L’ anziana massaggiatrice

L’ anziana massaggiatrice

Sono nato sessantadue anni fa in una cittadina in provincia di Milano, lì ho vissuto finchè mi sono sposato, dopodichè mi sono trasferito con mia moglie in una zona semicentrale del capoluogo comoda al lavoro di entrambi. Gli anni sono passati veloci, ma spesso tornavo a trovare i miei anziani genitori nella casa paterna, finchè un paio di anni fa i miei se ne sono andati lasciandomi in eredità la casetta in cui ero nato. D’accordo con mia moglie l’ho fatta ristrutturare, poi da quando sono in pensione ci siamo trasferiti in quella casa in cui ho vissuto la mia infanzia e la giovinezza, mentre mia moglie che è dodici anni più giovane continua la sua attività di insegnante spostandosi con i mezzi pubblici. Io sono tutto il giorno solo in casa perchè lei parte la mattina e torna nel tardo pomeriggio, per non annoiarmi ho scoperto l’ arte del bricolage perchè mio padre era un patito ed ha lasciato un garage che non ha nulla da invidiare ad una piccola officina. Nel vicinato sono conosciuto e ben presto sono iniziate le richieste di favori, lavoretti di idraulica, di elettricità o di piccola falegnameria. Un giorno la signora Gisella, l’anziana vicina di casa ed ex amica di mia madre, mi chiede se posso riparare una tapparella alla sua amica Giovanna che si è rotta e la cucina è al buio, non sono capace di dire no, quindi sono andato a vedere il lavoro a cento metri da casa mia. Della signora in oggetto, ex infermiera, ricordo tutto, era la moglie del barbiere del rione, da giovane, nel millenovecentosettantacinque, era una bella signora di trentatre anni, molto appariscente, portava le minigonne e ampie scollature che mostravano il suo prosperoso seno intorno alla quarta misura, capigliatura vaporosa con meches e pesante trucco, ogni giorno alle due del pomeriggio, puntualmente prendeva il bus che la portava a Milano dove aveva un ambulatorio infermieristico, praticava iniezioni e medicazioni in genere, qualcuno malignava che arrotondasse concedendo le sue grazie a uomini facoltosi. Io, allora quindicenne, aspettavo quasi ogni pomeriggio che passasse per guardarla e poi chiudermi in bagno a masturbarmi, quante seghe mi sono fatto in onore della Giovanna. Un giorno mentre ero in attesa di un taglio di capelli da suo marito, avevo sentito che spiegava ad un cliente, che sua moglie aveva preso il diploma di massaggiatrice e nello studio infermieristico ora praticava anche massaggi curativi guadagnando molto bene. Io poco più che adolescente, fantasticavo di andare in quello studio per scoparmi quella donna che era la mia ossessione. Poi gli anni erano passati e le ragazze mi avevano distolto da quei pensieri ossessivi, il fidanzamento e il matrimonio mi avevano fatto dimenticare quella donna. Ora mi stavo dirigendo in casa sua, ormai ottantenne vedova senza figli, me la trovavo davanti con quel viso che ricordava vagamente la bella donna di allora, il trucco lo usava ancora, i vestiti erano più consoni alla sua età ma una apertura sul seno mostrava le tette rugose ma grandi come un tempo. Avevo riparato la tapparella, lei mi aveva chiesto:
“Dimmi Carlo, quanto ti devo ? Non puoi immaginare come sono contenta che rivedo la luce, erano due giorni che non potevo alzarla, se fossi più giovane ti darei un bacio…” Io non mi ero lasciato sfuggire la battuta, ricordavo le seghe di adolescente e quanto avrei pagato allora per un suo bacio, avevo risposto:
“Anche io non sono più giovane… non mi devi proprio niente, dammi il bacio e facciamo come se fosse un pagamento in natura… ahahah… cara Giovanna, tu non puoi immaginare cosa avrei pagato per un tuo bacio quando passavi per andare alla fermata del bus e io ero ragazzo… ” Lei non si era scomposta, mi aveva dato un bacio a fior di labbra e aveva detto: ” Sei uno che si accontenta di poco… vuol dire che se hai bisogno di qualche iniezione o qualche massaggio vieni e non paghi, questo è pagamento in natura.” Non volevo perdere una opportunità di un massaggio rilassante e le avevo risposto: “Di iniezioni non ne ho bisogno, ma un massaggio alla schiena lo farei volentieri, ogni tanto mi fa male…” Lei con molta naturalezza mi aveva accompagnato in una stanza dove in centro vi era un lettino tipo medico e in un angolo una cabina doccia. Mi aveva spiegato che quando suo marito era morto, aveva lasciato il lavoro e lo studio di Milano, aveva attrezzato una stanza come la vedevo perchè aveva continuato a ricevere alcuni clienti affezzionati. Era attrezzata di doccia perchè mi aveva spiegato che alcuni clienti venivano a fare il trattamento sudati e lei voleva l’igiene prima di tutto, mentre da una vetrina prendeva alcune pomate mi aveva detto di spogliarmi e usare tranquillamente la doccia, quando ero pronto avrei dovuto distendermi sul lettino e chiamarla. Ero un po’ a disagio, ma un massaggio lo avrei gradito molto, mi ero spogliato e fatto una accurata doccia, mi ero rimesso i boxer, mi ero sdraiato a pancia sotto e l’avevo chiamata. Lei aveva riso e me li aveva tolti dicendomi:
“Questi boxer… via, sono come il tuo medico e non ti devi vergognare di me… cominciamo dalle spalle mmmhhh sei ben fornito di muscoli… ” Mi aveva spalmato una pomata con un buonissimo profumo, aveva iniziato un lento e piacevole massaggio, scendeva e saliva dalle spalle al torace, poi sotto le ascelle, sui glutei e sulle cosce, le sue mani erano esperte e viscide, scendeva e saliva dai piedi ai polpacci elle cosce, l’interno cosce mi provocava una piacevole erezione, per fortuna ero a pancia in giù altrimenti sarei stato imbarazzato, poi con una mano si era insinuata tra le chiappe, ridevo tra me e non avevo detto niente neanche quando mi sfiorava lo scroto, infine mi aveva detto di voltarmi, avevo indugiato un po’ perchè non volevo che si accorgesse della mia eccitazione ma lei mi aveva messo a mio agio dicendomi: ” Girati gioia… non ti preoccupare se ti viene duro… sono vecchia del mestiere e ne ho visti tanti cazzi duri…. uuuuhhh… sei anche ben dotato, adesso cominciamo dal torace… poi ci penso io a farlo diventare molle… ahahah…”
Roteava gli indici intorno ai miei capezzoli provocandomi una erezione completa, le sue sapienti mani andavano dai piedi alle cosce alla pancia, ero veramente eccitato dalle mani di quella anziana donna, avrei voluto una sega completa, ora avevo la certezza che questa donna era stata una puttana, ma quel massaggio valeva la spesa che avrei dovuto sostenere. La sua voce mi aveva distolto da quel pensiero: “Ti piace gioia ? Vuoi un massaggio profondo ? Fammi sentire se è duro duro… uuhhh ma è durissimo… piccolino… vuole sfogare… Gioia… apri gli occhi e guardami… hai mai provato un massaggio prostatico ? E’ bello sai ? Te lo faccio provare ma devi guardarmi mentre te lo faccio…” Aveva preso un ditale di gomma e se lo era srololato sul dito medio, poi mi aveva fatto alzare le ginocchia continuando a massaggiare l’interno delle mie cosce, aveva versato un olio profumato sull’uccello e aveva portato il liquido fino all’imbocco dell’ano, poi lentamente il medio si era insinuato dentro lentamente dandomi una sensazione mai provata, con una mano segava il cazzo durissimo e con il dito nel culo andava avanti e indietro, poi il suo dito medio era entrato completamente nel buco ed aveva preso a massaggiare la prostata mentre l’altra mano continuava a segare l’uccello che stava per riversare tutto il piacere, si era abbassata su di me infilandomi la lingua in bocca roteandola intorno alla mia lingua, infine si era staccata senza smettere le sue manipolazioni aveva detto: “Gioia…. adesso sei pronto… guardami negli occhi mentre vieni…. dai gioia… godi nelle mie mani… godi… godi… godi gioia… godi…” Un godimento da stordire era arrivato insieme ad un urlo che non ero riuscito a trattenere e alla abbondante fuoriuscita di sperma, un orgasmo mai provato in vita mia, la mia mente aveva subito un black out e i miei occhi avevano fissato quel viso rugoso che osservava il mio piacere, un godimento unico e mai provato. Quando ero tornato in me, lei mi aveva baciato a lungo, infine si era tolto il ditale di gomma e mi aveva raccomandato di fare una doccia per evitare che mia moglie sentisse il profumo di quegli oli essenziali. Avevamo preso il caffè insieme, lei mi aveva spiegato che aveva tenuto una decina di clienti ai quali riservava quel tipo di trattamento, io avevo chiesto quanto dovevo e lei ridendo mi aveva risposto : “Abbiamo concordato il pagamento in natura, siamo pari, se vuoi qualche altro massaggio, vieni a trovarmi, se ho bisogno di lavori… ti pago così.” Da qualche mese ormai sono un cliente settimanale della Giovanna, mi ha fatto scoprire sensazioni mai provate, ogni tanto la scopo e spesso mi ripaga con pompini particolari per piccoli lavori di bricolage. Ho trovato in lei una formidabile amica e confidente, lei ha trovato in me un fedele amico.

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