L’Esperimento dell’Alchimista – un racconto porno fantasy

L’Esperimento dell’Alchimista – un racconto porno fantasy

Marys era in piedi, nuda, in mezzo alla cella. Davanti a se aveva un tavolo di legno con una radice di zenzero tagliata nella forma per sembrare un fallo. Accanto a lei la sua migliore amica di sempre, Finny, quasi una sorella, incatenata al muro e con le cosce tenute larghe, così da tenere esposta vagina e ano alla mercé di chiunque guardasse. Dall’altra parte delle sbarre un uomo anziano, seduto ad una scrivania in legno con in mano una clessidra e davanti a se varie pergamene di appunti. Ai suoi lati due guardie imperiali armate.

  • Allora? Hai fatto la tua scelta?
    L’Alchimista era un uomo anziano che aveva votato la propria vita alla ricerca della scienza alchemica e delle sue implicazioni sul corpo umano. Gli elfi potevano contare sulla loro magia, ma agli umani restava pur sempre l’intelletto. Per questo era stato scelto dalla nuova Imperatrice per portare avanti nuovi studi che aiutassero l’Impero a crescere nella propria magnificenza. Negli ultimi mesi stava approfondendo il nesso tra l’essere umano e il male che avvolge il mondo. Dove nasce il male? È innato nell’essere umano? Cosa lo risveglia? Così aveva chiesto all’Imperatrice la licenza di acquistare due cavie. Trovarle era stato facile.

Marys e Finny lavoravano e vivevano in un orfanotrofio. Erano cresciute insieme prive di genitori e si erano adottate a vicenda come sorelle. Completamente inseparabili, una volta raggiunta l’età in cui avrebbero dovuto lasciare la struttura avevano deciso di rimanere, per aiutare il chierico che la conduceva. Devote, vergini e gentili, erano due ragazze incapaci di fare del male a una mosca.
Quando l’Alchimista le aveva viste non aveva avuto dubbi: erano perfette. Marys era alta con forme abbondanti ma senza essere eccessive. Capelli scuri, così come gli occhi e un temperamento quasi materno. Finny tutto l’opposto. Bassina, bionda e occhi azzurri. Un seno appena appena accennato si scorgeva sul petto e un sedere piccolo ma aggraziato. Più algida nei modi, ma sempre molto affettuosa con la sua amica-sorella.
Il chierico le aveva vendute come cavie per poche monete d’oro, molto meno di quanto pensasse di spendere l’Alchimista. Così le aveva portate in quella cella e aveva fatto legare Finny alla parete, in modo che il suo sesso e il suo ano fosse pronto all’uso. Era stata incatenata con i polsi ad un piolo in alto e ogni caviglia era stata bloccata ad un piolo alla medesima altezza dei polsi, ma molto distanti tra loro, in modo che le cosce fossero ben larghe.

  • Allora Marys, è il momento della tua scelta. Devi mettere quella radice nella vagina tuo o di Finny e tenerla lì per il tempo della clessidra. Se ti rifiuti di scegliere alla fine la metteremo ad entrambe, ne vale la pena?
    Marys aveva un’aria per nulla spaventata, al contrario di Finny. Sebbene in prigione, nuda e vittima di quello che era chiaramente un pazzo, aveva un’aria fiera e inamovibile.
  • Marys, ti prego no – piagnucolò Finny sentendosi completamente impotente – ti supplico non farmi questo… Ti prego…
    Marys afferrò la radice di zenzero, si chinò leggermente sulle ginocchia per allargare le cosce e si infilò la radice nella vagina. Appena lo zenzero entrò in contatto con le mucose del suo sesso una fortissima sensazione di bruciore e di calore la avvolse. Era insopportabile.
  • Ho scelto – disse cercando di non dimostrare il dolore che provava.
  • Grazie Marys – mugugnò Finny ancora piagnucolando.
  • Benissimo – disse lui voltando la clessidra e facendo partire il tempo. Quindi prese degli appunti sulla sua pergamena.
    Marys rimase lì, in piedi, convinta di non voler dare soddisfazione a quell’uomo e ai soldati che la guardavano vogliosi. Fissò la clessidra e i granelli che lentamente iniziavano a calare. Per un attimo pensò di farcela, poi sentì le gambe iniziare a tremarle mentre la vagina le andava a fuoco. Iniziò prima a piegare le ginocchia, incrociandole, nel tentativo di riparare il sesso da quel bruciore, ma il bruciore veniva da dentro. Iniziarono a lacrimarle gli occhi. Quindi esplose.
  • Cazzo… cazzo cazzo – mugugnò cadendo al suolo e iniziando a contorcersi. Avvicinò una mano alla vagina, come per rimuovere quell’intruso così doloroso.
  • Se lo rimuovi ricominceremo dall’inizio, lo infileremo ad entrambe e sarete legate – disse l’Alchimista.
  • Resisti Marys, ti supplico – diceva intanto Finny incatenata al muro, guardando Marys contorcersi al suolo in preda ai dolori dello zenzero – Ti prego… passerà presto.
    Marys non aveva intenzione di cedere e continuò a tenere dentro quella presenza dolorosa fino alla fine.
    Quando anche l’ultimo granello fu sceso lungo la clessidra l’Alchimista fece un cenno alle guardie.
  • Puoi togliertela – disse quindi a Marys che prontamente obbedì – Per oggi è tutto.
    Ognuna delle due ragazze fu così trasportata in una cella diversa, distanti tra loro, in modo che non potessero comunicare.

Il giorno dopo Marys e Finny si ritrovarono di nuovo nella medesima cella. Sul tavolo una nuova radice di zenzero tagliata a forma di fallo e oltre le sbarre sempre l’Alchimista con la clessidra e gli appunti. Le due guardie sembravano molto eccitate e divertite. L’unica differenza con il giorno prima era che stavolta ad essere incatenata al muro era Marys, mentre Finny era nuda e libera al centro.
Marys aveva ancora la vagina indolenzita dal giorno prima, in quella posizione era possibile vedere le grandi e le piccole labbra arrossate e gonfie.

  • Vi prego non fateci questo – piagnucolò Finny.
  • Tranquilla, ce la puoi fare – le disse Marys incatenata al muro e con il sesso invitante e succoso completamente esposto alla vista degli uomini.
  • Anche oggi dovrà essere fatta una scelta – disse l’Alchimista – per tutta la durata della clessidra quella radici dovrà essere in una vagina, scegli tu se la tua o quella della tua amica che ieri si è sacrificata per te. Se non scegli lo metteremo ad entrambe.
  • Vi prego no – disse ancora Finny scoppiando letteralmente in lacrime.
  • Hai ancora qualche secondo per scegliere…
  • Finny forza, ce la puoi fare, ce la puoi fare – la incitò Marys.
  • Guardie andate a prendere una seconda radice – minacciò l’Alchimista.
  • No, no… lo faccio – disse infine Finny afferrando lo zenzero. Come aveva fatto il giorno prima Marys, si chinò lievemente sulle ginocchia e infilò la radice nella vagina. Nell’istante stesso in cui penetrò, le mucose le andarono in fiamme e il bruciore divenne subito insopportabile.
  • Non posso… non posso! – urlò Finny piangendo – non ce la faccio.
  • Guardie… – continuò l’Alchimista – procedete.
  • No! NO! – urlò Finny – No vi prego!
    Quindi si sfilò rapidamente la radice dalla vagina e guardò la sua amica.
  • Che vuoi fare? – le chiese Marys incatenata al muro e impossibilitata a muoversi.
  • Mi spiace Marys – sussurro Finny tra le lacrime – tu sei più forte.
  • No ti prego Finny, non posso farcela di nuovo, mi fa ancora malissimo…
    Non fece in tempo a finire la frase che Finny infilò la radice nella vagina della sua amica, della sua sorella. Ci mise qualche secondo a completare l’operazione. La vagina era già gonfia e dolorante e non accolse facilmente l’oggetto estraneo. La clessidra partì.
  • No!! – urlò Marys sentendo di nuovo quel bruciore fortissimo che ora si abbatteva sulla mucosa già resa sensibilissima delle irritazioni del giorno prima – No ti prego levala… non ce la faccio.
    Il rumore delle catene a cui Marys era bloccata iniziò a tintinnare sempre più forte mentre la ragazza si dimenava per liberarsi.
  • Ahh!!! – urlò in preda alla sofferenza – Perché mi stai facendo questo! Puttana! Troia! Levamela!
  • Mi spiace – piangeva Finny – Mi spiace, lo giuro non volevo…
  • Se non volevi non lo facevi! – sentenziò Marys urlando dal dolore. Gli occhi le si riempirono di lacrime di sofferenza – Mi fidavo di te, eri una sorella! Perché!?
    Intanto l’Alchimista sembrava compiaciuto e prendeva appunti rapidamente. Una delle due guardie sembrò apprezzare molto la scena e iniziò a toccarsi il membro duro sotto le braghe.
  • È quasi finita – continuò Finny osservando la clessidra – manca poco…
  • Taci puttana! Sei un’egoista meschina! Morirai sola!
    Alla fine la clessidra terminò e l’Alchimista fece cenno alle guardie di liberare le due donne e riportarle nelle loro celle. Ormai la vagina di Marys era rossa come il fuoco e lo stesso fuoco lei se lo sentiva tra le cosce, rendendole difficile anche il solo camminare.
  • Sei proprio una stronza – disse mentre la guardia la aiutava a camminare via dalla cella.

Il terzo giorno, fu simile a quelli precedenti. Marys e Finny chiuse nella cella. Questa volta Finny era incatenata al muro, come Marys immaginava e sperava. Sul tavolo però c’erano due radici di zenzero. Come sempre, oltre le sbarre, l’Alchimista con clessidra e appunti. Le due guardie sempre ai suoi fianchi.
Marys era ancora molto indolenzita e camminare le produceva un forte sfregamento delle grandi labbra ormai gonfie e rosse oltre ogni immaginazione.

  • Ti fa male? – chiese una guardia con aria di scherno – vuoi un bacino sulla bua?
  • Silenzio! – disse con impeto l’Alchimista che evidentemente non ci vedeva nulla da ridere. Per lui era scienza.
  • Ti prego… non farmi male – piangeva Finny in preda a spasmi di terrore che le facevano tremare tutto il corpo – tu sei sempre stata quella forte, solo tu potevi sopportarlo.
  • Ti sbagli – disse Marys avvicinandosi a lei e carezzandole i capelli biondi – Anche tu sei forte e oggi te lo dimostrerò.
  • Oggi per il tempo di due clessidre dovrai infilare le due radici in due orifizi a tua scelta, basta che siano sul corpo tuo o della tua amica. Puoi metterli entrambi dentro di te, nel tuo culo e nella tua vagina, oppure uno a testa su entrambe… Per fino la bocca può essere considerato un orifizio oggi.
  • Sì sì! – urlò Finny gioiosa – la bocca è un buco valido… Una in bocca a te e una a me… è fatta, a me piace lo zenzero…
    Marys scosse il capo in segno di diniego, prese le due radici e si inginocchiò vicino al sesso in bella mostra di Finny.
  • Ti prego ti supplico, non ha senso! Possiamo cavacela entrambe oggi, non farlo – riprese a piagnucolare Finny.
  • Io sono tua amica, quindi non te le metterò a secco, tranquilla.
    Quindi passò la lingua sulla vagina e l’ano di lei, lubrificandoli quel tanto che bastava per permettere una migliore penetrazione. Intanto Finny iniziò a muoversi con forza, agitando le gambe per ondeggiare sulle catene e rendere difficile l’operazione di penetrazione.
  • Allora? Hai deciso? – la incoraggiò l’Alchimista vedendola impacciata.
  • Sì, ma non si sta ferma… Non potreste darmi una mano? – chiese Marys rivolta alla guardia che prima aveva fatto la battuta.
    L’Alchimista acconsentì, così la guardia entrò nella cella e tenne ferma Finny per permettere a Marys di infilarle le radici nel culo e nella vagina.
  • Ti prego, pensavo fossi mia sorella – continuò a piagnucolare Finny.
  • Anche io lo pensavo – confermò Marys infilando entrambe la radici nel minuto corpo dell’amica.
    Il calore e il bruciore divamparono subito e fu molto peggio del giorno prima. Contemporaneamente ano e vagina presero fuoco e iniziarono a bruciare.
  • Aiuto! NO!! Non lo sopporto! – urlava Finny, e Marys sorrideva.
  • Brucia di più lo zenzero o il tradimento? – chiese canzonatoria.
    Intanto l’Alchimista sembrava molto interessato alla vicenda. Prendeva appunti e annuiva.
  • Pensa, se ieri avessi resistito ad un’unica clessidra con lo zenzero dentro, ora staremmo entrambi sgranocchiando la radice, invece hai voluto tradirmi e ora starai due clessidre con entrambi i buchi tappati… Ti sta piacendo?
    Finny non parlava nemmeno più, piangeva ed emetteva suoni sconnessi agitandosi come una forsennata. Dopo un periodo che parve interminabile la clessidra si esaurì e l’Alchimista la girò.
  • Ultima clessidra – disse. Era solo a metà.
    Finny fu colta dalla disperazione, dalla rabbia, dall’odio.
  • Lo sai che domani toccherà a me? – le urlò in faccia – Lo sai? Povera te!
  • Tu ieri lo sapevi che oggi sarebbe toccato a me? – rispose Marys.
    L’Alchimista prendeva ancora appunti, annuendo compiaciuto.
    Ano e vagina di Finny erano arrosatissimi e pulsavano di dolore e bruciore. Aveva la sensazione di essere sospesa su una fiamma tanto intenso era il dolore.
  • La pagherai tutta! – le urlò Finny, così dolorante che iniziò a sbavare.
  • No, tu la stai pagando ora – rimbeccò Marys.
    Alla fine passò anche l’ultima clessidra e le due donne furono riportate nelle loro celle.

Il quarto giorno tutto fu predisposto come previsto. Marys incatenata al muro e Finny libera nella cella. Questa volta però sul tavolo non vi erano radici di zenzero, ma una varietà enorme di strumenti di tortura di varia fattura e grandezza.

  • Oggi non ti chiedo di fare nulla Finny – disse l’Alchimista – Hai due clessidre di tempo per fare ciò che preferisci.
    Finny sapeva benissimo cosa avrebbe fatto, e anche Marys.
  • Avanti puttana, fai del tuo peggio, domani te lo farò scontare tutto! – la istigò Marys, impavida e orgogliosa come sempre.
    Finny non rispose ma afferrò un oggetto a forma di pera, di metallo, con una lunga vite che fuoriusciva dalla parte più stretta, e poi una caraffa di olio.
  • È chiaro Finny? Non sei costretta a fare nulla – insistette l’Alchimista.
  • Si ho capito – rispose lei inginocchiandosi accanto all’inguine di Marys.
    Il suo sesso era ancora un po’ arrossato, ma il suo ano era perfettamente intatto… Per ora.
    Finny versò l’olio sulla pera e poi sull’ano di Marys.
  • Vedi? Anche io sono una vera amica – disse Finny.
    Marys rispose sputandole addosso.
    Finny quindi appoggiò la pera metallica dal lato più ampio sull’ano di Marys e iniziò a spingere.
  • Tanto lo so che ti piace prenderlo nel culo Marys – disse Finny – ci eravamo promesse di rimanere vergini, ma tu hai sempre dato via il tuo culo a chiunque…
  • Sei solo invidiosa perché tutti mi desiderano mentre a te non ti vuole nessun…!! – le parole le morirono in gola quando la pera di metallo riuscì a violare l’ano.
    Per un istante Marys si sentì dilaniata completamente mentre la parte più ampia della pera passò attraversò l’ano. Fu una sensazione dolorosa e intensa. Era davvero larga quella pera in metallo e il passaggio di devastante.
    Una volta attraversato l’ano con la parte più spessa Finny iniziò a ruotare la vite che fuoriusciva dalla pera e questa iniziò ad aprire, lentamente. Era composta da quattro pannelli movibili che ruotavano grazie ad un meccanismo mosso proprio dalla vite. Ruotandola i pannelli si allargavano sempre di più. Marys sentiva l’oggetto espandersi dentro di lei, scavargli nelle carne.
  • Ahhh – si lamentò alla fine nonostante i tentativi di mantenere l’orgoglio.
    Finny, impietosa continuò a ruotare la vite allargando sempre di più la pera metallica nel suo ano. Quando fu ampio abbastanza, secondo lei, la tirò fuori con violenza, senza alcuna pietà.
    Marys emise un suono lacerante. Se l’ingresso della pera metallica era stato devastante, l’uscita della stessa pera allargata fu semplicemente brutale. Si sentì lacerare dall’interno, per un istante credette di morire. Il suo ano era devastato, completamente slabbrato e squarciato.
  • Adesso potrai prendere in culo anche un orco, sei contenta? – chiese Finny alzandosi in piedi.
  • Mi hai devastato il culo puttana – ora anche l’orgogliosissima Marys piangeva disperata – me l’hai devastato…
    Se lo sentiva completamente sfondato pulsante di dolore.
  • Hai ancora una clessidra di tempo – sentenziò l’Alchimista ruotando il segnatempo.
  • Benissimo – disse Finny con una luce sadica negli occhi. Intinse la mano destra nell’olio e poi chiuse la mano a pugno.
  • Basta Finny, ti prego – disse Marys piangendo e perdendo ogni dignità – Ti supplico se la finisci qui dimenticherò tutto quello che mi hai fatto.
  • E quello che tu hai fatto a me? – chiese Finny ora spingendo il pugno verso l’ano già dilaniato.
  • Ti supplico no! – implorava in lacrime Marys, ma era troppo tardi.
    Ormai Finny spingeva il suo pugno contro l’ano di Marys che, dopo alcuni secondi di resistenza, finalmente, cedette. Il pugno della ragazza bionda affondò nel culo dell’amica fino a metà avambraccio, accompagnato da un urlo disumano da parte di Marys..
  • Domani te la farò pagare! Te la farò pagare – urlava Marys con il fiato spezzato da quel dolore lancinante.
    Più Marys minacciava e più Finny agitava il pugno dentro di lei, procurandole più dolore. Iniziò ad aprire e chiudere la mano, e ruotare il polso. E più il dolore aumentava, più Marys minacciava, più Marys minacciava, più Finny infieriva.
  • Il tempo è scaduto – sentenziò l’Alchimista – Ho detto che è scaduto!
    Ma Finny non ne voleva sapere di terminare la tortura. Dovettero intervenire le due guardie per separare Finny da Marys e farle togliere il pugno dal suo culo. Quando lo tirò via, lo fece con un gesto repentino e violento, come ultimo atto di quella tortura. Poi ognuna fu portata nella sua cella.

Il quinto giorno iniziò in modo molto diverso. Entrambe le ragazze furono portate in due celle adiacenti, separate solo da una grata. Sempre nude, ma entrambe libere e non incatenate. Aldilà delle sbarre sempre lui, l’anziano Alchimista al tavolo con il suo plico di pergamene su cui vergava appunti.

  • Oggi tocca a me! – disse in tono polemico Marys.
  • Avete avuto due giorni a testa – sentenziò l’Alchimista – per decidere a chi spetta il prossimo giorno da torturatrice oggi faremo un gioco.
    A queste parole le due guardie iniziarono a spogliarsi togliendosi prima l’armatura e poi i vestiti.
  • Vuoi farci stuprare? – domandò inorridita Finny.
  • Assolutamente no! – disse l’Alchimista quasi scandalizzato – Loro non faranno nulla che voi non vogliate fare. Semplicemente ogni guardia entrerà in cella con una di voi. La prima di voi che riuscirà a far eiaculare la guardia della propria cella potrà essere torturatrice domani.
    Gli occhi di Marys e Finny si accesero a quella notizia. Ognuna di loro capì che doveva vincere ad ogni costo.
    Le guardie, dal canto loro, terminarono di denudarsi e si guardarono complici, sfregandosi le mani, quindi entrarono ognuna in una delle due celle. Avevano entrambi il cazzo già turgido.
    Le due amiche non indugiarono nemmeno un secondo, subito si gettarono in ginocchio e iniziarono a succhiare ognuna il proprio cazzo.
    Finny iniziò con più delicatezza, massaggiando con una mano i testicoli e masturbando con l’altra mano, mentre con la bocca avvolgeva e insalivava la cappella. Con la mano poi raggiungeva la cappella bagnandola della sua stessa saliva e quindi riscendeva inumidendo anche il resto dell’asta.
    Marys, invece, affrontò subito il suo cazzo con voracità, con la destra ne teneva ferma la base, mentre con la bocca lo succhiava fino a metà, andando rapidamente avanti e indietro. Ad ogni affondo cercava di andare più in profondità, cercando di farlo arrivare fino in gola, producendo rumori strozzati.
    Improvvisamente, mentre Finny succhiava il suo cazzo, sentì qualcosa di caldo e liquido in bocca, fece appena in tempo a tirare fuori la cappella che notò che il soldato stava urinando, nonostante il suo cazzo fosse durissimo. Lo guardò e notò che stava sorridendo mentre le pisciava addosso, come se quella cosa lo eccitasse. Guardò Marys dall’altra parte delle sbarre che si dava da fare come un’assatanata e capì che non poteva perdere tempo. Così tornò a succhiare quel cazzo mentre il soldato le pisciava in bocca. Ogni tanto lasciava fuoriuscire l’urina dalla bocca, sputandola e lasciando che le scorresse sul petto. Con l’altra mano intanto lasciò perdere i testicoli e scese più giù, massaggiando il perineo.
  • Sei proprio una puttanella che ci sa fare – sentenziò il soldato.
    Dall’altra parte, Marys continuava ad affogarsi per mandare quel cazzo più giù possibile nella sua gola. Finalmente le sue labbra riuscirono ad aderire con l’inguine del soldato, per somma gioia dello stesso. Mentre il cazzo era completamente divorato dalla ragazza, quest’ultima fece fare capolino alla lingua dalle sue labbra, leccandogli anche le palle. Quindi finalmente se lo tirò fuori e spinse il soldato a sedersi sulla branda nell’angolo della cella. In ginocchia, tra le sue gambe, infilò quel grosso cazzo tra i suoi carnosi seni. Il pene era già parecchio lubrificato di saliva, ma Marys si sputò anche tra le tette, per sicurezza, quindi iniziò a muovere il busto su e giù stringendo il cazzo a se.
    Nell’altra cella il soldato aveva terminato di urinare e Finny stava osservando la sega tra i seni che Marys stava praticando. Si maledisse per non poter fare lo stesso e quindi portò la guardia sulla branda e la fece stendere, quindi si inginocchiò su di lui e indirizzò il pene verso il suo sesso. Appena il cazzo fece irruzione sentì una fitta di dolore e un po’ di sangue iniziò a fuoriuscire, segno che la verginità era persa per sempre. Ma a lei in questo momento non importava, l’unica cosa che riusciva a pensare era di torturare Marys il giorno dopo e non essere da lei torturata. Iniziò a cavalcarlo.
  • Perché non mi dici qualche porcata? – chiese la guardia – mi fanno impazzire le donne che dicono porcate…
  • Sborrami dentro dai… Hai un cazzo stupendo, voglio sentire il tuo seme dentro di me… Mi è piaciuta un sacco la tua piscia sai? È stato bellissimo sentirla calda in bocca e poi scorrere sul mio petto – Finny non pensava si sarebbe mai trovata a dire nulla del genere, invece le parole le fluirono fuori senza alcun problema.
    Anche Marys aveva deciso di passare alla penetrazione. Aveva lasciato la guardia seduta sul bordo del letto e si era girata di spalle, quindi era calata sulle ginocchia con il bacino sul pene di lui e si era penetrata. Anche per lei una piccola fitta e un po’ di sangue. Anche per lei l’era delle verginità era ufficialmente finita. Iniziò a muoversi su e giù con il culo sul bacino di lui, sempre più rapidamente nel tentativo di portargli quanto più piacere possibile.
  • Ti sta piacendo vero? Ti piacere guardare il mio bel culo vero? – chiese ansimando.
  • Da impazzire…
  • Lo vuoi fottere il mio bel culo eh? Ti va?
  • Cazzo sì!
    Marys non se lo fece ripetere. Si alzò e si mise in ginocchio, davanti alla branda. Poggiò la faccia sul suolo freddo e sporco della cella per permettere al suo culo di spiccare ancora di più per forma e dimensione. Si mise le mani sulle natiche e le allargò permettendo alla guardia di vedere il buco del culo. Ancora non si era ancora completamente ripreso dal giorno prima e quindi era già bello largo, pronto per una penetrazione completa.
  • Che aspetti? Spaccami il culo!
    La guardia si alzò prontamente e si chinò sulle ginocchia indirizzando il cazzo nel culo di lei, quindi la afferrò per i fianchi e iniziò a pomparle l’ano con violenza. Marys socchiuse gli occhi un attimo, per il dolore iniziale, poi, per il resto, fu quasi piacevole.
    Gli occhi di Marys e Finny per un attimo si incrociarono, colmi di odio e astio. Finny che galoppava il cazzo della sua guardia, sulla branda, mentre Marys era piegata al suolo, prendendolo il culo con violenza. Alla fine fu quest’ultima a vincerla.
  • Sto sborrando… sto sborrando… – disse infatti la sua guardia che subito uscì dal suo culo, la afferrò per i capelli e la portò al suo cazzo.
    D’istinto Marys lo prese in bocca e lo lasciò svuotarsi tra le sue labbra. Fu una sborrata copiosa e densa. Per essere certa di aver vinto, Marys lasciò colare quella sborra sul suo florido seno e quindi si rivolse all’Alchimista.
  • Ho vinto… domani è il mio turno – poi verso Finny – Domani ti devasto, vedrai che cazzo ti combino!
  • No no – disse l’Alchimista spiazzando tutti – ho tutti i dati che mi occorrono, sono bastati solo 5 giorni a farvi rinunciare a tutta la vostra amicizia e ai vostri valori, pensavo ci sarebbe voluto più tempo onestamente…
  • Quindi che ne facciamo delle due? – chiese la guardia che aveva appena eiaculato.
  • Che ne so, vendetele al bordello, mi sembra che ormai siano più portate a quello che ad accudire gli orfani.
  • Ma io non sono ancora venuto – si lamentò l’altra guardia.
  • E sia, finisci il tuo lavoro e poi le andrete a vendere – concluse l’Alchimista, quindi prese il suo plico di appunti e si allontanò.
  • E adesso è proprio il momento che mi dai il culo signorinella – disse la guardia a Finny.
    Di nuovo, ma con occhi completamente diversi, le due ragazze si guardarono.

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