Sesso con la vicina

Sesso con la vicina

Sono Ivan, ho 21 anni, sono un ragazzo normale, capelli castani, occhi scuri, fisino normale, mi tengo in forma ma non sono un palestrato. Vivo al terzo piano di una palazzina e sul nostro stesso pianerottolo abita Marina, una signora di 38 anni, divorziata. Marina mi fa sesso solo a vederla, è alta più o meno come me, ha due belle tette che credo siano della quarta misura ed anche un bel culo, senza un filo di pancia. Il coglione del suo ex marito è scappato con la segretaria e lei vive sola. Sono molti anni che viviamo qua e Marina è ormai un’amica di famiglia, capita spesso che sia qua in compagnia dei miei genitori a prendere una tazza di caffè o che mia mamma vada a trovarla.
Mi arrapava molto ma non potevo fare niente perché se fosse successo qualcosa c’avrei fatto una pessima figura anche con i miei. Però era da un po’ di tempo che ogni tanto vedevo qualcosa di diverso nel suo sguardo quando mi guardava…
Un sabato pomeriggio ero al PC che dovevo inviare una email e poi mi sarei gettato tra i siti porno, tanto ero a casa da solo.
Suonano il campanello del pianerottolo, scocciato vado a vedere chi è, sicuramente qualcuno avrà lasciato il portone aperto e sarà entrato un rapprensentante di qualche aspirapolvere… Apro il portoncino e mi trovo di fronte Marina vestita con un vestitino intero che le lasciava scoperte le spalle e le arrivava a metà coscia. Che figa che è! Mi guarda e mi chiede “sto mettendo su le tende ma non ce la faccio da sola, mi verresti a dare una mano perpiacere?”
Le rispondo “mi dai solo 2 minuti? Stavo inviando una email importante ma ho praticamente finito, arrivo subito”
Ringraziandomi è rientrata in casa sua.
Io ero vestito con una maglietta a maniche corte ed un paio di pantaloncini di quelli da calciatore, molto vorti e con l’apertura delle gambe molto larga, praticamente se guardi da sotto vedi tranquillamente le mutande.
Mi è venuta un’idea, non so che mi è preso, mi tolgo i pantaloncini, mi tolgo le mutande e mi rimettoi pantaloncini. Vado da Marina e mi porta in cucina dicendomi “devo appendere queste tende che ho appena lavato ma sono grandi e alte e non ce la faccio da sola”
Afferro la scala e le dico “non ti preoccupare, la sorreggo io!”
Lei mi guarda, poi guarda il suo vestito e mi dice “forse non è il caso che salga io…”
Io “ops, hai ragione, non ci avevo fatto caso al vestito. Non fa nulla, salgo io, tu mi sorreggi la scala!”. Bene, era dove volevo arrivare! Adesso dovevo stare calmo perché se l’uccello mi fosse diventato duro prima del momento giusto avrei solo fatto una figura di merda.
Afferro la tenda e salgo la scala. Quando arrivo sopra metto un piede sullo scalino più in alto ed uno su quello sotto tenendo le gambe un po’ aperte così ero sicuro che dalla sua prospettiva avrebbe visto tutto.
Inizio ad attaccarla e senza guardarla le chiedo “Va bene così? Sto facendo giusto?”
Marina “ehm… si… ah si, si si va bene”
Si era distratta, sicuramente guardandomi l’uccello, bene!
Dopo qualche gancetto mi giro quasi di scatto ma facendolo nella maniera più naturale possibile dicendole “Tutto bene? Non ho grandi esperienze di questi lavori…”. Quando arrivo a vederle il viso mi accorgo che sta guardando tra le mie gambe ma poi si gira di scatto sperando di non essere vista.
Marina “si stai facendo un bel lavoro” era rossa in viso.
Adesso volevo provocarla “dalla tua prospettiva vedi bene? Dimmi se va bene!”
Marina “si dalla mia prospettiva direi che è tutto a posto…”
Il mio uccello si sentiva chiamato in causa ed iniziava ad indurirsi.
Dovevo spostare la scala, ho iniziato a scendere, quando sono stato giù ho guardato Marina che ha incrociato il mio sguardo ma non l’ha mantenuto, era un po’ rossa…
Ho spostato la scala e sono risalito. Sui miei pantaloni c’era un bozzo molto evidente. Sono salito ed ho ripreso il mio lavoro. Ad un tratto l’ho guardata, stava guardando la fessura dei miei pantaloncini, poi mi ha alzato lo sguardo ed i nostri occhi si sono incrociati. Si è sentita beccata, ha girato lo sguardo ed è diventata rossa.
Io “tutto bene? Mi sembri accaldata”
Marina si gira verso di me e mi guardandomi mi dice “forse è meglio che scendi”
Inizio a scendere, lei sta sorreggendo la scala, è di fianco rispetto a me. Quando sono con il bacino all’altezza della sua testa sento una mano che penetra i miei pantaloncini dalla fessura della gamba e prima mi carezza le palle per poi salire e andare ad impugnare il cazzo che ormai era durissimo.
Io “os siiii Marina, da quanto sognavo questo momento!”
Marina ha estratto la mano, si è portata dietro di me e mi ha tirato giù i pantaloncini. Ha iniziato a darmi dei bacetti sulle natiche abbassandosi sembre più verso il centro, arrivando a leccarmi le palle da dietro.
Io “oohhh si, fammi scendere che adesso ci divertiamo!”
Sono sceso, le ho messo le mani sui fianchi ed ho iniziato a baciarla palpandole il culo, poi afferrandole il vestito ai lati e tirandolo su fino a sfilarglielo.
Che corpo! Aveva delle mutandine ed un reggiseno bianchi di pizzo. Continuando a baciarla le ho sganciato il reggiseno e gliel’ho sgilato dalle braccia poi mi sono staccato da lei lasciandolo cadere e vedendo un paio di tette meravigliose! Mi sono chinato ed ho iniziato a baciargliele e succhiargliele. L’ho spinta fin davanti il divano, le ho sfilato le mutande e l’ho fatta sedere, le ho alzato le gambe sopra le mie spalle e mi sono tuffato in una fighetta completamente depilata e già tutta bagnata.
Fin che gliela leccavo ansimava come una matta, mi prendeva la testa e me la schiacciava sempre di più sulla sua figa.
Ansimava sempre più forte fin che l’ho sentita vibrare ed è venuta emettendo dei gridolini di goduria.
Mi sono alzato ed ho iniziato a baciarla facendole sentire il gusto dei suoi umori.
Marina “siediti, ora mi voglio occupare di te!”
Mi sono seduto sul divano, lei si è messa inginocchiata di fronte ed ha iniziato a leccarmelo tutto, a leccarmi le palle, poi se l’è messo in bocca andando su e giù e accarezzandomi le palle. Era fantastica, nessuna mai mi aveva fatto un pompino del genere! Sentivo che non mancava tanto, l’ho avvertita e lei ha proseguito come se niente fosse, me lo succhiava, faceva roteare la sua lingua attorno alla mia cappella, era incredibile, fin che sono venuto nella sua bocca. Lei ha ingoiato tutto e mi ha pulito per bene il cazzo con la lingua. Poi si è avvicinata per baciarmi ma a me proprio non va di sentire il mio sperma così l’ho presa e l’ho fatta stendere a pancia in giù sul divano, ho iniziato a baciarle le natiche, poi ho iniziato a leccargliele, con le mani gliele aprivo e la leccavo sul buco del culo. Lei mugolava e mi diceva di continuare che le piaceva. Il mio cazzo era di nuovo durissimo. Adesso avevo una gran voglia di scoparla!
L’ho fatta mettere a pecorina e l’ho penetrata in figa, era caldissima, era fantastica. Le davo colpi sempre più possenti e lei godeva sempre di più. Poi l’ho fatta virare di schiena, mi sono messo le sue gambe sulle mie spalle e l’ho penetrata così. Ad ogni affondo la alzavo con il bacino. Era bellissimo ma dopo un po’ ho sentito che non mancava molto. Gliel’ho detto, mi sono sfilato e non ho potuto resistere a quelle tette, gliel’ho messo in mezzo, lei premendo le tette dai lati me l’ha tenuto ben saldo ed io ho iniziato a muoverlo. Ad ogni affondo arrivavo vicino alla sua bocca e trovavo la sua lingua a leccarmi.
Non ho più resistito e sono venuto inondandole il mento di sperma.
Da quella volta, ogni volta che non ci sono i miei genitori non manco di andare a trovare la mia vicina Marina.

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