L’apparenza inganna.

L’apparenza inganna.

Mi chiamo Mario, ho trentadue anni e lavoro facendo consegne per una pasticceria molto grande. Siamo dodici persone e il mio lavoro si svolge prevalentemente al mattino presto. Da un po’ di tempo ho fatto la conoscenza di Giovanni. Un tipo allegro, molto solare, la persona perfetta per gestire un bar. Il suo locale si trova in una zona, non molto lontano dalla stazione ferroviaria centrale, un posto insomma dove passa un sacco di gente, di tutte le età, condizioni sociali e via dicendo. Dopo svariate battute e risate, una mattina abbiamo visto entrare un signore sulla sessantina, con al fianco una sventola di donna da non credere. Ci siamo dati un’occhiata d’intesa ed entrambi abbiamo spogliato la tipa con il solo sguardo. Era davvero bella e ne era consapevole, mentre noi abbiamo avuto l’impressione che l’intensione di lui era quella di volerla esibire. Nei giorni successivi, i nostri discorsi sono scivolati sul sesso. Mi ha fatto capire che, di donne di quel tipo, ne aveva avute diverse, ma ora era passato ad un genere diverso, senza specificare quale.
Il venerdì m’invita a fare una partita di calcetto con un gruppo di suoi amici ed accetto. La sera mi presento nel centro sportivo, dove conosco una decina di ragazzi, di cui alcuni di colore, molto simpatici, più o meno coetanei. Ci divertiamo un sacco; la serata scorre molto allegramente, poi, negli spogliatoi mi chiede se mi va di passare il resto della sera con loro per una pizza.

«Mi spiace, verrei volentieri, ma sono già le ventuno; io domani mattina mi sveglierò alle due per il lavoro; sarà per un’altra volta».

La mia risposta li lascia un poco delusi. Due giorni dopo, un lunedì mattina presto, stiamo sorseggiando un caffè nel suo bar, quando lui, inavvertitamente, sbatte un bicchiere che stava mettendo a posto, contro lo spigolo della macchina del caffè. Nell’urto, si ferisce un dito e ne esce subito molto sangue. Immediatamente lo aiuto con dei fazzolettini, poi andiamo insieme al bagno, per disinfettare la ferita e mettervi un cerotto. Durante la detersione con l’alcool, noto che due dita della mano ferita, sono rosse sulle unghie: le lavo convinto che sono sporche di sangue, invece mi rendo conto che si tratta di smalto, rimosso male. Anche lavando l’altra mano noto la stessa particolarità. Per un momento ci guardiamo in faccia senza dire nulla: entrambi abbiamo capito quello che c’era da capire, senza dire una parola. Tutto il resto della settimana non torniamo più sulla faccenda, anzi continuiamo a fare commenti sulla troietta che tutte le mattine viene ad esibirsi davanti a noi, con il vecchio che sbava nel vedere i nostri sessi gonfiarsi. Il venerdì mi rinnova l’invito per la partita, che io accetto. La sera ci troviamo solo in otto in campo, casualmente siamo quattro bianchi e altrettanto neri. La cosa si trasforma in una piccola sfida che noi vinciamo. Negli spogliatoi, mentre facciamo la doccia, noto una certa aria di tresca: noto parole sussurrate all’orecchio ed ammiccamenti che non capisco, poi, quando Tommaso, detto Tommy, il ragazzo di colore più grande e carismatico, s’infila nella doccia, Giuseppe mi si avvicina e mi rivolge una domanda, con tutti che mi guardano, in attesa della mia risposta.

«Domani sera è il suo compleanno, stiamo organizzando una festa con sorpresa, sei dei nostri?»

Annuisco affermativamente, tutti sorridono e lui mi fornisce l’indirizzo del luogo della festa.

«Credevo ci saremmo andati insieme».

Gli dico. Lui si gira, guarda gli altri e, ridendo, mi risponde in modo enigmatico.

«No, io arrivo dopo, con la sorpresa».

La sera dopo mi presento nel luogo dov’è la festa. Un piccolo appartamento della zona popolare. Entro e la cosa che subito mi colpisce è il fatto che siamo solo noi sette maschi, solo quelli della sera prima, niente donne. Saluto tutti e bevo qualcosa; Tommy è molto simpatico, allegro, è per lui la festa. Poi, ad un cenno convenuto, in due lo portano fuori dalla stanza dove siamo e, subito dopo, si apre il portone di casa e vedo entrare una figa pazzesca. Sono sorpreso e meravigliato allo stesso tempo: è Giuseppe, perfettamente vestito da donna! Saluta tutti ed essi gli vanno incontro, toccandola in ogni parte, poi lui si avvicina a me:

«Salve, bel maschione, mi chiamo Giusy: questi li ho conosciuti tutti a fondo, spero di fare altrettanto con te».

Mi parla quasi sfiorandomi le labbra. È incredibilmente sexy ed io ho una vistosa erezione, che suscita commenti favorevoli fra i presenti. Tutti si siedono, poi la porta si apre e torna Tommy, bendato e guidato da un amico, che lo immobilizza davanti a Giusy, che sta in ginocchio e, appena lui si ferma, lei gli apre i pantaloni ed estrae un cazzo che rispecchia appieno il luogo comune che vuole i ragazzi di colore molto dotati: lui è così, davvero MOLTO dotato! Immediatamente lui porta le mani sulla testa di lei, che comincia a leccare e succhiare quello che sta diventando un vero palo di carne, enorme; lo tiene fermo e gli infila il cazzo in bocca, fino in gola.

«Dai succhiami troia! umhumhuhmhuhmmmmm… che bocca meravigliosa».

La tiene ferma. La sta scopando in bocca. Il silenzio è rotto solo dal rumore del risucchio delle guance di Giusy. Mi sorprendo a toccare il mio pacco, che sta diventando anch’esso duro. Certo non avrò il cazzo di Tommy, ma con i miei venti centimetri, credo di essere nella media degli altri, che si sono spogliati e si stanno segando con gusto. Il ritmo è costante, lei succhia come una pazza, lui le infila sempre più il palo in gola, resto stupito dalla capacità orale di quella lei. Improvvisamente lui le pianta quasi tutto il cazzo in bocca; lei, immobile, sembra soffocare, è un attimo, eterno, lungo: lui fermo e lei che subisce l’infilata. Di colpo riprende il pompaggio, ma con un ritmo molto più veloce, ora è vicino all’orgasmo.

«Brava! succhia…SBORRO!»

Immobile, le tiene la testa ferma. Con il glande enorme, appoggiato alle labbra, le scarica in bocca un fiume di liquido, che lei, a mala pena, riesce a contenere e deglutire. Un lungo applauso completa il gioco. Tommy si toglie la benda, la guarda, la solleva afferrandola per le braccia, la bacia in bocca: è il segnale! Immediatamente tutti le si fanno intorno, la toccano, la spogliano, mentre io resto immobile, stupito e molto eccitato. Lei si inginocchia su di una poltrona, il culo aperto e ben lubrificato dalla bocca di alcuni che lo leccano e ci sputano, mentre lei succhia tutti i cazzi che le vengono messi davanti al viso; si volta, mi guarda e mi invita ad avvicinarmi.

«Non esser timido, voglio succhiare anche il tuo».

Poco dopo sono nudo e le infilo il mio cazzo tutto in gola. Stupenda! Mi sento risucchiare tutta l’asta in quella bocca. È tremenda, mai provato una bocca così vorace. Improvvisamente ci ritroviamo, io e Tommy, ad offrirle i nostri membri; lei sorride, mi guarda in viso e poi, cerca di infilarseli insieme in bocca. Stretto fra le mandibole che credo rischino di slogarsi, ci riesce e mi sento incredibilmente vicino all’orgasmo; lei se ne rende conto, sfila l’altro e ingoia il mio, è troppo vengo! Esplodo letteralmente nella sua gola. Lo sento spingere il mio cazzo direttamente in fondo. Mi risucchia muovendo la testa avanti e indietro, è incredibile, mai provato nulla del genere, e non è che sia la prima volta che un trav me lo succhia; qui c’ è veramente la passione per il cazzo in bocca! Mi sfilo e vengo immediatamente rimpiazzato da un altro cazzo, mentre Tommy si posiziona dietro di lei.

«Adesso ti spacco il culo, troia, vacca e baldracca sfondata! Sentirai come te lo apro, ti squarto vacca!»

Appoggia la grossa cappella al suo sfintere che, per qualche attimo sembra voler resistere, poi di colpo si apre e lei grida.

«…Aaahhhhiiiii Piano! Mi sfondi, sei un toro! Sei meraviglioso! Sono la tua vacca».

L’afferra per i fianchi e affonda tutto il palo in quel culo che si apre al passaggio di così tanta potenza. Lei allunga la mano e mi fa avvicinare, si rimette il mio cazzo in bocca e mi succhia a morte! Mi sincronizzo con Tommy che la pompa lentamente, quando lui esce, io entro e viceversa. I gemiti di piacere risuonano nella stanza; tutti si masturbano aspettando il loro turno nella bocca di Giusy. Tommy, la sbatte per un bel po’, poi si sfila e lascia il posto ad un altro, che l’infila e comincia a pompare velocemente. Poco dopo, le sborra nel culo, urlando.

«ECCOMI! Sborro! Sì, ti schizzo in culo, troia».

Si sfila e subito viene sostituito da un altro, che entra e pompa energicamente, al punto che anche lui raggiunge presto l’orgasmo. Tommy si avvicina a me, mi indica di farmi da parte, cosa che faccio subito. Ci sediamo sul divano, mentre, a turno, gli altri la scopano con forza e le sborrano dentro o si fanno fare un bel bocchino con gusto.

«Non è la prima volta che ti godi un trav, vero?»

Mi chiede Tommy mentre si sega il grosso palo e guarda il mio, molto interessato.

«No, ho avuto anche altre esperienze, in fondo mio piace il sesso, che sia un maschio o femmina a succhiarmi l’uccello, non mi importa nulla, basta godere».

Gli rispondo. Si abbassa e s’infila il mio cazzo in bocca. Mi succhia piano, lo lecca, più che succhiarlo, poi mi sorride e smette di leccare.

«Questa sera voglio spaccare questa troia, mi dai una mano? Gli voglio mettere i nostri cazzi in culo insieme».

Annuisco ed attendiamo, segandoci a vicenda, che tutti abbiano sborrato in culo a Giusy, poi mi porto dietro e infilo il mio cazzo nel buco oscenamente dilatato. Lei si gira, ed io l’afferro per i fianchi: mi siedo facendole alzare le gambe, che vengono sorrette da due amici. Tommy si avvicina e l’infila la cappella nel buco, che però è reso troppo viscido dalla sborra che cola; infine ci riesce. Sento il mio schiacciato nel culo di lei, che urla di dolore e piacere.

«Aaaahhhhiiiiiii! Piano! No! Aaaaahhhiii! Mi slargate il culo, no! Che porci! Sì è bellissimo! Vi sento dentro tutti e due».

Ci fermiamo un attimo, immobili. Io non posso fare grandi movimenti, mentre Tommy comincia un va e vieni da infarto; Giusy urla di piacere e ci incita.

«Ora! Godo. Godo! Vengo!»

Effettivamente gode. Senza che nessuno la/lo tocchi, dal suo cazzo esce un fiume di sborra. Resto ancora stupito dalle dimensioni considerevoli dell’attrezzo di Tommy, che ora spruzza seme a non finire. Arriviamo quasi insieme all’orgasmo. Tommy prima di me. Urla e sfila il cazzo che spruzza liquidi su di lei che lo invita a darglielo in bocca. Io resisto un poco, poi io pure schizzo.

«Vacca, senti anche la mia di sborra!»

Lo estraggo e gli ricopro il viso. La serata finisce molto tardi. Gli abbiamo schizzato addosso, in culo ed in bocca, ogni goccia del nostro piacere, che lei ha succhiato e leccato. Il lunedì ci ritroviamo, come sempre, al suo bar. Ho cambiato il mio giro per avere un po’ più di tempo, per stare con lui. Sorseggiando un caffè gli chiedo come si arriva a essere trav. Mi sorride, e la sua risposta mi lascia stupito. Lo guardo senza capire.

«Per amore. Due anni fa, da quella porta entrò la più bella ragazza che avessi mai visto. Anita, questo è il suo nome, mi è entrata subito nel sangue».

Parla mostrandomi la foto di una fica da urlo!

«Ci son voluti tre mesi di paziente corteggiamento per invitarla una sera a cena da me. Una serata indimenticabile. Dopo cena, seduti sul divano, io l’ho baciata. Lei ha risposto al mio bacio e poi mi ha fermato e mi ha guardato dritto negli occhi.»
«Ti prego, fermati, non voglio perdere un amico che amo, ma io non sono quella che tu credi».

Ha detto con un velo di tristezza nello sguardo.
L’ho baciata di nuovo, aggiungendo:

«Le mie parole sono sincere. Ti amo e non mi frega nulla di chi sei o che fai o hai fatto, io ti voglio».

Lei mi ha aperto i pantaloni, mi ha tirato fuori il cazzo durissimo, l’ha preso in bocca ed ha incominciato a succhiarlo, poi, mentre stavo godendo ha smesso e mi ha fatto una domanda, fissandomi negli occhi:

«Ti piace vero? E se a succhiartelo non fosse una donna? Ti piacerebbe lo stesso?»

Gli ho sorriso, l’ho attirata a me e baciata, e le ho risposto stringendola a me:

«Ti voglio, qualunque cosa tu sia!»

Da quella sera, la mia vita è diventata un misto fra inferno e paradiso. Quella notte l’ho amata, posseduta e ho goduto del suo corpo facendolo diventare la mia droga, senza poterne più far a meno.
Ho avuto anche per la prima volta un cazzo in bocca e nel culo, il suo. Mi ha posseduto e sborrato in gola, facendomi conoscere il piacere della sborra in bocca. Mi ha insegnato lei il piacere di diventare trav, ed ora è andata a casa sua, al funerale di sua madre, in Brasile. Fra un mese torna e allora te la farò conoscere; gli ho parlato di te e lei si è subito incuriosita. Sa tutto quello che faccio, sia normalmente che da trav. Mi fa impazzire il suo corpo e tu le piacerai di sicuro, come sei piaciuto me».

Bevo il caffè, saluto e finisco il mio giro, ma la mia mente conta i giorni che mancano al ritorno di Anita: il mio cazzo, al solo pensiero di quel corpo, diventa di marmo.

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