Isabella la prof tuttofare cap.1

Isabella la prof tuttofare cap.1

Isabella la prof tuttofare

Questa é una storia vera che mi é realmente accaduta, avevo conosciuto
Isabella (solo questo nome é di fantasia) tramite un sito di incontri
per fare amicizia molto conosciuto, lei era una insegnante della
provincia di Bari, Isabella era bionda naturale con lunghi capelli
lisci, piccola di statura ma aveva il fisico con le curve nel posto
giusto e anche se non magrissima era molto armoniosa con le sue forme e,
soprattutto con il suo seno, una quinta misura da paura.
La prima volta che ci incontrammo non successe nulla, mangiammo una
pizza, facemmo una passeggiata nel suo paese, e parlammo tantissimo,
anche se il mio occhio ricadeva spesso su quelle tette incredibili.
Tornai a casa ed ero appena rientrato che ricevetti un messaggio sul
cellulare che diceva: “ho capito che non ti sono piaciuta, non hai avuto
nessuna reazione quando eravamo vicini”, a quel messaggio avrei voluto
rispondere “altro che nessuna reazione! ho avuto il cazzo duro tutto il
tempo che sono stato con te e mi perdevo in cosa avrei potuto fare con
quelle tette!”, ma lasciai perdere e rimasi sul tranquillo dicendole che
io pensavo che per lei fosse stata la stessa cosa e che invece non
vedevo l’ora di rivederla.
Per il nostro secondo incontro ero preparato, avrei puntato subito al
sodo, e l’occasione arrivó quando Isabella mi invitó nuovamente ad
uscire insieme, andai a prenderla con la mia macchina a Brindisi dove
insegnava, facemmo un giro e dopo poco ci ritrovammo sul sedile
posteriore a pomiciare come due ragazzini, non persi tempo, le aprii la
camicetta e iniziai a massaggiarle quelle splendide tette e visto che la
cosa le stava procurando piacere infilai una mano sotto la sua gonna e
mi feci strada tra le sue mutandine dove trovai la sua fica gocciolante,
“cazzo la porca! È giá tutta fradicia” pensai, ma continuai con il mio
lavoro facendole un ditalino che le strappava muguli e sussurri, mentre
con i denti le mordicchiavo i grandi capezzoli rosei che erano diventati
durissimi, a quel punto era pronta, le poggiai la mano sulla testa e la
spinsi verso il mio cazzo che sembrava dovesse rompere i pantaloni per
quanto si era fatto duro, all’inizio si mostró sorpresa, quasi
titubante, ma la mia mano spingeva con forza e la sua bocca era quasi
arrivata all’altezza giusta, era impossibile che non avesse capito che
adesso toccava a lei farmi godere, con qualche esistazione inizió cosí
un fantastico pompino, era davvero brava la maestrina!
Mentre teneva il cazzo tra le mani mi guardó e mi chiese quasi con
soggezione “per favore avvisami quando stai per venire, non mi piace
prenderlo in bocca” , la cosa non mi convinse molto, le mie fidanzate
precedenti gradivano tutte quel trattamento e a me piaceva molto finire
cosí, ma quella volta decisi di rispettare il patto e al momento giusto
sborrai copiosamente sulle sue splendidi tette lasciandole appiccicose e
bagnate per il resto del tragitto in cui la riaccompagnai nella casa che
condivideva con un’altra insegnante trasfertista.
Da quel giorno molti pompini e ditalini fantastici seguirono tra me e
Isabella, arrivai a scoparmela in macchina sui sedili posteriori
facendole avere decine di orgasmi che erano sempre accompagnati da urla
e pianti di soddisfazione, ma il bello doveva ancora arrivare….

Dopo tanto tempo passato tra pompini e scopate veloci in auto desideravo
veramente qualcosa di piú, e l’occasione fu quando Isabella mi invitó ad
andare di nuovo a trovarla a TerlXXXX per farmi vedere la vespa nuova
che si era comprata. Arrivai sotto casa sua parcheggiai e suonai al
campanello, mi aprí il portone lei, mi stava aspettando “ciao! Ti stavo
aspettando la vespa è nel cortile e volevo mostrartela subito, dopo
saliamo in casa” e dopo aver detto questo mi diede un bacio che vide la
sua lingua attraversarmi tutta la bocca;
rimasi stupito, “ma…scusa…i tuoi genitori cosa diranno se ci vedo
baciarci in questa maniera? E tua sorella poi? Non mi avevi detto che è
una ficcanaso?”, lei mi guardó ridendo e rispose “tranquillo i miei non
ci sono, sono partiti in vacanza ieri e torneranno a fine mese, e mia
sorella è fuori tre giorni con il suo ragazzo, quindi siamo solo io, te
e la vespa” e si fece una risata;
solo allora potei notare che indossava solo una camicia molto lunga che
non faceva altro che accentuare le sue rotonditá e quando salimmo le
scale da dietro mentre cercavo di sbirciare sotto la camicia potei
notare che indossava un paio di coulotte in seta che mettevano in mostra
quel culo che avevo stretto tante volte nelle nostre scopate in macchina.
Entrammo in casa, chiusi la porta dietro di me e Isabella come una
indemoniata mi saltó addosso e cominció a baciarmi di nuovo focosamente;
non persi tempo, le tolsi la camicia e mi ritrovai con le sue tette
fantastiche tra le mani, fu a quel punto che la spinsi nella prima
camera da letto che riuscí a raggiungere con lei che non staccava la
bocca dalla mia, e la spinsi sul letto;
si fermó “dai no, questo è il letto dei miei genitori, mi sento in
imbarazzo”;
a quel punto sapevo di averla tra le mani “meglio, cosí questo letto
conoscerá le grida di piacere della loro figlia!…tu adesso sei la mia
puttana!”
Isabella mi guardó negli occhi e ripeté “si! io voglio essere la tua
puttana! Trattami come una zoccola! Lo voglio!”
Era quello che aspettavo, la feci inginocchiare e le puntai il cazzo tra
le labbra “adesso fammelo diventare duro perché ti devo sfondare bene”
inizió il suo pompino mentre io mi liberavo degli ultimi vestiti, poi la
presi per i capelli la feci rimettere in piedi e la feci mettere a
pecorina sul letto, “adesso è il mio turno” le dissi e le strappai via
le coulotte avventandomi sulla fica con la bocca , la trovai giá umida e
gocciolante, troppo invitante per non approfittare , quindi mi piazzai
dietro e lasciai che il cazzo scivolasse tutto dentro in un colpo solo,
gesto che le strappó un piccolo gemito di piacere.
La stavo cavalcando , la schiaffeggiavo con forza sulle belle chiappe
sode e le dicevo parole forti che a lei sembravano procurare piú piacere
“si! Scopami! Fammi godere! Sono la tua puttana e questo é il letto dei
miei genitori!” e intanto il suo culo diventava rosso fuoco sotto i miei
schiaffi che diventavano sempre piú forti per farle provare anche dolore
oltre al piacere.
Fu in questo turbinio di eccitazione che la mia attenzione cadde sul suo
buchetto anale, era stretto, era evidente che fosse ancora vergine, ma
il mio detto era “provare sempre non è mai sbagliato”, quindi mentre la
tenevo stretta per i fianchi feci cadere della saliva sul buchino, le
infilai un dito vicino alla fica gocciolante di umori e con lo stesso
ben lubrificato iniziai un leggero massaggio intorno, anche quel
passaggio sembrava stesse cedendo, i muscoli si rilassavano e da stretto
che era iniziava ad accogliere lentamente la punta del mio dito;
Isabella nonostante fosse nell’impeto dell’eccitazione se ne re se conto
e provó a dirmi “no dai, per favore lascia stare, non farmi male, ho
paura, non l’ho mai fatto!”.
Ma quelle parole invece di sedarmi mi eccitarono ancora di piú e resomi
conto che ormai il buco aveva ceduto infilai a fondo il dito
strappandole un urlo di dolore misto a piacere “Senti zoccola! Hai detto
che sei la mia puttana, e adesso fai la puttana capito!” continuai a
sbatterle il cazzo nella fica e mentre mi pregava di fermarmi iniziai a
farmi strada nel suo sfintere con il secondo dito, era incredibile, lei
chiedeva di fermarmi ma intanto il suo buco si allargava sempre piú fino
a quando le dita non divennero tre mentre il mio cazzo le sfondava la
sua fica.
Era arrivato il momento con lei stesa in ginocchio alla mia totale mercé
sfilai il cazzo dalla fica e senza troppi ripensamenti lo puntai dritto
all’ingresso del suo culo e dopo pochi istanti la pompavo furiosamente
nel suo culo ormai mio.
“vedi troia, il tuo culo adesso è mio, lo senti il cazzo che ti rovista
lo stomaco?”; quasi senza fiato mi rispose “Si lo sento…è duro…è
grosso…mi stai sfondando il culo! Sono la tua troia! “
Ora era lei che sbatteva forte le sue chiappe dimenandosi sul mio cazzo
e io intanto continuavo a masturbarle la fica con le mani, godeva e
urlava…”cazzo se mi piace! Sfondami il culo!”
Ero ormai arrivato alla fine, sentivo che la sborrata stava per
arrivare, le avrei volentieri inondato il culo con il mio sperma, ma
dovevo chiudere in bellezza e completare tutto;
tirai fuori il cazzo dal culo lasciando il suo sfintere oscenamente
dilatato, e me lo ripulí infilandolo di nuovo nella sua fica grondante;
stavo per esplodere, era una questione di attimi, a quel punto la feci
girare “girati troia, voglia inondarti le tette di sborra!”;
Isabella si giró al mio comando quasi ipnotizzata dalle mie parole, mi
misi in piedi e la feci inginocchiare di nuovo davanti al mio cazzo a
quel punto con un gesto veloce le presi la testa spinsi le sue labbra
sul mio cazzo e le ordinai “adesso tu, troia finisci il lavoro come si
deve capito! ” Isabella pensó che come sempre doveva portarmi vicino
all’orgasmo per poi ricevere il mio nettare sulle sue tette, ma questa
volta le mie intenzioni erano altre, ero giá sul punto di esplodere e mi
mancava veramente pochissimo, bastarono due colpi ben sistemati della
sua lingua e la sua bocca che si stringeva sulla mia asta che esplosi in
un orgasmo incredibile, le tenni la testa ferma sul mio cazzo mentre
sentivo che mi stavo svuotando dentro quella bocca tanto desiderata,
provó a staccarsi dal mio cazzo, ad aprire la bocca per tirarlo fuori,
ma le mie mani la tenevano in presa stretta dietro la nuca, provó a
dimenarsi come poteva, ma io ero lí e la mia sborrata le aveva riempito
la gola fino quasi a soffocarla;
fu allora che le presi le guance con le maniper non farle aprire la
bocca per non sputare il mio sperma, le portai la faccia piena di rivoli
di sperma alla mia altezza, il suo viso sembrava una maschera tragica,
il rimmel degli occhi si era mischiato alla sborra e le colava lungo le
guance, non parlava mi guardava in silenzio era evidente che si fosse
sentita tradita dal mio gesto, ma proprio l’idea di aver fatto quello
che in teoria non avrei mai dovuto fare mi eccitava tantissimo, “Troia
non dirmi che non ti è piaciuto! Hai bevuto fino all’ultima goccia,
quello che resta fuori è solo qualche schizzetto del mio cazzo…
da oggi impara, ogni pompino che mi farai lo concluderai con una bevuta,
almeno fino a che saró io a decidere se voglio cambiare o meno, e da
oggi il tuo culo sará del mio cazzo quando lo vorró senza che io ti
debba avvisare per incularti, ci siamo capiti?”.
Isabella mi guardó in silenzio, e mentre l’ultimo rivolo di sborra le
colava dalle labbra carnose rispose “Si! ho goduto come una cagna in
calore, sono la tua troia, e il tuo sperma lo potrai mettere dove vorrai”.
Da quel giorno Isabella fu sottomessa alle mie voglie e l’ho scopata in
tutti i modi e in tutti i posti immaginabili, nel suo piccolo studio di
dottore in XXXXXX a TerlXXXXX, nel bagno di un ristorante, nei camerini
di un negozio, Isabella è stata la mia troia per diverso tempo, ma
questa è un’altra storia. questa e altre storie sono state pubblicate nel mio libro “racconti di un libertino – sette storie di donne” Michele Allevidi pubblicato su amazon in versione ebook e cartacea.

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