Una serata finita in modo imprevedibile

Una serata finita in modo imprevedibile

Era la fine dell’estate, un settembre,mi trovavo per lavoro fuori casa e la sera avrei dormito in hotel.
Mi capita in questi casi di conoscere qualcuno e magari di andare in qualche locale.
Infatti ho conosciuto uno che era del posto e che sembrava a modo, un distinto signore sui 45 che mi ha detto che c’era un bel locale da andare a vedere.
Ero abbronzata e mi sono vestita molto da vacca perchè mi piace provocare: vestito bianco un po’ traforato, sotto perizomino bianco sottiliissimo, reggiseno, sandali tacco 12 e rossetto rosso fuoco….
Devo dire che quella sera facevo veramente tirare il cazzo ai sassi.

Il locale era carino, ma li una prima sorpresa, il tipo che avevo conosciuto ha incontrato subito un suo amico, uno più grande, avrà avuto oltre 50 anni, meno distinto, che appena mi ha visto mi ha radiografato, ma siccome voglio fare sempre la spavalda non ci ho fatto caso e abbiamo cominciato a ridere, scherzare e bere, anche un po’ troppo, tant’è che, a un certo punto, entrambi hanno cominciato ad allungare le mani un po’ sul culo, sopra il vestito e un po’ sulle cosce appena sotto il vestito.
Verso mezzanotte, però, mi sentivo stanca e volevo essere riaccompagnata in hotel e, il tipo con cui ero arrivata, mi ha detto che non c’erano problemi solo che è venuto in macchina con noi anche l’altro.
Il punto è, che strada facendo, mi dicono se mi spiace che facciamo un salto ad una festa che c’era in una specie di cascina, ma che saremmo rimasti solo una mezzoretta e, senza farmi pensare più di tanto, mi portano
Arriviamo in questo posto che era una specie di villetta dove credo di trovare uomini e donne ma entro e ci sono solo altri tre loro amici, tutti sui 50, non certo belli, uno in particolare era altissimo, molto grasso e doveva essere il padrone di casa.
Io mi stupisco, chiedo se non c’è nessun altro e si mettono a ridere, poi ero comunque abbastanza sbronza.
Cominciano un po’ a parlare del più e del meno e alla fine quello più grasso,il padrone di casa, ridendo, mi dice quanto voglio per togliermi il vestito per vedere se avevo il segno del costume o meno, perchè c’era chi diceva che ero una che prendeva il sole a seno nuda e chi no.
Io comincio a ridere e chiedo 100 euro per togliere il vestito e il reggiseno, dicendo però che avrei tenuto il perizoma.
Me li danno subito, me li tolgo e scoprono che ho il seno tutto abbronzato, ma pure il culo, perchè porto solo perizomi anche in spiaggia e li si arrapano ulteriormente, chiedendomi quanto voglio per farli divertire bene tutti.
Senza pensarci troppo, considerando che avevo bevuto ancora un po’ di alcool, rispondo 3000 e il grassone, dopo aver fatto un sorriso satanico, si avvicina ad un armadio, lo apre, vedo che armeggia un po’ e alla fine tira fuori un pacco di banconote dicendomi “ questi sono 3000 tutti per te, vediamo se te li sai meritare”.

Io sinceramente, sarà stato anche quelche avevo bevuto, mi sentivo più spavalda e vacca che mai, ero nuda, con indosso un perizomino microscopico e i miei sandali rossi, in mezzo a quei cinque uomini che sbavavano alla mia vista ed ho pensato che me li sarei fatti senza problema, tanto non erano neanche giovanissimi e si sarebbero stancati presto.

“Sono vostra, fatemi tutto quello che volete tranne pisciarmi addosso o fare foto e filmati, e lo dissi con tono di sfida che indubbiamente eccitò ancor più la loro testa già in ebollizione.
Il ciccione mi disse che però avrei dovuto ingoiare la loro sborra e farmi chiavare senza preservativo perchè loro erano sani e, al limite, rischiavano loro perchè la lurida troia ero io.
Risposi, con aria sempre più di sfida, che non c’erano problemi, direi con tanta incoscienza e molto alcool in corpo.

Un secondo dopo il mio definitivo assenso, ero in piedi e mi ritrovai 8 mani addosso che cominciarono a rovistare ovunque, il ciccione era seduto sul divano a guardare e ho pensato che, magari, lui sarebbe rimasto passivo.

In un attimo avevo dita nella figa, nel culo, le tette strizzate e sculacciate sul culo a profusione.

Poi il il ciccione si è alzato e ha detto che era ora di non scherzare più e di fare sul serio per farmi vedere come si tratta una lurida troia.

Mi ha preso per un braccio e portato oltre una porta che aveva delle scale e portava ad un locale sottostante.
Quando l’ho visto, ho perso un po’ la mia aria spavalda: il posto incuteva timore e ho subito notato una specie di sbarra appesa da cui pendevano delle manette e, in corrispondenza del pavimento, c’erano altre due manette attaccate a non so bene cosa.
Il ciccione ha detto ai suoi amici che ci avevano seguito di attaccarmi per le mani e fissarmi le gambe ed io ho detto se erano pazzi, che non mi sarei fatta legare, ma lui ha risposto che avevo detto che potevano farmi qualsiasi cosa, tranne che pisciarle addosso o fare foto e filmati, e questo, quindi, si poteva.

Cercai di tornare verso la porta, ma mi fermarono un po’ con la forza nel senso che, se avessi veramente voluto, avrei potuto andarmene, ma oltre ai soldi, avrebbe voluto dire dargliela vinta, mostrarmi più debole di loro e volevo fargli vedere che nulla mi spaventava.

Mi ritrovai legata con le braccia e le gambe aperte, ancora con i miei sandali e il perizomino, davanti a quei 5 porci che cominciarono a spogliarsi.
A parte forse il primo che avevo conosciuto, tutti gli altri erano sovrappeso e l’eccitazione che provavano faceva si che fossero anche un po’ sudaticci, direi disgustosi, per non parlare del padrone di casa che era il peggio, ma anche li trovai il modo di pensare che, se erano grassi, avevano anche meno energia e sarebbero durati di meno.

Tutti nudi, i soliti quattro si avvicinarono e ripresero a toccarmi ovunque, ma il perizoma non me lo sfilavano e pensai fosse un privilegio del padrone di casa che era dietro di me e non vedevo.

Poi mi comparve davanti e aveva in mano un frustino con cui cominciò ad accarezzarmi tutto il corpo, con il manico, ma quando arrivò vicino al culo , lo infilò dentro di forza e meno male che, essendo io una vacca sempre fradicia, mi ero già bagnata e anche il culo lo era un po.

Poi mi strappò a forza il perizomino , dicendo che, con quel che guadagnavo, me ne sarei ricomprata un sacco e cominciarono a scatenarsi.

Vidi uno che portò una specie di sgabello che mi mise davanti e poi ci sali, facendo si che il suo cazzo abbastanza grosso fosse all’altezza della mia bocca, cominciando a fotterla come fosse una figa, un altro invece si mise sotto lo sgabello e iniziò a infilarmi le dita nella figa e nel culo che, nel frattempo, il padrone di casa aveva liberato dal manico del frustino che cominciò ad usare scaricandolo sulle mie natiche.
Il quarto intanto prese delle mollette e me le mise sui capezzoli, mentre si menava il cazzo in attesa del suo turno sullo sgabello,come del resto anche l’altro.

Alla fine tutti e quattro mi sborrarono in bocca a seguire e dandosi il turno nell’infilare, tre o quattro dita, nella mia figa e nel mio culo, mentre il ciccione padrone di casa, anche se con soste, mi avrà dato non meno di 30 scudisciate sul culo che doveva essere pieno di strisce e mi bruciava un casino.
Cercavo di non lamentarmi più di tanto, sperando che si sarebbero stancati in poco tempo.

Alla fine salì sullo sgabello anche il padrone di casa,e fu un sollievo perchè non mi frustò più, ma mi accorsi che il suo cazzo era veramente gigantesco e facevo fatica a contenerlo.

Mi fotté con una rabbia e violenza mai provata prima, ogni tanto il cazzo mi usciva di bocca e allora il porco mi insultava, dandomi dalla stupida vacca e disse a un suo amico di ricominciare a frustarmi.
Quello non vedeva l’ora e ricevetti almeno altre 10 fustigate finchè il porco mi inondò la bocca con tanta di quella sborra da avere quasi un conato di vomito.

Rimasi così per qualche minuto, legata nuda, con le natiche striate e doloranti, ma per un attimo con l’illusione che i 5 porci fossero sazi; poi il ciccione mi slegò e disse di tornare su e così feci.

Sopra vidi tutti che stavano bevendo qualcosa e uno vedendomi mi disse
“ vuoi bere qualcosa troiona o ti basta la sborra calda che hai bevuto?”.
Risposi che non volevo niente e mi misi su una sedia, cercando di appoggiare il sedere il meno possibile.

Poi chiesi al padrone di casa che era stravaccato, apparentemente esausto su un divano, dove fosse il bagno perchè volevo rinfrescarmi un attimo, passare un po di acqua fresca sul culo, guardare i danni che mi avevano fatto le fustigate e rimettermi il rossetto perchè, comunque, volevo continuare ad avere l’aspetto migliore.
Il tipo mi fece vedere una porta in fondo, ma si alzò per accompagnarmi, mi aprì la porta e una volta dentro aprì un cassettino da dove tirò fuori una busta e una pomata

“Questo è un piccolo clistere vaccona, fallo perchè voglio i tuoi intestini ben puliti per quello che succederà tra un po’. La pomata invece è per attenuare il bruciore delle frustate, ti darà sollievo e poi portatela pure via, così mettendola ti passarà più velocemente nei prossimi giorni” Quest’ultima frase fù l’unica cosa gentile che sentii nel corso della serata.

Poi se ne andò facendo una sonora risata che, a dire il vero, mi fece un po’ venire i brividi.

Era la prima volta che mi capitava che qualcuno mi chiedesse di fare un clistere, ma era anche la prima volta che mi trovavo in una simile pazzesca situazione da troiona pagata profumatamente, mi sembrava, per far divertire 5 porci.

Feci quel che dovevo fare, stando in bagno almeno 20 minuti e quando uscii sperai fortemente che non proprio tutti mi stessero aspettando e che magari qualcuno se ne fosse anche andato, soddisfatto per quel che aveva fatto.

Invece c’erano tutti e non so cosa avessero preso i tipi, ma dopo poco me li ritrovai di fronte con i cazzi ben svegli e uno mi prese per un braccio dicendomi “ troiona abbiamo appena cominciato, la notte è lunga”.

In maniera sbrigativa mi riportarono nel sottoscala dove mi accorsi che c’era un’altra stanza; entrai e vidi un tavolo, con un tappetino in gomma piuma sopra e da un lato due specie di aste in metallo, tipo quelle che si vedono dal ginecologo che servono per far spalancare le gambe e, dall’altro, due anelli dove evidentemente mi avrebbero infilato le mani.

Ero sempre nuda, con solo i sandali rosa, non mi avevano mai fatto mettere nulla addosso.
Mi fecero distendere legandomi per mani e piedi, praticamente avevo la figa e il culo totalmente all’aria a totale disposizione, perchè il tavolo era fatto in modo che il mio bacino sporgesse leggermente.
Chi aveva fatto fare quel tavolo era veramente un porco, perverso oltre ogni limite.

A quel punto i maiali hanno cominciato a insultarmi come non mai, mi sputavano sulla figa, sulle tette, in bocca, ma non mi hanno mai baciato, nessuno, perchè il ciccione padrone di casa diceva che le troie non si baciano.

Poi, a turno, hanno cominciato ad infilarmi i cazzi, ovunque e devo dire che ero eccitata come una vacca, la mia figa era fradicia e la cosa incredibile e che non c’è stato bisogno di mettere nessun lubrificante tranne che, ogni tanto, qualcuno ci sputava sopra e la leccava.

Mi sbattevano la figa, poi uscivano e mi sbattevano il culo, facevano a turno in maniera brutale che però mi faceva urlare di piacere.
In questa situazione sarò venuta almeno tre volte.

Quelli che aspettavano, a turno, salivano sul tavolo e si facevano leccare il cazzo e anche il buco del culo; questa ultima cosa era disgustosa, perchè puzzavano ed erano sudati, ma se non lo facevo bene mi strizzavano le tette e i capezzoli fortissimo.

Come sempre erano in quattro, perchè il padrone ciccione guardava facendo i suoi commenti e strizzandomi anche lui le tette ogni tanto.

Dopo un tempo infinito in cui i quattro continuarono ad alternarsi facendolo entrare ora nel culo, ora nella figa, incominciarono a sborrarmi dentro e dopo ogni sborrata mi spremevano ben bene ora la figa, ora il culo, due sono venuti davanti e due dietro, per fare uscire il loro liquido in un bicchiere che avevano messo sotto.

Quando tutti e quattro furono ben soddisfatti e speravo che fosse finita, perchè ero distrutta, oltretutto immobilizzata da tantissimo,mi si è presentato davanti il padrone di casa che credevo fosse stanco e che avevo perso di vista.

Era nudo, sudato, con il suo cazzo ancora un po’ molle e ha cominciato a infilarmi nella figa, gonfia e dolorante, le sue dita.
Devo dire che nonostante tutto era ancora bagnata e comunque lui ci ha sputato sopra abbondantemente e prima una, poi due, tre, quattro dita delle sue grassi e sudate mani erano dentro.

Mentre facevo ciò, presa tra il dolore e ancora piacere, il maiale si stava eccitando ancora e il suo cazzo era tornato gigantesco, anche perchè vedeva che uno degli altri aveva preso un imbuto, me lo aveva infilato in bocca e ci stava versando la sborra raccolta nel bicchiere.

Non capivo più niente, con la mia sborra che mi ricolava a forza nella gola, i maiali che mi insultavano, ma quando ho capito che il porco voleva entrare con tutta la mano, ho cominciato ad urlare dal dolore e si è fermato, dandomi della stupida vacca, e si è allontanato.

A quel punto ho pensato fosse veramente finita, che mi avrebbero slegato e riaccompagnato a casa e, infatti, vennero in due a slegarmi.

Ma non feci in tempo a realizzare che arrivarono anche gli altri che mi presero tutti in braccio, nel senso che due mi tenevano per le braccia e due per le gambe e, in tal modo, mi portarono in un altra stanza, li vicino dove prima vidi un letto e sopra il ciccione che mi aspettava, con il suo cazzo gigantesco che menava.

Mi vide e disse “vieni qui troiona che adesso viene il bello della serata”. Cominciavo a non capire più nulla, ero sospesa in aria e i quattro mi adagiarono sopra il padrone di casa che cominciò prima a mettermi le dita nel culo ormai strasfondato e poi mi infilò il suo cazzo gigantesco senza pietà.

Lanciai un urlo terribile, mi mancò il respiro per qualche secondo, ero a pancia all’aria con un cazzo gigantesco nel culo, e mentre mi lamentavo per il dolore dissi implorante “ pietà non ce la faccio più smettete” .

Questa affermazione sembrò eccitare e rendere ancora più animali tutti e, a turno, gli altri quattro cominciarono a infilarmi i loro cazzi nella figa, mentre quello del ciccione era dentro il mio culo e sembrava dovesse farmelo esplodere.
Mi sentivo sventrata, due cazzi dentro non li avevo mai avuti, pensavo fosse quasi impossibile e devo dire che sentivo molto male perchè avevo la figa gonfissima anche se ancora bagnata.

Continuavo a urlare dicendo basta, ma non ci fu nulla da fare e gli animali continuarono e, a un certo punto, il ciccione ha anche tolto il cazzo dal culo ed è riuscito a infilarlo nella figa dove già ce n’era un altro.
Per assurdo provai sollievo, sentendo il culo finalmente libero e non realizzai nemmeno che per la prima volta nella vita avevo due cazzi nella figa.
Ma dopo un po’, il ciccione mi rinfilò di forza il cazzo sempre durissimo nel culo, procurandomi ancora dolore e oltretutto, incitando quello di cui avevo il cazzo nella figa, a provare anche lui ad entrare nel culo.
Le sue parole agghiaccianti furono: “ dai che la sventriamo definitivamente questa sudicia puttana”.

Cercarono allora di allargarmi ulteriormente il buco del culo, per creare spazio, ma il dolore che provavo già divenne insopportabile e, mentre stava per entrare un pochino, schizzai verso l’alto per la disperazione e riuscii a liberarmi, per un attimo, da tutto.

Il ciccione allorà imprecò un po’, strizzandomi i capezzoli con violenza e facendomi urlare ulteriormente “ dai troia per questa volta ti risparmiamo la doppia nel culo”.
Mi riprese con forza e mi rinfilò ancora una volta il cazzone nel culo e gli altri continuarono a fare altrettanto dentro la figa, a turno.

Non so quanto durò, ma ormai non capivo veramente più nulla, stordita definitivamente dal dolore; qualcuno venne ancora dentro la mia figa che sentivo inondata e alla fine sentii il ciccione su cui ero sopra esplodere, urlando in maniera disumana per il piacere, con la sua sborra caldissima che mi inondava l’intestino.

A quel punto dopo avermi dato gli ultimi terribili colpi mi staccò da lui e rimasi a pancia in giù sul letto, con dolori acuti da tutte le parti,tenendo le gambe strette perchè erano rimaste spalancate più di un’ora consecutiva tra quando ero legata sopra e, adesso, sopra il maiale padrone di casa.
Rimasi in quella posizione un decina di minuti, immobile, massaggiandomi la figa e il culo, ogni tanto, per cercare un conforto al bruciore terribile e devo dire che i dolori più intensi si attenuarono lievemente, non tanto per il massaggio ma perchè questa volta era veramente finita.

Infatti dopo poco entrò nella stanza uno dei tipi, quello distinto che avevo conosciuto per primo, che ovviamente era stato un animale come gli altri.
Mi buttò il vestito e disse” dai preparati veloce che ti riaccompagno in albergo”.

Mi alzai a fatica e feci fatica a fare i primi passi;non c’era un centimetro del mio corpo che non mi facesse male, considerando anche il tempo in cui ero rimasta legata, costretta in posizioni fisse con le gambe e le braccia quasi immobili.

Tornai nel bagno, mi sistemai in qualche modo, ma essendo comunque vanitosa e perfezionista, ebbi la forza di mettermi ancora del rossetto rosso, perchè avevo una faccia distrutta.

Uscii e trovai il padrone di casa che avevo anche lui un’aria distrutta, ma assolutamente soddisfatta.
Stava ridendo con gli altri e quando mi vide, prese i soldi che erano rimasti su una mensola, me li mise in mano e insieme c’era un bigliettino con scritta una email.

“Se vuoi lurida troiona sai dove trovarmi, non so se veramente per te sia stata la prima volta, ma sei stata abbastanza brava”.

Non lo degnai di un sguardo, mi rivolsi a quello che doveva accompagnarmi con uno sguardo e uscimmo, finalmente, dalla casa.

Il viaggio verso l’hotel fu breve, una quindicina di minuti.
Non ci siamo detti nemmeno una parola, ero distrutta e credo anche lui che, viagra o non viagra, mi aveva sborrato dentro tre volte in tre ore.

Quando scesi dalla macchina non lo degnai di uno sguardo e lui mi disse ridendo: “ è stato un piacere”.

Entrai in camera ed erano le 4,15, ero entrata nella villetta verso le 12,30.

Avrei voluto fare un bagno caldo ma mi bruciava troppo tutto e temevo che, rimanere a lungo nell’acqua calda, mi avrebbe fatto male irritandomi ulteriormente.

Optai per una doccia abbastanza veloce e, una volta tolto il vestito, mi guardai per bene il culo, vedendo che era ancora pieno di striature rosse che però si erano leggermente sgonfiate; la crema del maiale aveva fatto effetto e la rimisi.

Finalmente mi ritrovai a letto, sola, a pancia in giù perchè era impossibile il contrario e cominciai a sentirmi meglio.

Presi qualcosa per dormire, perchè ero troppo agitata e dolorante, ma mentre stavo assopendomi, pensai che fortunatamente il mio fidanzato era via per lavoro, per una settimana, e avrei avuto il tempo di far sgonfiare tutto e far sparire i lividi che avevo, oltre che sul culo, anche sulle tette che mi avevano strapazzato in tutti modi.

Poi pensai che avevo guadagnato 3000 euro in pochissime ore e questa cosa mi eccitò, nonostante tutto, anche se giurai a me stesso che mai l’ avrei rifatto e tantomeno avrei ricontattato quel maiale sadico.

Quando mi svegliai ero ancora dolorante ovunque, ovviamente.
Telefonai per disdire il mio appuntamento di lavoro, lascia l’albergo con calma, presi un taxi per andare in stazione e presi il treno per allontanarmi da quel posto dove avevo fatto, per la prima volta nella mia vita, la troia a pagamento.

Non c’era nessun pentimento in me, neanche da sobria, ma volevo fosse stata un’unica estemporanea esperienza e pensai, comunque che, in quel posto, non avrei mai più voluto tornare nella mia vita.

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