Il piacere corre sul filo.

Il piacere corre sul filo.

Mi chiamo Letizia, ho 57 anni e sono sposata con Steve, che ne ha 54. Steve ha un bel fisico: alto un metro e novanta, spalle larghe e fisico asciutto, muscoloso, ma non palestrato. Occhi e capelli scuri, mani forti e una bella dotazione fra le gambe. Non ha una lunghezza eccessiva, poco sotto i venti, ma è molto grosso. Quando mi penetra lo sento bene, perché mi apre tutta. Io sono un po’ più bassa di lui: bionda, fisico longilineo e seno grande, una quinta piena. Occhi chiari, gambe lunghe e lisce, sormontate da un culetto tondo e sodo, che è la parte del mio corpo che mio marito adora particolarmente. Siamo sposati da ventitré anni e, fra di noi, il sesso è stato sempre il filo conduttore della nostra vita coniugale. Ricordo i primi tempi che si stava insieme: mi scopava ogni giorno. Con lui mi sono sempre sentita bene, a mio agio, sicura e desiderosa di nuove esperienze. Fin da subito, per lui è stato chiaro che ero disponibile a giocare con lui, a mettere in pratica le porcate che mi proponeva. Ricordo che, alla prima vacanza insieme, mi scopava tre volte al giorno ed io ci godevo come una pazza. Mi ha sfondato letteralmente il culo con il suo cazzone. È la cosa che lo manda ai pazzi: incularmi e sborrare sul mio viso. Man mano, son passati gli anni e noi abbiamo avuto, come tante coppie, alti e bassi, ma, nel sesso, abbiamo trovato sempre un punto d’incontro, che ci ha unito e divertito sempre tanto. Nonostante tutta la buona volontà, ad un certo punto della nostra vita, è subentrata un po’ di noia, dettata più dalle condizioni della vita ordinaria, che ci ha fatto mettere il sesso un po’ in secondo piano. Entrambi, ci siamo resi conto che era ora di trovare un nuovo stimolo per il nostro rapporto. L’occasione di apportare delle modifiche al nostro rapporto sessuale si è presentata, inaspettatamente, tre anni fa, quando mio marito, ingegnere che lavora per una grossa multinazionale delle costruzioni, è stato mandato a lavorare all’estero. Era la fine di giugno, sarebbe rimasto fuori casa per cinque e o sei settimane. Fin dalla prima sera, mi son resa conto che, esser abituata ad addormentarsi con una persona al fianco e non trovarla la mattina, è qualcosa di veramente duro da sopportare. Le prime sere, le telefonate erano incentrate sul suo lavoro, mentre, dentro di me, il desiderio di lui cresceva a dismisura. Il sabato poi è stato il giorno peggiore. Abituati a dedicare quel giorno della settimana a noi due, esser sola è stato molto triste. La sera, a cena, ho toccato solo qualcosa, mi sono fatta una doccia e mi sono distesa sul letto nuda come sempre. Amiamo dormire entrambi nudi ed ora, a maggior ragione, ero in attesa della sua telefonata, che, però, non arrivava. Ero inquieta, nervosa, e impaziente, di sentire la sua voce. Ho preso un libro per leggerlo, ma mi sono resa conto che non riuscivo a seguirne la trama. Volevo lui, mi mancavano le sue labbra, il suo corpo. Ad un tratto ha squillato il cellulare, era lui.

«Ciao, amore, come stai?»

Sentire la sua voce mi ha eccitato subito. Era carica di malinconia, e desiderio.

«Mi manchi. Vorrei sentire le tue mani sul mio corpo. Vorrei sentire le tue labbra che mi succhiano i capezzoli, li stringono, mi fanno impazzire. Vorrei il tuo cazzo nel culo!»

Mi sono meravigliata di come le mie parole siano uscite a fiume dalla mia bocca. Lui è rimasto un attimo in silenzio, poi l’ho sentito sospirare.

«Manchi tantissimo, anche a me. Sentire che mi desideri, mi fa venir voglia di segarmi, pensando a te che sei nuda sul nostro letto».

La sua voce mi ha fatto bagnare. Sentire il forte desiderio di me, sapere che aveva il cazzo in mano, mi ha quasi portato all’orgasmo. Le sue parole poi sono state una vera rivelazione.

«Amore, vai nel mio studio; nel secondo cassetto, c’è la scatola del tuo cellulare, vai a prendere il filo dell’auricolare e mettila sul telefono, potrai sentire la mia voce e avrai le mani libere. Poi, apri il terzo cassetto della scrivania, quello sotto il computer, c’è un pacchetto per te: prendilo e torna a letto. Da sbrigati che ti faccio, impazzire!»

Eseguo e, poco dopo, sono sul letto. Apro il pacchetto e ci trovo un Dildo di 23 cm. Una riproduzione perfetta del suo cazzo, solo un po’ più lungo. Lui mi richiama e comincia a descrivere quello che mi farebbe se fosse qui con me. Io gli rispondo per le rime e così cominciamo un gioco erotico fatto di immagini mentali, sensazioni e giochi, con mani ed altro, che ben presto ci portano al culmine del piacere.

«Dai troia, succhiami il cazzo! Sì, così, brava! Dai leccami bene il cazzo che poi ti sfondo il culo troia! Ingoialo, sei una vacca succhia cazzi!»

Sbrodolo al solo sentirmi dare della troia. È vero, lo sono. Con lui, anche se lo ammetto a denti stretti, per non dargli troppo potere, mi sento veramente una troia. Lo ha sempre saputo e se ne approfitta, facendomi godere del fatto che lo sono per davvero.

«Porco, leccami bene, voglio sentire la tua lingua fin dentro l’utero! Cazzo, vengo! Sei un maiale! Mi fai godere! Dammi, il tuo cazzo. Lo voglio!»

Lui rincara la dose.

«Sei proprio una troia! Appena senti un cazzo addosso, vieni e schizzi da vera maiala, ma se credi che ti sfondo subito il tuo culo da zoccola, ti sbagli! Prima devi godere tanto!»

Lo imploro, sono un lago fra le gambe. Immaginarlo con me, mi eccita da morire.

«Scopami! Lo voglio dentro! Mi fai venire!»

Tremo dal piacere. Mi sconvolge questo gioco che non abbiamo mai fatto. Lui mi tortura l’anima.

«Ti piacerebbe, troia, che ti sfondassi fica e culo? Allora mettiti il cazzo che hai in mano dentro la fica. Lo so che ti piace stare sopra e cavalcarmi, cosi vieni anche tu. Godi puttana che poi ti sfondo il culo! Scopati con quello! Dai, godi sei una puttana!»

Mi pianto dentro Il suo regalo. Non è come avere il suo, ma, al momento, mi va bene anche questo. È la prima volta che mi scopo con un dildo. Da fidanzati, lui si divertiva a vedermi godere con un cetriolo in figa ed io impazzivo a godere, mentre lui si segava per me. Alla fine, gli prendevo il cazzo in bocca, lo succhiavo e lui mi sborrava sulle tette e il viso. Era sconvolgente. Godo nel penetrarmi e glielo dico.

«Lo sento dentro… cazzo sei enorme! Godo… si scopami porco! Fai godere la tua troia!»

Lui si immedesima ancora di più e mi porta al piacere.

«Sì, cagna… ti sfondo… godi e mettiti anche le dita in culo, che ti faccio godere! Sborro… cazzo mi fai schizzare… bevi troia!»

Vengo. Urlo e godo. Avverto il mio corpo attraversato da scariche di piacere, molto simili a quelle di corrente a mille. Ho le convulsioni tanto che tremo. Lui non è da meno. Lo sento respirare dentro la mia testa, che riceve la sua voce dalle cuffiette, che tengo inserite nelle orecchie. Mi pare di averlo qui con me. Restiamo per un momento in silenzio. Ognuno sente il respiro affannato dell’altro.

«Grazie amore. Sei stata meravigliosa. Ho goduto come un porco. Era come se ti avessi avuto qui con me. Sei una vera troia, che sa far godere un uomo. Grazie».

Le sue parole mi riempiono di immenso orgoglio. Mi ha fatto davvero piacere, fare la troia con il mio uomo, e sentire che sborrava per me, ha aggiunto piacere al piacere.

«Anche tu sei stato meraviglioso. Non avevamo mai fatto sesso al telefono, e mi è piaciuto tantissimo».

Passiamo le altre settimane a fare sempre questo gioco. Lo incrementiamo, con fantasie sempre più spinte e porche, che mi fanno sentire sempre più troia. In particolare, lui mi chiede se, durante la mia giornata lavorativa, c’è stato qualche maschio che mi ha riservato delle attenzioni particolari. Invento per lui situazioni che lo eccitano e lui non mi lesina commenti del tipo: sei una troia, una vacca, una puttana, che mi fanno eccitare ancora di più. Quando ritorna, ai primi di agosto, passiamo due giorni a letto a scopare, durante i quali, dopo avermi scopato, tenendomi sopra di lui, io godo solo se lo cavalco, mi sfonda il culo in tutti i modi. Me lo allarga così tanto, che poi mi sborra in faccia, chiamandomi troia. Gli piace come lo succhio e pulisco senza ingoiare, poi lascio che il suo sperma coli dal mento fin sopra le mie tette. Nei mesi a seguire, lui ha dovuto assentarsi altre volte per lavoro, ma abbiamo sempre goduto al telefono insieme. Quando l’anno dopo, gli hanno assegnato un ufficio fisso nella nostra città, abbiamo ripreso la vita di sempre. Per sei mesi le cose sembravano essere migliorate, ma, senza che nessuno dei due lo dicesse, c’era fra di noi, nel sesso, qualche momento che ci rendeva apatici: era come se, ad un tratto, ci mancasse qualcosa, per esser perfetto. Qualche giorno dopo, eravamo in vacanza e stavo sotto l’ombrellone al mare. Lui leggeva distrattamene il giornale, quando ho sentito la mia vicina, seduta su di un lettino sotto un altro ombrellone, parlare con il marito o compagno al telefono.
Lei gli ha detto:

‘Amore, mi manchi, quando arrivi, sono tutta un fremito’.

Ovvio, parlava a bassa voce, ma l’ho sentita benissimo. Di colpo ho capito cosa ci mancava. Mi sono alzata ed ho detto a mio marito che andavo in camera. Una volta entrata, ho preso il telefono e l’ho chiamato. Gli ho chiesto di allontanarsi dall’ombrellone, di raggiungere delle barche tirate in secco sulla spiaggia, e poi, quando l’ho visto raggiungere il posto, ho cambiato tono.

«Bravo, porco! Ho visto che hai memorizzato il mio numero mentre lo scandivo alla mia vicina e adesso mi chiami? Scommetto che ti sei accorto che non ho mio marito con me. L’ho fatto apposta per poter sentire quello che desideri da me».

Lui, per un attimo è rimasto in silenzio. Poi ha capito il gioco, ed ha cominciato a recitare la sua parte.

«Certo, grandissima troia, che ti sto chiamando. Avevo capito subito che una vacca come te aveva bisogno di un cazzo in più per godere, come si deve. Ho un bel cazzone pronto a scoparti in tutti i buchi ed a sfondare quel bel culo da troia, che hai, perché tu sei una troia, vero? Dai, ammettilo, dimmi che sei una troia».

«Certo che sono troia! Avevo capito subito, dalle occhiate che mi hai dato, che mi volevi e, da brava zoccola, ho dato il mio numero alla vicina, in modo che tu lo sentissi. Dimmi, che mi faresti? Io sono nuda e aspetto di essere riempita da un toro come te!»

«Mentre ti parlo, tu accarezzati. Inizia a godere. Ora ti accarezzo, e bacio i seni. Ci infilo dentro il mio cazzo e mi lascio spompinare da una succhiacazzi come te! Mi fai una bella spagnola, ma, non ti schizzo subito in bocca. Troppo facile. No, voglio prima infilarti due dita; anzi, una troia come te, è sicuramente ben aperta; e, di dita, ce ne vogliono almeno tre in figa, e così ti masturbo a lungo. Ti faccio sborrare anche l’anima e poi ti sfondo prima la figa e poi il culo, che sicuramente è slabbrato per tutti i cazzi che una puttana come te deve aver preso. Alla fine ti schizzo in faccia e sulle tette».

«Sei un porco! Cazzo, ti sento; mi stai facendo bagnare tantissimo… porco ti voglio!»

Ero così presa dal gioco che non mi sono accorta che Steve, nel frattempo, era risalito in camera.

«Eccomi! Adesso ti sfondo! Tu continua a parlare con il porco al telefono, digli che si deve segare per te».

Detto questo, ha appoggiato il suo cellulare sul comò e mi ha inculato subito, con un solo colpo.

«…aaaaaaaaahhhhaiiiii…bastardo! Mi sfondi!»

Ha preso a scoparmi, mentre io continuavo a parlare con un ipotetico interlocutore, all’altro capo del telefono.

«Adesso… mi sfonda! Che toro… Sì spaccami…Godo! Dai, che vengo!»

Ero un lago! Lui mi stantuffava il culo ad una velocità pazzesca. Era un toro scatenato, mentre io mi sentivo una VERA TROIA, che se la sta godendo, mentre immagina che un altro si stia segando per lei! Il suo orgasmo è arrivato in breve tempo. L’eccitazione, il gioco hanno limitato molto la sua resistenza.

«Eccomi, troia, sborro! Ti inondo il culo. ormai spanato!»

Mi schizza un poco nel culo, poi si presenta davanti alla mia bocca.

«Succhia e pulisci, troia!»

Lo accontento, ma poi mi viene un’idea. Pulisco il suo cazzo che è ancora duro, e faccio colare la sborra sulle tette: lo sconvolgo.

«Dopo quella di mio marito in culo, voglio la tua sul viso, sei stato fantastico!! Succhiarti il cazzo, mentre lui mi sfondava il culo, è stato veramente un lavoro da VERA TROIA! Guarda, porco, mi sono presa la sborra di un altro maschio in bocca, mentre tu mi sfondavi il culo e, da brava troia, la faccio colare sul seno, come una crema idratante!»

Per lui è troppo!! Eccitato come un cavallo, me lo pianta davanti; si distende supino e mi mette sopra di lui. Mi scopa in maniera sconvolgente! Viene e si accascia sfinito.

«Amore, quando ti ci metti sei una vera troia! Mi hai fatto impazzire. Ti amo!»

Lo guardo compiaciuta. Sì, mi sento veramente la sua troia. Lo lascio sempre sulla corda; non voglio che abbia troppe certezze, se ne approfitterebbe.

«Hai sempre saputo che sono una troia. Mi sembra che la cosa non ti dispiace e ne ricavi tanto godimento».

Ci siamo resi conto, che quel gioco ci sconvolgeva. Continuiamo a fingere di avere una persona che mi contatta per godere, mentre lui mi scopa. Passati altri mesi, un giorno Steve torna a casa, e mi dice che ha una idea che mi piacerà. Mi mostra un sito di coppie scambiste. Scatto in piedi come una molla.

«No! Cazzo! No! Io lo scambio non lo faccio! Io non voglio un altro maschio che mi scopa! Mi basti tu!»

Lui sorride, mi lascia sfogare, poi si spiega.

«Nessuno scambio. Mettiamo un nostro annuncio, specifichiamo, che cerchiamo solo ed esclusivamente un singolo che, contattato al telefono, si masturbi mentre ti scopo. Né più e né meno, di quello che facciamo nel gioco di ruolo».

A sentire la sua idea, che, per vero a me già frullava in testa da un poco, mi bagno, ma da brava troia quale sono, non lo do a vedere, anzi simulo una certa diffidenza.

«Non credo sia una buona idea, dare il tuo numero in giro per il mondo. Immagina se ti chiamano mentre sei in riunione o stai con il presidente. No, è meglio di no!»

Lui, da bravo porco, ha notato il breve tremore nella mia voce. Sa che da brava troia, devo dissentire anche se mi sono già bagnata alla sola idea.

«Tranquilla, metteremo dei last minute. Ci faremo inviare il loro numero e, poi, vedi, ho preso una scheda nuova, la metto nel telefono vecchio che avevo prima di questo, e lo attiviamo solo per il nostro gioco. Inoltre regolo le impostazioni in modo che non invii il nostro numero. Non ci sarà nessun rischio. Vai in camera e vestiti da troia, come sai fare benissimo, che ti scatto delle foto, da mettere sul sito».

Lo guardo estasiata: lui mi ha veramente capito! Sa benissimo che quando stimola la mia natura da troia fin dentro al midollo, non gli nego nulla. Vado, mi vesto da vera puttana, e lui mi immortala, con dei scatti veramente erotici. Posta le foto e, dopo qualche ora, siamo sommersi da richieste e numeri telefonici. Ne scelgo uno, di un bel ragazzo. Lo chiama Steve e gli spiega quello che vogliamo; poi, eccitato come un cavallo, mi incula, mentre descrivo al giovane quello che provo e, soprattutto quello che voglio da lui. Collabora e mi procura una vera ondata di piacere. Finalmente una voce reale, che mi stimola ad esser sempre più troia, e mio marito, che lo sa benissimo quanto lo sono, gode sfondandomi il culo.

«Dai, segati… Mi spacca il culo e godo… Sì, aahhhhh!»

Sento dall’altra parte del telefono, lui, che ha il respiro eccitatissimo.

«Sei una grandissima troia! Mi sto segando, mentre vorrei essere lì con te a sborrarti su tette e faccia. VACCA! Mi fai godere! Dai, incita quel porco di scoparti il culo mentre sborro!»

Mio marito è sconvolto. Si rende conto che ha fatto emergere, in tutto e per tutto, la vera TROIA che è in me. Io stessa mi meraviglio di come, fino a questo momento, abbia cercato di nascondere l’evidenza: sono una TROIA e basta! C’è poco da aggiungere, tanto più che ne sono fiera!! Sconvolto, chiude di colpo la comunicazione, mentre mi sborra in faccia un fiume di sborra bollente.

«Basta! Vacca…Puttana! Ti…schizzo…tutta!»

Gode. Poi mi presenta il cazzo davanti alla faccia. lo succhio e lecco, in maniera famelica. Lo guardo, ha il viso estasiato, sconvolto dal piacere o dal fatto che finalmente, io ho accettato il mio ruolo di moglie troia. Dopo quel primo contatto, abbiamo ripetuto questo gioco diverse volte, sempre cambiando il porco, che mi ascoltava godere. Poi, una sera, abbiamo osato molto di più. Lui ne ha chiamati tre, con i nostri tre cellulari ed i numeri oscurati. È stato sconvolgente, sentirmi desiderata da tre maschi contemporaneamente, mentre lui mi scopava come un pazzo scatenato. Ho goduto tantissimo. Sono convinta che, dopo questa esperienza, vorrà di più. Ma, anche se continuo a negare la mia disponibilità, lui sa benissimo, che la troia che è in me, non gli negherà nessuna nuova emozione.

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