La mamma del mio amico

La mamma del mio amico

Mi presento sono Matteo, ho 21 anni, ho fatto una scuola professionale di elettronica e mi diletto a fare riparazioni in questo ramo, impianti autoradio in macchina e lavoretti simili. Sono un ragazzo normale, alto 1.70, castano, occhi scuri, fisico asciutto.
Il mio amico Marco, con cui siamo amici fin da piccoli abitando a sole 3 case di distanza, mi aveva chiesto la prima volta che ne avessi avuto occasione di andare da lui che gli si era rotto il PC, non si accendeva più. Lui non ne capisce nulla di elettronica perciò aveva chiesto aiuto a me.
Era sabato mattina, ho preso la cassetta degli attrezzi e qualche strumento e, vestito in canotta e pantaloncini sono andato da lui. Tanto la sono di casa, a tal punto che non mi serve nemmeno avvisare che arrivo.
Suono il campanello, mi apre sua mamma. La Paola, una donna sulla quarantina che ho sempre ritenuto il mio ideale di donna. E’ alta pochi centimetri meno di me, capelli neri a caschetto ed occhi scuri, un bel paio di tette e delle belle gambe. Entro e mi dice “ti chiamo subito Marco ma mi sa che stava uscendo” e va a chiamarlo.
E’ vestita con una di quelle magliette lunghe che fanno anche da gonna, anzi, da mini gonna, con i capelli raccolti. Si capisce che stava facendo le pulizie perché si sono le cose un po’ spostate e la scopa appoggiata al mobile.
Vestita così era molto sexy.
Dopo pochi istanti arriva Marco che mi dice che stava uscendo, aveva una commissione da fare e sarebbe rimasto via fino a sera e mi dice che se volevo potevo rimanere a riparare il PC o altrimenti potevo ripassare così fin che lo riparavo avremmo bevuto una birra assieme. Io gli ho risposto che sarei rimasto volentieri a ripararlo ma avrei disturbato sua mamma che stava facendo le pulizie.
Sua mamma ci interruppe dicendomi “Matteo non ti preoccupare, la parte della stanza dov’è il PC l’ho già sistemata, se non ti da fastidio che io faccia le pulizie puoi pure rimanere a ripararlo”
Così mi sono fermato e pochi minuti dopo ho salutato Marco che andava via.
Io mi misi al lavoro cercando di capire dove fosse il problema e la mamma di Marco si rimise a fare le pulizie. Ogni tanto la osservavo ed i movimenti che faceva per pulire molto spesso le facevano salire un po’ la maglietta. La scena era molto eccitante.
Io ci misi pochissimo ad individuare il guasto, era partito il fusibile, 5 minuti ed avrei finito ma volevo prolungare la permanenza per gustarmi l’occhio.
Ad un certo punto dandomi le spalle si è chinata per passare la scopa sotto il divano e la maglietta le è salita talmente tanto che sono arrivato a vederle le mutandine. Lei resasi conto della posizione e probabilmente ricordandosi solo dopo della mia presenza, si è tirata su di scatto e mi ha beccato che la guardavo. Arrossendo un po’ mi sono girato ed ho fatto finta di nulla.
Ero in difficoltà perché i pantaloncini evidenziavano che avevo il cazzo in tiro e Paola se ne accorse.
Paola “come va? Dev’essere un lavoro DURO!” e dicendolo ha marchiato particolarmente il “duro” facendomi capire l’allusione.
Io avevo confidenza e sono stato al gioco rispondendo “eh si, sapessi, è un lavoro MOLTO DURO!!”
Paola “sono sempre stata affascinata dai ragazzi che sanno fare questi lavori DURI! Ti dispiace se fin che mi siedo per riposarmi ti osservo un po’?” e si è seduta sulla poltrona di fronte a me. Io stavo trafficando con una vite e appena finito ho alzato lo sguardo ed ho visto che si era seduta con le gambe un po’ aperte e così continuando con il gioco di prima le ho detto “eh cavolo! Diventa sempre più DURO questo lavoro!”
Paola “ah si? Ma quanto DURO?”
Io “beh parecchio…”
Paola “peccato che non me ne intendo, altrimenti avrei potuto darti una MANO”
Cavolo! Si stava spingendo molto più in la di quello che pensavo. Era la mamma del mio amico ma chi se ne frega… era una figona ed il mio amico non c’era! Così le ho risposto “se vuoi puoi provare, magari salta fuori una tua dote nascosta…”
Si è alzata, mi è venuta vicina, si è chinata e mi ha sussurrato all’orecchio “tra 10 minuti raggiungimi in camera che vediamo di fare questo lavoretto” e finendo la frase mi ha leccato l’orecchio facendomi provare un brivido lungo tutta la schiena.
Dopo qualche minuto sono entrato in camera sua e l’ho trovata completamente nuda con le gambe spalancate. Aveva la figa completamente depilata, mi ha guardato e mi ha detto “leccamela!”
Io non ci ho pensato due volte, nella brevissima distanza che seperava la porta dal letto mi sono spogliato, sono salito sul letto ed ho immerso la mia faccia tra le sue cosce. Ho iniziato a leccarla cercando di dare il meglio di me. La leccavo per tutta la lunghezza dello spacco, prima delicatamente e poi facendo sempre più pressione fino a far entrare la lingua tra le grandi labbra e risalendo trovando il suo clitoride. Appena lo raggiunsi con la punta della lingua ha avuto un sussulto. Con le dita gliel’ho aperta ancor di più ed ho iniziato a leccargliela per bene leccandole prima il buco e poi risalendo dando prima una leccata delicata a tutto il clitoride e poi girandoci attorno con la lingua. Da come mugolava e da quanto si stava bagnando me la stavo cavando alla grande. Aveva un sapore fantastico e più si bagnava più la succhiavo. Dopo un po’ venne inondandomi letteralmente la bocca. Io mi alzai, andai verso il suo viso e la baciai facendole gustare il suo sapore. Ci baciammo appassionatamente per un po’, un bacio durante il quale io le strusciavo il mio cazzo duro sulla figa e le palpavo le tette.
Dopo un po’ mi sussurra “adesso te lo voglio leccare io”. Mi fa stendere, si inginocchia al mio fianco ed inizia a succhiarmelo. Era favolosa, aveva un’abilità indescrivibile a fare pompini. Era di certo molto più esperta delle mie amiche.
Dopo i primi istanti in cui non capivo più nulla completamente rapito da quel meraviglioso pompino, ho aperto gli occhi, lei era inginocchiata di fianco a me. Ho iniziato ad accarezzarle il culo e poi l’ho tirata a me facendomela venire sopra mettendoci a 69 ed ho iniziato di nuovo a leccarle la figa. Le leccavo la figa e davanti agli occhi avevo un meraviglioso buco del culo che sembrava chiamarmi. Poco dopo l’ho fatta leggermente abbassare e sono arrivato a leccarle il buco del culo. Con il cazzo in bocca mi ha detto “ssiiii mi piace!” così ho continuato. Inizialmente lo sentivo teso ma poi sentivo che si stava rilassando sempre più ed infatti bastò una leggera pressione e riuscii a ficcarle dentro un po’ la lingua.
Intanto lei mi stava continuando a succhiare il cazzo in maniera meravigliosa ed io non ce la facevo più così l’ho avvisata che stavo per venire ma lei non ha battuto ciglio, ha continuato a succhiarlo fin che le sono venuto in bocca. La sua esperienza era tale che, anche se ero venuto tantissimo, non se ne fece uscire nemmeno una goccia e dopo aver ingoiato mi ha ripulito il cazzo con la sua stupenda lingua.
Le ho detto che era stata fantastica e lei mi ha risposto “e non hai ancora visto il resto!”. Però il mio cazzo si stava afflosciando, probabilmente a colpa della tripla scopata della sera prima.
Lei con un’espressione da vera porca mi ha detto “adesso lo raddrizzo io, stai a vedere”. Mi ha fatto alzare le ginocchia per avere accesso al mio culo, mi ha allargato le natiche ed ha iniziato a leccarmi il buco del culo. Quanto mi piaceva come me lo leccava. Dopo un po’ che lo leccava e che il mio sfintere si era rilassato, si è ficcata l’indice dentro la figa lubrificandoselo per bene, poi me l’ha puntato sul culo e l’ha fatto entrare. E’ stata ferma un momento e poi ha iniziato a muoverlo all’interno. La sensazione era strana, non avevo mai provato nulla del genere ed il mio cazzo si stava impennando di nuovo. Continuando il lavoro con il dito ha preso il bocca il cazzo ed ha iniziato un lavoro attorno al glande che avrebbe risvegliato anche un morto.
Quando era ben duro mi ha sfilato il dito, si è messa sopra di me impalandosi con la figa ed ha iniziato a cavalcarmi. Abbiamo scopato per almeno un paio d’ore. Ogni volta che venivo riservava sempre lo stesso trattamento al mio culo facendomi drizzare il cazzo di nuovo.

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