L'amica di mia figlia mi seduce

L'amica di mia figlia mi seduce

L'amica di mia figlia mi seduce

Mia figlia Silvia ha 19 anni, ha varie amicizie ma ha una amica in particolare con cui si frequenta più spesso, la cosiddetta amica del cuore. Si chiama Arianna, ha 19 anni anche lei, è alta 1 metro e 70 scarsi, bionda con i capelli lunghi lisci sempre raccolti in una coda che le lascia scoperte le spalle ed il collo, occhi castani, una terza abbondante di seno ed un culetto veramente niente male.

Come dicevo, Arianna era l’amica del cuore di mia figlia e capitava spesso quindi di vederla girare per casa.

Nell’estate di quell’anno, tra le ragazze giovani andavano tanto di moda dei pantaloncini cortissimi che lasciano scoperta la parte sotto delle natiche. Arianna li indossava molto spesso, così mi capitò di ammirare in varie occasioni quel fantastico culetto.

Un giorno, durante una giornata estiva di forte calura, ero sulla poltrona armeggiando con il tablet. D’un tratto dalla terrazza per sfuggire al caldo arrivano in sala, Silvia e Arianna , con l’intento di fare un gioco in scatola. Silvia si siede a terra con le gambe incrociate e lo stesso fa  Arianna che però, così facendo si tira un po’ su i pantaloncini, scoprendo leggermente di più le natiche. Mia figlia non mi vede perché tra di noi c’è la sua amica, perciò mi posso gustare la vista di quel bel culetto. 

Il giorno seguente Arianna tornò nuovamente a casa nostra. Indossava i soliti pantaloncini corti e questa volta una canottierina abbastanza scollata. Si vedeva che sotto non aveva il reggiseno; ma effettivamente non ne aveva bisogno, avendo un seno che stava dritto da solo. Io ero seduto sulla solita poltrona, a circa un metro da me c’era Tobia, il nostro gatto.

A quel punto mia figlia si allontanò qualche minuto per andare in bagno.

Arianna così mi si avvicina salutandomi e facendomi un gran sorriso, poi si china per accarezzare Tobia. In quel gesto, la canottierina larga e scollata non le copriva più nulla e in quella posizione, riesco a scorgere perfettamente le sue fantastiche e giovani tette.  

Mi diventò subito duro, ma per fortuna ero in una posizione tale da non farlo vedere. Dopo qualche istante nel quale ero come ipnotizzato da quella visione; Arianna alzò la testa guardandomi e comprese che le stavo guardando le tette.

Divenni un po’ rosso, ma poi mia figlia tornò dal bagno e chiamando Arianna in camera sua mi tolse da quella situazione imbarazzante.

Dopo qualche giorno mi vedo nuovamente Arianna in casa mia, questa volta con maglietta e minigonna a metà coscia.

Io ero sulla poltrona, mentre loro due sono sedute sul divano di fronte.

Dopo la figuraccia fatta qualche giorno prima, voglio sembrare disinteressato, perciò quasi non guardo Arianna. 

Ad un certo punto mi alzo per andare a prendermi qualcosa di fresco da bere e chiedo se anche loro  vogliono qualcosa. Preparo un vassoio con biscottini e tre bicchieri di succo fresco all’arancia.

Torno poi in salotto per portargli la roba e quando sono di fronte alle due, Arianna scavalla le gambe aprendole leggermente, il movimento cattura il mio sguardo e  riesco ad intravedere che non porta le mutandine. “Wow! che magnifica visione” Pensai tra me e me in quel secondo.


Mi siedo nuovamente sulla poltroncina e prendo il tablet, facendo finta di cercare delle cose in rete, ma in realtà i miei occhi sono sempre intenti a guardare le gambe di Arianna. Poco dopo ecco che le scavalla di nuovo, questa volta non le riaccavalla dall’altra parte e le tiene un po’ aperte. Lei è proprio di fronte a me, con le gambe un po’ aperte e senza mutandine, riesco a vedere bene la sua fighetta. Vi giuro che c’è davvero da impazzire.


Un paio di giorni dopo, Silvia doveva partire fuori città con mia moglie. Mi ero lasciato a casa da solo e stavo trascorrendo una tranquilla serata, quando all’improvviso il mio cellulare ha squillato. Era Silvia che mi chiamava. Risposi e lei mi disse: ‘Papà, tra un’ora verrà Arianna a prendere un libro. Non devi uscire, vero?’ Io risposi: ‘No, non devo uscire, glielo darò io, non ti preoccupare.’


Misi giù il telefono ed iniziai a pensare ai giorni precedenti, di come Arianna mi aveva palesemente provocato, e pensai a cosa sarebbe potuto succedere e come mi sarei dovuto comportare. Confesso di non aver mai tradito mia moglie, ma quella ragazzina risvegliava in me delle sensazioni strane e forti.

Da lì a poco squillò il campanello. Era Arianna e la feci entrare. Era’ vestita con la solita canottierina larga e una minigonna rosa molto carina. Appena la vedi vestita così, il mio primo pensiero fu: “chissà se oggi avrà le mutandine?” ma poi cercai di pensare ad altro, temendo che mi diventasse duro proprio davanti ai suoi occhi.

Andammo quindi, in camera di Silvia dove c’è la libreria per prendere il libro.

Io: “spero non sia negli scaffali in alto…”

Arianna replica: “si, purtroppo è proprio su quelli più in alto…”

Vado quindi a prendere la scala, la posiziono alla base della libreria, sto per salire quando Arianna mi ferma  e mi disse: “no aspetta, quei libri sono tutti molto simili. Se vado su io faccio prima a trovarlo, basta che mi reggi la scala.”

Io le risposi: “va bene, sali pure”.

Arianna iniziò a salire sula scala, ma dopo il primo paio di gradini si tirò un po’ su la gonna dicendo: “Non riesco proprio a salirei gradini con la gonna”. In quel momento, praticamente  il suo sedere iniziava quasi a scorgersi da sotto il tessuto.

Poi, continuò a salire verso gli scaffali dei libri più in alto. Ed io che ero intento a tenere ferma la scala, non potei evitare di alzare la testa e scoprire una fantastica visione. La puttanella non portava le mutandine, ed ammirarla era fantastico. Lei che evidentemente si era accorta che la stessi spiando; tutto di un tratto si girò verso di me e mi disse: “ma cosa stai guardando? Mi spii sotto la gonna?”

In quella circostanza la mia risposta fu quasi rabbiosa. Per Dio. Ero un uomo e lei sapeva che con questi gesti mi stava palesemente provocando. “Ascoltami Arianna. Ora Basta fare la puttanella con me, è da giorni che non fai altro che metterti in mostra.  Ma lo sai che potrei essere tuo padre?”

Lei mi rispose con una frase, che fugò anche gli ultimi dubbi sulle sue intenzioni.  “E’ vero: Potresti esserlo ma non lo sei…”

Quindi scese di qualche gradino dalla scala, mentre io ero ancora intento a tenerla ferma. Quando il suo culo arrivò all’altezza del mio viso, si alzò ancora la gonna, lasciandomi alla vista la sua fregna profumata e completamente rasata a pochi centimetri dalla mia bocca.

Fu per me impossibile resistere a non baciarle quella splendida giovane vagina.

Poi lentamente Arianna scese anche dagli ultimi gradini della scala, fino a trovarsi di fronte ai miei occhi ed iniziò a fissarmi in modo deciso. Nella profondità del suo sguardo, scorsi la sua passione e la sua eccitazione, che mi creava un certo imbarazzo ma anche una profonda voglia di scoparla senza freni.

Compresi in quell’attimo di essere probabilmente da tempo la sua preda. Una preda che lei si stava apprestando a fare sua.

Lei sempre più determinata e padrona di quel gioco proibito tra una giovane ragazza maliziosa e un papà vicino alla mezza età: si lasciò cadere la gonna a terra e si sfilò la camicetta, rimanendo completamente nuda al mio cospetto..

Con lo stesso fare deciso che aveva dimostrato fino a quel momento mi disse: “Ti voglio. Fottimi”.

Come un animale ammaestrato al quale il padrone aveva dato il via libera; mi fiondai sui di lei, baciandola e palpandole i seni e quel suo culetto dritto e morbido. 

Poi, fu lei a prendere l’iniziativa, sbottonandomi i pantaloni e prendendomi il cazzo in mano, per giocarci in modo malizioso con le dita. Quindi, si inginocchiò a terra e lo prese in bocca, leccando con la lingua lentissimamente la cappella e di tanto in tanto, porgendo il suo viso verso l’alto e regalandomi sorrisi compiaciuti. Sembrava davvero essere deliziata di avermi nel suo potere. Avevo compreso, che quel vedermi completamente assopito in uno stato di eccitazione ed estasi, le provocava un vero e proprio piacere sessuale. Il piacere di poter dominare un’altra persona con il proprio corpo e la propria personalità.

Dopo qualche minuto che era intenta a spomparmi il cazzo con una passione ed una bravura, che mai avrei potuto immaginare in una ragazza di 19 anni, volli prendere io l’iniziativa.

La presi così in braccio e la portai in camera, dove la stesi sul letto. Mi misi sopra il suo corpo e iniziai a baciarle e leccarle le tette, stringendomi in bocca quei suoi capezzoli durissimi. Quindi, mi abbassai all’altezza della sua figa, le allargai le gambe ed iniziai a baciarle la vagina all’altezza del Monte di Venere. Lei iniziò a gemere e dimenarsi per il piacere, sempre più desiderosa che la leccassi. Non la feci attendere molto altro e presi a leccarle la figa, andando a stuzzicare con la punta della lingua proprio il suo clitoride. Sentivo che era già calda e molto eccitata, e perciò accelerai l’andamento e la pressione della mia lingua sul suo clitoride fin quando lei non iniziò ad urlare: “Oddio!, dai! Sto Venendo!” Arianna ebbe così il primo orgasmo di quel giorno.

Ma era solo l’inizio. Pochissimo dopo, fu lei a baciarmi su tutto il corpo, per poi riprendere a succhiarmi il cazzo. ” Adesso ti scaldo e poi voglio che mi chiavi”, mi disse in modo deciso Arianna.

La feci mettere a pecorina sul letto, mentre io mi misi nel bordo. Il suo culo rotondo e liscio era una delizia per la mia vista, e il mio cazzo era pronto a penetrarla. Volli però un po’ giocare e le dissi: “Dai, sculetta per me”. Lei non ci pensò 2 volte ed iniziò a muovere lentamente e sinuosamente il suo sedere, fin quasi ad ipnotizzarmi. Di impeto la presi da dietro, stantuffandola con una forza ed un vigore come  mai non mi era successo prima.

Lei ansimava, mugolava e mi chiedeva di fotterla sempre più forte. Sentì che stavo per venire, così le chiesi dove volesse la sborrata. Mi rispose che prendeva la pillola e  quindi di venirle dentro, e che stava venendo anche lei. Dopo qualche altra pompata venimmo assieme, gemendo di piacere e rimanendo attaccati l’uno con l’altra per qualche minuto.

Non sono mai stato uno Stallone a letto. Credo di aver offerto sempre a mia moglie delle prestazioni normali, tuttavia sono certo che con Arianna, la mia prestazione sia stata forse la migliore di tutti i tempi. E non era ancora finita. Da lì  a qualche istante quello che poteva definirsi un sogno per qualsiasi uomo della mia età: ovvero poter fare l’amore con una bella ragazza di oltre 20 anni più giovane; divenne addirittura il paradiso terrestre. Arianna stava infatti per darmi anche il suo culetto.

Appena terminata la chiavata, ancora tutti nudi, ci spostammo nella sala per berci qualcosa. Sedemmo sul divano, e lei  mi venne in braccio. Il mio cazzo, ora moscio in quella posizione si sfregava con la sua figa e questo me lo fece drizzare nuovamente. Iniziammo così a baciarci di nuovo ed io a palparle il culo. Quindi le sussurrai: “che culetto fantastico che hai, lo sai?”

Lei mi rispose: “lo vuoi?”

Rimasi interdetto per qualche istante. Non avrei mai immaginato una giornata così intensa, ma presi l’occasione al volo e le risposi con: “certo che lo voglio”.

Lei mi disse: “Bene. Ho molta curiosità di provare, però fai piano, sono ancora vergine nel culetto”.

“Certo”. Le risposi io per rassicurarla.

Andai quindi in camera da letto, dove nel cassetto tenevo del lubrificante, che avevo usato nelle rare occasioni nelle quali mia moglie mi aveva dato il culo.

Tornato in sala, feci stendere Arianna sul divano  con la pancia verso il basso, in modo da avere il suo culetto pronto all’uso.

Le aprì le natiche con le mani ed iniziai a leccarle il buco del culo. Lei iniziò a mugolare e sentirla eccitata, mi dette una carica bestiale. Una volta che Arianna mi sembrava abbastanza rilassata, le spalmai abbondantemente del lubrificante nel buchetto; inserendo con delicatezza un dito. Non appena Arianna lo sentì dentro, sussultò tra una sensazione mista tra piacere e dolore e mi  disse: “Si, dai mi piace, continua.” Le inserii così due dita ed iniziai a farle una sorta di ditalino anale e, quando fu abbastanza aperta la misi alla pecorina.

Arrivò quindi il momento della penetrazione. Dissi ad Arianna di stare tranquilla e che avrei fatto piano.

A quel punto le infilai delicatamente la cappella e pian piano tutta l’asta del pene dentro. Sentivo il mio cazzo avvolto stretto in quel buchetto al quale facevano da contorno quelle due splendide natiche sode e lucenti, e sentivo il dolce gemito mugolante provenire dallo stomaco e dalla bocca di Arianna. Ecco, in quel momento ho capito, l’esistenza di quel paradiso terrestre di cui vi parlavo prima. Preso da una eccitazione animale e dall’intesa sessuale con la mia giovane amante, iniziai energeticamente ad andare su e giù e sbatterle il cazzo fino in fondo al buco del culo per sborrarci in poco tempo il mio sperma dentro. Estrassi quindi il cazzo dal suo ano, mi sedetti sul un lato del divano e vidi la mia stessa sborra che usciva lentamente dal quel buchetto perforato. Fu un immagine che ancor oggi mi porto impressa nella memoria. Un ricordo bellissimo, pur nella sua crudezza e porcaggine.

Terminato questo ultimo atto, Arianna mi salutò dicendomi  che non aveva mai goduto così tanto nella sua vita, e che le sarebbe piaciuto vedermi ancora. Io, ovviamente le dissi che per me era  stato lo stesso e la rassicurai sul fatto che ci saremmo rivisti presto.

Infine lei prese il suo libro e se ne andò.

Pensai molto per resto della giornata a quello che mi era accaduto. Mi sentivo come anestetizzato o drogato.

A dire il vero non avevo mai provato delle droghe in vita mia, ad eccezione di qualche spinello in gioventù, ma posso dire con certezza, di non aver mai avuto delle sensazioni così forti ed intense fino a quel momento. Per questo posso giurare con certezza che Arianna, è stata sicuramente la droga più potente che io abbia mai provato. Una droga dolce, di cui sentivo già una forte dipendenza.

Forse, vi chiederete com’è finita tra noi? Beh ci siamo rivisti altre volte; tuttavia la magia di quel giorno, dove tutto fu casuale e imprevisto, non si ripeté mai con la stessa intensità. Poi ognuno di noi prese la propria strada, come infondo era giusto vista la  nostra differenza di età.

Se penso a lei, sento una grande gratitudine per il piacere che è riuscita a portare nella mia vita, anche se per un periodo molto breve. Questo mi ha insegnato anche a vivere molti aspetti della mia vita con più leggerezza e più audacia. Ho compreso che un solo piccolo evento o l’incontro con una persona, può realmente cambiare il senso di una vita. Per questo è importante essere pronti e predisposti perché questo avvenga.

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