Tu con tuo zio, io con tua madre e tua cognata

Tu con tuo zio, io con tua madre e tua cognata

Ero appena rientrato a casa. La trovai avvolta in una innaturale atmosfera di silenzio, quasi che la casa avesse voluto rifugiarsi nell’armonia del silenzio per difendersi dai rumori della quotidianità. Ma avevo aperto la porta solo con lo scivolo, ragion per cui in casa qualcuno doveva pur esserci. Iniziai un giro esplorativo per le camere ed una volta in salotto mi imbattei in mia moglie Vanda che, seduta in poltrona, utilizzava un fazzoletto per asciugarsi gli occhi. Evidentemente aveva pianto e le chiesi cosa fosse successo. Mi rispose a mezza voce che era deceduto Enzo, suo zio, il fratello più piccolo della madre, più che uno zio, quasi una sorta di fratello maggiore di mia moglie dalla quale la dividevano soltanto 12 anni, tant’è che lei per chiamarlo o far riferimento a lui non aveva mai fatto precedere il nome dall’indicazione di zio. “Dunque era più grave di quanto avessi pensato se il tutto è precipitato in meno di un mese! La malattia del secolo va a nozze soprattutto con i meno anziani. Mi dispiace, so che hai perduto un fratello maggiore”. “ Cosa vuoi saperne tu, con la banalità delle tue conclusioni di facciata … “ Lì per lì non detti molto peso alla risposta di mia moglie che mi parve giustificabile alla luce della circostanze e non ritenni di replicare, considerata la situazione. Ma fu lei a ripartire, quasi volesse togliersi un peso dallo stomaco. “Scusa ma non puoi capire. Enzo era si per me lo zio giovane, forse per un certo periodo anche una sorta di fratello maggiore, ma oltre a questo, la verità è che il suo era stato il mio primo Cazzo! O meglio, tecnicamente il secondo, ma in effetti il primo.”
Più tempo passava e più mi pareva di aver sposato un’aliena, una persona che scoprivo di conoscere poco, che non cessava di sorprendermi, completamente disinibita oramai, dopo quella volta in cui l’avevo sorpresa con Paolo e l’avevamo scopata in due. In effetti dopo quella esperienza, dal non esserci separati, i benefici maggiori probabilmente erano stati per lei che si era liberata completamente da ogni complesso, assumendo atteggiamenti fino a quel momento per me inimmaginabili, non provando più alcuna inibizione, non solo comportamentale, ma anche nella quotidianità del dialogo con me. Sembrava quasi che avesse voluto abbattere ogni potenziale muro che tra noi potesse tenermi celate le sue esperienze sessuali anche precedenti. Che non era vergine lo avevo scoperto già da fidanzati, ma non avevo voluto sapere nulla. Scoprivo però, un po’ per volta, che quanto successo con Paolo avrebbe potuto accadere con chiunque, perché prima o poi sarebbe successo, al punto che, effettivamente, era da tempo che avevo cominciato a domandarmi se qualcosa non fosse accaduto già prima di quella volta. E chissà che in fondo non mi rimproverasse di non aver fatto quello che ci si aspettava da un marito tradito, cioè di buttarla fuori di casa. Invece io mi ero accomodato e avevo preso ad usarla per le mie perversioni sessuali. Insomma forse più che disinibirsi, stando al gioco mi pagava col suo disprezzo.
Le chiesi pertanto di spiegarsi meglio, di farmi finalmente conoscere tutto quanto mi avesse fino ad allora tenuto celato. Non se lo fece ripetere una seconda volta quasi avesse voglia di liberarsi d’un peso o d’un inconfessabile segreto, oppure più semplicemente, era solo desiderosa di umiliarmi con il racconto che io l’avevo invitata a svolgere.
“ Il primo cazzo fu quello di mio cugino Alfredo, sai quello che una volta diplomatosi aveva vinto il concorso alle Poste trasferendosi nella cintura torinese dove poi si era sposato restandovi al punto che oramai da li non si muove più da anni. Aveva 4 anni più di me e l’estate successiva alla sua terza media e per me tra la quarta e la quinta elementare, lui visse per un mese a casa nostra a causa di un prolungato ricovero ospedaliero della madre, mia zia. In quel mese stavamo sempre insieme, giocavamo, e spesso al dottore, un gioco come sai diffuso ai tempi della nostra infanzia. Una volta che io pretesi di invertire i ruoli, costringendo lui a interpretare quello del paziente, mi ritrovai tra le mani la cosa che rendeva lui tra le gambe diverso da me. Alfredo fu prodigo di spiegazioni e per mostrarmi a cosa servisse quella sua protuberanza nel rapporto uomo/donna, da quel giorno per almeno un paio di volte al dì, cominciò a piazzarmelo fra le cosce che in pratica utilizzava per farsi masturbare. Ma non successe altro”. “ E con tuo zio cosa accadde?” “ Avevo terminato la Scuola Media con ottimi risultati scolastici ed ero gasata per aver convinto i miei ad iscrivermi al Liceo anziché all’Istituto Magistrale. Questo però comportava non solo di ritardare i tempi del mio ingresso nel mondo del lavoro, ma soprattutto l’obbligo di continuare con l’Università, allungando perciò i tempi in cui avrebbero dovuto continuare a sostenermi economicamente. Per la capitolazione dei miei genitori, soprattutto di mia madre che era poi quella che in effetti prendeva in casa le decisioni che contavano, suo malgrado vista la nullità di mio padre che limitandosi a consegnarle lo stipendio di dipendente statale, le aveva in pratica scaricato completamente il peso della famiglia, si rivelò determinante la promessa dei miei zii, Enzo e zio Antonio, entrambi insegnanti, di procurarmi gratis il maggior numero possibile di libri. Enzo all’epoca era l’unico che ancora viveva con i suoi genitori, i miei nonni e fu proprio nonna che un giorno di inizio settembre telefonò a mamma per chiederle di passare a ritirare dei libri per la bambina! In verità in quel tempo cominciavo ad assumere le mie forme, ad esempio avevo già due belle cosce, ed un bel seno, ma per i nonni rimani sempre “la bambina”. Io però, per la curiosità di mettervi subito sopra mani ed occhi, non volli aspettare la sera quando solitamente mia madre passava a far visita ai suoi ed in quella circostanza avrebbe ritirato lei per me quei libri. Così decisi che mi sarei recata personalmente nel pomeriggio a prendermeli. Mamma mi dette le chiavi di casa di nonna, perché rischiavo di non trovare nessuno in quanto quello era il pomeriggio che sua madre dedicava a far visita alla sorella maggiore cui era molto legata, trattenendosi fuori di casa fino a sera favorita dalla circostanza per la quale nonno tornava tardi dal lavoro. Inoltre Enzo poteva non esserci e anche se ci fosse stato, la camera sua era posizionata all’interno dell’appartamento in ambiente lontano dall’ingresso il che spesso non gli faceva sentire il campanello soprattutto se fosse stato impegnato nel riposino pomeridiano. In effetti mamma aveva visto giusto. Entrai in casa a quel punto utilizzando direttamente la chiave evitando di suonare il campanello ed in effetti non vi trovai nessuno. Quando mi spinsi verso la camera che era stata dei miei zii ed ora era occupata dal solo Enzo dove presumevo di dover recuperare i libri, aprendone la porta, trovai lui sul letto completamente nudo. Sorpreso ed irritato da quella non prevista irruzione, si coprì immediatamente con le lenzuola, mostrando anche a parole il suo disappunto per quel mio ingresso senza essermi annunciata prima. Io che in quel periodo, ero, come dicevo prima, tutta gasata e mi sentivo già grande, come capita alle ragazzette di quell’età, mi schermii recitando il ruolo della adulta. Così gli risposi che non c’era bisogno di allarmarsi, perché il suo, non era certo il primo pisello apparso ai miei occhi. In fondo non dissi nulla che non fosse vero, almeno fin là. Il fatto è che, spingendomi oltre sempre guidata da quel delirio di grandezza oltre che dalla grande confidenza che mi legava a lui a causa di quella differenza di età che, rispetto agli altri zii, me lo faceva sentire più vicino, volendo scherzare commentai che, per la mia esperienza, non mi era neppure apparso questo granché. Fu allora che, probabilmente un po’ in astio in quanto disturbato nel suo dormiveglia e chissà, forse anche perché interrotto in una pratica masturbatoria, cosa che probabilmente lo aveva già eccitato di suo, un po’ perché sicuramente provocato dalla mia risposta e dal mio tono, fece un balzo improvviso per uscire dal letto, agguantarmi, scaraventar mici sopra, operazione nella quale il mio vestitino estivo prendisole si sollevò completamente. Prima che io mi rendessi pienamente consapevole di quanto stesse accadendo, mi aveva già sfilato con grande destrezza e celerità le mutandine ed in meno che non si dica mi ritrovai infilato il suo cazzo nella fica. Ero ancora vergine e non riuscii , in quel lasso di tempo ad avere alcuna reazione in quanto sorpresa, irretita, spaventata , sconvolta e completamente nelle sue mani. Il resto lo fece la vista del sangue … Soltanto anni dopo ad una mia precisa domanda mi confidò che quelle lenzuola le aveva fatte sparire, e poiché nonna dopo un po’ aveva preso a cercarle chiedendosi dove fossero finite, lui vigliaccamente incolpò lei di averle messe chissà dove e di non ricordarselo più. Insomma meschinamente aveva giocato sulla demenza senile che in effetti aveva cominciato ad aggredire la povera donna. Quando terminò, con una durezza che non aveva mai utilizzato verso di me, e chissà forse anche perché ancora irritato da quanto era successo e dal fatto che non gli era riuscito di fermarsi, mi chiese di alzarmi e sparire, dichiarandosi sicuro che, nell’interesse di entrambi, la cosa non sarebbe uscita da quelle mura. Feci così, portandomi con difficoltà in altro ambiente della casa dove sostai per circa un’ora, utilizzata a pulirmi perché una volta a casa non ci fossero problemi. Poi, recuperati i libri, me ne andai muovendomi con una certa lentezza ma soprattutto realizzando un po’ per volta quello che era successo e confessando a me stessa che era stata colpa mia visto che per un verso me l’ero cercata. Ma per altro verso dovetti anche riconoscere che non mi era nemmeno dispiaciuto tanto, se non fosse stato per il dolore e la vista del sangue.” “Poi cosa successe?” “ Per un po’ di tempo non ci incrociammo neppure una volta, fino a quando, a scuola iniziata, per un paio di mesi di pomeriggio, nei pomeriggi dovetti spostarmi a casa di nonna per studiare a causa di alcuni lavori di muratura che erano iniziati in casa nostra in quel periodo con grande disappunto di tutta la mia famiglia. Lui non c’era quasi mai e quando c’era era una presenza fugace. Giunse però di nuovo il giorno della solita visita di nonna alla sorella. Credevo di essere rimasta sola, ma mi sbagliavo perché poco dopo uscita nonna, comparve lui che senza aprir bocca, mi fece alzare dalla sedia e mi riportò in camera sua. Lo rifacemmo in silenzio, ma questa volta in verità i suoi modi furono meno ruvidi e la mia partecipazione fu differente perché oramai avevo acquisito la consapevolezza che mi piaceva. Insomma probabilmente fu allora la prima volta che realizzai quanto mi piacesse essere scopata!“ Quanto è durata questa cosa?” “ Praticamente fino alla vigilia del matrimonio; consumai con lui, un paio di giorni prima, il mio più vero addio al celibato. Dopo di allora però non l’abbiamo più fatto.“ “Vuoi dire che lo facevate anche durante il periodo in cui siamo stati fidanzati?” “Certo che sì. A volte lo facevo con lui nel pomeriggio e poi la davo a te in auto la sera e quando non avevi a disposizione la macchina, non ti sei mai chiesto i motivi della mia piena accondiscendenza alle tue richieste di sesso orale nello scantinato di casa quando mi riaccompagnavi? Avevo già le mie esigenze!” “ Ma quando e dove lo facevate? Lui intanto era andato via da casa” “Ora non credere che lo facessimo tutti i giorni. In media una volta a settimana, a volte due. Lui ha sempre avuto tanti amici e tutti facoltosi, per cui gli riusciva sempre di procurarsi qualche casa o villa, non di rado anche presso lo studio professionale di un suo amico medico, Del resto ricorderai che io e te per consentire ad entrambi di studiare con regolarità, ci limitavamo ad incontrarci due o tre volte a settimana, il che tempo per lui lo trovavo sempre ”. “Sei di una spregiudicatezza ed un cinismo inimmaginabili ed intollerabili a volte”. “ No carino, piano ad ammantarti di ruoli da cherubino, perché sei tutt’altro che senza peccato e non certo per le porcate che abbiamo fatto oinsieme” “ Non capisco cosa vuoi dire”. “ Bene se hai deciso di continuare a fare l’ipocrita, sappi una volta per tutte che non sono all’oscuro del fatto che ti sei scopato mia madre per anni, almeno fino a quando abbiamo abitato con i miei!” “ Ma cosa stai dicendo?” “ Vuoi i dettagli? E’ vero o non è vero che nei primi due anni di matrimonio, abbiamo vissuto a casa dei miei o te lo sei scordato?” “Certo che no, ma che vuol dire?” “ Mamma ha sempre avuto un debole per te che con lei in effetti avevi un buon livello confidenziale al punto che scherzando tra di voi spesso le davi pacche sul sedere. Inoltre, cosa che non gradivo, se eravate impegnati in qualche discorso, lo continuavate anche in camera sua mentre si vestiva, seduta alla sua poltroncina dove si infilava le calze che fermava alle giarrettiere, non essendosi mai convertita al collant. E mamma aveva gambe magnifiche, un bel sedere tondo e burroso oltre ad un seno florido con la sua quinta misura.” “ Ma questo che significa?” “ Ben presto sostituisti le pacche, quando pensavate di non essere visti, con palpeggiamenti e toccamenti che lei gradiva sorridendoti. E fin qui la cosa era irritante ma controllata e controllabile fino a che non vi ho scoperti un pomeriggio poco prima di un Natale. Babbo aveva il turno di lavoro dalle 14.00 alle 22.00 ed io uscii con lui per andare dal parrucchiere. Mio fratello faceva il militare in Umbria e pertanto quella volta eravate rimasti voi due soli in casa. Ma circa 15 minuti dopo, accortami di aver dimenticato il portadocumenti con il danaro tornai a casa in tutta fretta con l’intenzione di recuperarlo e tornare dal parrucchiere senza aver perso il mio turno. Una volta lì, mi ero mossa silenziosamente, con circospezione per evitare rumori, presumendo, alla luce delle abitudini di casa, che ognuno di voi stesse riposando. In effetti eravate a letto, ma in quello dei miei come scoprii avvicinandomi di soppiatto alla loro camera, incuriosita da un cigolio sospetto. Completamente nudi tu le avevi infilato il tuo cazzo nel buco più stretto. Insomma ti stavi facendo il culo di mamma che sorprendentemente, lei sempre così pudica ed un po’ bigotta, era al settimo cielo al punto che sussurrava: bello, bello, mi piace, mio marito, non me lo ha mai chiesto …” “ Se fosse stato così, perché non ci interrompesti né poi hai mai detto nulla anche in seguito?“ “ Perché pensai che mio padre si meritasse le corna per come aveva sacrificato e distrutto la vita di mia madre, relegandola ad un ruolo di serva, peraltro schiacciata dalla responsabilità dell’educazione dei figli e di dover assumere in piena solitudine tutte le decisioni importanti, mentre lei avrebbe meritato ben altro. Così in un attimo valutai quella soluzione come ideale, restando tutto in famiglia all’interno delle mura domestiche. In fondo io non ero certamente senza peccato e dunque non potevo scagliare alcuna pietra. Piuttosto, visto che ci troviamo in tema, ti do un avvertimento. Finiscila di fartelo succhiare dalla moglie di mio fratello cui ultimamente è venuto fuori anche un bel lato b), cosa che mi fa immaginare, conoscendo le tue perversioni, di quale lifting si sia servita e a quale operatore … si sia rivolta per assicurarsi quella rotondità … E non negare, altrimenti dovresti spiegare cosa ci fa di tanto in tanto la tua auto sotto casa sua ma guarda caso sempre e solo dopo che sia le bambine che mio fratello, sono andati via per andare a scuola! Dicendo queste cose mi mostrò una fotografia scattata dal suo cellulare che riprendeva la mia auto parcheggiata in effetti sotto casa della cognata. “ Non è una prova e poi scusa se fosse vero, che differenza ci sarebbe con la storia di tua madre?” E, con fare sornione, volli aggiungere : “Non sarebbe meglio anche in questo caso che le corna restino in famiglia?” “ Intanto è verissimo e per favore smettila di negare e poi, la risposta alla tua domanda è no, questa volta no, perché le corna a mio fratello, a differenza di quelle fatte a mio padre, mi dolgono.” “ Sei incredibile, tu che ti metti a fare la morale e le differenze!” “ E no, il fatto è anche che come sai mia cognata mi sta sulle palle che non ho, per cui se vuole farsi scopare vada fuori a procurarsi il suo stallone, così almeno, una volta scoperta, la buttiamo fuori di casa, questa , stupida senza arte né parte, maleducata ed ora pure zoccola.

Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 0 Media: 0]
FavoriteLoadingAggiungi ai tuoi preferiti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *