Il nostro incontro

Il nostro incontro

Questa storia a 30 anni, ed è la storia di quando conobbi la mia lei. Allora stazionavo perennemente davanti al bar dove avevo la mia comitiva e da qualche giorno passava una ragazza giovanissima, bionda e con due meravigliosi occhi celesti oltre ad un bel culetto. Un giorno mi decisi e la fermai, sulle prime lei sembrò alquanto infastidita e mi limitai solo a farle un complimento per i suoi occhi bellissimi. Sorrise mi salutò e riprese la sua strada. Il giorno dopo quando passò, la salutai e lei rispose, e fu così per i giorni successivi, fino a che un giorno la fermai nuovamente e gli dissi che mi avrebbe fatto piacere conoscere il suo nome, sorrise e mi disse “Laura”, tesi la mia mano e strinsi la sua, chiedendogli se potevo fare due passi con lei, che acconsenti . Da quel giorno ogni pomeriggio al suo passare, prendevamo la stessa strada e si faceva una passeggiata scambiando chiacchiere, risate. Ormai il ghiaccio era rotto e un venerdì di fine giugno glimchiesi se il giorno dopo gli faceva piacere andare al mare insieme. Sulle prime fu titubante ma alla fine disse si. La mattina la aspettai davanti al bar e quando arrivò, mi strego’, indossava una camicetta bianca e un pantaloncino blu, e mostrava le sue belle e tornite gambe. Andammo al mare e passammo una giornata stupenda, anche se ripartimmo alle 17 in quanto per le 19 doveva rincasare, in fondo aveva solo 17 anni. Prima di arrivare a casa, con la scusa di un gelato, ci fermammo in macchina e gli dissi che mi piaceva e che avrei voluto mettermi con lei. Arrossì e guardandomi con timidezza infinita disse si, va bene. Avvicinai le mie labbra alle sue e la baciai teneramente e guardandola negli occhi vidi che erano lucidi di emozione. Gli chiesi se andava tutto bene e lei mi confessò che ero il suo primo ragazzo….. Non ci credevo, una bella ragazza come lei non aveva avuto altri? Mi confessò che un po’ a causa della sua timidezza è un po’ dai genitori molto rigidi, non aveva avuto occasioni. Mi salutò e dovetti richiamarla per farmi dare un bacio e dargli appuntamento per il pomeriggio del giorno dopo. Ero felice. Il giorno dopo, andammo a fare un giro in macchina, poi decisi di appartarmi, anche se l’orario di rientro era canonico, le 19 Iniziai a baciarla e più la baciavo è più lei arrossiva, decisi allora di parlare un po’ con lei, per metterla più a suo agio. Funzionò e lei fu un fiume di raccontare di lei, della sua famiglia delle sue amiche, ma il tempo volo’ e la dovetti salutare, ma questa volta fu lei a darmi il bacio del,ciao. Ci rivedemmo il martedì in quanto io per lavoro non ero libero. Era bella, e quando la rividi la trovai meno insicura. Ci appartammo ma questa volta iniziai a baciarla a carezzarla, provai una prima volta a slacciare la sua camicetta, ma lei mi bloccò, ma poi riprovai ed ebbi successo. Aveva un seno seconda abbondante, bello tondo con i capezzoli ritti e turgidi. La baciavo e le stimolavo,imcapezzoli e sentivo dal suo sospirare e fremere che un nuovo piacere simstava insinuando,in lei. Provai a baciarle il seno, ma mi chiese di non andare oltre e dai suoi occhi capii il suo grande imbarazzo. Andammo avanti,così fino alla fine di luglio, quando poi lei parti per il mare e,quel giorno quasi piangendo mi chiese se avessi voluto una volta andare da lei anche se i km erano tanti. Gli dissi che non desideravo altro e lei con un sorriso stupendo mi abbracciò forte quasi a soffocarmi e con un filo di voce mi disse…”Ti,amo” Feci passare un paio di settimane e poi un fine settimana la raggiunsi al mare. Affittai una stanza in una pensioncina e quando,la rividi la sua bellezza era esaltata dalla abbronzatura che faceva risaltare i suoi occhi celesti. La sera del mio arrivo, dato che al mare godeva di più libertà, dopo una bella passeggiata ci appartammo in un giardino attiguo alla pineta e su di una panchina iniziammo a baciarci e carezzarci. Lei era calda e desiderosa, con le,mani giocavo con i suoi seni e lei ansimava di piacere. Decisi di tentare il colpo grosso e pian piano feci scivolare la mano lungo,le sue cosce,fino a raggiungere il basso ventre. Sulle prime tentò di fermare la mia mano, ma ormai il desiderio si era impossessata di,lei è insinuai la mano attraverso la gonna raggiungendo il pube. Iniziai a massaggiarla e lentamente spostai lo slip insinuando le dita nella,sua topina, calda e bagnatissima. Lei emise un gridolino di piacere e mi strinse sempre più forte, ansimando sempre più Le stimolavo il clitoride, turgido e gonfio , poi quando venne, strinse le sue cosce ad intrappolare la mia mano mentre tremava e sospirava affannosamente. Mi guardò intensamente e intensamente mi baciò e disse “È stato bellissimo” Aveva uno sguardo da pulcino smarrito, confusa e indifesa. Ci ravviammo verso casa sua e gli dieti appuntamento per la mattina alla mia pensione, non ne fu proprio felice ma,mi disse va bene. Quando arrivò riuscì a convincerla ad entrare in camera anche se era un po’ contrariata. Cercai di farla sentire a suo agio, iniziai a baciarla e malgrado all’inizio fosse un po’ fredda, il desiderio la fece da padrona. Le baciavo il collo le succhiavo i lobi e la sentivo sempre più rilassata e compiacente, le iniziai a slacciare la camicetta lasciandola con il solo pezzo sopra del,costume, che durò poco fino a farlo cadere e mettendo in bella vista il suo bel seno. Lei era imbarazzatissima, la guardai teneramente e le sussurrai, sei bellissima, lei mi sorrise e si strinse forte a me baciandomi sul collo. Le feci scivolare via anche il gonnellino e le tolsi lo slip. Finalmente ebbi,la,visione di quel corpicino meraviglioso, dei suoi fianchi stretti del seno prepotente. La accompagnai delicatamente sul letto, ma il suo sguardo non voleva incrociare il mio, era rossa e agitata. Iniziai a carezzarla a baciarla sui seni, a mordicchiare i suoi capezzoli, a carezzare la sua patatina coperta da,quel,pelume biondo. Ansimava e fremeva. Mi tolsi le mutande e lanciò una occhiata fugace e vergognosa al mio pene eretto e gonfio. Mi chinai su di lei e la baciavo e carezzavo, lei era come paralizzata e iniziai a sussurrare dolci parole unite a delicati baci. Le presi la mano e la guidai verso il mio pene come lo toccò ebbe un sussulto e la,ritrasse. Ripresi a baciarla, a succhiaremi suoi capezzoli a carezzare il suo pube, lei ansimava e sospirava il suo piacere e lentamente senza bisogno di accompagnarla la sua mano ritornò sul mio pene. Lo stringeva forte con mano indecisa e inesperta, la aiutai a iniziare un ritmo su e giù. Intanto iniziai a masturbarla, era fradicia di umore, arcava il bacino e allargava le sue belle cosce, iniziando a rendere più frenetico il suo su e giù con mano al mio pene. Tolsi,la,sua mano e mi chinai su di,lei portando la mia mano sulla sua vagina e,iniziai con la lingua a giocare con il suo turgido clitoride e assaporando,il delizioso umore vaginale. Era come impazzita, fremeva, si inarcava, mugolava, con,le mani stringeva i suoi seni. Avvicinai il mio pene alla sua bocca, ma lei reclinò il capo di,lato riprendendolo nella sua mano e godendo della mia lingua nella sua vagina. Strinse forte forte le cosce serrandole inarcando la schiena e lanciando un gridolino di piacere, in.preda ai fremiti del,godere. Mi riavvicinai al suo viso e la baciai guardandola intensamente e incrociando la dolcezza dei suoi occhi teneri, gli dissi che volevo fare l’amore. Ma lei mi disse di non sentirsi pronta, la guardai e le sorrisi,carezzandole i capelli, ripresi a baciarla e carezzarla e lei quasi a voler chieder perdono, avvicinò la sua bocca al pene e iniziò a dargli piccoli bacini, che mi fecero sfuggire un sorrisetto che non le sfuggi….”Non so cosa fare, è la prima volta” le sorrisi e gli dissi come doveva fare e,devo,dire,che,il,suo,impegno,misto al desiderio fecero effetto. Portava il glande nella sua bocca poi con la lingua lo leccava mentre con la mano scivolava su e giù. “Mi,piace,farlo, ma mi piace anche quando lo hai fatto a me” Ritornai allora con la bocca alla sua patatina e,ripresi a leccarla e succhiarla. Giocai allora di astuzia, facendola,eccitare fino poi a fermarmi e chiedere nuovamente di desiderarla. Eccitata e fremente, mi guardò teneramente e disse….”fai piano però “…. Mi misi su di lei e delicatamente poggiai il mio glande e spingendo piano piano la penetrai. Era talmente umida ed eccitata che non provo’ quasi dolore e perse appena una macchia di sangue, era fatta ero dentro e lei era stretta e calda e umida. Le piaceva, con le,unghie affondava sulla mia schiena, le sue gambe si strinsero ai miei fianchi. Capovolsi la posizione , la feci mettere su di me, volevo vederla. Mi cavalcava con voglia e passione mentre io le stingevo i seni e stringevo i glutei, fino a vedere la bellezza del,suo,volto nel momento,intenso dell’orgasmo. Si piegò su di me ansimava, soffiava mugolava era tenera, bellissima. Uscii da lei e le riappoggiai il pene sulle labbra e lei riprese a succhiarlo e leccarlo, fremevo e,stavo per venire, lei lo intuì e lo allontanò dalla bocca, capii che noera ancora pronta a un cum e mi misi sopra i seni, venni con un getto,potente e copioso che investì il suo seno e riempi la sua mano. Era perplessa per quel liquido caldo potente vischioso. Mi adagiai al suo fianco, eravamo spossati ma felici. Facemmo,una doccia veloce e per vincere il suo imbarazzo uscimmo quasi subito e andammo in spiaggia. Visto il suo,silenzio decisi di rompere gli indugi e le dissi che era,stata fantastica e che era bellissima e che le volevo bene. Fu una magia, tornò a sorridere e finalmente mi guardò nuovamente negli occhi sorridendo e mi diede una bacio casto ma ricco di significato. Ritornai da lei al mare la settimana dopo e facemmo,l’amore più volte, ormai,il suo motore si era acceso. Provai a fare sesso anale, perché quel bel culetto lo meritava, ma non volle. Tornai a casa,sapendo,che l’avrei rivista due settimane dopo. Il caso,volle che al suo ritorno le settimane divennero tre perché io per lavoro mi assentai una settimana. Finalmente ci rivedemmo e fu bello abbracciarla nuovamente e guardare i suoi meravigliosi,occhi. Ma qualcosa in lei la frenava, era strana, non era sciolta. Andammo a casa mia, la desideravo, volevo,fare l’amore con lei. Ci spogliammo e quando nudi ci siamo,stesi nel letto, mi guardò con sguardo,preoccupato è pieno di lacrime e con voce tremante mi disse…”ti devo dire una cosa, l’ultima sera delle vacanze sono andata alla festa di fine estate con mia cugina, abbiamo bevuto forse troppo e un ragazzo ha iniziato a toccarmi carezzarmi baciarmi, non ho avuto la forza di reagire e ho fatto sesso con lui, non volevo ma quando me ne sono resa conto ormai era troppo tardi. Mi vergogno, non volevo” E iniziò a piangere….. Rimasi un po’ stordito, ma poi pensai, che avrebbe potuto anche tacermi quella verità perché non lo avrei mai saputo. Era tenera in quel momento, dolce e frustrata. Le sollevai il volto, la guardai negli occhi, le diedi un piccolo bacio le carezzai il viso e la ringraziai della sua sincerità e onestà, non c’era nulla che doveva farsi perdonare. Il suo sguardo si riaccese anche se il pianto scoppiò nuovamente, ma era un pianto liberatorio. Si gettò,su di me iniziò a baciarmi a carezzarmi, volle leccarmi,il pene e farsi leccare la.patata, si fece scopare lei sopra di me, e io capii che avrei potuto ottenere in quel momento ciò che mi aveva negato. La girai di spalle e la feci mettere a pecorina, iniziando con la lingua a leccare il suo buchetto serrato, poi con il,dito iniziai a entrare ed uscire piano piano, mentre con la.saliva la lubrificavo. Nello stimolarla lei reagiva con voglia, mi misi dietro di lei, bagnando ben bene il mio glande, e iniziai a puntarlo sul suo buchino, piano piano entrando un pochino e uscendo quando sentivo che provava dolore. Entravo sempre un po’ di più, fino a farlo entrare per quasi,la sua metà, lei non provava un gran dolore, anzi iniziò a seguirmi ritmicamente nel movimento. Iniziai ad accelerare il ritmo nel mentre entravo sempre più, e con la mano le carezzavo i seni e lei iniziava a provare piacere. Le presi la mano e la portai alla sua patatina e lei iniziò a carezzarsi. Il mio ritmo era sempre più frenetico e lei partecipava con passione, il suo buchino,era stretto stretto e di li a poco venni dentro,di lei che nel sentire il mio caldo seme si lasciò scappare un quasi miagolio di piacere,e,si rilassò a tale punto che crollai,su di lei. Rimanemmo,in quella”posizione per qualche minuto, poi ci girammo e guardandomi appagata disse “Perdonami”, io sorrisi e la abbracciai forte forte. La desideravo talmente tanto che dopo un,po’ le feci capire che volevo un pompino, lei mi assecondò dicendo “Piace anche a me succhiartelo e se vuoi provo a farti venire in bocca” Il solo sentirlo pronunciare mi eccitò e lei cercò di soddisfare al meglio il mio desiderio, anche se ancora acerba, ma quando fu il momento che venivo, fu più forte di lei, lo tirò fuori della bocca e lasciandola aperta mi fece venire, con il risultato di eiaculare sul suo viso. Mi fece sorridere ma ne sorrise anche lei……. Oggi stiamo,ancora insieme e lei è sempre bellissima ma nel frattempo è diventata ancora più brava, ma la cosa più importante è che il suo desiderio e la sua onestà sono immutati

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