Il mio amico Jane

Il mio amico Jane

Io e Jane (in realtà si chiama Giovanni ma viene chiamata così da quelli che la scopano) ci siamo appena divertite fra noi, anche lei è una troietta come me, ci siamo baciate, spompinate a vicenda e poi ce lo siamo messe un pochino nel culo, ovviamente mi è entrato dentro senza difficoltà ma anch’io con lui, è larghissimo.
L’ho conosciuta ad una festa di compleanno alcuni giorni fa e ci siamo subito intese, adesso che abbiamo goduto e siamo lì tranquilli ha voglia di raccontare, mi chiede se mi hanno fatto male la prima volta che me l’hanno messo nel culo, gli rispondo che non me lo ricordo e poi, narrando come fosse ora:
“Hai visto come è entrato. Come sono spanato. Sono contento, almeno ora mi inculano senza farmi male.
Sai Rosy, con me il primo è stato un amico di papà, Antonio, sono colleghi di lavoro, hanno più o meno la stessa età. Il suo cazzo è una bestia, grosso come una lattina e lungo venticinque di sicuro.
Mi ha sverginato il culo e la bocca dentro casa sua, un caldo giorno d’estate. La moglie e le due figlie, nostre coetanee, erano partite per il mare…
La sua casa è in fondo alla via alberata vicino al fiume, isolata, circondata dai campi di granturco.
gironzolo lì davanti, sta tagliando la siepe, lo vedo e lo saluto: “Buongiorno signor Antonio come sta?” gli do del lei perché mio padre è uno che tiene a queste cose, invece le sue figlie non lo fanno ed a lui non frega nulla.
Sono in bicicletta, sai, Rosy, la mtb nuova, regalo della promozione, tutta colorata. Molto poco vestito, i pantaloncini da mare, canottierina attillata e infradito, lui risponde: “Uhe, ciao Giovanni! Ma che signore, chiamami Antò. Vieni qui, ti offro da bere che fa caldo”, io sono obbediente e ci vado di corsa, siamo entrati attraverso il garage, dove mi fa lasciare la bici, poi ho capito che era per non farci vedere.
Due ore dopo ecco la femmina da monta che sono adesso, tanto femmina che mentre torno a casa faccio fatica a stare seduto sul sellino perché il culo spalancato mi brucia e quando pedalo scivola fuori il liquido che Antonio mi ha messo dentro col suo pisellone. Sai ho perso il conto di quante volte me l’ha spruzzato dentro. Non riesco a trattenermi, sporco il sellino ed mi imbratto le gambe
Ricordo ancora il sapore del suo cazzo quel giorno, il primo della mia vita anche in bocca, ho nel naso l’odore della sua folta peluria.
E’ andata così, appena dentro casa mi versa del succo di frutta ghiacciato, si siede sul divano in taverna e mi dice di accomodarmi a fianco a lui: “Allora Gio’, come va, stai bene? Sei proprio carino oggi”.
Carino?
“Si signore, cioè, Anto’” rispondo frastornato.
Nel frattempo si è tolto la maglietta e i bermuda, è villoso come un orso: “Fa caldo. Dai, toglili anche tu, mettiamoci comodi”.
Lo faccio, anche se un po’ dubbioso, lì c’è l’aria condizionata, fa quasi freddo, si accorge che questo mi ha fatto indurire i capezzoli: “Ma guarda come ce li hai ritti, sembri una ragazza, ah ah ah!” si mette ridere e nel frattempo me li sfiora con le dita, mi infila una mano dietro la schiena, mi spinge verso di lui e si abbassa a leccarli.
“Ma cosa fa, signor Antonio?”.
“Buoni, che pelle liscia che hai! Beh, Jane, posso chiamarti così vero? Sei così dolce e carino, ti guardavo l’altra sera, quando abbiamo cenato assieme, hai una boccuccia che è una favola… un culetto così invitante… dei modi… educato e servizievole… sei una ragazzina più tu che quelle scalmanate delle mie figlie… una principessa… “.
Subito mi da un bacio sulla bocca, a stampo, poi: “Allarga le labbra”.
Apro un po’ la bocca e lui ci mette la lingua. Istintivamente mi tiro indietro.
“Che fai, Jane, non ti piace?” mi domanda contrariato.
“Non lo so… è strano”.
“Ti ho detto che sei una ragazza… e io sono un maschio. Maschi e femmine si baciano con la lingua”.
Me la infila nuovamente in bocca, la muove, giù fino in gola.
E’ strano, lo sguardo lucido per l’eccitazione, mi prende la mano destra e se l’appoggia sul pacco, la sua la mette sul mio mentre mi bacia sul collo e mi lecca le orecchie. Le mutande sono tese, lì sotto c’è qualcosa di vivo, guizzante, che mi appare enorme, durissimo.
“Dai, tiramelo fuori… brava così… sei proprio brava, obbediente…”.
Ora mi si rivolge al femminile.
Mentre dice queste parole si tira giù gli slip e quel coso esce fuori.
Un palo.
Ora ce l’ho in mano, le dita non riescono a circondarlo tutto, istintivamente faccio su e giù, lui sospira di piacere.
“Bacialo”.
“Baciarlo, come?”.
“Si vai giù, con la bocca… così… si, i bacetti… ora tira fuori la lingua… leccalo tutto… brava… per benino… ah… come un gelato… impari subito…”.
Soggiogato faccio tutto quello che vuole, passo la lingua sulla grossa cappella violacea, non ha un granché di sapore.
Il sapore lo avverto quando mi chiede di succhiarlo e qualche gocciolina di liquido esce dalla punta. Non mi oppongo, devo fare come vuole lui.
“Siii, succhialo, mhhh!”.
Inavvertitamente stringo un po’ i denti: “Piano Jane, non mordere”.
“Mi scusi, Antonio, non l’ho fatto apposta…”.
Dopo, però, mugola di piacere mentre mi scopa la bocca, tenendomi la testa ferma, ma è’ carico, questo non gli basta, vuole tutto.
L’omone mi alza come un fuscello, mi gira e mi appoggia al divano, sono sulle ginocchia, praticamente piegato in due, ora la sua lingua mi fruga il buco del culo.
Ci infila un pollice e lo rigira dentro, gemo di dolore: “Ahia! Antò, cosa fa…”.
“Ah, com’è stretto… che bello, così rosa, un fiorellino”.
Si allontana qualche istante, sento aprire uno sportello. Torna: “Dai Jane, allargati il culo, con mani”, mi apro le natiche, col dito spinge dentro una sostanza vischiosa, lubrificante: “Questa la uso per inculare, anche con mia moglie, è efficace, ma lei ce l’ha largo, la inculo sempre, più in culo che in figa, ah ah ah! Lei ovviamente non lo sa che il suo non è l’unico culo che mi faccio, quelli come il tuo mi fanno impazzire, giovanissimi, morbidi, sottomessi, inviolati”.
Si sposta, ora c’è effettivamente qualcosa di grosso proprio appoggiato sulla mia apertura posteriore: “Su, dolcezza, rilassati, spingi un po’ come per cagare…”.
Mi afferra le spalle, solidamente, preme col ventre. Non succede nulla, non riesce ad entrare, troppo grosso.
Allora mi gira sulla schiena, mi tira su le gambe e me le spinge verso la faccia,: “Così dovrebbe passare…”. Grugnisce, fa colare ancora un po’ di lubrificante sul cazzone, riprova. Questa volta lo accompagna, reggendolo in mano. Va avanti nonostante la resistenza e passa.
“Aarghhh! Piano Antonio, mi fa male! Uhiiiii!” Grido poi mi metto a frignare, miagolando come un gattino, ma tu veramente non ti ricordi quando ti hanno rotto il culo? Non ti ha fatto male?”
Gli dico che forse qualcosa la ricordo, ma molto poco, presumo mi abbia fatto male, poi passa.
Va avanti a raccontare:
“…shhh… zitto che faccio piano” in effetti Antonio si muove appena, è dentro di qualche centimetro, la sola cappella, rotea il bacino, lento, lento, aspetta che il mio culo stretto si adatti al manganello che lo sta violando.
Ora, anche se il dolore persiste sento meno male, si capisce che è esperto.
Penetra lentamente, un po’ alla volta, torna indietro e dopo va appena più dentro.
Quando è a metà dei suoi venticinque centimetri comincia a muoversi ritmicamente, zan zan, zan zan, va ancora un pochino più profondo ma senza esagerare.
Io sento che lì c’è un ostacolo, più giù non va, quando ci batte mi fa male: “Antò, lì fa male! Si fermi! E’ troppo lungo…”.
“Ah… Si, Jane, mi fermo… ah… sai, c’è una curva… uh… vedrai che poi te la raddrizzo… ah… ce lo metto tutto… ah…” ansima e fra un sbuffo e l’altro mi dice queste cose.
Ancora qualche pompata e sborra per la prima volta.
Schizzi profondi.
“Ahhh… Jane… la senti? La senti la sborra dentro?”.
“Si, signor Antò, la sento”.
“Ti piace vero?”.
“Si, cioè, sento il bagnato, non so se mi piace… si, forse mi piace”.
Penso che ha terminato, tutt’altro, è carico come un mandrillo.
Rimane lì, prende fiato qualche istante poi ricomincia a muoversi, sempre duro come il ferro.
“Ne facciamo un’altra… vedrai, quando avrò finito il cazzo ti scorrerà nel culo che sarà un piacere!”.
Adesso arriva fino in fondo, tutto quel coso piantato fino alle palle che mi sbattono contro.
“Hai visto, è entrato tutto, te l’avevo detto!”
Un deliquio, avanti e indietro, il suo cazzone mi si muove nel culo per un tempo lunghissimo, ora ce l’ho sdraiato addosso, sono letteralmente piegato in due, una smorfia di dolore stampata sul volto.
Si tira su, in questo modo può farmi una sega, il mio pisello scompare nelle sue manone, nel frattempo mi scopa ancora.
Viene di nuovo, nel mio intestino, vengo anch’io assieme a lui. Urlando.
Restiamo ancora lì, mi bacia e mi tocca.
Mi fa girare di nuovo, alla pecorina è un po’ più comodo. Mi incula ancora e ancora, te l’ho detto che ho perso il conto di quante volte mi ha sborrato dentro al culo quel giorno. E’ veramente instancabile.
Quando ne ha abbastanza il mio buco è sbrindellato, una tana, è rimasto aperto, va su l’aria.
Brucia.
Prima di uscire mi bacia di nuovo poi io gli devo leccare la pancia col pelo impiastricciato di sborra, mi dice che lo rifaremo spesso, che adesso sono la sua fidanzata.
E’ vero, lo facciamo di continuo, mi ha insegnato anche a spompinarlo come vuole lui, col risucchio e l’ingoio. Glielo prendo in bocca anche in casa mia, di nascosto, quando ci viene a trovare con la famiglia, magari dietro ad un angolo. Invece per incularmi andiamo in una casetta che ha in un campo fuori dal paese, a volte io vado lì in bici e lui mi aspetta dentro, a volte mi porta lui. L’ha organizzata per benino, col letto e l’acqua corrente.
Adesso sono una cosa sua, mi piace tantissimo, aveva ragione, sono una femmina che non può fare a meno del cazzo.
Infatti neppure mi basta, hai visto? Lo faccio anche con altri, con te ed altri amichetti, per esempio, ma anche con un altro paio di signori che ha portato Antonio per fare le cose “a tre”. Ora mi chiamano anche loro, senza di lui, sono sempre pieno di sborra. Qualche volta ti porto con me, diventano matti se ti conoscono, Rosy.
Lo sai, faccio come te, uso le mutandine piccole piccole così tutti mi possono scopare anche senza toglierle. Dove vogliono”.
Finisce di raccontare, il suo racconto ci ha fatto tornare voglia, ci baciamo e poi facciamo un sessantanove. Ci ingoiamo a vicenda il succo ma poi si è fatto tardi e dobbiamo andare.
Una slinguazzata per salutarci.
Rimaniamo d’accordo che organizzerà con Antonio ed i suoi amici, mi dice di prepararmi perché sono “grossi” e piuttosto rudi.
Cazzo, non vedo l’ora!
Grande troietta la Jane, non tanto quanto me, ma comunque, di un certo livello, mi sa che assieme ci divertiremo.

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9 thoughts on “Il mio amico Jane

  1. Corrado

    Ero andato in un club di ritrovo per soli uomini entro la sala era molto affollata ho fatto amicizia con un uomo mi disse che ha trentacinque anni che ha un cazzo di ventiquattro cm lui mi propone di vivere assieme mi prende per mano mi portò in un camerino poi lui chiude la porta mi abbracciò stringendomi a lui baccio’ in bocca lui mi disse sei molto bello mi piaci tanto sarai la mia troia la mia femina per sempre nel camerino eravamo nudi lui non altro a bacciarmi in bocca il suo cazzo era già durò poi mi disse all’orecchio voglio farti mia mi disse girati voglio mangiare la tua figa io prima di partire mi sono fatto un bellissimo clistere lui mi disse ai una bellissima figa anale me la lecco’ per trequarti d’ora poi me la la lubrifico’ per bene poi si lubrifico’ la cappella per bene lui mi disse non voglio farti male mi disse girati amore mio alza bene le gambe mi puntò il suo cazzo sulla mia figa anale poi spingeva dentro tutto il suo cazzo poi si fermo’ è continua’ a bacciarmi in bocca lui mi disse adesso sei mia per sempre è cominciò a pompare molto forte lui mi disse fra poco ti sposerò è sarai mia per sempre dopo cinque minuti disse voglio sborare nella tua figa anale voglio fecondarti poi mi tappo’ la mia figa con della carta mi disse sarai mia per sempre poi mi disse seguimi resterai nella mia casa lui abitava da solo restai con lui tutta la notte lui al mattino andò a lavorare prima di partire mi diete un bellissimo baccio

  2. Corrado

    Il mio amico contadino mi mi chiamò che aveva il suo cazzo duro che mi aspetta per la sera stessa il mio amico contadino ha quarant’anni con un cazzo di venticinque cm molto grosso io arrivo verso le ore venti suono luì mi aprì era nudo mi abbracciò bacciandomi in bocca nel frattempo mi tirò giù i miei boxer mi levò la miaglieta mi dice ti voglio nudo poi sì girò sì mise a novanta gradi mi dice adesso leccami la mia patata la leccai per mezz’ora poi mi disse adesso girati è appoggia le mani sul divano luì mi fece bere un bicchiere di cognac poi mi viene dietro mi dice adesso allarga bene le gambe mi puntò il suo cazzo e spinge dentro tutto il suo cazzo senza pietà il bruciore era grandissimo poi cominciò a pompare molto forte dopo tre minuti cominciò a godere luì mi dice ti piace il mio cazzo l’è dico di sì dopo dieci minuti mi dice adesso ti fecondo mi riempi la mia figa anale poi lo tirò fuori mi dice adesso prendilo in bocca leccai fino all’ultima goccia avevo la patata che si bruciava moltissimo poi mi vestito è andai via

  3. Corrado

    Era domenica sono andato in sauna era molto affollata ho incrociato lo sguardo con un uomo sui trentacinque anni molto bello nella sauna mi accarezza le chiappe io lo guardo anche lui fa lo stesso nello stesso tempo lui mi baccio’in bocca lui mi disse all’orecchio andiamo in un camerino le dico di sì lui mi prende la mano come due innamorati nel camerino io mi distendo lui mi viene sopra dandomi il suo cazzo in bocca lui mi disse ti presento mio fratello aveva un bellissimo cazzo di ventiquattro cm poi si gira mi disse adesso leccami bene la mia figa anale era molto profumata lui mi disse è ancora vergine lui spingeva molto forte ogni tanto mi scoraggiava in bocca la leccai per mezz’ora poi lui mi disse adesso girati sarai la mia troia la mia femina ti voglio sempre per me lui mi disse adesso aprì bene le gambe voglio leccare la tua la mia figa anale poi puntò il suo cazzo sul mio buco e spingeva dentro tutto il suo cazzo il dolore era grande mi bruciava moltissimo lui era tutto nella mia pancia provando una sensazione molto bella lui mi disse ti piace il mio cazzo dentro di te le dico moltissimo lui cominciò a muoversi a pompare poi cominciò a fare il dentro fuori mi fece un bellissimo buco poi si mise della crema sulla mano è infilava dentro la sua mano dentro di me era molto bello entrò con la sua mano fino al gomito poi mi disse adesso spingi forte lui mi disse ai una bellissima rosa molto aperta poi con il suo cazzo la spingeva dentro poi mi disse adesso voglio fecondarti amore mio poi siamo andati a fare una bella doccia assieme poi ci scambiamo il cellulare

  4. Corrado

    Un giorno sono andato in Croazia la sauna era affollata di uomini austriaci con bellissimi cazzi molto grandi sui trenta cm inculano uomini tutti venivano fuori col culo rotto però dovevano stare ai loro piaceri chi guardava doveva pagare 50 euro quando venivano fuori piangendo hanno goduto tantissimo questa sauna e sempre affollata sì paga 30 euro di entrata io sono sono stato la 2 giorni

  5. Corrado

    Un pomeriggio al parco nel boschetto
    Era mese di maggio decido di fare un giro al parco entro nel boschetto poco dopo vedo un uomo sui trent’anni era senza le braghe quindi nudi mi fa ceno di avvicinarmi io mi avvicino lui mi abbracciò stringendomi a lui mi baciò in bocca aveva un cazzò sui ventitré mi disse ti piace il cazzo le dico di sì dietro un albero aveva una coperta poi mi disse che aveva trent’anni poi mi disse adesso sdraiati poi luì mi disse alza bene le gambe poi luì mi viene sopra a cavalcioni mi puntò il suo cazzone enorme sul buco e spingere dentro tutto il suo cazzone cominciò a pompare sbora

  6. Corrado

    Era un sabato mattina o deciso di andare a trovare funghi erano le ore 9 niente funghi faceva caldo vidi un casolare per atrezi agricoli sono entrato per riposare mi addormentai poco dopo sono arrivati i boscaioli erano due uomini sui trent’anni adesso ci divertiamo si spogliarono restando nudi avevano due enormi cazzi sui ventitré cm loro avevano sui trent’anni mi dissero spogliati uno si prende il mio culo l’altro la mia bocca quello che avevo in bocca poco dopo mi piscio’ in bocca l’altro pompava il buco del culo mi dissero Godi troia vacca sì davano il turno per avere il buco del culo

  7. Corrado

    Un giorno in montagna ⛰ incontro due uomini boscaioli sui trenta anni mi invitarono nel loro capano degli attrezzi per farmi vedere i loro cazzi allora andai da loro subito avevano dei cazzi sui ventitré cm subito sì spogliarono restando nudi mi dicono spogliati mi sono spogliato anch’io uno prese possesso del mio culo l’altro della mia bocca tutti e due pompavano a turno o9

  8. Corrado

    Era un giorno di maggio faceva caldo decido di andare in spiaggia parto presto il mattino arrivo mi spoglio restando nudo mi sdraio al sole poco dopo arrivò mio amico si spoglio’ restando nudo aveva un bellissimo cazzò sui ventitré cm lui aveva trent’anni molto bello mi invitò a fare il bagno assieme nell’acqua mi stringe a lui baciandomi in bocca poi mi disse adesso piegati un po’poi mi inculò a fondo molto forte sono stato due ore ai suoi voleri poi sìamo andati a prendere il sole a mezzogiorno siamo andati al ristorante a mangiare come due innamorati siamo stati in spiaggia fino alla sera inoltrata poi ha voluto incularmi mi disse sdraiati alza bene le gambe mi puntò il suo cazzone sul buco nero e spingere dentro il suo cazzo poco dopo mi fecondo’

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