A letto con mia madre – seconda parte

A letto con mia madre – seconda parte

L’indomani ci svegliammo all’alba ancora abbracciati. Mia madre appena destatasi, subito si alzò dal letto senza guardarmi, probabilmente in preda alla vergogna ed ai sensi di colpa per il rapporto incestuoso consumato la notte prima! Si diresse subito in bagno, entrò dentro e si chiuse a chiave. Poco dopo sentii l’acqua della doccia che si attivava. Uscì dopo mezz’ora, pronta per scendere, era molto distaccata e visibilmente imbarazzata; mi parlò senza guardarmi mai in faccia!

Mia madre: io scendo a fare colazione, ricordati che alle 10 si va tutti insieme alla tour Eiffeil.

La mattinata passo normalmente ed anche il pomeriggio. Anche la cena si svolse normalmente, senza cose particolari. Dopo cena mia madre approfittò di un momento di calma per rivolgermi qualche parola.

Mia madre: volevo dirti che da questa notte dormirò in camera da Ciccetto.

Detto questo andò via non lasciandomi il tempo di ribadire. Mi arrabbiai moltissimo: ma come pensai ed i nostri patti? Aveva detto che ci avrebbe pensato, che non sapeva………. brutta troia, si, era solo una cagna in calore! La odiai profondamente, rinnegandola come madre……… volevo vendetta, mi sentivo tradito ed umiliato! Ma come, il mio cazzo non le bastava, no? E no, non le bastava a questa ingorda di merda, a questa sgualdrina….
L’indomani trascorse normalmente e non ci parlammo; restai quasi tutto il tempo col mio compagno, al quale chiaramente non raccontai nulla. Nel pomeriggio nel giardino dell’albergo, in lontananza vidi Ciccetto e tre colleghi che discutevano seduti, mi avvicinai e sentii dalle loro voci che erano gli stessi che avevo sentito discutere nel bagno durante la cena della prima sera. Pian piano mi avvicinai ancora e mi misi a sentire di nascosto da dietro le siepe.

Ciccetto: ragazzi, no ne posso più! Adesso la troia ha deciso di trasferirsi nella mia stanza, perchè dice che non può più vivere senza di me! E no, adesso basta.

Collega anziano: Ciccetto hai visto in che guaio ti sei cacciato! E adesso che fai?

Collega giovane: ma perchè non ce la passi, ricordi, lo avevi promesso!

Ciccetto: per me ve la potete prendere anche adesso.

Collega magazziniere: si e come n’ha pigghiamo a sta zuoccola (come la prendiamo sta zoccola!)

Collega anziano: ragazzi avete visto che sotto c’è la piscina estiva con lo spogliatoio, ho visto che non c’è mai nessuno di sera, che ne dite, la facciamo bere e la portiamo là e ne approfittiamo?

Collega giovane: bere ed anche drogare, ho qui un po’ di sostanze che la farebbero stonare di brutto, sciolte nello champagne!

Ciccetto: per me è vostra, io non so nulla, basta che me la levate di torno!

Ascoltai attonito e restai pietrificato! da una parte sapevo che sarei dovuto intervenire per fermare la cosa, ma contemporaneamente qualcosa mi teneva immobile ad aspettare che quello che era stato organizzato potesse verificarsi! No, non era paura di intervenire, era una cosa calcolata e voluta, era probabilmente, nella mia testa, la giusta punizione per il suo tradimento! si era proprio così! la giusta punizione ed inoltre l’idea mi stava eccitando: si io solo, nascosto, che guardavo mia madre mentre veniva violentata!

Collega magazziniere: picciuotta, porco d.., allura organizzamini buonu (ragazzi allora, porco d.., organizziamoci bene)

Arrivò il momento della cena, entrai in sala e dopo pochi istanti arrivò mia madre: anche questa volta si era preparata bene, curando i particolari per apparire sempre più bella: un vestito tipo da sera corto a manica lunga, nero, calze velate con reggicalze, scarpe con tacco 16; prestò molta attenzione anche nella scelta dei gioielli e del trucco; pettinò i capelli tutti raccolti dietro la testa! A cena come sempre aveva gli occhi degli uomini presenti nella sala tutti sopra di lei, molti le sorridevano, qualcuno ammiccavano e molti sicuramente scambiavano commenti tra di loro; sicuramente molti dei presenti l’avrebbero voluta qualche ora a disposizione per sfogarsi! Dopo cena vidi che mia madre parlava con il collega anziano allegramente, mi avvicinai di nascosto da dietro una siepe ed ascoltai il discorso peraltro già iniziato…..

Collega anziano: e con tuo marito quindi tutto finito da tempo, ma hai avuto altre storie?

Mia madre: scherzi? fino ad ora gli sono stato fedele, lui è stato il primo e fino ad ora l’ultimo!

Collega anziano: scusa non volevo offenderti, ma avevo capito che con Ciccetto ci fosse del tenero…

Mia madre: ma no scherzi, certo a lui piacerebbe, si è già dichiarato apertamente, mi ha fatto la dichiarazione e ci ha anche provato, ma per me ci vuole bel altro!

Non credevo alle mie orecchie! Mia madre stava recitando la parte della santerellina nascondendo al collega la sua vera natura da troia! Mentre parlavano il collega le versava da bere, secondo il protocollo la stava facendo ubriacare; ad un tratto, un attino di distrazione e lo vedo versare il contenuto di una provetta dentro il calice di mia madre! Mia madre non se ne accorge e continua a bere……….

Collega anziano: Celeste facciamo due passi qui in giardino, ti va?

Mia madre: volentieri…..

A quel punto, tenuto lontano, ma pieno di desiderio per lei, incazzato nero e pieno di odio andai via a fumare con Giulio, tornai dopo una mezz’ora e li vidi in giardino che passeggiavano. Mi avvicinai tra i cespugli quel tanto che mi consentiva di sentire bene e di vedere tutto senza però essere visto! Passeggiavano e chiacchieravano, lui le cingeva i fianchi con un braccuùio, lei visibilmente ubriaca e drogata……… Ad un tratto lui le sorrise e subito si avvicinò a lei

Collega anziano: speravo che saresti venuta fuori con me, a questo punto io credo che tu abbia capito le mie intenzioni………

Mia madre: Io, cosa avrei dovuto capire?

Immediatamente lui con uno scatto fulmineo tentò di baciarla e lei con uno spostamento laterale rapido lo evitò! Ci provò ancora e poi ancora senza darle tregua. Si vedeva che mia madre era pervasa da un enorme imbarazzo e da grande sorpresa, evidentemente non se lo aspettava! Il collega anziano si avvicinò nuovamente e le sussurrò all’orecchio…

Collega anziano: sei incantevole ed irresistibile stasera! che fai, ti vergogni? ma dai l’ho capito subito che mi volevi, mi hai guardato per tutta la sera! dai vieni qua Celeste, sei bellissima, vieni, voglio abbracciarti, dai lo so che tuo marito ti trascura e tu meriti un po’ di attenzione!

A questo punto l’uomo si accostò al collo di mia madre iniziò a coprirlo di delicati baci, poi di leggeri succhiamenti e poi infine iniziò a leccarlo senza più alcun ritegno, quindi la prese per la nuca con notevole tenacia, quasi con vera costrizione, le girò la testa verso di lui e le poggiò con forza le labbra contro le sue. Il collega fece forza con la bocca e contemporaneamente le spinse violentemente la testa verso di lui senza darle scampo, mentre col brazzio sinistro le teneva salda a lui; a quel punto mia madre le cui forze venivano meno a causa dell’alcool e della droga, fu costretta a cedere ed allargò le labbra aprendo completamente la bocca; subito da lingua del collega si infilò dentro la sua bocca; iniziarono limonare come pazzi; adesso lui la stava abbracciando e baciando in bocca in modo voluttuoso e lei forse per paura, forse perchè coinvolta, sembrava starci completamente, si abbandonò a lui……….

Mia madre: ti prego baciami ancora, stringimi, fammi sentire importante!

Collega anziano: vieni qui amore, dai……..

Vedevo le loro lingue insalivate fuori dalle bocche che lottavano tra di loro, contorcendosi in modo irrefrenabile, attorcigliandosi vicendevolmente. Dopo una decina di minuti che pomiciavamo avidamente il collega anziano si mise dietro di lei quindi da tergo continuando a baciarla avidamente alla francese, iniziò anche ad accarezzare le grosse tette di mia madre causando l’inevitabile erezione dei capezzoli, ora ben evidenti attraverso la seta della camicetta; lei lo lasciò lavorare ormai chiaramente indirizzata all’accoppiamento; non trovando praticamente alcuna resistenza, si avventurò a sbottonarle la camicetta ed infine gliela tolse; l’uomo sempre da tergo iniziò ad accarezzarle con entrambe le mani le grosse tette attraverso il reggiseno facendosi strada tra le perle, poi le girò la testa verso di lui e la baciò avidamente e lungamente con la lingua; lei chiaramente acconsentì, anzi, collaborò con piena sottomissione concedendogli la sua lingua e la sua bocca! Il collega anziano allora le sfibbio il reggiseno che cadde giù; si mise di fronte a lei per ammirare per la prima volta le sue mammelle, le stesse che mi avevano allattato da piccolo, belle sode, centrate da ampie e rugose areole, nerissime, dalle quali si ergevano due grossi e lunghi capezzoli tesi come chiodi; iniziò ad accarezzarle ed a palpare a fondo le mammelle, strizzando a tratti i capezzoli fino a farla a tratti sobbalzare dal dolore

Collega anziano: lo sai che sei proprio una vacca? dai confessami la tua vera natura, dimmi la verità, altro che fedele a tuo marito, dai, dimmi tutto, dimmi che sei una troia, che sei una grande puttana!

Mia madre: ma che dici, stai zitto, tu sei il primo con cui tradisco……

Collega anziano: dai fammi succhiare queste tette, chissà quanti maschi le hanno succhiate prima di me!

Quindi si avvicinò al suo petto e uscita la lingua iniziò a leccarle ed a succhiarle le tette con avidità indescrivibile: leccava tutta la cute della mammella, per soffermarsi un po’ sull’areola dove passava la lingua descrivendo cerchi concentrici, quindi si dedicava al capezzolo che prima leccava con passaggi ritmici e rapidi e poi succhiava come se stesse dissetandosi al suo seno. Continuava contemporaneamente a baciarla ed ad abbracciarla con le sue mani da vero maschio fino a quando spinse la sua mano destra sulle sue striminzite mutandine, attraverso le quali iniziò a sfregarle le dita sulla vulva; si fermò……

Collega anziano: vieni andiamo qui dentro che ho paura che qui ci possano vedere.

La portò nel luogo convenuto dove c’erano ad aspettarli gli antri due maschi……

Collega anziano: vieni tesoro, guarda chi è venuto a farci una sorpresa?

Mia madre restò impietrite e cercò di coprirsi il seno che era rimasto nudo e contemporaneamente cercò di andare via, ma lui presala per un braccio, la condusse verso gli altri due.

Mia madre: lasciami bastardo, voglio andare via, lasciami altrimenti grido, vi denunzio, bastardiiiiii……

A quel punto il magazziniere si avvicinò a lei e senza proferire parola le mollò uno schiaffo fortissimo in faccia causandole la rottura del labbro inferiore che iniziò a sanguinare! Mia madre perse i sensi! i tre la finirono di denudare e lasciandola completamente nuda e ricoperta solo da gioielli.
La legarono con una corda della tenda alla spalliera di un lettino. La vedevo legata ancora odiandola con tutto il cuore per avermi tradito! Lei adesso era là, legata ad un letto, completamente nuda, le erano rimaste solo le scarpe con tacco 16, sudata, evidentemente drogata; portava sul corpo nudo una parure di perle che comprendeva una collana con un filo di perle coltivate, un anello con perla e brillante, un bracciale con tre file di perle e per finire orecchini di perle e brillanti; le divaricarono le cosce assicurando le caviglie al letto con altri due pezzi di corda, la vulva in bella vista, pelosa. Mia madre riprese i sensi….

Mia madre: ma che state facendo, siete pazzi, lasciatemi andare, in camera c’è mio figlio che mi aspetta e c’è Ciccetto, il mio compagno, lasciatemi bastardiiiiiii

Tutto questo però lo diceva in modo confuso, da vera drogata, opponendo praticamente nessuna resistenza. ll collega anziano intanto le aveva aperto la vulva ed allargato le piccole labbra e messo il dito indice sul suo clitoride e la stava sgrillettando freneticamente e, contemporaneamente, con poco sforzo e solo dopo una iniziale resistenza da parte di mia madre, aveva iniziato anche a baciarla in bocca con la lingua, in modo voluttuoso; lei, a vederla dal di fuori, dava l’impressione di starci completamente, non opponendo più alcuna resistenza, anche se ciò era dovuto esclusivamente al fatto che era stata imbottita di droga ed alcool; teneva la sua testa girata verso il collega anziano; aveva gli occhi chiusi e le guance di un colore rosso fiamma che contrastava meravigliosamente con il colore bianco lucido delle perle degli orecchini; ora le loro bocche erano al massimo dell’apertura e le labbra erano perfettamente adese le une alle altre; subito dopo le loro lingue grondanti di saliva e completamente fuori dalle bocche lottavano in modo irrefrenabile, attorcigliandosi vicendevolmente; ora mia madre allargate le calde labbra rivestite da rossetto rosso fiamma, riceveva la lingua dell’uomo dentro la propria bocca, lasciando che le pennellasse con cura tutta la superficie umida del suo cavo orale e del palato, i bellissimi denti e in fine, sempre più in fondo, l’ugola e le tonsille; l’uomo leccava e succhiava con avidità e decisione e ritmicamente immetteva abbondante saliva calda e vischiosa dentro la bocca di mia madre, la quale la assaporava e poi la ingoiava. A vederla sembrava totalmente in trance. Ad un tratto un terzo uomo, il collega giovane, iniziò a parlare nervosamente

Collega giovane: siamo stati tre pazzi, questo è stupro! è ubriaca, drogata ed è qui senza sapere dove e senza la sua volontà! lasciamola stare, altrimenti rischiamo di passare un guaio, ci può denunziare per violenza carnale. E poi, metti che ne esce incinta!

Collega anziano: rilassati, non ci sarà nessuna denunzia, ci stiamo solo divertendo e poi questa maddalena non è certo di primo pelo, ho sentito un po’ di storie su di lei! ci divertiamo solo un po’! Casomai poi con cento, duecentomila lire la mettiamo a tacere! so che ha origini modeste, vedrai che si accontenta! Se rimane incinta la faremo abortire…….

A quel punto il collega anziano che si era fermato per parlare, si girò ad ammirare mia madre….

Collega anziano: madonna che vacca che sei Celeste, la mia bella bancaria palermitana, sei veramente uno sballo, chissà quanti maschi ti hanno montato! non si può resistere no, non si può……

Detto questo allargate le gambe iniziò a leccarle la vulva; solo a quel punto mia madre ebbe un sussulto e tento di svincolarsi, ma fu subito calmata dall’altro uomo, il magazziniere che fin da subito aveva mostrato modi volgari di porgersi ad una signora; le parlò con tono minaccioso……..

Magazziniere: statti fierma piezzi i pulla asinnò è peggiu pi tia! Viri ri stari tranquilla picchi ca un ti sienti nuddu; arrilassati ca si fai a brava un ti fai mali” (tr.: stai ferma sgualdrina altrimenti sarà peggio per te! cerca di rilassarti qui nessuno può sentirti, rassegnati e se ti comporterai bene magari eviterai di farti male!)

A questo punto il collega anziano si mise tra le gambe di mia madre ed afferratele se le portò sulle spalle preparandosi alla violenza; l’altro, il magazziniere, le tenne la testa bassa ed iniziò a baciarla alla francese per un po’ quindi spostò la sua bocca sul suo torace e uscita la lingua vogliosa iniziò a leccare ed a succhiare le tette con avidità indescrivibile dopo averle scostato la collana di perle. Intanto il collega anziano smise di leccarle la vulva e iniziò a gingillarle il clitoride che, inizialmente delle dimensioni di un cece rapidamente, durante lo sgrillettamento, diventò turgido e grosso come un gamberetto sgusciato. Quindi mostrando una grande sete di fica, avvicinò la sua bocca alla vulva di mia madre e tenendo ben divaricate le grandi labbra, iniziò a leccarle ed a succhiarle le piccole labbra in modo avido; quindi passò a leccarle abilmente e velocemente il clitoride che diventò ancora più turgido e grosso; la vulva si riempì di colata che il collega anziano si premurò di assaporare ed ingoiare. Allora mia madre inizio nuovamente ad implorarli……..

Mia madre: vi prego basta, non voglio, smettetela, vi supplicooo”.

Magazziniere: te lo dico in italiano allora, non capisci che per oggi sei solo la nostra troia e che quindi devi solo ubbidire? Stai buona altrimenti ci sono altre botte! Non ti basta che ti ho rotto il labbro? Ne vuoi ancora?

Detto questo le afferrò i capelli e tenendoli stretti iniziò a scuotere fortemente e velocemente la testa gridandole…..

Magazziniere: : “ta stari zitta grandissima troia e buttana ca un si avutru. Piezza i arrusa (tr.: stai zitta grandissima troia e puttana, lesbica)

Quindi passò a schiaffeggiarla con violenza finchè mia madre rimase in silenzio. A quel riprese a parlarle in modo volgare………

Magazziniere: amunì runami a lingua pezzi i vacca e cammarera (tr. forza dammi la lingua vacca e cameriera!

Detto questo, con mia madre consenziente, riprese a pomiciare con lei con tutti i santi crismi; intanto il collega anziano si abbassò i pantaloni e si voltò verso di lei, quindi si posizionò aiutandosi con le mani e senza pietà la penetrò; dalla posizione non riuscivo a vedere i particolari, tipo quanto lui era dotato e l’entrata del pene nella vagina, potevo solo vedere lui da dietro! quando iniziò a muoversi lì capii che aveva iniziato a violentarla! Mentre lui le infilava il cannolo nella vagina, mia madre esclamò

Mia madre: noooooooooo, non vogliooooo, nooooooooooo, abbiate pietààààà, noooooooo!”

Mentre procedeva la violenza, durante la monta, mia madre ad un tratto, inaspettatamente, cominciò a mugugnare, chiaro segno che, dopo una fase iniziale di repulsione, in cui la cosa non le piaceva affatto e dalla quale sarebbe voluta fuggire, adesso la cosa sotto sotto, probabilmente, iniziava a piacerle, altrimenti che senso avrebbe il mugugnare?! a quel punto non riuscii a resistere e mi infilai la mano tra le mutande afferrandomi il membro che da un bel po’ era in erezione ed iniziai a segarmi. Il collega anziano ritmicamente muoveva il bacino tra le gambe di mia madre ed ad ogni colpo di reni, il fallo dell’uomo le penetrava a fondo dentro la vagina dilatata, fino a sbattere contro l’utero e la forza trasmessa da ogni colpo di reni si trasmetteva al corpo di mia madre che sobbalzava in dietro secondo un ritmo sicuramente non lento, neanche veloce, ma certamente armonico e costante; ogni colpo di reni mia madre sobbalzava in dietro, le sue mammelle sobbalzavano anch’esse e anche la collana che portava al collo e gli orecchini del matrimonio sobbalzavano, in un gioco ritmico e simmetrico! Con le mani l’uomo le accarezzava tutto il corpo soffermandosi a palparle le tette; un paio di volte insalivate le mani con la propria saliva, le passava sulle tette di mia madre spalmandole di calda saliva! intanto il magazziniere, dopo avere smesso di schiaffeggiarla, si portò vicino al suo viso alla sua sinistra ed iniziò ad accarezzarle il viso e la bocca; poi estrasse un piccolo temperino e lo poggiò sulla sua faccia!

Magazziniere: chi è, stai guriennu ? uora viri ri fari zuoccu ti ricu iu senza parrari e viri ri farlu buonu” (tr.: stai godendo? adesso vedi di fare quello che dico senza fiatare e vedi di farlo bene);

L’uomo si sbottonò i pantaloni ed abbassate le mutande estrasse un enorme pene in erezione: una verga lunga circa venticinque centimetri dura e venosa, sormontata da un grosso glande; sotto uno scroto enorme e pelosissimo. L’uomo allora la prese per la nuca e l’avvicinò a se; mia madre si trovò così a tu per tu con quell’enorme fallo incredibilmente turgido e paonazzo; in un primo tempo istintivamente si ritrasse, ma quando i suoi occhi incrociarono quelli di lui, il desiderio di sfuggire svanì; lei vedeva a pochi centimetri dal suo viso quel bastone con quel grosso glande lucido e violaceo, caldo e pulsante, rigonfio di sangue; ne sentì l’odore intenso e nauseante; lui allora glielo passo sul viso, tra i capelli e sulle orecchie; glielo fece odorare ripetutamente quindi lo avvicinò alla bocca poggiandolo sulle sue labbra

Magazziniere: arrusa liccalu, asinnò ti spiecchiu” (tr.: lesbica leccalo altrimenti ti sfregio).

Mia madre impaurita, uscita la sua calda lingua, cominciò a fare il suo dovere: iniziò a leccargli il glande ripulendolo dal sottile strato di smegma che lo ricopriva e dal secreto prodotto a causa dell’eccitamento che gli fuoriusciva copioso dal meato uretrale, quindi passava la lingua ripetutamente e velocemente sul frenulo, quindi leccava con la lingua tutta in fuori l’asta per tutta la lunghezza dal basso all’alto e poi di nuovo in basso lungo tutta la superficie e poi ancora più in giù fino a succhiargli i testicoli; sembrava una vera professionista del sesso orale! Ad un tratto l’uomo il cui respiro era ormai un ansimare inquietante, la prese per la nuca e le poggio praticamente il membro sulla bocca…..

Magazziniere: amuninni sucalo” (tr.: dai praticami un rapporto orale)….

Lei, senza più alcuna resistenza o, allargate le labbra, lo accolse in bocca; l’uomo allora iniziò a muoverle la testa avanti e dietro in modo ritmico, prima lentamente e poi sempre più velocemente, stantuffandola a dovere; vedevo quell’enorme mazza di carne scomparire nella bocca di mia madre e ricomparire immediatamente dopo, secondo un ritmo frenetico; sentivo il rumore della suzione che diventava un frastuono da conato di vomito quando il glande le passava tra le tonsille schiacciandole l’ugola contro il velopendulo; intanto il collega anziano emanò un lamento intenso di piacere e venne eiaculandole dentro. Dopo circa dieci minuti che lavorava di bocca come una maiala, sentendo quell’enorme proboscide pulsare, non potendo usare le mani in quanto legata con le fascette, fece il gesto di ritrarsi ma, anticipata nell’intenzione, si sentì afferrare con violenza i capelli della nuca e si ritrovò costretta a muovere la testa molto più velocemente di prima: qualche istante dopo, mentre continuava a spolpargli l’uccello, l’uomo esplose con un grugnito di piacere e tenendola stretta a se per evitare che potesse allontanarsi all’ultimo momento, le eiaculò in bocca: una enorme quantità di sperma denso e caldo si riversò copiosamente dentro la bocca di mia madre sotto forma di fiotti abbondanti ad elevata pressione, che si susseguirono in rapida successione, uno dopo l’altro, per un tempo che sembrò interminabile………

Magazziniere: Ingoia, ingoia, brutta vacca

A quel punto accelerai il movimento della mano con la quale mi stavo segando e venni copiosamente dentro le mutande, bagnandole completamente; dicevamo, ah si che il magazziniere disse a mia madre di ingoiare e lei non potendo fare altrimenti, nonostante il profondo ribrezzo ubbidì prontamente e bevve il suo sperma; la quantità di sperma eiaculato dall’uomo era impensabile, ma tutto sommato commensurabile alle estreme dimensioni dei suoi testicoli; ad ogni fase esplosiva, la sua bocca veniva allagata da una quantità enorme di bianco seme che usciva dal pene dell’uomo e con eguale rapidità lo ingoiava, non prima naturalmente e con suo grande disgusto, di averlo assaporato per bene, percependone a pieno oltre al sapore di muschio, anche la densità, il calore e l’odore intenso; con quel mostruoso membro in bocca e nonostante il notevole impegno, non riuscì però ad inghiottire tutto; appena ingoiava lo sperma appena eiaculato, la bocca si riempiva di altro sperma dell’ondata successiva, con il risultato che lei cominciò a tossire ed il liquido cominciò a fuoriuscirle dalle labbra e dal naso. A quel punto l’uomo estrasse il suo membro dalla bocca e continuò ad eiacularle addosso in modo copioso: mia madre si sentì investita da un liquido abbondante e caldissimo e in pochi secondi si ritrovò tutta insozzata; lo sperma le aveva inondato le mammelle, il collo, la faccia, i capelli; persino gli orecchini e la collana di perle si ritrovarono immersi in quel liquido bianco ed appiccicoso. A quel punto fu il turno di quello che fino a quel momento era stato seduto, il collega giovane, si denudò, eslegò mia madre facendola mettere in posizione prona e fece cenno al magazziniere di tenerla ferma dalle mani, quindi iniziò delicatamente ad accarezzare le natiche di mia madre ed a baciarle delicatamente; le accarezzo la vulva da dietro, poi la schiena e le mammelle; quindi le prese la testa tra le mani e guardandola negli occhi, delicatamente le parlò…..

Collega giovane: io non sono come questi due, io sono un gentiluomo; stai serena, rilassati dai!

Detto questo iniziò a baciarla prima delicatamente sulle labbra poi alla francese ed a quanto potevo vedere lei lo assecondò, forse illusa che fosse un uomo diverso! dopo un po’ si staccò da lei e tornò alle sue spalle ricominciando ad accarezzarle le natiche. Continuo a parlare e mentre parlava strizzo l’occhio al magazziniere che capì……

Collega giovane: che bella pelle che hai gioia, che belle natiche, da puledra..

A quelle parole speranzose, mai madre con la voce tremula iniziò a parlare……

Mia madre: ti prego so che sei un uomo buono, aiutami, no ne posso più, lasciatemi stare! Vi siete divertiti abbastanza!

L’uomo continuò ad accarezzare le natiche di mia madre e poi all’improvviso mollo uno schiaffo fortissimo sulla natica destra poi uno sulla sinistra ed un altro ed un altro ancora, passo davanti a lei e presale per i capelli, prima le sputò in faccia dandole della puttana, quindi si portò dietro di lei e sempre tergo la penetrò con decisione nella vagina; si proprio così, con decisione, le infilò il cazzo nella fica ormai fradicia, rossissima, sporca di seme ed iniziò a violentarla, fottendola da tergo; dopo un po’, non contento, senza che fosse venuto, estrasse il membro dalla vagina ed iniziò a leccarle ed a succhiarle l’orifizio anale che, in mia madre è non più vergineo e abbastanza dilatato a causa dei vari cazzi che ha preso dietro e che permetteva alla lingua di entrare quasi tutta nel canale anale; subito dopo medio e indice di entrambe le mani scivolarono fino al buco del culo e, divaricatolo, lo tennero spalancato.
Mia madre ora capiva chiaramente che stava per essere sodomizzata; poco dopo infatti sentì l’enorme e dura cappella appoggiarsi allo sfintere; colta dal terrore tentò di divincolarsi, ma fu tutto inutile; l’uomo che la teneva la strinse forte ed un cazzo che le parve grosso all’inverosimile e duro come un pezzo di legno, le sfondò impietosamente il culo, penetrando rapidamente dentro il retto. Nonostante fosse un ano già usato per il coito, l’atto generò un fortissimo dolore; l’uomo ricominciò a violentarla muovendosi ritmicamente in lei, sbattendola sonoramente avanti e indietro. Poco dopo l’uomo venne
nel retto che si riempii. Estrasse la verga dal suo intestino e continuò ad eiacularle sulla schiena coprendola di calda e bianca sborra che subito le spalmò addosso.
Subito dopo, senza un attimo di sosta, mia madre, esausta, venne slegata e fatta posizionare sopra il magazziniere che intanto si era steso sul lettino supino; l’uomo, con decisione, le infilò il cazzo nella fica ormai fradicia, rossissima, sporca di seme e ridotta ad un porto di mare; mentre il maschio sotto di lei inizio a fotterla e contemporaneamente a palparle ed a succhiarle energicamente le tette. Il collega anziano si mise in piedi dietro di lei, piegò le gambe ed afferrò i glutei di mia madre, divaricandoglieli; iniziò quindi a leccarle ed a succhiarle l’orifizio anale e subito dopo le infilò la verga nel culo; due ora si muovevano contemporaneamente e mia madre travolta dalla loro foga e dai loro colpi frenetici, non capiva più nulla; adesso la sentivo mugugnare più intensamente e vedevo il suo caldo e voglioso corpo contorcersi dal piacere ma, purtroppo, il godimento non le veniva da me, ma era dovuto soltanto ai corpi assatanati di uomini che la stavano sfruttando a loro piacimento!
Sembrava una vera troia e d’altra parte troia lo era veramente, visto il suo passato e visto come stava mugugnando!

Mia madre: basta vi prego basta………

Il tempo scorreva veloce, ma i due maschi parevano instancabili e continuavano a scoparla con vigore. Il dolore proveniente dal culo era sempre fortissimo, ma gradatamente si riduceva, trasformandosi miracolosamente in godimento crescente, sempre più crescente; ad un tratto mia madre raggiunse l’orgasmo emettendo un gemito da vera cagna; poco dopo anche i due raggiunsero a loro volta contemporaneamente l’orgasmo, eiaculando copiosamente dentro i due orifizi di mia madre; nonostante ciò non si fermarono anzi, incredibilmente continuarono a chiavarla, senza mai toglierle le verghe dalla vagina e dal retto; Il terzo maschio intanto glielo mise in bocca iniziando a stantuffarla…… Incredibile soprattutto il numero di volte che eiacularono dentro di lei: orgasmo dopo orgasmo, fiotti caldi di sperma la stavano riempiendo.
A turno venne inculata a sangue e senza alcuna pietà, da tutti e tre gli uomini presenti. Mia madre fu violentata continuamente per tutta la notte.
Terminato lo stupro il collega giovane le parlò……

Collega giovane: ho visto mia bella collega che hai goduto; all’inizio facevi i capricci, ma poi hai visto che ti è piaciuto?

Magazziniere: minchia ti facisti scugnari u mussu! (tr.; mi ti sei fatta rompere il labbro!) .

A quel punto la fecero rivestire e la accompagnarono in camera!

La vidi entrare, distrutta, tumefatta, con i vestiti strappati e sporchi, in lacrime.

Mia madre: sono stata violentata, è stato terribile!

io: dai mamma, è stata solo una ragazzata, si è saputo in giro, una cosa scherzosa tra colleghi! Comunque io te lo dicevo di cambiare vita, che come facevi prima o poi ti cacciavi in un brutto guaio! Mamma che ti serva da esperienza, da oggi tu la troia la dovrei fare solo con me!

Lei non disse nulla. L’abbracciai e la portai sotto la doccia, per lavarla; era sporga e grondava di sperma dai suoi fori! Mi infilai anche io. Ero ancora eccitatissimo e ci provai…… lei non disse nulla, forse aveva capito e si concesse ancora una volta, comportandosi da maiala!

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5 thoughts on “A letto con mia madre – seconda parte

  1. peterpan55

    storia squallida, chi è questo mostro che vede la sua una donna, soprattutto se si tratta della madre ama, picchiata e violentata e rimane li impassibile solo per vendetta.

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