Prima la ricatta poi la incula: atroce vendetta

Prima la ricatta poi la incula: atroce vendetta

PRIMA RICATTATA E POI INCULATA: ATROCE VENDETTA

PERSONAGGI:

Loredana: 61 anni (mamma)
Michele: 35 anni (figlio)
Carlo: 53 anni (ricattatore)

CAPITOLO 1

Loredana e Michele sono mamma e figlio rispettivamente di 61 e 35 anni. Loredana è una donna normale, non troppo alta, né grassa né magra, con tette enormi ancora alla sua età; gli anni che ha si vedono tutti. Michele è abbastanza alto e longilineo, nella norma per l’età, né giovanile, né invecchiato. Loredana è vedova da oltre venti anni. Vivono in un piccolo paese. Michele non è mai stato sposato. Da anni, vivendo insieme soli, hanno intrapreso una relazione sessuale e sentimentale. Tuttavia, questo, solo dietro le mura domestiche. Negli anni hanno sempre cercato di non far trasparire nulla all’esterno. Purtroppo, però, la vita privata in un piccolo paese è sempre soggetta a pettegolezzi e, benché non vi fossero prove della loro relazione, la gente mormorava dietro le loro spalle e i due mal sopportavano questo stato di cose. Due anni fa, avendo Michele perso il suo lavoro a causa della chiusura della fabbrica dove lavorava, la coppia incestuosa prese la decisione di trasferirsi a seguito di un’opportunità di occupazione a molti kilometri di distanza. Si trattava di questo: lungo una strada non troppo trafficata c’era un’area di sosta in mezzo ad una pineta; in quest’area una compagnia petrolifera aveva installato un distributore automatico di carburanti e a fianco c’era una casa su due piani; al piano terra c’erano i servizi igienici ed un locale dove erano collocate le macchine distributrici di bevande e snacks, al piano superiore un piccolo appartamento per i custodi. Infatti l’offerta di lavoro che accettarono Loredana e Michele era proprio questa: dovevano presidiare la zona, avvertire gli addetti se c’era qualche malfunzionamento delle macchine, curare la pulizia dei servizi igienici, tenere pulita l’area esterna, verificare che non succedessero cose strane, atti vandalici, sosta di prostitute e papponi etc…etc…. In cambio avrebbero ricevuto un modesto stipendio e l’uso del piccolo appartamento sovrastante. Non era granché come prospettiva, ma andava bene tutto purché potessero allontanarsi da quel paesino e andare a vivere (e scopare) in pace dove nessuno li conosceva. In ogni caso si trovarono da subito molto bene: svolgevano le loro mansioni, si facevano i fatti propri e trombavano liberamente senza dover dar conto a nessuno di come vivevano. A una certa ora poi, alla sera, praticamente non passava quasi più nessuno in quell’area, più che altro gli operatori ecologici che facevano turni notturni e portavano i rifiuti alla discarica 5 kilometri più avanti. Purtroppo lo scorso anno accadde un fatto che turbò questa atmosfera di tranquillità. Una sera d’estate Loredana stava pulendo i bagni e Michele sistemava le aiuole del parcheggio; stavano ultimando queste incombenze prima che calasse il sole e, una volta terminato, Michele raggiunse sua madre nei bagni per invitarla a salire in casa e cenare, vista l’ora. Tuttavia quella sera Michele era molto eccitato e vedendo Loredana da dietro agitare un po’ il culo mentre puliva, anche se vestita da donna delle pulizia con una vestaglia bianca, ciabatte e cuffia sui capelli, non volendo aspettare di essere in casa per farsela, le chiese di fargli un pompino lì nei cessi. Loredana acconsentì anche se era un po’ turbata per paura che arrivasse qualcuno. Michele non ci pensò perché era preso da una eccitazione mostruosa. Loredana in ginocchio cominciò a fare il bocchino a suo figlio. Ma, sfortunatamente, poco dopo giunse nell’aera di sosta uno spazzino diretto alla discarica: doveva pisciare e, sceso dal camion, si diresse verso i bagni. Questo tizio si chiamava Carlo; era un disadattato con dei problemi psichici gravi alle spalle che lavorava per una cooperativa sociale. Era un grassone alto 1.95 sui 53 anni brizzolato e stempiato, con sguardo viscido da psicopatico. Carlo, prima di entrare nei cessi si accorse di quello che Loredana e Michele stavano facendo e, senza farsi né vedere né sentire, cominciò a guardare la scena del pompino eccitato. Poi prese il telefono e iniziò a filmare i due durante il rapporto orale. Carlo filmò tutto finché Michele non venne riversando tutto il suo sperma in bocca a sua madre che bevve tutto, anche recuperando i rivoli che le colavano dai bordi delle labbra. A quel punto Carlo sgusciò via senza che Loredana e Michele si accorgessero della sua presenza, risalì sul camion e se ne andò. Solo più tardi Carlo si tirò una sega nel camion riguardando quel filmato. Quella scena non gli usciva dalla testa perché, pur non conoscendo Loredana e Michele, sapeva che i due erano mamma e figlio perché, quando si fermava in quell’area (ed era accaduto diverse volte), sentiva che Michele si rivolgeva a Loredana come mamma. Trascorsero diversi giorni e Carlo era sempre più eccitato da quello che aveva visto e continuava a riguardarsi quel filmato e a masturbarsi. Finché, venti giorni dopo, Carlo decise di attuare un piano. Una sera, verso l’ora in cui Loredana e Michele, ultimavano le loro faccende, Carlo sostò con il camion nell’area e sceso, si diresse dai due che si trovavano vicino all’ingresso dei distributori di vivande. Inizialmente attaccò discorso con frasi banali.
CARLO: Salve….dura giornata, vero?
LOREDANA: Beh…come sempre…..non ci lamentiamo…ora abbiamo finito!
CARLO: eh sì……..ora potete andare su a cenare!
MICHELE: L’ora è giusta!
CARLO: Cena e poi relax…riposo!
LOREDANA: Sì….cena e poi letto!
CARLO: Eh….lo so….immagino cosa farete a letto dopo!
MICHELE: Ma come ti permetti? Questa è mia mamma?
Loredana era frastornata e non capiva che piega stesse prendendo il discorso. Anche Michele era confuso.
CARLO: Non fate gli gnorri: lo so che siete mamma e figlio……ed ho visto anche cosa combinate insieme!
MICHELE: Visto cosa????
CARLO: Visto il pompino che questa vecchia troia di tua madre ti ha fatto nel cesso i giorni scorsi!
Michele stava per avventarsi contro quell’energumeno, ma dovette bloccarsi subito.
CARLO: Ah ah……fermo…non ti conviene! Vi ho filmato…guarda sul mio telefono! Puoi anche spaccare il telefono ho fatto diverse copie del filmino!
LOREDANA: Oh……porca vacca!!
MICHELE: E quindi cosa vorresti fare?
CARLO: Nulla….se collaborate….nulla!
MICHELE: Sono affari nostri e facciamo quello che vogliamo!
CARLO: Certo….sono affari vostri, ma se il filmato lo mando ai vostri datori di lavoro, non saranno contenti di vedere quello che succede nella loro stazione di servizio. Perderete l’impiego immediatamente e poi verrete denunciati alle autorità perché praticare l’incesto e farlo pubblicamente è un reato.
Quello che diceva Carlo purtroppo era vero. Loredana e Michele non facevano nulla di male, si amavano e scopavano come tanti uomini e donne fanno: tuttavia per la legge loro non potevano unirsi ed accoppiarsi perché erano mamma e figlio.
Per qualche minuto vi fu silenzio: nessuno fiatava. Carlo aveva un ghigno da psicopatico terrificante.
MICHELE: Quindi cosa vuoi….dei soldi?
CARLO: No….niente soldi!
LOREDANA: E allora cosa, maledetto?
CARLO: Voglio divertirmi un po’ con la vecchia mammina porca!
MICHELE: Cosaaaaa?
LOREDANA: Non se ne parla, maiale!
CARLO: Liberi di decidere……io fra tre giorni a quest’ora torno qui. Scenderò dal camion e aspetterò che la signora porca mi raggiunga per trascorrere un paio d’ore nella cuccetta del camion. Questa cosa la voglio ripetere anche la prossima settimana. Poi sarete liberi da me.
LOREDANA: E chi ci assicura che non userai il filmato per ricattarci ancora?
CARLO: Nessuno….vi dovete fidare….non avete scelta!
MICHELE: Tu sei pazzo!
CARLO: Vi auguro una felice serata a letto….ahahahah!
Detto questo Carlo si allontanò velocemente verso il camion e se ne andò.
Loredana e Michele salirono in casa molto turbati e preoccupati. Cercarono quella sera di incoraggiarsi a vicenda e pensavano che quel pazzo non mettesse mai in atto quel piano diabolico. L’indomani fu una giornata lavorativa pesante con quel tarlo nella mente per entrambi. La sera, verso l’ora di chiusura, videro il camion di Carlo entrare nell’area di sosta ed a quel punto a tutti due venne a mancare il respiro. Sceso dall’abitacolo, da lontano, Carlo, con aria imperiosa, fece loro un gesto per chiamarli a parlare con lui vicino al suo camion.
MICHELE: Che facciamo?
LOREDANA: Non lo so….ci tocca andare.
MICHELE: Vado io….sento cosa vuole.
LOREDANA: Vengo anche io….
Loredana e Michele si diressero verso il camion.
CARLO: Allora avete deciso?
MICHELE: Deciso cosa?
CARLO: Avanti, lo sapete benissimo!
MICHELE: Non ci facciamo ricattare!
CARLO: Quindi perderete il posto e la reputazione…..l’incesto è anche un reato….sono cazzi vostri!
Loredana era veramente intimorita nell’udire le parole di Carlo, che sembrava proprio deciso a rovinarli.
LOREDANA: Ma se anche accettassimo…….
MICHELE: Mamma, non dirlo neppure per scherzo!
LOREDANA:………………..chi ci garantirebbe che una volta ottenuto quello che vuoi ci lascerai in pace??
CARLO: Ho pensato anche a questo………non c’è bisogno che vi fidiate di me. Io ho le prove filmate del vostro incesto…..ok. Se voi accettate di soddisfare le mie voglie potremo fare uno scambio. Come vi avevo già proposto mi divertirò con la signora due volte. La prima volta saremo soli io e lei nella cuccetta del mio camion…..fra due giorni. La seconda volta, la settimana prossima, quando avrete chiuso la stazione di servizio, ci chiuderemo qui nei cessi tutti tre. Tu filmerai me mentre mi approfitto di tua mamma in tutti i modi; in questo modo io avrò il filmato dei vostri incesti e voi del mio …..chiamiamolo stupro….Nessuno di noi avrà interesse a mostrare quei filmati perché ne usciremmo tutti compromessi: siamo tutti ricattabili e tutti salvi…..a parte i buchi della signora qui presente….eheheheheh!
Dopo quella risata da ebete di Carlo, Michele e Loredana rimasero in silenzio: stavano riflettendo. Quel maniaco era un essere spregevole, ma aveva offerto una soluzione a quel ricatto, che, altrimenti, sarebbe stato infinito. Loredana fu la prima a parlare.
LOREDANA: E va bene, maiale! Accettiamo.
MICHELE: Ma cosa dici, mamma?
LOREDANA: Silenzio, io mi sacrifico e io decido!
Loredana sembrò molto decisa; non voleva perdere tutto quello che aveva, la vita con suo figlio, l’amore, il lavoro e la tranquillità.
CARLO: Bene!!! Vedo che sei ragionevole signora……..come ti chiami?
LOREDANA: Loredana, maiale!
CARLO: Certo…..mettiamo subito le cose in chiaro…..stronza……..non chiamarmi più maiale, ma mi chiamerai signore e padrone, altrimenti salta tutto l’accordo, ok?
LOREDANA: Va bene, va bene……
CARLO: Manca una cosa…va bene signor…..?
LOREDANA: Va bene, signor padrone.
CARLO: Ora va meglio. Ci vediamo tra due giorni.
Carlo salì rapidamente sul camion e Loredana e Michele rimasero fermi in silenzio mentre se ne andava.
MICHELE: Perché hai accettato?
LOREDANA: Amore mio….era l’unica soluzione…..io non voglio perderti!
MICHELE: Neppure io…, ma……
LOREDANA: E’ un pazzo, ci rovinerebbe. Lo so è un sacrificio enorme, ma lo faccio io per tutti due e poi saremo liberi da quest’incubo.
Per i due giorni successivi, con un peso enorme sullo stomaco, Loredana e Michele non parlarono più di questo e continuarono la loro vita, diciamo, normale. In quei due giorni, però, non riuscirono neppure a fare l’amore, cosa che facevano tutti i giorni regolarmente.

CAPITOLO 2

Era giunto il fatidico giorno e la fatidica ora. Loredana frastornata aveva ultimato le faccende come sempre ed era lì davanti alle porte dei cessi in piedi con suo figlio in attesa dell’arrivo di quell’uomo. Michele la teneva a sé per infonderle coraggio, ma la donna stava a testa bassa come una vittima sacrificale rassegnata al suo destino infausto. Quando si accorse che il camion era arrivato e che stava parcheggiando, Loredana rivolse uno sguardo a Michele come fosse una condannata a morte. Carlo nel frattempo era sceso dal camion e con sguardo duro e compiaciuto allo stesso tempo, a braccia conserte, attendeva che quella donna andasse da lui. Loredana non volle che Michele l’accompagnasse al camion e a testa bassa si diresse verso quell’uomo. Giunta da lui, Carlo, senza neppure rivolgerle la parola, aprì lo sportello e disse a Loredana di salire dentro. Vedendo che la donna faceva fatica a salire perché impacciata dalla situazione e dagli anni non più giovanili, Carlo le mise una mano sul culo mentre Loredana saliva sulla scaletta del camion per aiutarla e per evitare che scivolasse a terra. Una volta entrata nell’abitacolo, Carlo la seguì e salì pure lui, poi tirò la tendina e Michele, non poté vedere più nulla: quella fu per lui una scena straziante. Non poteva far altro che stare lì fermo ad aspettare che tutto fosse finito.

(Dentro il camion)

CARLO: Su….spogliati vecchia zoccola……tutta nuda…togliti quegli stracci!
Loredana in silenzio con lo sguardo a terra eseguì l’ordine di quel pazzo e si spogliò. Quando fu nuda Carlo aveva assunto uno sguardo spiritato e si tolse pantaloni e mutande mostrando l’enorme nerchia, già dura e pulsante, di 35 centimetri. In preda quasi ad un raptus, Carlo prese con una mano per il collo la donna e le abbassò la testa sul suo cazzo per farselo succhiare. Loredana era molto impaurita da quel comportamento bestiale. Quindi iniziò a spompinarlo. Dopo un po’ Carlo sollevò Loredana dal suo cazzo e cominciò a baciarla in volto e in bocca; poi con movimenti spasmodici iniziò a succhiarle le tette enormi. Finché, desideroso di penetrare la donna, le ordinò di stendersi di schiena e allargare le gambe per accoglierlo dentro di sé. Loredana fece come voleva quell’energumeno e Carlo, senza esitazione, si mise sopra di lei e la infilzò. Carlo non aveva neppure messo il profilattico. Loredana subiva rassegnata il coito finché, dopo alcuni colpi violenti, quel bastardo riversò una grossa quantità di sperma nella sua vagina, ormai non più fertile, per fortuna. Loredana sperava che fosse finita lì, almeno per stavolta. Invece il pene di Carlo rimase duro anche dopo l’eiaculazione ed era pronto ad una nuova penetrazione. Purtroppo Carlo aveva deciso di sodomizzare Loredana e lei lo aveva intuito perché appena era venuto la prima volta le aveva infilato un dito nel sedere, come per prepararlo. Così fu. Senza troppi complimenti Carlo girò Loredana su un fianco, le allargò le natiche e, con una spinta decisa e violenta, se la inchiappettò. Loredana emise un gemito di dolore e schifo allo stesso tempo a causa di quello che la poverina stava subendo. Le penetrazioni anali le aveva sempre subite malvolentieri dal marito ora deceduto, mentre suo figlio, il suo nuovo uomo, non l’aveva mai presa per il culo perché sapeva che lei non apprezzava: Michele rispettava ed amava sua madre e considerava la sodomia una mancanza di rispetto. Carlo, invece, sembrava che apprezzasse non poco metterlo nel culo; ora aveva posizionato Loredana distesa prona a pancia in giù e continuava a stantuffarla con forza.
CARLO: Prendilo nel culo, baldracca!….ti piace eh…tuo figlio non te lo dà nel sedere, vero?
Loredana subiva l’inculata in silenzio e pure queste frasi umilianti.
CARLO: Te lo distruggo questo culo merdoso!
La povera donna cominciò a piangere perché sapeva che non aveva via di scampo. Poteva solo sperare che quel maiale finisse presto. Ora Carlo si divertiva ad estrarre fuori e dentro il cazzo enorme dall’ano della donna per dilatarle sempre di più il foro. Poi quando estraeva il pene guardava compiaciuto quanto aveva allargato il buco del sedere di Loredana.
CARLO: Sei una rotta in culo, vacca!
Carlo sodomizzò Loredana per 15 minuti poi le sborrò nelle viscere emettendo un grugnito bestiale di fortissima intensità. Stavolta la povera Loredana aveva finito di soffrire: a quella bestia non gli si rizzò più.
CARLO: Avanti, rivestiti, stronza…..ora torni da quel cornuto di tuo figlio!
Loredana fu felice di sentirsi dire questo e, asciugatasi velocemente le lacrime, si rivestì.
Carlo la fece scendere dal camion e la accompagnò da Michele, ancora lì ad aspettare. Loredana si muoveva con passo veloce perché non vedeva l’ora di essere accanto a suo figlio. Carlo la seguiva dietro. Arrivati di fronte al povero figlio, Loredana andò subito ad abbracciarlo in lacrime, mentre Carlo aveva un’espressione molto soddisfatta.
CARLO: Mi sono proprio divertito, è brava la tua mammina! Ora me ne vado ci vediamo la settimana prossima come d’accordo.
Carlo si allontanò e salì sul camion.
MICHELE: Come stai, amore mio?
LOREDANA: Male….mi sento sporca!
MICHELE: Andiamo a casa, piccola.
LOREDANA: Sì, tesoro.
Salirono in casa abbracciati.
LOREDANA: Voglio liberarmi dello sperma di quella bestia; ce l’ho ancora dentro!
MICHELE: Si certo, mamma.
Michele, accortosi che sua madre zoppicava un po’ perché probabilmente era stata lesionata dalla massa corpulenta dello stupratore, la accompagnò in bagno. Loredana si fece un bidet e poi chiese a Michele di farle un clistere. A quel punto Michele capì che sua mamma era stata sodomizzata da quell’uomo.
MICHELE: Ti ha inculata, mamma?
LOREDANA: Sì…purtroppo mi ha dato nel sedere. Me lo aspettavo da quel maniaco! Ma ora devo ripulirmi.
MICHELE: Ti fa male?
LOREDANA: Brucia parecchio.
MICHELE: Accidenti a quel maledetto porco! Vado a prepararti il clistere per pulirti e poi mettiamo un po’ di crema lenitiva.
LOREDANA: Grazie amore.
Michele pieno di rabbia andò a preparare il clistere per sua mamma. Non poteva sopportare che avessero inculato sua madre.
Mentre Michele stava preparando il clistere con acqua calda, Loredana andò sotto la doccia per togliersi l’odore di quel maniaco ricattatore e si ripulì bene la vagina. Quando uscì dalla doccia Michele era già pronto con il clistere in mano; Loredana si asciugò velocemente e poi si mise nuda senza dire una parola a novanta gradi appoggiandosi con le mani sulla tavola del wc e con le gambe ben allargate.
LOREDANA: Puoi farmelo.
MICHELE: Ok……cerco di fare piano.
LOREDANA: Quello non è nulla al confronto……tranquillo tesoro!
Michele, che conosceva bene il buco del culo di sua madre, stretto, rotondo, rosa, perfetto, lo vedeva ora rigonfio, arrossato e molto più largo del solito, un po’ ovalizzato: il suo sentimento di rabbia era indescrivibile. Comunque, tenendo con una mano le natiche di sua madre ben allargate, Michele infilò delicatamente il beccuccio del clistere e poi le iniettò l’acqua. Appena Michele ebbe finito di spararle il clistere, Loredana si tirò su e poi si sedette sul wc per espellere l’acqua ed i residui dello sperma di quel maiale e, naturalmente, anche la merda che aveva in corpo. Poi Loredana si fece un bidet e si ripulì ancora la vagina e l’ano con del sapone intimo. Michele la aspettava in camera da letto per metterle la crema sull’ano irritato. Loredana entrò nuda nella stanza e si sdraiò prona con le gambe divaricate. Michele la accarezzò delicatamente sulla schiena e poi scese con la mano per massaggiare dolcemente con la crema lo sfintere anale di sua madre. Andò avanti per dieci minuti, poi Loredana si voltò e ringraziò suo figlio con un bacio ed un abbraccio amoroso. Si misero sotto le coperte e cercarono di dormire, anche se non fu facile. Dopo oltre due ore, rimasti in silenzio, si addormentarono abbracciati. Non potevano non pensare che ci sarebbe stato un secondo incubo la settimana seguente. Tuttavia Loredana era una donna molto dolce con chi amava, ma estremamente vendicativa con i nemici; così, quella sera, non riuscendo a prendere sonno cominciò a rimuginare per cercare un modo di vendicare il torto subito da lei e dal suo amore, Michele. Una buona idea le venne ripensando a quando, poco prima, si era fatta fare un clistere. Loredana aveva elucubrato un piano a dir poco diabolico. Siccome aveva capito che Carlo era un fanatico della penetrazione anale, Loredana era certa che anche la seconda volta l’avrebbe inculata, anche perché a quel maniaco sarebbe piaciuto ancor di più metterglielo nel culo con suo figlio presente a filmare la scena. Perciò se era condannata a prenderlo nel culo, voleva usare proprio il sedere per vendicarsi. Loredana pensò di non andare di corpo tre giorni prima del prossimo appuntamento con Carlo, anche a costo di mettersi un tappo e di soffrire mal di pancia; poi, per rendere il tutto ancor più rovinoso per Carlo l’inculatore, aveva progettato di ingerire, qualche ora prima dello stupro (perché questa è la parola giusta), una forte dose di lassativo: il piano era perfetto ed esente da ritorsioni da parte del ricattatore.
Il giorno dopo Loredana descrisse il suo progetto di vendetta a Michele, il quale fu perplesso, inizialmente.
LOREDANA: Amore mio….non capisci! Io non voglio che la passi liscia quello stronzo, in qualche maniera devo vendicarmi e, questo, è l’unico modo!
MICHELE: Sì, ma….
LOREDANA: Michele, tanto io verrò inculata, lo so, rassegnati, sono condannata a questo, l’ha già fatto e a quel maiale piace infilarlo nel culo, almeno, così, ne pagherà le conseguenze; non è una vendetta proporzionate al male che ci ha fatto quel maledetto, ma è il massimo che posso fare e lo voglio fare a tutti i costi!
MICHELE: Va bene…..se lo vuoi io sono d’accordo.
Molto freddamente, Loredana da tre giorni prima dell’appuntamento, non andò più in bagno: per la poveretta era un sacrificio perché lei era sempre regolare tutte le mattine, tuttavia, pur soffrendo, volle portare a termine la sua vendetta contro il suo persecutore. L’ultimo giorno per trattenerla si era infilata anche un tappo nel sedere. La sera stabilita Carlo arrivò puntuale. Loredana e Michele erano lì ad attendere.
CARLO: Dunque ci siamo………
LOREDANA: Sì………andiamo, prima facciamo e meglio è.
Michele, munito di telefono per filmare, Loredana, con una bella sorpresina nel pancino, e Carlo si diressero nei bagni e poi chiusero le porte. Michele si mise in disparte per filmare e Carlo strattonò Loredana per farla inginocchiare; poi tirò fuori l’uccello già duro e ordinò alla donna di succhiarglielo. Michele era impressionato: quel bastardo aveva un cazzo enorme.
CARLO: Succhia troia!
Loredana eseguiva gli ordini. Dopo poco Carlo la spinse a terra e le ordinò di spogliarsi completamente. Cadendo a terra Loredana emise un grido di dolore e Michele ebbe un sussulto, ma sua madre lo guardò facendogli intendere che era tutto a posto. La donna si spogliò rimanendo a terra ed anche Carlo si tolse i vestiti. Subito dopo Carlo si buttò sulla sua vittima e la penetrò nella vagina. Loredana subiva il rapporto con rassegnazione, sperando che finisse presto per poter attuare il suo piano. Dopo dieci minuti Carlo le sborrò dentro, ma rimase duro, tanto era eccitato.
CARLO: Ora faccio vedere a tuo figlio come vanno trattate le zoccole; alzati troia!
Loredana si alzò a fatica e quando fu in piedi Michele vide sgocciolare fuori dalla sua figa lo sperma di quel bastardo.
CARLO: Scommetto che non hai mai inculato la tua mammina: ora ti faccio vedere come si fa! Ahahah!
Detto questo, Carlo sospinse con violenza Loredana contro una parete e le allargò le natiche mostrando oscenamente al figlio il buco del sedere di sua madre.
CARLO: Ora vedrai come glielo allargo per bene a questa bagascia!
Loredana si preparava ad essere sodomizzata ed era terrorizzata per il dolore che avrebbe sentito di lì a poco, ma al contempo era elettrizzata per la sua vendetta.
Carlo si menava la nerchia preparandosi ad inchiappettare Loredana; poi si mise dietro di lei e con un colpo secco, senza neppure lubrificarlo un po’, infilò tutto il pisello nel sedere della sua vittima. Loredana emise un grido di dolore e Michele era tentato di intervenire, ma si trattenne. Mettetevi nei suoi panni; stavano inculando sua madre, che era anche la sua donna!
CARLO: Toh…lurida cagna! Ti faccio un culo così davanti a tuo figlio! Ti faccio il culo nero!
Carlo quando inculava diventava una bestia: la stava pompando come un siluro. Quando Carlo decise di cambiare posizione, Loredana pensò che era il momento giusto. Infatti Carlo prese Loredana per un braccio e la trascinò verso i wc; a quel punto Carlo si sedette su un cesso con l’intenzione di incularsi Loredana a smorzacandela, con lei seduta su di lui ed impalata al suo uccello. Così fece, ma quando il porco iniziò a divertirsi facendo uscire ed entrare velocemente e ripetutamente il cazzo nel sedere di Loredana, per farle più male e, quindi, per divertirsi di più, lei cominciò a liberarsi mollando una cagata pazzesca; in pochi secondi fece uscire tanta di quella merda che imbrattò il cazzo di Carlo e non solo, ma anche la pancia, le gambe: insomma l’aveva letteralmente smerdato. Michele guardava soddisfatto quella scena.
CARLO: Lurida vacca….che cazzo fai…mi caghi addosso?
LOREDANA: Certo…perché sei un maiale ed i maiali stanno nella merda!
CARLO: Vecchia megera merdaiola! Che puzza, che fetore….mi viene da vomitare!
A quel punto, mentre Carlo cercava di ripulirsi alla meglio, Loredana si liberò dal suo aguzzino e Michele intervenne e buttò a terra quell’energumeno. Quando Carlo fu a terra, Loredana disse a Michele di tenerlo fermo e lei si sedette sulla sua faccia e, quando fu sopra, iniziò a cagargli in faccia una notevole quantità di merda (ne aveva parecchia ancora!!!). Questa volta era Carlo ad aver subito un bel servizietto con i fiocchi! Era lì a terra con la faccia tutta imbrattata di merda. A quel punto Michele, minacciandolo con una mazza da baseball gli intimò di uscire e di non farsi più vedere. Carlo, imprecando e sputando la merda che aveva in bocca, uscì e se ne andò. Non lo videro più…per fortuna. Michele pensò che sua mamma era stata davvero grande a pensare una vendetta di quel genere!

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