Prima volta con un grosso cazzone nero

Prima volta con un grosso cazzone nero

Ero sempre stata una frana con gli uomini. Non so per quale motivo, ma non riuscivo mai ad innamorarmi, vedevo loro soltanto come un oggetto sessuale. Li conoscevo, ci frequentavamo, scopavamo ma dopo un po’ sentivo il bisogno di evadere. La mia vita girava tutto intorno al sesso, ero sempre eccitata, facevo mille pensieri sugli uomini e su come dovevano prendermi. Non riuscivo mai a trovare una persona che mi facesse godere realmente ed è per questo che forse sentivo il bisogno di vivere sempre emozioni nuove. Quasi per caso però, un giorno mi accadde un episodio strano. Lavoravo come segretaria in un ufficio che distava 20 km dalla mia casa e ogni giorno dovevo percorrere la stessa strada per recarmi al luogo del lavoro. Era una statale molto trafficata e soprattutto piena di semafori, alla quale sostavano quei lavavetri arroganti che per quattro spiccioli pretendevano di poter lavarti il parabrezza o darti un pacchettino di fazzoletti. Non ci avevo mai dato tanto peso alla questione, a volte decidevo di fare un’opera buona donandogli qualche centesimo mentre a volte lasciavo stare. Una mattina invece, tutto fu diverso. Ad un semaforo rosso mentre ero in attesa di ripartire, si avvicinò un ragazzo di colore, alto e fisico scultoreo che voleva lavarmi il parabrezza. Mi colpì da subito la sua gentilezza che ebbe nei miei confronti e così accettai di farmi pulire il vetro. Pensai tutto il giorno a quel ragazzo, non so perché ma avevo una gran voglia di farmelo. Non ero mai stata con un ragazzo di colore e volevo seriamente provare questa nuova emozione. Così da quel momento tutti i giorni speravo che quel semaforo diventasse rosso per potermi fermare con la speranza di far avvicinare con qualunque scusa quel ragazzo che scoprìì essereanche simpatico tanto che dopo un po’ si istaurò tra di noi un legame stretto, come se ci si conosceva da un pezzo! Lui aveva sicuramente una bontà e una gentilezza unica ma non solo. Dovevo soltanto trovare uno stratagemma per potermi far scopare da quel ragazzo. Così decisi di dimostrarmi molto gentile con lui, gli donavo spesso qualche euro e quando andavo a fare la spesa gli acquistavo qualcosina che gli regalavo. Addirittura compravo degli indumenti maschili per donarli a lui che era sempre più felice e non sapeva come ringraziarmi sentendosi quasi in imbarazzo. Restava però da trovare una scusa per portarmelo a casa e fottermelo! Un giorno allora mentre ero in attesa al semaforo, lui si avvicinò con quel sorriso sulle labbra di chi mi vedeva con estremo piacere e gli dissi di dover fare dei lavoretti a casa e gli chiesi se lui era disposto ad aiutarmi. Gli dissi che dovevo spostare dei mobili e che vivendo da sola mi serviva la mano di qualcuno. Il ragazzo si dimostrò molto felice di questa cosa, forse era anche un modo per sdebitarsi con me dopo tutte le cose che gli avevo donato e gli diedi appuntamento al giorno dopo. Gli dissi che sarei passata dopo pranzo mentre stavo per ritornare a casa. Ero molto entusiasta del fatto che lui aveva accettato volentieri e che il mio piano stava per funzionare. Il mattino seguente andai al lavoro con la testa distratta da quello che sarebbe potuto succedere la sera. Fortunatamente la giornata volò e io rapidamente mi misi in macchina verso casa. Non vedevo l’ora di giungere a quel semaforo. Dopo 10 minuti di auto, arrivai al punto in cui c’era lui ad attendermi, mi riconobbe da lontano ed appena mi avvicinai e mi fece segno con la mano per indicarsi. Lo feci salire e nel tragitto verso casa parlammo molto soprattutto della sua storia. Si chiamava Ibrahim ed era un ragazzo nigeriano scappato dalla sua terra per colpa di una sanguinosa guerra civile. Mi colpì molto la sua storia, ma io non facevo altro che ammirare le sue braccia possenti quasi da culturista. Giungemmo a casa e gli offrìì un drink per distendere i nervi della situazione. Poi ci trasferimmo nell’altra stanza e gli indicai ciò che si doveva spostare. Così lui subito si mise al lavoro. Aveva una forza sovraumana e quei suoi muscoli che si contraevano mi avevano già fatta leggermente eccitare. Stava per terminare il suo lavoro ma mi accorsi che era sudato fradicio. “Vai in bagno, lavati un attimo sei sudatissimo” gli dissi. Lui timidamente non accettò poi sotto la mia insistenza si recò in bagno. Io per coinvolgerlo, nel frattempo che lui era in bagno, mi spogliai ed indossai un vestitino di pizzo molto sexy molto provocante ed infatti iniziò a guardarmi con occhi diversi. Con la scusa di portargli l’asciugamano, bussai alla porta della stanza ed entrai. Aveva un fisico scultoreo, sembrava un bronzo di riace. Perfetto, addominali evidenti, dei pettorali enormi. “Sei la perfezione, chissà se sei perfetto anche sotto” gli dissi schiettamente mentre mi avvicinai a lui e le misi una mano sul pacco. Già dal pantalone si poteva intravedere l’enorme membro che aveva tra le gambe. Lui non aspettava altro e appena si accorse che morivo dalla voglia di fottermelo, iniziò a baciarmi il collo e a palpeggiarmi. Gli abbassai i pantaloni e rimasi scioccata. Non avevo mai visto un cazzo così enorme in vita mia. Era più di 20 cm, duro come il marmo. “Che cazzone nero che hai” gli sussurrai mentre iniziai a segarlo. Poi mi poggiò una mano sul capo per abbassarmi, facendomi capire che voleva glielo succhiassi. Così presi in bocca quel suo cappellone nero e iniziaii a succhiarlo tutto. Era enorme, quasi non entrava nelle mie labbra. Godeva di piacere ed anche io ero super eccitata. Mi staccai un attimo da quell’enorme giocattolone e corsi a prendere i profilattici e sapendo il cazzone che avrebbe potuto avere, acquistai quelli extralarge che gli calzavano a pennello. Non attendevo altro che farmi penetrare da Ibrahim che mi mise a pecorina e iniziò a sbattermelo dentro con forza e violenza come volevo facesse. Era molto bravo, oltre ad avere un asta enorme sapeva anche usarla bene. Mi fece sperimentare tante posizioni finchè mi venne una strana idea, farmi sfondare l’ano! Accompagnai il suo cazzo sul mio buchino e lubrificandolo un po’ con la saliva, iniziò ad infilarmelo dentro. Inizialmente provavo un dolore atroce, ma poi si tramutò in piacere intenso che mi regalò un orgasmo da urlo. Giungemmo quasi insieme, infatti immediatamente dopo, lui si sfilò subito il preservativo e mi schizzò tutta in faccia. 10 schizzi di pura sborra bianchissima sul mio viso. Ci rivestimmo e lo riaccompagnai a casa sua visto che era ormai diventato buio. Mi salutò dicendomi “se hai bisogno di qualche altra mano io ci sono”. E non mi feci scappare la cosa. Da allora ogni volta che sento il bisogno me lo porto a casa e mi faccio scopare da quel suo bel cazzone nero. Autore: Biagio B.

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