L’incesto di Ursula

L’incesto di Ursula

L’incesto di Ursula

Eccomi qui per raccontarvi il seguito della chiavata di Ursula con suo padre. Dopo la seconda volta che l’avevano fatto in macchina con me presente si erano visti parecchie volte anche da soli a casa di Ursula, quando il marito e le figlie non c’erano. Praticamente erano diventati amanti, tanto che erano arrivati al punto che durante le feste di famiglia, cioe’ quando si riunivano tutti a casa dei genitori di Ursula, trovavano sempre il modo e il momento per chiavare come porci anche solo per qualche sveltina. Ursula piu’ di una volta mi ha confessato che non riesce piu’ a fare a meno del cazzo del padre, tanto che si deve masturbare piu’ volte al giorno se non puo’ incontrarsi con lui. Ormai avevano perso ogni inibizione e ritegno, tanto che mi ha raccontato che una volta alla festa del compleanno del figlio della sorella, mentre tutti erano in sala a prendere il caffe’ dopo pranzo, Ursula chiese al padre se gli faceva vedere qualcosa al computer nella stanza accanto alla sala dov’erano tutti, e quando furono fuori dalla vista degli altri Ursula fece capire a suo padre che aveva voglia del suo cazzo, che voleva sentirlo tutto dentro la figa. E cosi’ dicendo restando in piedi appoggio’ un piede su una sedia e con una mano si sposto’ le mutande fradice di lato, mostrando al padre il pelo della figa gia’ tutto umido dei suoi umori. Dopodiche’ fece avvicinare il padre e gli tocco’ il cazzo da sopra i pantaloni massaggiandoglielo lascivamente. Sentendo che gli stava diventando duro gli sbottono’ i calzoni di due, tre bottoni, facendoglielo uscire fuori e gli spalmo’ sulla cappella gia’ gonfia di libidine gli umori che si era tirata fuori dalla figa con una mano. Il padre a quel punto perse ogni ritegno, era pericoloso, potevano essere scoperti in qualsiasi momento, visto che avevano lasciato la porta aperta e gli altri erano a qualche metro soltanto, divisi da una parete, ma tanto vicini che sentivano discutere tutti i parenti. Ma quella vacca di sua figlia Ursula lo aveva troppo fatto infoiare e senza perdere tempo appoggio’ la cappella sulle labbra della figa di Ursula che teneva sempre le mutande spostate, e con un solo colpo lo fece penetrare tutto fino ai coglioni dentro la figa della figlia, la quale fece una smorfia di libidine in faccia, ma restando in silenzio per non essere sentita. Il padre le diede una decina di colpi di cazzo e si scarico’ tutto dentro sborrando nella figa di Ursula, la quale appena senti’ che aveva spruzzato tutto dentro, lo fece uscire e rimise a posto le mutande che subito si impregnarono dello sperma del vecchio padre. Appena si ricomposero, rimasero ancora qualche minuto al computer facendo finta di discutere, e qualche minuto dopo tornarono nella stanza accanto. Ursula si sedette sul divano accanto alla figlia piu’ grande di 22 anni, come se niente fosse, e invece aveva le cosce umide dello sperma del padre che le mutande non riuscivano a trattenere del
tutto. Accavallo’ le cosce per cercare di trattenere lo sperma che fuoriusciva dal buco slabbrato della sua figa. Stava per avere ancora un orgasmo seduta accanto alla figlia, e per sviare i sospetti disse che aveva bevuto troppo e che si sentiva tutta accalorata. Ebbe la fortuna che in quel momento gli altri stavano guardando una partita del campionato di Hockey su ghiaccio, e allora se ne venne sborrando come una vacca nelle mutande, mischiando umori di figa allo sperma del padre ancora caldo.
Da quella volta, ogni occasione era buona per chiavare come porci infoiati.
Il padre ormai la trattava come una prostituta a pagamento, era diventata la sua bambola gonfiabile di piacere. Per le sveltine si limitava a chiavarla in figa, ma quando avevano liberta’ di movimento, il suo buco preferito era diventato il culone di Ursula. Glielo riempiva sia di sperma che di piscio ogni volta che poteva, e anche se Ursula era gia’ abbondantemente aperta anche dietro, il padre le fece diventare il buco del culo una caverna oscenamente spalancata, con godimento di entrambi, tanto che Ursula aveva orgasmi a ripetizione ogni volta che il padre la inculava.

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