credimi, lei era unica, spero che tu sia in grado di assomigliarle almeno un poco».

Abbandoniamo il pranzo e ci trasferiamo in camera da letto. Lei si spoglia; sfoggia un bellissimo reggicalze e calze con pizzo altissimo.

«Sono un regalo di tua madre: le indossava la prima volta che si fece rompere il culo, da due maschi contemporaneamente. Era unica: lo prendeva in fica a due per volta e lo ha insegnato anche a me; è una pratica che ti consiglio: è davvero una esperienza unica. Adesso baciami, voglio leccare la tua fichetta e mi voglio godere lo splendido cazzo di tuo marito».

La spoglio completamente, mentre sento Nino che, da dietro, mi lecca il culo; immagino che sia uno dei suoi desideri, perché quando lo lecco a lei, sento che non è aperto. La guardo stupita, ma lei ci informa che non è mai riuscita a rilassarsi al punto tale da farsi sfondare il culetto. La cosa mi stupisce, ma, intanto, la lecco e lei gode; geme sotto i colpi della mia lingua. Sento il cazzo di Alex, premere fra le labbra fradice di lei, per cui mi sposto, facendogli spazio. Lui lo infila dentro con un colpo deciso che la fa godere immediatamente. Sborra a fontana. Sono ancora distesa sotto di lei e mi godo lo spettacolo di Alex che la sfonda, mentre io sento che Nino, dopo aver tolto la lingua dalla mia fica, ci spinge dentro il suo cazzo. Mi scopa bene, con calma, ma in maniera decisa e costante; poco dopo godo pure io, mentre sento Nino scoparmi ancor più intensamente. Mi scopa ancora un poco, mentre Alex ora si è disteso, permettendo a lei di impalarsi su di lui, che ha inarcato le gambe e la sbatte dal basso, facendola godere ripetutamente. Sborra come un fiume in piena ed io non sono da meno. Dopo l’ennesimo orgasmo, Nino mi fa girare e, senza troppi complimenti, me lo pianta nel culo, con un solo affondo deciso. Protesto, ma lo faccio solo per eccitarlo di più.

«Piano! Mi sfondi il culo, però mi piace anche così, quindi vai».

Dopo avermi slargato per bene, comincia a pomparmi con decisione. Afferra i miei fianchi e mi ingroppa molto velocemente. Ben presto anche lui è al capolinea e sborra direttamente dentro il mio martoriato culetto, commentando il piacere che prova.

«Adorabile vacca, lo senti che sborro dentro questo tuo stupendo culetto?»

Mi inonda il culo. Quando lo sfila, lo succhio sotto gli occhi per niente sorpresi di Mara, che si posiziona dietro di me e mi lecca la sborra del marito, che cola dal mio culo ancora aperto; la sua iniziativa mi fa godere da matti. Alex la scopa come un forsennato e, alla fine, è pronto anche lui a sborrare. Mara lo prega di schizzare in faccia a lei e me. Lui ci accontenta e, poco dopo, abbiamo i volti coperti di crema calda e bianca.

«Siete due ottime vacchette e vi accontento subito!»

Aveva risposto a Mara. Come due consumate puttane, ci disponiamo a leccarci il viso, nel disperato tentativo di raccogliere tutta la sborra di Alex, che ci cola da tutte le parti. Sfiniti, ci concediamo una pausa. Poi io e Mara, andiamo nell’armadio e indossiamo un strap-on per ciascuna; dopo di che, ci presentiamo davanti ai maschietti che, sorridendo, si voltano e ci offrono i loro culetti da sfondare. Ce li godiamo molto e, alla fine, per ricompensa, veniamo gratificate di una calda sborrata in bocca ciascuna, per poi, da perfette troie, abbandonarci in un lungo e profondo bacio, scambiandoci il cocktail di sborra.

La visione che offriamo ai nostri maschi, fa sì che si eccitino al punto che, anch’essi si fiondano a succhiarsi i cazzi a vicenda; poi, quando son ridiventati duri, ce li godiamo di nuovo noi. Mara mi ha voluto sussurrarmi che, fra le mie braccia, si è sentita tanto bene e rilassata, e, chissà, forse un giorno si farà rompere il culo anche lei. Per ora abbiamo scoperto che è bello godere con loro, e questo è solo l’inizio di una intrigante storia di buon vicinato.

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