Mia moglie si è convinta

Mia moglie si è convinta

MIA MOGLIE S’E’ CONVINTA

Chissà quanti di voi ha immaginato nelle proprie fantasie di vedere la propria
moglie alle prese con un grosso cazzo ciclopico. Alla mia è successo.

Come moltissime coppie, anche noi avevamo la nostra fantasia ricorrente che ci faceva salire l’eccitazione a mille. La nostra era di immaginare che tra noi ci fosse un extra dotato che prendeva brutalmente mia moglie Marta da dietro e la facesse godere oltre ogni limite.
Lei ha 34 anni è una bella mora e molto ben fatta, “va in palestra tre volte alla settimana” è tutta curve, porta una terza di seno e un culetto sodo da paura.
Questa fantasia nacque dopo che le dissi che prima di conoscerla ero stato per un certo periodo il singolo di fiducia di una coppia con la quale avevo avuto rapporti a tre, e per appagare la sua curiosità volle che le raccontassi tutto nei minimi dettagli.
Le dissi che fui contattato su un sito di annunci erotici dove sia io che loro eravamo iscritti e entrambi avevamo un’inserzione, e dopo un breve scambio di mail il marito volle incontrarmi.
Quell’incontro sancì la nostra amicizia. Le dissi che mi avevano contattato perché alla moglie piaceva la penetrazione anale ma lui non poteva accontentarla a causa delle grosse dimensioni del suo pene e per questo decisero di cercare un singolo che potesse aiutarli allo scopo, e la scelta cadde su di me.
«Ma il tuo non è mica piccolo » disse lei.
« Si ma non grosso quanto il suo. » risposi e continuai dicendole che il nostro rapporto andò avanti fino a che conobbi lei ci fidanzassimo.
Io e Marta sessualmente siamo molto disinibiti e a letto non ci poniamo limiti e soprattutto tra noi non ci sono ne segreti ne tabù, ogni volta che gli ho proposto di mettere in pratica qualche nuova fantasia erotica o qualche gioccattolo non si è mai tirata indietro.
Una sera però quando le proposi di rinfrescare il nostro menage introducendo un singolo tra noi mi chiese: « Perché lo vorresti? »
« Perché penso che ti piacerebbe farlo con due uomini » risposi.
« In tre? Io tu e un altro? E dove pensi di andare a trovarlo l’altro? »
« Magari su internet. » risposi.
« Ma tu sei matto, non pensarci nemmeno » rispose, «mi hai preso per una zoccola che va col primo che incontra. E con tutte le malattie che ci sono in giro come la mettiamo, non voglio mica impestarmi, ma te sei tutto scemo.» rispose incazzata.
Come potevo darle torto, sapevo che l’idea non le sarebbe dispiaciuta ma dove trovare qualcuno che potesse dimostrare il suo stato di salute, mica potevo dirgli di fare le analisi e mostrarmele.

Mi stavo quasi rassegnando quando pensai a Piero, sapevo che da quando le era venuta a mancare la moglie un anno prima per un infarto si trasferì nella casa che avevano in montagna e dove più volte ci incontravamo per giocare.
Conoscendo i gusti di lui ero certo che Marta gli sarebbe subito piaciuta e visto che si presentava l’occasione di fare un ponte di 4 giorni, proposi a mia moglie di passarli in montagna dove avremmo cercato una casa in affitto per le vacanze estive alle porte.
Accettò volentieri e io fui contento sperando così di avere l’occasione di incontrare Piero.
Era una splendida mattinata dei primi di Giugno, calda e assolata. Raggiungemmo il
paesino e parcheggiata l’auto ci avviammo verso il bar del centro per prendere un aperitivo sapendo che quello era il bar frequentato da Piero.
Nonostante Marta indossasse dei semplici fusò con su una camicetta e un paio di scarpe da tennis, gli uomini si giravano a guardarla, rallentai il passo per guardarla da dietro e capii il perché di quelle attenzioni, il fusò che indossava era talmente aderente che gli si infilava nel culo non lasciando niente all’immaginazione, davanti invece le modellava la figa evidenziando le labbra carnose.
Stavamo raggiungendo il bar quando lo vidi. Piero era seduto a un tavolino e leggeva il giornale.
Mentre ci avvicinavamo vidi che lo sculettare di mia moglie aveva attirato la sua attenzione, feci finta di non averlo visto e ci sedemmo a un tavolino poco distante.
Quando il cameriere se ne andò con l’ordinazione mi sentii chiamare.
Con finta sorpresa mi girai e incrociai il suo sguardo. Mi alzai felice di vederlo e andai ad abbracciarlo, ci scambiammo le solite frasi di circostanza e lo invitai a sedersi con noi. Lo presentai a Marta come un caro amico che non vedevo da tempo.
Le tempie gli si erano imbiancate ma col viso abbronzato e vestito in modo sportivo sembrava proprio uno sciupa femmine mostrando meno dei suoi sessantadue anni.
Durante la chiacchierata mi accorsi che Marta gli piaceva, non le staccava gli occhi di dosso anzi, non staccava gli occhi dall’apertura della sua camicetta on po’ aperta sul seno che lei mostrava con nonchalance.
Si era fatta l’ora di pranzo e Piero ci invitò a pranzo in un ristorantino tipico del paese.
Raggiunto il ristorante si accomiatò per andare in bagno, e io ne approfittai per chiedere a Marta cosa ne pensasse.
« Ma » disse, « è’ un bell’uomo, e da come mi guarda le tette pare proprio che gli piacciono. »
« Sai chi è ? » le chiesi,
« Un tuo amico no? »
« Si. » risposi, « è lui quello della coppia che frequentavo. »
Quando capì sgranò gli occhi e disse:
« Ma daaai? Quello col pistolino da superman? »
« Si » risposi, « proprio lui, e da come ti ha squadrata mi sa che una qualche idea per la testa gli è venuta. » Lei mi guardò con l’espressione da furbetta e disse:
« Vuoi che faccia un po’ la porcellina per vedere che fa? » « Mmmmm, si » risposi « Come solo tu sai fare. » e per caricarla aggiunsi: « attenta però, se nel frattempo non è cambiato quello non ti molla più fino a che non ti scopa. »
« esagerato » fece lei sempre con lo sguardo da furbina, « questa si che è una bella sfida, va bè, adesso vediamo. » e si slacciò un altro bottone della camicetta.
Quando lui tornò dal bagno fu la volta di Marta. Si alzò e lui con lo sguardo incollato sul culetto sculettante la seguì fino a che non entrò in bagno.
« Mamma mia che figa ti sei sposato, ha un corpo da sballo e quei fusò poi.. la fasciano in un modo che lo farebbe tirare anche a un morto ».
Gli risposi che a Marta piaceva fare l’esibizionista e si vestiva in quel modo proprio per questo. Gli dissi che il tutto era nato a causa dalla mia fantasia di vederla al centro delle attenzioni di due uomini, e seppure la cosa la eccitava, il massimo che mi consentiva era quella di mostrare le sue grazie ai sconosciuti e nient’altro perché non ero riuscito a farla andare oltre.
« Se è un aiuto che cerchi posso provarci io. » disse, « non è certo l’esperienza che mi manca. »
Era la risposta che mi aspettavo e risposi dicendogli: « bene, allora ti do un consiglio per facilitarti, lei va matta per i complimenti e se gliene fai in quantità avrai già fatto metà del percorso. »
Memorizzò il consiglio e vedendola arrivare cambiammo discorso.
Quando tornò al tavolo vidi che aveva le tette che sembravano volessero uscire dalla camicetta coi capezzoli che spingevano sulla stoffa.
Era fantastica quando esibiva così sfacciatamente la sua troiaggine, era di una bravura incredibile e mi eccitava.
Stavamo sorseggiando il caffè e dissi a Piero che nel pomeriggio io e Marta saremmo dovuti andare a cercare un albergo nelle vicinanze perché avevamo deciso che ci saremmo fermati qualche giorno per cercare una casa per le vacanze e avevamo bisogno che ci indicasse un albergo dove alloggiare.
« Ma non se ne parla nemmeno. » rispose, « sarete miei ospiti, ho una casa enorme la abito solo io, sarà un piacere per me ospitarvi. »
Non finì di dirlo che Marta sorrise e gli rispose che accettavamo senza neanche interpellarmi.
Piero ne fu felice, alzò il bicchiere e brindammo alla notizia.
Non aveva occhi che per lei e quando finimmo di pranzare andammo a casa sua.
Era una bella villetta in fondo al paese, tutta in pietra, grande e molto carina con un giardino molto curato circondato da un’alta fitta e siepe.
Quando finimmo di visitarla e fatto vedere la camera che ci avrebbe ospitato per la notte uscimmo in giardino e siccome c’era il sole che batteva ci fece accomodare sotto il gazebo e ci offrì del te fresco alla menta.
Marta vedendo quel bel giardino disse che a saperlo prima avremmo portato i costumi da bagno e prendere il sole.
« Ma a te piace prendere il sole nuda » dissi io, « non sono manco sicuro che ce l’hai il costume da bagno. »
« Anche a voi piace fare naturismo » ci chiese lui « io lo faccio ancora tanto qui non può vedermi nessuno. »
« E’ da un po’ che lo pratichiamo » disse lei, « conosciamo dei posti sui fiumi dove farlo. »
« Mia moglie ha voluto che comprassimo questa casa anche per quel motivo,le piaceva prendere il sole integrale. » disse Piero.
« Bè » gli fece eco lei, « allora visto che la giornata lo permette perché non lo facciamo, perché aspettare domani.»
« Perché no. » rispose Piero « le sdraio saranno impolverate, prendo dei teli e torno.»
Quando si fu allontanato lei mi guardò e sorridendo mi fece l’occhiolino.
Piero tornò con dei grossi asciugamani, li stese sul prato l’uno accanto all’altro e ci suggerì di andare in casa a spogliarci e a usare pure il bagno in caso di bisogno.
Una volta in casa Marta si spogliò, si mise una salviettina intorno alla vita e mi chiese come stava, le risposi che era un incanto, e lei: « Adesso vedrai cosa gli combino, non vedo l’ora di vedere quanto ce l’ha grosso. » e sculettando uscì in giardino.
Quelle parole ebbero l’effetto di farmelo venir duro, dovetti aspettare prima di raggiungerli.
Se solo avesse sospettato il tiro mancino che le avevamo preparato non so come avrebbe reagito, penso che mi avrebbe evirato da quanto si sarebbe incazzata.
Quando uscii Piero era seduto sul telo con su un paio di pantaloncini da bagno e sentii Marta che gli diceva: « E no caro, non sono questi i patti o tutti nudi o tutti coperti altrimenti che senso ha. »
« Ho tenuto i pantaloncini per non mettervi in imbarazzo.» disse Piero « Ma se proprio volete li tolgo anch’io. » Se li tolse e si mise a pancia in giù.
Tolsi anch’io la salvietta da intorno alla vita e mi sdraiai sull’altro telo laterale lasciando quello centrale a Marta che capì l’antifona, si tolse la salvietta e si stese come una sirenetta sul telo, poi chiese a Piero se per caso non avesse della crema solare in casa.
« Certo.» rispose lui, « Vado a prenderla. »
Quando si alzò fece in modo che Marta gli vedesse il cazzo, e quando sparì alla vista
lei esordì dicendo: « Madonna che tarello, e l’ha moscio, chissà quando gi tira.»
« Te l’avevo detto che l’aveva grosso. » risposi. « Si, ma non pensavo così.
«Ora capisco perché la moglie aveva bisogno di te. »
« No » risposi, « guarda che io le servivo solo per i giochi anali, alla figa ci pensava
lui e ti garantisco che lei era ben contenta di prenderlo, ogni volta godeva e urlava come una matta. »
« Ma non le faceva male? » mi chiese.
« Ma che male! » risposi, « Anzi, dovevi vederla come gli saltava sopra, se lo puntava sulla figa e lo infilava tutto fino ai coglioni. »
« Madonna! » disse lei, « Io avrei paura che mi sfondasse un coso così, è già grosso da molle figurati quando gli tira. »
« Amore. » le dissi, « se riesci a farglielo tirare lo potrai vedere da te se non ti verrà voglia di toccarglielo. »
« E già. » disse lei, « che sia capace di farglielo tirare non ho dubbi e quando torna lo vedrai, ma che debba prenderglielo in mano… »
Ero contento di come stavano andando le cose, conoscendola non avrebbe resistito
alla tentazione di toccare quel monolite.
A nostro favore giocava il fatto che lei all’oscuro della tresca che avevamo imbastito alle sue spalle e credendo di essere lei a gestire la situazione stava cadendo nella trappola che le avevamo teso.
Quando Piero tornò le porse la crema e si sdraiò accanto, lei lo ringraziò e mi chiese di mettergliela sulle spalle.
Le diedi una buffetto sul culo e le dissi di farselo da se perché non avevo nessuna voglia di ungermi le mani.
« Sei sempre il solito. » disse con finto broncio, poi si rivolse a Piero e gli chiese se anche lui avesse problemi a ungersi le mani di crema. « Neanche per idea » rispose lui,
« come potrei perdere l’occasione di toccare una donna splendida come te » rispose Piero.
« Grazie. » Rispose lei sorridendogli, « Sei molto gentile. »
Si sdraiò a pancia in giù e con la testa voltata verso di me sorrise e mi fece l’occhiolino.
Lui si inginocchiò accanto e dopo averle messo la crema sulle spalle iniziò a spalmarla.
Marta per caricarlo fece un verso, « Huuuaaaau » disse, « sei bravo, sembri uno che lo fa di professione. »
Lui mi guardò sorridendo e ripose: « Se vuoi posso anche massaggiarti, ho fatto dei corsi e sono parecchio pratico. »
« Bene. » disse lei, « allora uniamo l’utile al dilettevole. »
Lui si alzò e disse che sarebbe andato a prendere in casa l’olio per i massaggi e quando tornò si mise a cavalcioni sulle sue gambe e untosi le mani si mise a massaggiarla.
Appena mi accorsi che muovendosi, il suo cazzo sbatteva sul culo di Marta, presi la scusa di andare in bagno e li lasciai soli.
Da dietro la finestra potevo vederli, ora si apprestava a massaggiargli le cosce.
Gliele le fece allargare un po’ e le spalmò l’olio. Iniziò dai polpacci per poi risalire fino alle cosce carezzandole fino a sfiorarle la figa.
Poi salì e le massaggiò i glutei e facendolo le sfiorava l’ano, poi prese a salire e dai reni arrivando a lambirne le spalle e quando si allungava sopra lei il cazzo gli scorreva sul solco del culo unto d’olio.
Lei pareva rilassata e a occhi chiusi si godeva il massaggio.

Continuando imperterrito operava sui reni e saliva fin sulle spalle e il cazzo continuava a scorrerle sulle chiappe senza che lei dicesse niente.
Piero le chiese se andava bene e lei gli rispose: « Meravigliosamente. »
Ma a seguito dello sfregare il cazzo sul culo , questi prese a ingrossarsi.
Lui lo prese in mano e glielo depositò letteralmente sul solco delle chiappe.. Sentendo il peso della bestia Marta si voltò indietro e quando lo vide esclamò:
« Mio Dio ma è enorme. »
« Scusa. » disse lui sollevandosi da sopra, « è talmente tanto tempo che non tocco una donna bella come te, e toccare la tua pelle liscia mi ha eccitato. Scusami, se vuoi smettiamo. »
Lei, felice del complimento gli rispose: « Piero tu sei un adulatore, dovresti sapere però che le donne sono vanitose, e vedere un uomo che si eccita per me vuol dire che non siamo ancora da buttare via, ti pare? » continua ti prego. Poi restando con la testa appoggiata sugli avambracci disse: « HO una cosa da chiederti, non hai mai avuto problemi con le donne a causa delle dimensioni del tuo amichetto? »
Prima che Piero rispondesse tornai in giardino, lui smise di massaggiarla e si sdraiò a pancia in giù. Incrociai il suo sguardo e gli feci cenno di allontanarsi, lui capì al volo e si diresse verso casa dicendo che andava a prendere da bere.
Appena soli chiesi a Marta: « Allora com’era andata? » Lei senza indugi mi rispose che non solo glielo aveva fatto tirare ma che lui gliel’aveva pure appoggiato sul culo.
« A si? » Dissi, « E che effetto ti ha fatto? »
« E me lo chiedi? » Mi prese la mano e se la mise tra le gambe. Era un lago.
« Senti che roba. » dissi io, « te lo vuoi scopare? »
« Ma tu sei scemo! » rispose « che mi abbia fatto venire voglia non c’è dubbio, ma quello è impossibile da prendere è troppo grosso, non mi passa neanche per la mente di farmelo, ma con te adesso una bella trombatina ci starebbe. »
Le infilai ancora le dita dentro e sollevando i reni mugolò e disse: « Mmmm smettila, se fai così ti salto addosso anche davanti a lui. »
« Ma se sei così eccitata perché non provi con lui, non è uno sconosciuto e per di più è un mio caro amico di cui mi fido ciecamente, e sa che io approverei. Ad ogni modo sta a te decidere, io ti consiglierei di provare, di tutte le donne che ha scopato nella vita che io sappia nessuna si è mai lamentata, anzi, sappi comunque che se decidi di farlo io ne sarò felice. »
Rimase a guardarmi senza rispondermi e capii che ci stava pensando, le avevo inoculato il dubbio; farlo o non farlo.
Per lasciarla tranquilla e libera di decidere le dissi che sarei uscito per comperare il necessario che ci serviva e comunque di non fargli capire a Piero che quello era un nostro gioco.
Prima di lasciarla le diedi un bacio e le dissi: « lo conosco molto bene e sono sicuro che con te sarà dolcissimo, fidati di me, altrimenti non ti lascerei mai sola con un uomo che non fosse Piero in una simile situazione. »
Mi guardò silenziosa e annuì.
Appena dentro misi Piero al corrente di tutto, lui mi diede una chiave e mi disse che con quella una volta uscito sarei potuto rientrare dalla porta del garage e mettermi dove meglio credevo per vedere l’evolversi della situazione.
Uscii e chiusi rumorosamente la porta alle mie spalle, poi rientrai dalla porta del garage attento a non fare rumore, mi accostai dietro la tenda della finestra e mi misi a vedere come sarebbe andata a finire.
Lui si era sdraiato vicino a lei e riprese il discorso che avevano interrotto prima:
« Cosa intendevi prima quando mi hai chiesto se non avevo avuto problemi con le donne? »
« Dai che hai capito benissimo. » rispose lei, « mi riferivo alle dimensioni del tuo amichetto che mi sembra un tantino esagerato e che non tutte sarebbero disposte.
Lui si voltò facendo in modo che il cazzo sfiorasse il dorso della sua mano e
le rispose così:
« Guardalo, cos’ha che non va, quante donne pensi che abbia avuto nella vita, pensi che le abbia fatto del male? No mia cara, posso garantirti che è piaciuto a tutte. »
Lei abbassò il viso e lo guardò, lui le prese la mano e avvicinandola le disse di
toccarlo.
« Lei lo fece e gli disse che tenerlo in mano le sembrava ancora più grosso. »
Però non lo lasciava e lui le rispose: « Forse ti fa quest’effetto perché è un po’ più grosso di quello di tuo marito, ma ti garantisco che ci sono donne che pagherebbero perché il marito l’avesse così. »
« Ma! » disse lei sospirando, può anche darsi, ma com’è che io faccio fatica perfino a tenerlo in mano. »
« Esagerata. » disse lui, « davvero non ti sentiresti di farlo con me.»
« Non lo so ma non credo » rispose, e intanto che lo teneva in mano lo sentì crescere e indurirsi. « Guarda adesso com’è adesso » disse lei, « No no, non ce la farei. »
« Però non ti dispiace tenerlo in mano» le disse.
« No » gli rispose, « non mi dispiace, è la prima volta che ne vedo uno così grande. »
« Ma non è poi tanto grande » disse lui, « avvicinati e guardalo bene, vedrai che è molto simile a quello di tuo marito. »
Lei lo fece, lo prese e avvicinandosi fece scorrere giù la pelle fino a fargli uscire la cappella che rimase a guardare a pochi centimetri di distanza.
Restarono in silenzio, lui le appoggiò una mano sulla nuca perché si avvicinasse di più, lei lo fece e quando lo toccò con le labbra queste si aprirono e cominciò a leccarlo.
Al contatto delle sue labbra sulla cappella lui sospirò e si mise a carezzarle la schiena mentre lei si metteva comoda per vedere se riusciva a competere con quella grossa minchia.
Lui invece iniziò a trastullarle la figa con le dita mentre lei cercava inutilmente di mettersi in bocca la cappella senza riuscirci, era troppo grande e avvolgeva con le labbra quello che poteva leccandolo con passione.
Così lui le disse: « può anche darsi che sia un po’ più grande, ma sono sicuro che ti piacerebbe sentirlo, se vuoi te lo appoggio solo per farti sentire cosa ne pensi, non devi preoccuparti, non potrei mai approfittare della moglie di un mio amico.»
Il silenzio fu la sua risposta.
Lui gli si mise di fronte e lei automaticamente aprì le gambe che lui accarezzò delicatamente per farla rilassare, poi in ginocchio si avvicinò di più a lei e gli poggiò il cazzo sulla pancia e le palle contro la figa, le prese le mani e le mise sul cazzo dicendole di toccarlo.
Era davvero bravo cazzo, la stava rilassando e con calma le faceva prendere confidenza col grasso cazzo facendole salire l’eccitazione.
Quando con la mano le toccò la figa e la sentì bagnata, si ritrasse un po’, prese il cazzo in mano e iniziò lentamente a strusciare la cappella sulle labbra della figa che con naturalezza si aprivano per fargli spazio.
« Ti piace » le chiese, e lei come se stesse sognando gli rispose di si.
Lui le aprì un po’ di più le cosce e lo introdusse un pochino di più, giusto per farle sentire di più lo spessore della cappella.
Lei tremò quando lo sentì spingere, ma si rilassò sentendo che non insisteva.
Lui si mise lentamente a muoversi adagio simulando la penetrazione, arretrava e poi le spingeva ancora la cappella tra le labbra affondando ogni volta un pochino di più.
Lei in un barlume di coerenza sollevò la testa e lottando contro l’istinto di farsi prendere disse:« Non voglio fargli questo a mio marito. »
Si sollevò sedendogli accanto, lo guardò intensamente poi gli mise una mano sul petto e lo spinse giù, si accucciò accanto prese il cazzo e gli poggiò sopra labbra.
Sentendo prima il suo alito e poi le labbra che si aprivano per iniziare a dargli piacere, lui emise un sospiro mentre con la mano le a carezzava la schiena.
Nonostante ce la mettesse tutta, Marta non riusciva ad avviluppargli tutta la cappella, era troppo grande per la sua bocca, così ne prendeva quel che poteva leccandolo e succhiando con passione.
Nel frattempo anche Piero le stava dando piacere, le aveva allargato le chiappe e
con le dita le torturava la figa, lei ebbe un sussulto e cominciò a leccarlo con
maggiore vigore, poi il ritmo della sua testa rallentò mentre quello dei suoi fianchi
aumentò e capii che stava per venire.
Poco dopo Infatti sollevò la testa e con dei gridolini annunciò il suo orgasmo
lasciandosi cadere sul suo petto.
Quando si riprese si guardarono sorridendosi, poi tornò a prenderglielo in bocca
impegnandosi per farlo godere.
I colpi della sua lingua sortirono l’effetto voluto, poco dopo il petto di Piero
cominciò a gonfiarsi e il respiro farsi affannoso fino a che le disse che stava per venire.
Quando il primo getto le colpì il palato, lei sollevò la testa e menandolo si fece
sborrare sul seno.
Lo spremette fino all’ultima goccia guardandolo felice di averlo fatto godere e
riprese a leccarlo fino a che non lo sentì lamentarsi perché ora la cappella era tanto
sensibile da dargli fastidio.

Lui l’abbracciò e le disse che era stata fantastica chiedendole se anche a lei fosse
piaciuto.
« Si. » rispose lei, « è stato bello.»
«Bene, ora entriamo in casa dove potremo stare più comodi.» disse lui.
« No. » gli rispose lei, « Non me la sento, voglio prima parlarne con lui e vedere
come la prenderà quando gli dirò cosa abbiamo fatto, poi vedremo. »
Visto che per il momento tutto era finito, uscii senza farmi sentire e andai a comperare il necessario.
Tornai che il sole iniziava a nascondersi dietro ai monti.
Ero in bagno a lavarmi le mani quando lei entrò, si chiuse la porta alle spalle e abbracciandomi appoggiò il mento sulla mia spalla e disse seria:
« E adesso?» disse,
La guardai riflessa nello specchio; Era bellissima e le chiesi cosa intendesse dire.
« E’ successo. » disse poi, « Ma non quello che pensi tu. »
« Dai. » dissi, « Non tenermi sulle spine, cos’è successo? »
E lei: « Gli ho fatto un pompino.»
« Uaaaauuh, » « E lui cos’ha fatto? » chiesi,
« Lui mi ha fatto un ditalino. »
L’abbracciai e la baciai. Poi le chiesi se era pentita o si sentiva serena.
Mi rispose che se lo ero io allora lo era anche lei e dopo un attimo proseguì:
« Ora immagino che vorrai dare un seguito alla cosa, ma sappi che se è questo che vuoi lo farò solo se con te vicino altrimenti non lo faccio. »
Era ciò che più desideravo e fui felice di assecondarla.
La strinsi a me sentendo di amarla come non mai.
Durante la cena parlammo dell’accaduto come un evento che sapevamo dovesse arrivare, che era da tempo che ne parlavamo ma non avevamo mai trovato l’occasione giusta o la persona idonea, e finalmente invece, grazie a lui avevamo rotto il ghiaccio.
Lui disse che era la cosa più bella che gli fosse capitata da anni, che Marta era il prototipo di donna che ogni maschio sognerebbe d’avere e disse di essere fortunato ad essere stato lui a iniziarla sperando ci fosse un seguito.
Lei si alzò e gli diede un bacio sulla guancia per i complimenti ricevuti.
Dopo aver bevuto il caffè Marta fece andare la lavastoviglie e mentre rassettava la cucina noi ce ne andammo in sala a bere un digestivo.
A Piero dissi di tenersi pronto che quella notte l’avrei chiamato per venire in camera e unirsi a noi.
Eravamo a letto e lei era agitata, sapeva quello che sarebbe successo e questo la eccitava e la spaventava allo stesso tempo e quando le dissi che Piero per tutta la sera non aveva fatto altro che parlare di lei di quanto fosse bella eccetera e le dissi che ora l’avrei chiamato per farlo venire in camera nostra.
Lei fece di si con la testa e disse: « Va bene, vai a chiamarlo. »
Ci sdraiammo sul letto e iniziammo a carezzarla, lei fremeva a sentire quattro mani che la toccavano contemporaneamente, le chiesi se le piacesse e rispose che era delizioso.
Mi misi a leccarle la figa mentre lui la limonava e lei gli teneva stretto il cazzo.
Poi lo attirò a se, si portò il cazzo alla bocca e cominciò a leccargli le palle.
La scena mi eccitò talmente che le aprii le gambe e con una spinta glielo sbattei dentro.
« Aaaaa » fece lei, era già un lago, la pompai per un po’ poi uscii e dissi a Piero che era pronta.
Mi spostai per lasciargli il posto e lei lo fissò quando lui le si mise in mezzo,
Lui si mise a carezzarle il basso ventre e il pube, le toccò la figa, prese il cazzo e cominciò a strofinarlo lentamente tra le labbra fradice che si aprirono avvolgendo
parte della grossa cappella, e quando lo sentì farsi strada si immobilizzò, poi sollevò
la testa per vedere cosa facesse e si rimise giù, allargò di più le cosce e si preparò a riceverlo.
Non stavo nella pelle, quella scena l’avevo sognata mille volte e ora era reale.
Puntò la cappella e lentamente iniziò a spingere.
Marta si sollevò nuovamente con i sensi a mille per vederlo entrare in lei, sentiva la vagina dilatarsi per fargli spazio fino a che lo sentì entrare prepotente e si sentì riempita da lui. Allora rimise giù la testa e si rilassò abbandonandosi a lui.
Piero si muoveva piano, e lei pur sentendosi totalmente dilatata non provava dolore anzi, le piaceva sentire quella sensazione di pienezza, era un piacere mai provato prima indescrivibile da spiegare.
Lui si fermò col cazzo dentro le chiese se andava tutto bene.
« Si » disse lei e sollevandosi vide che l’aveva quasi tutto dentro.
Quando lui lo spinse a fondo, Marta sentì la cappella premergli sull’utero e iniziò a tremare e sollevando il bacino premuto contro l’inguine di lui gridò il suo piacere.
Lui cominciò a muoversi lentamente dentro lei e lei lo incitò, il ritmo aumentò fino a che iniziò a chiavarla sul serio e gli affondi divennero regolari.
Ora il suo viso era una maschera di piacere, si contorceva sotto di lui come non l’avevo mai vista fare, lo voleva quel cazzo, eccome se lo voleva.
Lo incitava a non fermarsi perché diceva che stava godendo, e in quei dieci minuti, prima che anche lui venisse, non so quante volte raggiunse l’orgasmo perché non smetteva mai di gridare il suo piacere.
Infine toccò a lui, sentì la sborra arrivare e glie lo disse, per tutta risposta lei intrecciò le gambe dietro di lui e andandogli contro col bacino gli disse che voleva che la riempisse di sborra.
Lui si irrigidì e inarcò la schiena preparandosi a sborrare, a lei sembrò che la dilaniasse da tanto era duro e grosso, più di prima. Piero lo spinse a fondo e lei sentì i potenti getti di sperma riempirle la vagina.
Rimasero così per un po’fino a che lui non decise di tirarlo fuori
Sembrava una galleria la sua figa da tanto era aperta e dalla quale uscivano rivoli di sborra mista ai suoi umori.
Dio quant’era bella vederla col viso stravolto e appagato, mi sorrise e mi tese le braccia.
L’abbracciai e dopo averla baciata mi ringraziò e mi chiese se ero contento che l’avesse fatto. Per tutta risposta le sorrisi e la baciai a lungo stringendola a me.
Fu una nottata indimenticabile, al contrario di Piero che la seconda trombata la fece durare una vita, io ero venuto tre volte ed ero sfinito, di lei ne avevo perso il
conto e tra una goduta e l’altra si alzava per andava in bagno a rinfrescarsela, poi tornava e ricominciava come un’indemoniata dedicando anima e corpo ai nostri cazzi, soprattutto a quello di Piero che sembrava non dava segni di.
Quando finalmente toccò a lui, glie lo disse che stava per venire, e lei che in quel momento gli stava sopra, si abbassò sopra di lui e iniziò a salire e scendere velocemente coi reni, poi quando sentì il primo schizzo sollevò il busto e seduta sopra si mise a muovere il bacino avanti e indietro fino a che non lo vide accasciarsi sul letto sfinito.
Tenendolo dentro si mise a massaggiargli il cazzo salendo e scendendo lentamente con la figa.
Quando ne ebbe abbastanza si abbandonò sul suo petto e rimasero così finché si ripresero.
Poi lo baciò e lentamente lo fece scivolare fuori mentre con la mano si tamponò la figa e corse in bagno a vuotarla.
Il cazzo di Piero appoggiato sulla pancia pareva una mazza umida, era rimasto gonfio da fare paura, mi chiesi come aveva fatto Marta a sopportare i forti colpi di reni che Piero le dava quando glie lo sbatteva dentro.
Marta uscì dal bagno e si accorse che lo guardavo, si sedette sul letto lo prese in mano e iniziò a pulirlo con una salvietta e poi disse: « Non avrei mai creduto di riuscirci. » Si abbassò e gli diede un bacino sulla cappella.
Quei giorni volarono veloci, Marta era stata la nostra eroina. Si era fatta padrona della situazione e dove e quando farlo e i modi in cui farlo.
A me rimase la felicità di vederla finalmente libera da dubbi e preconcetti, ed ero contento di constatare che nonostante tutto le sue attenzioni nei miei confronti non erano diminuite.
Arrivò anche il momento di salutarci per fare ritorno a casa, Piero volle che gli promettessimo che saremmo tornati a trovarlo.
Durante il viaggio di ritorno Marta sprofondata nel sedile accanto non aveva
rimorsi per quanto era accaduto, anzi era felice e appagata e si disse pronta a ripetere la bellissima esperienza.
Da allora sono già passati tre anni da quella prima volta e a noi sembra ieri. Appena possiamo andiamo a trovare Piero che ogni volta che ci vede è felice come un bimbo al quale hanno appena regalato il gioco dei suoi sogni.

Grazie per la lettura. Apprezzeremmo molto i vostri commenti…

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12 thoughts on “Mia moglie si è convinta

  1. monia

    se vero ai fatto un bellissimo regalo a tua moglie come mio marito l’ha fatto a me, tutto rimane nella mente come un film è ogni tanto lo rivedo con mio marito.
    ciao Monia

  2. ierk

    hmmm bello, io oh regalato a mia moglie un altro cazzo e lei lo prende con molto piacere ma sempre con me . Ci giochiamo in due. e la situazione è la stessa, anche se non e super grosso ma più del mio:-)

  3. Pietro

    Bravissimo,se la stupida morale non ci rompesse,credo che molte coppie,sarebbero strafelici,si godrebbe insieme, e il rapporto affettivo,che è quello sostanziale,non morirebbe mai!!!

  4. Pippo

    La mia ragazza non mi ha conceaso di essere presente anche Perché lui non sapeva che io ne fossi al corrente Ma poi lei mi ha raccontato quanto ha goduto e quanto le è piaciuto prendere dentro la fica la sborra di un altro perché mi ha detto che lui ne faceva molta più di me e quando lui si scaricava in lei, si sentiva piena

  5. enzo

    [email protected]
    mia moglie era felice e godeva immensamente quando la scopava o la inculavano spesso si faceva delle meravigliose doppie io mi contenta o di sborrargli in bocca mentre gli amici le riempivano fica e culo, purtroppo questo covid a rovinato tutto

  6. carlo rossi

    anche io ho provato a regalare a mia moglie un giovane , ma non son stato presente ho avuto un dettagliato racconto la stessa notte che l’ha fatto poi abbiamo fatto l’amore come non mai e il nostro rapporto non è assolutamente cambiato anzi !!!

  7. gianni

    anche mia moglie si è fatto un regalo del genere, senza che mai abbia assistito, a Capoverde in vacanza con una mazza di tutto rispetto, poi la sera mi raccontava i dettagli.

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