L'autobus affollato 2

L'autobus affollato 2

L’autobus affollato 2

Io mi siedo e tengo le gambe ben strette. Entra il professore di matematica e si siede alla cattedra. Dalla sua posizione se tengo le gambe strette non vedrà nulla, vedrà solo le gambe fino alla minigonna. Ogni tanto guarda, capisco che gli piacciono le mie gambe. Il professore di matematica è giovane, sulla quarantina, un tipo molto giovanile, fisico palestrato.

Ad un tratto però mi cade la matita, devo sporgermi di lato per prenderla. Tento di farlo tenendo le gambe strette ma ci riesco male, per un breve momento le ho aperte un po’ altrimenti non ce la facevo ma le ho richiuse subito. Avrà visto qualcosa? Mi rialzo, incrocio il suo sguardo e vedo che mi sorride. Oh mamma, mi avrà sicuramente visto! Arrossisco e tengo lo sguardo basso, non ho più il coraggio di guardarlo negli occhi.

La giornata era abbastanza calda, dunque ci sono un paio di finestre aperte. Il professore chiama per l’interrogazione alla lavagna… chi chiamerà? Forse con la speranza che alzando il braccio per scrivere si alzi anche la gonna chiama proprio me. Uffi!
Vado alla lavagna ed inizio a scrivere formule e formulette stando bene attenta a non alzare troppo il braccio per non far risalire la gonna. Il professore intanto si era spostato di lato vicino ai banchi della prima fila perciò mi vedeva da dietro. Fortunatamente ero preparata.

Dopo un paio di minuti ero ancora alla lavagna, bussano alla porta ed aprono. In corridoio c’erano molte finestre aperte e perciò la corrente d’aria è stata molto forte, talmente forte che la mia minigonna svolazzante non ha retto! Si è alzata nella parte posteriore facendomi rimanere col culo nudo davanti a tutta la classe! Me la sono abbassata subito ma ormai mi avranno sicuramente vista tutti! Che vergogna!
E’ iniziato subito un po’ di brusio ed il professore ha richiamato subito alla calma.
Finita l’interrogazione sono tornata al mio posto con la testa bassa e non ho più guardato nessuno per il resto dell’ora.

Al cambio dell’ora dovevamo spostarci in un’altra aula per la lezione di inglese. Presi le mie cose ma sono voluta uscire per ultima, avevo paura che qualcuno preso dall’euforia di ciò che aveva visto venisse da dietro ad alzarmi la gonna.
Quando sto per uscire il professore mi chiama, mi dice di tornare indietro e di attendere un momento. Esce un attimo dalla porta, chiama il bidello e dice di far avvisare il prof di inglese che io non sarò presente alla lezione perché devo dargli una mano con un lavoro. Rientra e chiude la porta, a chiave!

Non serviva nemmeno chiedersi che intenzioni avesse mi sembrava lampante. Mi è sempre piaciuto il professore di matematica ma nei rapporti mi piace che ci sia il consenso di entrambi.
Il professore mi si avvicina e mi dice “prima dalla cattedra avevo avuto l’impressione che tu non portassi le mutandine ma poi ho avuto la conferma quando ti si è alzata la gonna. Sei una porcellina a girare con la minigonna senza mutande, non ti pare?”

Io non potevo di certo giustificarmi raccontando quello che avevo fatto sull’autobus. Perciò ho risposto cercando di sdrammatizzare “professore sa com’è, volevo provare l’esperienza nuova di girare senza mutande”. Solo dopo aver parlato mi sono resa conto che quello che avevo detto mi faceva sembrare ancor di più una puttanella.

Lui “beh, hai fatto provare una bella esperienza anche a noi, i tuoi compagni a stento sono riusciti a seguire il resto della lezione! Devi sapere che tu mi sei sempre piaciuta ed essendo più grande di età delle altre ti considero più donna di loro.” Dicendo questo mi passa la mano tra i capelli e mi accarezza l’orecchio ma non era una semplice carezza, mi ha passato le dita sul bordo dell’orecchio per poi passare l’indice all’interno del padiglione, questo mi ha provocato un brivido sulla schiena.

Poi prosegue: “pensi che non sappia cosa dite di me voi ragazzine? So che parlate di me e che tu e qualcun’altra avete espresso degli apprezzamenti sul mio fisico e che avreste voluto avere l’opportunità di trovarvi da sole con me”.

Cavolo, come faceva a saperlo? Chi aveva spifferato tutto? Comunque era tutto vero, infatti io ero ancora la, non ero scappata ne mi ero messa a gridare.

Io: “beh professore, lei è giovane ed ha un bel fisico, è naturale che noi ragazzine siamo attratte da lei.” e dicendolo ho fatto gli occhi da cerbiatta con un sorrisetto innocente. Questo deve averlo eccitato ancor di più perché mi ha preso la testa con entrambe le mani ed ha iniziato a baciarmi, ho sentito la sua lingua entrare nella mia bocca e l’ho accolta molto volentieri.

Fin  quando ci baciavamo lui mi ha messo una mano sull’interno coscia all’altezza subito sopra il ginocchio ed ha iniziato a farla salire, io ho divaricato di più le gambe ed ho lasciato che proseguisse. Arrivato su ha trovato la mia micetta letteralmente fradicia. Mi ha preso di peso, messa seduta sopra un banco, divaricato le gambe ed ha iniziato a leccarmela tutta. Mamma mia se ci sapeva fare!

Leccava con foga ogni centimetro della mia micetta ed intrufolava dentro la lingua, passava sul clitoride, lo succhiava…

Dopo un po’ gli sono venuta in bocca e lui ha succhiato e leccato tutto. Ho preso in mano la situazione l’ho spinto un po’ indietro, sono scesa dal banco, mi sono inginocchiata davanti a lui, gli ho aperto e calato i pantaloni. Aveva i boxer che stavano scoppiando, li ho calati ed il suo cazzo è saltato fuori come una molla.

Però! Non era mica messo male il prof! Sarà stato almeno 20 centimetri e di buona grossezza. L’ho preso in mano, era talmente duro che era quasi totalmente scappellato, io ho fatto il resto con la mano e mi sono tuffata subito ad ingoiarlo.

Stavo facendo un pompino da paura e lui gradiva molto, mi ha messo la mano dietro la testa facendo una leggera pressione, ho capito, voleva che ne ingoiassi di più. Sforzandomi un po’ sono riuscita a farmene entrare un po’ di più, più o meno metà ma tutti i 20 centimetri non ce l’ho fatta.

Da come ansimava devo capire che gli andava bene comunque. Devo essere stata davvero brava perché dopo poco l’ho sentito irrigidirsi e mi ha avvisato che stava per venire. Io tenendolo in bocca l’ho guardato con 2 occhi da vera porca ed ho proseguito il pompino guardandolo. Dopo un istante è venuto e mi ha riempito la bocca, sono riuscita ad ingoiare tutto senza perderne nemmeno una goccia ma non è stato facile vista la grande quantità.
Ancora inginocchiata mi sono staccata e gli ho detto “mmm molto buona!” con uno sguardo da vera maialona.

Lui mi ha detto “sei stata brava, mi sa che ci incontreremo ancora!”
Io “eh no, dove crede di andare, qui non abbiamo mica finito! Alla fine dell’ora di inglese manca ancora più di mezzora, io avrei altri progetti!”, dissi con uno sguardo molto malizioso.

Avevo ancora in mente quanto mi aveva eccitato quel dito su per il culo in autobus ed avevo una voglia matta di prenderlo in culo. Mi sono messa sopra la cattedra a pecorina e gli ho detto che mi sarebbe piaciuto molto se mi avesse leccato il culetto. Lui non se l’è fatto ripetere 2 volte ed ha iniziato a leccarmelo in maniera stupenda, dopo un po’ che me lo leccava si è messo con la testa sotto il mio corpo, mi ha fatto scendere, adesso mi stava leccando la micetta e lo faceva divinamente ma contemporaneamente con il dito mi stava inculando. Mamma mia quanto mi piaceva.

Mi sono girata a guardarlo ed ho visto il suo cazzo completamente duro svettare in tutta la sua lunghezza, evidentemente leccarmela e incularmi con il suo dito lo stava eccitando quanto me. Sentivo che il suo dito entrava molto più agevolmente di quando aveva iniziato e… “Ahhhhhh” ha inserito il secondo dito! Iniziava davvero a piacermi oltremisura quello che mi stava facendo. Sentivo che ormai anche le 2 dita non facevano fatica ad entrare e non mancava molto a che arrivasse l’orgasmo.

Mi sono alzata dalla sua faccia, gli ho detto di mettersi in piedi, mi sono girata verso di lui e rimanendo sopra la cattedra gliel’ho preso in bocca ma non per fargli un vero pompino, volevo insalivarglielo bene, infatti subito dopo mi sono rigirata con la schiena sotto, le gambe oscenamente aperte e gli ho detto “inculami!”.

Lui non se l’è fatto ripetere, mi ha spinto un po’ all’indietro le gambe per arrivare meglio al mio buchetto ed ho sentito la sua cappella che spingeva. Grazie alla preparazione delle 2 dita ed alla grande quantità di saliva che gli avevo messo sul cazzo, è entrato senza grandi sforzi. Invece di muoversi avanti ed indietro per infilarmelo un po’ per volta ha continuato la spinta lenta ma inesorabile fin quando è arrivato fino in fondo. Io ho sentito un leggero dolore ma dopo pochi secondi è sparito. Lui ha iniziato a muoversi avanti e indietro, stavo impazzendo, era bellissimo!

Mi ha fatto mettere le mie mani dietro le mie ginocchia per tenermi all’indietro le gambe e con le mani libere è subito passato alle mie tette. Mi strizzava i capezzoli e me li palpava. Dopo un po’ ha staccato una mano ed è passato alla mia micina sollecitando il mio clitoride.
Avevo un palo di 20 centimetri nel culo che mi stava scopando, una mano che mi palpava una tetta ed un’altra mano che mi sollecitava il clitoride. E’ stato bellissimo ma tutte queste sollecitazioni hanno fatto si che l’orgasmo arrivasse prestissimo, molto forte, una goduria infinita.

Lui però non si è fermato, ha proseguito con il cazzo e con le mani, adesso andava più veloce con l’inculata e la mano sulla micetta non stimolava più solo il clitoride, ogni tanto mi infilava dentro il pollice. Quando mi infilava il pollice la sensazione della doppia penetrazione era bellissima. Siamo andati avanti così per 5 minuti buoni, poi siamo venuti assieme.
Ci siamo ripresi un po’ e ci siamo rivestiti perché tra 10 minuti i miei compagni sarebbero rientrati in aula e l’avrebbero trovata chiusa a chiave!

La mattina finì presto, io uscii da scuola ed andai a prendere l’autobus. Stetti molto attenta e non mi capitò più di mettere a nudo ne il mio culetto né la mia micetta. Arrivata a casa mi intrufolai subito in camera mia e misi subito un paio di mutande, così nessuno si accorse che ero stata mezza giornata in giro in minigonna senza mutande. Pranzai e subito, dopo mi richiusi in camera a telefonare all’uomo dell’autobus. Oggi mi sentivo molto porca ed eccitata e se fosse stato libero l’avrei rivisto la sera stessa in un posto più comodo! Ma questa è un’altra storia.

Leggi anche il primo capitolo:

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