SESSO PELLE E STIVALI – IN TRENO

SESSO PELLE E STIVALI – IN TRENO

Parto da Milano per Roma, per una consulenza importante ad un amico. Gli incontri vanno bene e concludiamo l’affare già nel pomeriggio, allora decido di partire la sera stessa per tornare dalla mia Valeria, che sicuramente mi aspetterà tutta inguainata in pelle e stivali per una delle nostre notti di sesso fetish. Il mio amico, che sa dei miei gusti e scorribande sessuali, prova a trattenermi, mi dice: “ma come ! ti ho prenotato un ottimo albergo, dai rimani, ne vedrai delle belle … “Io resisto e gli dico che preferisco partire con l’ultimo treno, anche a costo di arrivare a notte fonda. Lui sconsolato, ma con aria furbetta mi dice: “va bene, dico alla mia segretaria di spostarti il treno da domani all’ultimo di stasera e io vado a fare un paio di telefonate”. Dopo una buona cena mi accompagna fin dentro al vagone e con aria furbetta mi dice: “per farti stare più comodo ti ho prenotato un salottino sul freccia rossa, vedrai che starai comodissimo …”, non contento, prima di scendere, confabula con il capotreno e gli allunga una mancia. Mi accomodo nel salottino tutto per me, convinto di potermi fare una dormitina, in vista di una notte di veglia sessuale con Valeria. Dopo che il treno è partito, la porta del salottino si apre ed entra una gnocca mostruosa, con lunghi capelli neri, occhi verdi e labbra sensuali, alta un metro e ottanta, con due bocce stupende (una quarta direi), ma soprattutto vestita elegantemente in pelle !!! Ha uno spolverino di nappa morbida colo tabacco lungo fino ai piedi, sotto una gonna di pelle nera con spacco vertiginoso, da cui intravedo gli stivali neri, sono alti ben sopra al ginocchio, modello slouchy come vanno quest’anno (che vorrebbe dire flosci, ma slouchy è molto più elegante !), ha una giacca doppio petto longhette di morbida pelle verde, che contiene a stento il suo abbondante decoltè con solo due bottoni al centro e indossa un paio di lunghi guanti anch’essi di pelle verde con una fila di bottoncini, che coprono tutto l’avambraccio. Mentre sono lì imbambolato, lei tira dentro il suo trolley e mi guarda dicendo con una voce moooolto sensuale: “mi aiuti a metterlo su ?”. Eseguo sempre imbambolato e lei ne approfitta per strusciare tutta quella pelle profumata sul mio corpo, prima di sedersi accavallando provocatoriamente le gambe stivalatissime, che fuoriescono dallo spacco sino a far vedere il bordo ricamato delle autoreggenti. Non riesco ancora a dire nulla, allora la bella mora mi dice ammiccante: “ciao Andrea, io sono Monica, la escort che il tuo amico Attilio aveva prenotato per stanotte, ma tu non sei voluto rimanere …; così, visto che comunque devo raggiungere a Roma una collega, che mi ospiterà per un paio di settimane, ho preso il treno con te. Spero di aver azzeccato l’outfit, Attilio mi dice che sei un fanatico per la pelle …” In quel momento passa il capotreno a controllare i biglietti, tira giù le tendine del salottino e andando via ci dice: “siete gli unici passeggeri su questo vagone e nessuno vi disturberà più fino a Milano … Buon viaggio.” Monica senza aggiungere una parola, slaccia i due bottoni del doppio petto facendo schizzare fuori il suo doppiopetto, nudo, splendido, sodo e con due capezzoli duri; non si toglie altro ma si china su di me impossessandosi della mia lingua per un lungo e voluttuoso bacio profondo, mentre la mano inguantata controlla la consistenza del pacco (ovviamente già bello duro !). Mi sfila la giacca, slaccia cravatta e camicia, cintura e patta dei pantaloni, sale con un ginocchio stivalato sul sedile e comincia a strusciarmi addosso tutto quel ben di dio. Mi sussurrà in un orecchio, alternando piccole leccatine: “da porcone, che abbiamo solo tre oreeee, dobbiamo darci da fareeee …” Lei è a cavalcioni su di me, la gonna tirata su struscia sul mio arnese imbizzarrito, mentre la mano guantata lo ha afferrato e tirato fuori, io sono stregato dal suo profumo e dal profumo della pelle che indossa, non si è neanche tolta lo spolverino. Monica mi sussurra ancora: “adesso prendo il tuo cazzone tra le labbra e ti spompino come nessuna ha mai fatto, ma non venire subito, che voglio godermelo in fica e in culoooo … guarda il mio culetto, non ti piacerebbe trapanarlo con questo paletto duro che ti ritrovi ? Non ti farò sborrare finchè lo dico io e dove dico io …” Detto fatto si inginocchia per terra e ingoia di un sol colpo tutta la mia asta, fino alle palle, sbrodolando e stringendolo col guanto verde, lavora magistralmente di labbra, di lingua e di mano: pompa e succhia come una vera maestra; è davvero difficile non sborrarle subito in bocca e su quella faccetta angelica e perversa, ma Lei al momento giusto stringe forte la base dell’asta col guanto; poi prende un lembo dello spolverino lungo e lo avvolge lungo il mio cazzone, masturbando e ciucciando il glande che emerge dalla morbida pelle, dà colpetti di lingua sulla cappella e il suo buchino, poi si alza per imprigionare il bastone duro tra le sue tettone, stingendo con guanti e giacca di pelle e muovendosi in una perfetta spagnola. In preda alla foia le grido: “basta Monica, non ce la faccio più, tirati su che ti voglio sfondare la fica, voglio ficcartelo dentro fino all’utero e sbatterti per bene …” Lei sorniona e consapevole del suo fascino si distende a schiena in giù sul divano del salottino e si scosci tutta, pur rimanendo voluttuosamente avvolta in tutta quella pelle del suo abbigliamento; allarga gli stivali che – fedeli al loro nome – sono calati morbidamente sulla gamba, con una mano guantata si masturba in quella oscena posizione, mentre l’altra la porta alla bocca per succhiare un dito mentre si carezza la bocca. Sto per buttarmi addosso a tanto ben di dio, ma lei mi respinge col piede stivalato dicendo: “fammi vedere qualcosa di speciale, sono tutti capaci di andare su e giù in questa fregna, da te voglio di più …” Non mi par vero di poter mostrare a questa strafica un po’ del mio repertorio leather fetish, quindi afferro lo stivale con cui mi tiene lontano e lo sfilo dalla gamba, arrotolo per lungo l’estremità superiore e la punto alle sue grandi labbra rosa, tra cui si intravede il bottoncino; lo stivale morbido di suo, affonda nella fica, già bagnata di suo ed io comincio a scoparla con lo stivalone, infilandone almeno venti centimetri in un su e giù ininterrotto. Monica butta la testa indietro e comincia a mugolare e godere, senza spostare la sua mano guantata dalla clitoride dritta e infiammata dal piacere; mugola dicendo oscenità : “ahhhhh che cazzone di pelle morbida, non ne avevo mai preso uno così morbido e luuuuungoo, mi stai sfondando tutta, continua a scoparmi e leccami i capezzoli, ciucciali …” ma in quel momento sto aggiungendo la mia lingua sulla sua fichetta aperta e dolce, leccandole stivale e guanto, prendendo tra le labbra e la sua clito dura, che squirta in abbondanza, tanto da costringermi a leccare la sua sbroda dallo stivale sempre più infilato e profumato di pelle e orgasmo. Finito di leccare mi occupo delle sue tette, come richiesto, poi la giro, facendola mettere a quattro zampe e senza trogliere lo stivale dalla fica, sollevo lo spolverino per scoprire il suo culetto d’oro, affido a lei lo stantuffo di pelle per la fica e le spingo il glande grosso e rosso di voglia nel piccolo fiore del suo sfintere. Monica è in estasi e mi incita ad incularla, senza voler togliere lo stivale dalla fica, che anzi agita con veemenza. Non mi faccio pregare e dopo il glande, procedo con tutta l’asta tosta, fino ad appoggiare le mie palle bagnate sulla pelle dello spolverino color tabacco, mi chino su di lei e mi aggrappo alle poppe attraverso alla pelle della giacca, strizzo le tette e spingo forte il cazzo nel suo culo, per poi ritirarlo fuori fino alla punta del glande e riprecipitarlo nell’anfratto umido e stretto. Monica urla: “siiiiiiiii porcone, che cazzo duro in culo, che cazzo di pelle in fica, sto godeeenndooooo, sfiondami, sbattilo fino in fondo al culo, voglio sentire anche i tuoi coglioni sulla fica, scopami tutta, spingi, inculamiiiiii …”. Sento lo sfintere che si contrae e rilascia al ritmo delle pie pompate profonde; prima di sborrarle dentro lo sfilo di colpo sentendo il suo rantolo per il culo aperto e vuoto, ma senza farle riprendere fiato, lo infilo subito nella sua fica ingombra di pelle, facendolo scivolare sullo stivale morbido, Monica: “ohhhh, porca troia, mi stai spanando la fica dopo avermi rotto il culoooo, sei un demonio, ma continuaaaa, scopamiiiii”. Dopo parecchie spinte mi sfilo e crollo seduto, Monica si stura la fica dallo stivale e comincia a spompinarlo, leccando il suo squirt abbondante e tirando fuori la lingua, poi mi incita: “ora devi sborrarmi addosso tutta la tua foia, voglio che mi riempi la faccia e la pelle che indosso di sborra calda, voglio poterla leccare tutta dalla pelle che mi veste, sborrami sullo stivale che sto spompinando, inondami tutta !” Così faccio, schizzando fiotti lunghi e densi di sperma, sulla faccia e lo stivale imboccato, sulle telle e sullo spolverino di pelle, Monica è raggiante : “Non avevo mai fatto sborrare così tanto qualcuno ! poi è buona e sa di cuoio e pelle come i mie vestiti sudati ..” Ci ricomponiamo, anche perché Milano si avvicina, parliamo un po’ delle sue passioni e delle mie, le racconto delle orgette con Valeria e le altre; Monica sembra intrigata. Arrivati alla stazione centrale, Le dico che ho la macchina nel garage e se vuole la accompagno dalla sua “amica”, Lei come una gattona che fa le fusa, mi dice: “Si dai, così di faccio conoscere Micol … è brava e bella come me, ma rossa di capelli … e di pelo …” Le dico che non salgo, ma che vorrei prenotare una serata con Lei, Micol, portando anche valeria e forse una nostra amica camerounense … Arrivati sotto casa della collega Monica vuole farmi un ultimo pompino masturbandomi con la mano inguantata di pelle verde …. Poi mi bacia in bocca, trasferendo la sborra che immancabilmente mi ha estratto. Ci vediamo molto presto !!! Franco Novembre 2, 2020 at 2:44 pm Faccio il capotreno e una volta, di notte, mi è capitato di vedere una coppia scopare come se non ci fosse un domani. Il treno regionale era praticamente vuoto, essendo passata da tempo l’ora dei pendolari, la carrozza era semi al buio per il solito guasto elettrico, la coppia, giovane, era appartata in uno spazio a quattro poltrone; non mi hanno sentito arrivare ed io sono rimasto fermo ed in silenzio a guardarli. Lei indossava un trench chiaro, sotto il quale si intravedeva una minigonna di pelle tirata su fino alla vita, calzava degli stivali alti e larghi, simili a quelli descritti da Stivalero addosso alla escort del racconto; dal trench fuoriuscivano delle grandi tette snudate, coi capezzoli dritti. Lui la montava da davanti, scopandola energicamente e baciandogli bocca e seno; dava forti colpi di maglio, sbattendola contro lo schienale del sedile, mentre lei gli cingeva i fianchi con gli stivaloni e godeva ad ogni affondo. La scena andava avanti da un bel po’, quando lui l’ha sollevata, girata di schiena in ginocchio sul sedile, le ha scostato i lembi del trench e se l’è inculata con un colpo solo, penetrandole il culetto fino alle palle, Lei ha urlato e ansimato continuando a godere visibilmente. Dopo diversi altri minuti di inculata potente lui ha tirato fuori l’uccello e le ha sborrato sugli stivali. Stavo per intervenire, per vedere se c’era qualcosa anche per me, ma lei si è girata ad ha preso in bocca l’uccello; così facendo, mentre lui mi volgeva la schiena, mi ha visto con la coda dell’occhio, ma ha continuato a pomparlo di bocca, con fare voluttuoso e continuando a fissarmi. Ho preferito ritirarmi e sono andato nello scompartimento da dove venivo, dove c’è la nostra postazione; dopo qualche minuto è arrivata la ragazza, è entrata senza una parola, si è sfilata uno stivale, mi ha tirato fuori il cazzo e lo ha segato con la pelle dello stivale fino a farmi sborrare dentro quella morsa di pelle morbida, ha leccato la mia sborra dalla pelle, si è rinfilata lo stivale e sempre senza dire una parola, mi ha lanciato un bacetto in punta di labbra, mentre ancora aveva un po’ di sborra che colava dall’angolo. Ho sperato di rincontrare la coppia, ma sul mio treno non li ho più rivisti … peccato !

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