Voglio fare porcate col compagno di mia mamma (Prima parte)

Voglio fare porcate col compagno di mia mamma (Prima parte)

Anni ’80. Avevo 22 anni. Mia madre, dopo aver divorziato, aveva un compagno di 53 anni, dall’aspetto giovanile, simpatico, carino, fisico tutto sommato ancora gradevole se non per un pò di pancetta da cinquantenne.

Nonostante avessi iniziato a fare sesso piuttosto giovane (i primi pompini a 16 anni, rapporti completi, compreso l’anale, a 18/19 anni) e fossi consapevole di essere troia, di amare il cazzo, di avere un debole per gli uomini maturi, non avevo mai avuto pensieri sconci su Agostino, il compagno di mia mamma, forse perchè, a livello inconscio, trovavo grave la cosa, anzi gravissima; se mia madre avesse scoperto una mia porcata col suo compagno, come avrebbe reagito? Chissà il casino…

Ma ben presto i miei pensieri cominciarono ad andare proprio a lui, ad Agostino. La gravità e l’indecenza della cosa mi eccitavano da morire. Lui era carinissimo con me, sempre disponibile, sorridente, gentile e paterno. Ogni volta che lo vedevo o che mi accompagnava da qualche parte, mi eccitavo tantissimo, al punto che poi da sola, mi masturbavo pensandolo nudo, a cazzo dritto a mia disposizione. Curiosa, mi chiedevo se anche lui avesse delle mire “particolari” su di me, anzi lo speravo maliziosamente.

Una volta, rincasando improvvisamente, li colsi nudi a fare l’amore in camera da letto. Loro non si accorsero della mia presenza. Silenziosamente mi misi a spiarli e, quando mia madre iniziò a fargli un pompino, potei vedere il suo cazzo in piena erezione sotto gli esperti colpi di lingua di mia mamma. Un uccello non particolarmente grosso, ma largo e dalla cappella dura e oscenamente eccitante. Dio, come e quanto avrei voluto essere al posto di mia madre a ciucciargli quella meravigliosa cappella! Corsi in camera mia e mi sditalinai selvaggiamente al pensiero di fargli un pompino e di ingoiare tutta la sborra che sarei stata capace di tirargli fuori dai coglioni.

Passavano i giorni e nulla accadeva, ma dopo avergli visto l’attrezzo, guardavo Agostino con occhi diversi, meno innocenti e con più malizia. L’avergli visto il cazzo scatenava le mie fantasie più porche, era diventato un’ossessione per me; addirittura, mentre scopavo col mio fidanzato, pensavo ad Agostino. Ma poi, come si dice, l’occasione fa l’uomo ladro….. E così un pomeriggio d’estate, mia madre gli chiese la cortesia di accompagnarmi ad un colloquio di lavoro fuori città. Messa al corrente che mi avrebbe portata Agostino in macchina, la mia fantasia iniziò a lavorare in maniera incredibile, immaginavo la scena di noi nudi a fare porcate oltre ogni decenza; insomma scopare col compagno di mia madre era una cosa indecorosa e proibita, pericolosissima ma molto eccitante per me, un sogno proibito ma fortemente desiderato.

Nel primo pomeriggio Agostino venne a prendermi. Inutile dire che mi vestii con leggins neri e magliettina bianca, senza mutandine ne reggiseno, insomma decisi di provare a far colpo su di lui. All’epoca, avevo un piercing al naso. Salutai mia madre con un bacio sulla guancia, e montai in macchina. Il mio abbigliamento da troietta non aveva colpito mia mamma, ma notai che aveva invece colpito lui, eccome. Salutandomi, vidi i suoi sguardi desiderosi alle mie tette, una bella terza abbondante, sode e con capezzoli sporgenti e duri da sembrare chiodi. La cosa non mi sfuggì e mi fece avere un sussulto di maliziosa eccitazione.

L’aria era molto afosa e calda e lui era vestito con pantaloncini corti e maglietta. Partimmo e cominciammo a parlare amabilmente come al solito, mi chiese come andasse con il mio ragazzo, se avessi mangiato, di musica e eravamo sereni e tranquilli, anche se nella mia fervida immaginazione da giovane porca desideravo ben altro da lui. Mi resi conto che mi stavo eccitando tantissimo, ma ero scoraggiata dal suo atteggiamento come sempre corretto, educato, che mi faceva temere che lui non pensasse a me in quella maniera, che poi pensandoci bene, sarebbe stata la normalità.

Non so come, non so perchè non riuscii a trattenermi, ma improvvisamente dissi: “lo sai che tempo fa sono rincasata e vi ho beccati mentre facevate l’amore te e mamma”? Agostino si ammutolì, arrossì e cadde nel pallone più totale al punto che non riuscì più a dire una parola.

Dopo alcuni minuti di silenzio, rincarai la dose e, con un filo di voce, con aria innocente, aggiunsi: “a vedervi mi sono eccitata, lo sai”? Lui, imbarazzatissimo, balbettò qualcosa tipo: “ma sei la figlia della mia compagna, come è possibile, ho 30 anni più di te”. Però questa volta lo avevo colpito e affondato perchè notai un evidentemente rigonfiamento alla sua patta; stava infatti avendo un’erezione violenta, improvvisa. Io ero una gran bella fighetta, tette sode e dure, un culo da paura, due belle gambe, con i capelli neri, ma tinti castano chiaro, due labbra da pompinara, insomma ero un bel bocconcino. Il mio aspetto eccitante, unito al mio modo di parlare, avrebbero fatto arrapare un morto, pensai.

Cominciai a prenderlo in giro, allontanandomi verso lo sportello, gli guardavo la patta dicendogli: “ti sta venendo duro Agostino”….. e ridevo in maniera nervosa, maliziosa, eccitata all’inverosimile e ben decisa a fare porcate con il compagno di mia madre. Lui iniziò a sudare, non rispondeva in evidente imbarazzo, ma nello stesso tempo chiaramente eccitato e attratto dalla situazione scabrosa che si era creata tra di noi. Una cosa era certa: avevo voglia, volevo il suo cazzo più di ogni altra cosa.

Meccanicamente, senza pensare a nulla, appoggiai la mano sulla sua patta rigonfia mentre lo guardavo intento alla guida. Lui sussultò al tocco, forse voleva dirmi di fermarmi, che era una pazzia. Ma non fece in tempo perchè cominciai ad accarezzargli il cazzo sotto i pantaloncini lentamente e delicatamente sentendolo divenire sempre più duro, poi pian piano, slacciai il cordoncino, calai la zip e lo tirai fuori, ormai turgido come un palo di legno.

Scappellandoglielo, cominciai a fargli una gran sega lenta, notando che lui godeva, voleva che smettessi per il fatto che fossi la figlia della sua compagna, ma stava godendo e non riusciva a farmi smettere. Intanto, inesorabile, la mia mano andava su e giù col cazzo bollente in pugno, lo scappellavo tutto. Sempre delicatamente, gli calai i calzoncini e gli slip alle caviglie, poi gli allargai le gambe nel possibile per non intralciare la sua guida, mi calai su di lui e presi a leccargli le palle. Ero infoiata e vogliosa del suo cazzo. Lo volevo tutto in bocca.

Mi fermai e, con tono da troia navigata, gli chiesi: “ti hanno mai fatto una pompa mentre guidi”? Lui, con la voce rotta dall’eccitazione, ripose: “si, tua mamma”. Maliziosamente risposi: “si, ma io credo di essere più brava di lei a succhiare un cazzo come il tuo” e ripresi a leccargli i coglioni, per poi salire sull’asta nodosa fino ad arrivare alla cappella durissima che mi portai tra le labbra cominciando a succhiarla; ne percepivo l’odore e il sapore, me la gustavo ingordamente, avevo voglia del suo cazzo duro.

Con le tette dure schiacciate sulla sua coscia destra, cominciai a fargli un pompino incredibile. Reggendo il cazzo alla base, andavo su e giù ritmicamente mugolando dal piacere intenso che mi provocava il succhiare il cazzo del mio “patrigno”.

Lui era in estasi, godeva come un porco, con una mano sul volante e l’altra sulla mia testa, mentre io con la lingua gli solleticavo la cappella tutta, la leccavo dalla punta al frenulo, fino al prepuzio, poi la riportavo in bocca ingoiando l’intero cazzo ben decisa a farlo venire nella mia bocca. Gli stavo sparando un super pompino, umido e selvaggio. Lo avevo desiderato tantissimo nelle mie fantasie erotiche. Ero come impazzita con la bocca e la lingua sul suo cazzo duro, gonfio, eccitante, con la cappella lucida e turgida da leccare e ciucciare allo sfinimento. Era resistente, non raggiungeva l’orgasmo, ma la mia bravura da pompinara presto ebbe la meglio. Ero impaziente di ingoiare, avevo sete di sborra bollente da mandare giù.

E così feci una pausa, poi guardandolo negli occhi gli dissi: “sborrami in bocca”. Lui con un cenno del capo, mi fece capire che era quello che voleva. Ad occhi chiusi ripresi quel pompino indecoroso, notavo dei rallentamenti dell’auto ogni volta che raggiungeva l’apice del piacere mentre io infoiata, col suo cazzo in bocca, sapevo che lo facevo godere da matti.

Dopo pochi minuti, mi ricompensò. Infatti, mentre andavo su e giù sul cazzo, improvvisamente una brodaglia calda e densa mi inondò la bocca, la sostanza appiccicosa mi colpì la lingua e il palato; stava venendo, con schizzi copiosi e violenti, mi stava sparando in bocca una quantità enorme di sborra. Subito aprii gli occhi per guardarlo in faccia mentre sborrava e così incrociammo gli sguardi mentre veniva inondandomi la bocca di buona sborra calda e densa.

Uh come mi sentii troia con la bocca piena di sborra del mio patrigno da assaporare e poi mandare giù. Agostino si era lasciato scappare un prolungato lamento di piacere mentre veniva nella mia bocca tenera e giovane. Quella cappella che sputava sborra era inebriante, un’esperienza che mi mandò in visibilio. Aiutavo lo sperma ad uscire dall’uretra succhiando la cappella con degli schiocchi delle labbra, mi stavo facendo venire in bocca da Agostino senza vergogna ne rimorso per mia madre, la sua compagna. Senza toccarmi, venni anche io.

Con tracce di sperma residuo sul viso, mi alzai e gli dissi: “al primo posto adatto, fermati, voglio che mi scopi, tutta”….

(CONTINUA)

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3 thoughts on “Voglio fare porcate col compagno di mia mamma (Prima parte)

  1. evelindaW

    dipende tutto dall’educazione ricevuta in famiglia, io e mia madre abbiamo avuto e tutt’ora abbiamo un rapporto bellissimo, molto aperto fin dalla mia tenera età, mi ha istruita sugli uomini visto i diversi fallimenti di mia madre con diversi maschi più o meno giovani, mi diceva attenta ai maschi hanno una sola cosa in testa la figa! Se puoi utilizzali per il tuo piacere e portafogli, ma attente a innamorartene come ho fatto io sbagliando più volte. Cresciuta con questa realtà non è stato difficile parla di sesso liberamente e ancora più facile scambiarsi o condividere un partner sessuale, anche un bel giovane ivoriano, il toy boy per mia madre e un giocattolone sessuale per me, considerato la dotazione che aveva tra le cosce ce lo siamo diviso per la nostra gioia e godimento. Peccato che il ménage è durato circa un anno, ci costava troppo mantenerlo, ma che maschione avevamo in casa, ce lo siamo gustato quasi una sera per uno, ovviamente separatamente nei nostri letti, dopo ci scambiavamo il parere sulle performance e particolari opinioni e sensazioni per capire come trarne il meglio, ma che notti, quando era a letto con mia madre la sentivo godere intensamente, a volte lo incitava a non fermarsi, era piacevole sentirla e saperla soddisfatta come lo ero io, fu un bel periodo giocoso e gioioso, ci fece bene moralmente e psicologicamente condividere il piacere apertamente.
    Comunque posso dire, viva i giovani maschi neri dotati sono portentosi.

  2. Herpin

    io l’ho fatto ma poi mi ha riempito di botte, non mi sono difeso ho lasciato che si sfogasse picchiandomi e insultandomi, me ne diceva di tutti i colori, porco, schifoso, maledetto che cosa l’avevo costretta a fare, era un fiume di rabbia, io fermo li a prendermi ceffoni e insulti, mi rendevo conto della pazzia, ma ero pazzo di lei, glielo dicevo mentre mi menava, ebbi il coraggio di chiedergli se almeno glie era piaciuto, ma giù schiaffi più di prima, mi coprivo la faccia perché facevano male, ma non mi sottraevo alla sua furia, mi sentivo un porco, ma non per giustificarmi il suo fascino emanava erotismo da tutti i pori della pelle, all’inizio mi segavo sognandola ad occhi aperti, poi diventai feticista della sua roba indossata perfino le scarpe, quell’odore mi faceva eccitare e impazzire fino a quel giorno in cui realizzai la pazzia, pensavo da idiota che essendo soli cioè mia madre single da anni mai vista con altri uomini e la nostra vita casalinga abbastanza soddisfacente e giocosa potessi averla senza problemi, mentre si scherzava la presi e baciai sulla bocca, non mi disse nulla, anzi sembrava le piacesse, così continuai a baciarla allungando le mani, mi diceva di fermarmi che stavo esagerando, ma non desistevo, la sentivo titubante ma non mi allontanava, non mi spingeva via e quindi continuai, a toccarla accarezzarla baciarla fino a farla sedere sul tavolo della cucina, mi diceva che fai sei matto non possiamo, ma ero in preda all’eccitazione e le sfilai le mutande, lei tentò di fermare le mia mano ma non lo fece con forza, intuii forse sbagliando che era arrendevole, cioè lo voleva anche lei se non proprio convinta del tutto, le accarezzai la figa, quella meravigliosa fighetta tale e quale a quella della mia ex fida di 16 anni, non ci potevo credere che mia madre a 49 anni l’avesse delicata e perfetta come una sedicenne, così la penetrai con un dito poi due e pazzo di lei me le leccai, dolce e succosa come nessun altra, turgido come un paracarro le penetrai e la scopai come un pazzo, non durò molto, non sentii da lei ne lamenti ne godimenti, io però godevo e le venni dentro con tutto il vigore possibile, svuotato di tutto mi staccai da lei e in quel preciso momento iniziarono le botte, schiaffi e insulti, ripeteva: cosa mi hai fatto fare pazzo! Volevo scusarmi o in qualche modo chiarire ma perentoriamente mi diceva: zitto stai zitto non ne voglio parlare capito? E giù schiaffi che io prendevo senza difendermi, scappò in bagno, il cuore mi batteva da infarto, più tardi provai a parlare ma mi fermò subito, dicendomi: parlami di tutto ma non fare cenno a quello che mia ai fatto chiaro? Stranamente tutto tornò come era prima, come se nulla fosse successo, la cosa mi incuriosiva moltissimo, come faceva a non portarmi rancore o punirmi severamente per ciò che le avevo fatto, passarono settimane di dialoghi normali senza accennare a quel fatto, pensavo alla fortuna che avevo avuto, tutto dimenticato e forse perdonato, ma poi una sera eccola arrivare in camera mia guardarmi con un sorriso e infilarsi sotto le lenzuola con me, dicendomi: stasera ho paura non voglio dormire da sola.

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